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venerdì 28 novembre 2008

Illudetevi pure...

Questa illusione ottica è davvero spettacolare! :-)

Mi dovete dire di che colore sono i punti nelle intersezioni tra i quadretti.

Difficile rispondere? E' ovvio: si tratta davvero di una illusione ottica interessante. I punti di intersezione sembrano bianchi o scuri a seconda di come spostiamo lo sguardo, dando l'impressione di essere lampeggianti.

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martedì 11 novembre 2008

I saggi avevano ragione: il denaro non rende felici!

Nei giorni scorsi uno studio portato avanti da alcuni ricercatori francesi ha stabilito, con metodi statistici, che denaro e felicità non hanno alcuna correlazione.

La "curva della felicità" invece dipenderebbe più dall'età e da questioni psicologiche. La felicità è un po' bassina a partire dai 20 anni in sù, poi scende fino a toccare il fondo tra i 45 e i 50 anni, poi risale fino a raggiungere il picco massimo tra i 65 e i 70 anni.

Dal punto di vista statistico si nota che la felicità è più bassa proprio in quell'età in cui di solito si raggiunge il culmine della propria carriera, anche dal punto di vista retributivo. Il massimo della felicità invece si ha quando si va in pensione, quindi quando si hanno molti meno soldi.

Secondo me il problema del denaro è un falso problema. Dipende dall'importanza che si dà al denaro per raggiungere la felicità. Si tratta di un vero e proprio condizionamento sociale che dura da secoli, se non da millenni e dal quale è davvero difficile staccarsi. Nella nostra epoca i soldi sono diventati una vera e propria ossessione. Lo vediamo benissimo intorno a noi: avete fatto caso a quante volte in famiglia e con gli amici si parla di soldi? Praticamente sempre! Come se fosse l'unico argomento davvero interessante...

Il denaro non rende felici, perché bisogna cominciare a pensare che potrebbero essere altre le cose che ci rendono felici. Se la gente cercasse l'amore, l'amicizia e la salute con lo stesso impegno con cui cerca di fare soldi, allora probabilmente in giro ci sarebbe molta più felicità :-)

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martedì 28 ottobre 2008

Come dormire bene

"... la voce popolare definisce il sonno come il fratello minore della morte. Ogni volta che ci addormentiamo ci esercitiamo a morire. Addormentarsi presuppone allentamento da ogni controllo, da ogni intenzione, da ogni attività, richiede da noi disponibilità e fiducia, capacità di abbandonarsi a ciò che è sconosciuto. Non è possibile addormentarsi attraverso la costrizione, l'autocontrollo, la volontà e lo sforzo. Ogni volontà attiva è il modo più sicuro di impedire il sonno. Noi possiamo soltanto creare le premesse più favorevoli per il sonno, ma poi dobbiamo aspettare pazientemente che il sonno si decida a scendere su di noi. Non riusciamo neppure a osservare questo processo, perché l'osservazione ci impedirebbe di addormentarci."

Questo breve estratto da Malattia e destino di T. Dethlefsen e R. Dahlke, ci fa capire cosa è il sonno e come possa essere difficile controllare l'addormentamento. Si è osservato, tuttavia, che alcuni accorgimenti possono effettivamente facilitare il sonno e migliorarne la qualità. Ecco alcuni punti di igiene del sonno raccomandati dai principali esperti.

1) Evitare orari irregolari.

2) Dopo mezz'ora di tentativi di dormire, alzarsi e fare altro per un po', poi riprovare.

3) Fare esercizio fisico quotidiano.

4) Evitare di fare troppo movimento fisico o lavoro mentale la sera prima di andare a letto.

5) Evitare di assumere eccitanti (tè, caffè, coca cola), alcool (che apparentemente facilita il sonno, ma in realtà ne altera la qualità), farmaci anoressizzanti, farmaci per dormire o per star svegli.

6) Non mangiare troppo prima di coricarsi, né troppo poco.

7) Non usare il letto per altre attività, come guardare la Tv o lavorare.

8) Non cercare di recuperare il sonno perduto con sonnellini pomeridiani, ed evitare di addormentarsi davanti alla Tv.

9) Aver cura dell'ambiente in cui si dorme.

10) Cercare sempre di capire le cause di eventuali disturbi del sonno: osservarne la natura e decodificare gli indizi per coglierne il motivo (conflitti profondi che non si vogliono affrontare, problemi somatici, ambiente non sereno, ecc.).

11) Coltivare dei rituali personali prima dì andare a letto (lavarsi i denti, ascoltare musica rilassante, leggere, ecc.).

Tutto ciò che permette alla mente di staccare e rilassarsi, come dei massaggi, fare l'amore, pregare, sognare ad occhi aperti, facilita l'avvento del sonno, che «è come una colomba: se si stende la mano tranquillamente, essa vi si poggia sopra. Se si cerca di afferrarla, fugge via».

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venerdì 24 ottobre 2008

Roba da fantascienza: una pillola per cancellare selettivamente i ricordi traumatici!

Tra pochi anni probabilmente sarà possibile avere una pillola che ci può aiutare a dimenticare i brutti ricordi. Con una dose elevata di questo enzima sarà possibile per gli scienziati cancellare memorie molto specifiche, nell'atto stesso di ricordarle! L'enzima, noto come CaMKII, è legato alla memoria e all'apprendimento, e il neuroscienziato della Georgia, Joe Z. Tsien, e il suo team lo hanno usato per indurre la cancellazione della memoria nei topi.

Tsien è convinto che questo enzima possa essere utilizzato per neutralizzare i ricordi traumatici negli esseri umani.

I ricercatori hanno fatto dei test con i topi sottoponendoli ad uno shock nello stesso momento in cui sentivano un suono di un particolare tono. In seguito hanno valutato come i topi ricordassero lo shock osservando come restavano paralizzati appena sentivano il suono. Dopo essere stati trattati con il CaMKII i topi, dopo avere ricordato il trauma, cessavano improvvisamente di temere il suono.

Tsien ha anche dimostrato che i ricordi dei topi non sono stati temporaneamente bloccati dall'enzima, ma sono stati rimossi definitivamente. Inoltre nessun'altra memoria oltre a quella indagata era stata intaccata.

Colgo l'occasione per fare un riflessione che ci porta ad un argomento un po' lontano, ma non troppo. Parlo dei "rapimenti alieni" (abductions). I rapiti riescono sempre a ricordare l'evento traumatico del rapimento attraverso l'ipnosi regressiva. Ciò significa che gli alieni non conoscerebbero un modo per cancellare i ricordi in maniera definitiva. Noi "terrestri" invece lo conosciamo! Ciò significa che, o abbiamo superato la tecnologia aliena, oppure i rapimenti alieni sono una sciocchezza ;-)

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martedì 21 ottobre 2008

Una soprendente illusione ottica!

I quadretti A e B secondo voi hanno lo stesso colore? Ebbene, per quanto possa sembrare strano, hanno proprio lo stesso colore! Sono i quadretti più scuri attorno al quadretto B che creano un contrasto che il cervello interpreta in maniera tale da far pensare che B sia bianco.

 

Questa immagine mostra che in effetti A e B hanno lo stesso colore.

 

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mercoledì 15 ottobre 2008

Lo stato combatte le dipendenze dannose, ma no... le favorisce!

Stiamo parlando di lotterie, ovviamente. Quando lo Stato combatte la dipendenza dal gioco d'azzardo, dal fumo, dalla droga, dall'alcool, lo fa in maniera contraddittoria. Questo avviene soprattutto nel campo del gioco d'azzardo.

Ovviamente le varie lotterie non possono essere considerate un vero e proprio gioco d'azzardo, però non per questo non creano dipendenza psicologica. Le persone si giocano lo stipendio per giocare al superenalotto, ad esempio. Molti giocano ingenti somme, sorretti dall'illusione di poter cambiare la propria esistenza. Ma la loro esistenza invece non cambia affatto, anzi, peggiora, perché i soldi che potrebbero usare per vivere un po' più decentemente vengono "investiti" nell'illusione di poter azzeccare quei fatidici numeri. Le probabilità statistiche non hanno pietà: loro non guardano in faccia a coloro che si nutrono di facili illusioni.

Lo Stato allora se ne approfitta, perché dalle lotterie ricava moltissimi soldi. Alzi la mano chi non ha mai provato a giocare qualche numero. Ogni italiano vivente lo ha fatto almeno una volta nella vita, forse anche due. Al bar un gratta e vinci ogni tanto non fa male a nessuno... o una puntatina al superenalotto... fa bene, fa bene soprattutto al monopolio di Stato!

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martedì 7 ottobre 2008

Depressione giovanile

I giovani e gli impulsi distruttivi. La tendenza alla depressione si amplifica qualora le tensioni sociali o familiari si amplificano tanto che il ragazzo non riesce più a gestirle.

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mercoledì 1 ottobre 2008

Le stravaganze delle illusioni ottiche

Le illusioni ottiche sono visioni al limite dell'impossibile. Create dal nostro cervello ci mostrano quanto la realtà che vediamo sia più un'interpretazione che una visione della verità...

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sabato 30 agosto 2008

Ma tutti questi malati di sesso da dove sono usciti?

Negli ultimi giorni si sono susseguite un sacco di notizie sul sesso come malattia. Grandi attori hanno deciso di rivelare al mondo di essere affetti da una grave "dipendenza da sesso". Io, personalmente, non ci credo moltissimo, credo invece che avere una dipendenza da sesso faccia "figo" e per questo lo si dice in giro. Se vi dicessi che sono un sesso-dipendente mi credereste? Oppure pensereste che io, semplice lavoratore, non potrei mai avere quel necessario migliaio di donne per avere una dipendenza da sesso? Al massimo potrei avere una dipendenza da sesso virtuale... Per fortuna però, non ho nemmeno quella :-)

E poi c'è stata la notizia di quei due che hanno fatto 110 giorni consecutivi di sesso. Un record... di stupidità. Ma non potevano starsene tranquilli e fare sesso quando più gli veniva naturale? O forse l'hanno fatto solo per poi poter pubblicare il libro? Boh... Adesso però, dopo questa maratona amatoria, credo che faranno almeno tre o quattro anni di astinenza. Poi scriveranno un altro libro dove racconteranno come sono riusciti a fare a meno del sesso. In fondo non sono stupidi, sono geniali! :-)

 

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domenica 29 giugno 2008

Quanto vi fidate della vostra memoria?

La memoria umana, si sa bene, non è molto affidabile. Ma perché, essendo il cervello un organo davvero straordinario sotto ogni punto di vista, non abbiamo la fortuna di avere una memoria altrettanto straordinaria (almeno non tutti)?

Un appuntamento il giorno seguente, prendere una medicina ad un certo orario, dire qualcosa a qualcuno, ecc... sono le tipiche cose quotidiane che si dimenticano con una facilità straordinaria. In questo caso si tratta di una memoria particolare: non dobbiamo ricordare un evento accaduto nel passato, ma qualcosa che dobbiamo fare nel futuro. In psicologia questo tipo di memoria si chiama memoria prospettica.

Gli errori della memoria prospettica possono essere molto pericolosi. Cosa può succedere se si dimentica di chiudere il gas, oppure di fare benzina? Lo lascio immaginare a tutti voi.

Perché si sbaglia così facilmente? Perché la memoria prospettica è basata sul seguente algoritmo: "quando succede questa cosa, allora fai quest'altra cosa". In pratica, la cosa da fare viene segnalata da un evento che la precede. Il problema è che se l'evento che la precede non viene riconosciuto (per un motivo qualsiasi) la cosa da fare non viene fatta!

Ad esempio, se abbiamo un appuntamento, di solito il compito è di questo tipo: "appena vedi che sono le ore 8, recati in quel determinato luogo ad incontrare quella persona". Però, se siamo impegnatissimi a pensare e a fare altre cose, non ci rendiamo conto che si sono fatte le 8 e, di conseguenza, di dimentichiamo di tutto l'appuntamento. La condizione preliminare ci è sfuggita e quasi automaticamente ci è sfuggito tutto il resto.

La memoria prospettica è stata associata, in numerosi studi,  con l’attivazione della corteccia pre-frontale, una parte del cervello di presiede alle funzioni più "avanzate" dell'intelligenza e della personalità.

Mi raccomando allora, non dimenticatevi di questo articolo ;-)

 

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lunedì 28 aprile 2008

Bisogna diffidare di due categorie di persone: quelle che non hanno personalità, e quelle che ne hanno più di una!

Questa frase (attribuita a Mariangela Melato), mi serve per introdurre il tema delle cosiddette "personalità multiple".

Si tratta, innanzitutto, di una patologia psichiatrica piuttosto controversa e che quindi richiede molta cautela nel modo di definirla. Sappiamo che è stata il tema portante di molti racconti e film thriller/horror, ma nella realtà, cos'è esattamente la sindrome da personalità multipla?

Il disturbo dissociativo dell'identità (detta appunto sindrome da personalità multipla) è stato reso famoso in letteratura da R. L. Stevenson nel romanzo "Lo strano caso del dottor Jeckyll e Mr. Hyde".

Si tratta di un disturbo mentale caratterizzato dalla coesistenza di identità separate e da frequenti distorsioni di memoria.
Un tempo si era restii a credere che tale malattia esistesse realmente e si era propensi a giudicare i pazienti come simulatori.
Le differenti personalità hanno ricordi, emotività e comportamenti propri, presentano differenze nella manualità, nella grafia, nella voce, nel dialetto, non sempre hanno un nome.
Il numero delle altre personalità oscilla mediamente tra tredici e quindici, ma solo un numero esiguo si presenta per un rilevante lasso di tempo.

Solitamente, in un dato momento solo una delle personalità ha il sopravvento e assume il controllo.
La personalità dominante in un dato momento non conosce l'esistenza delle altre personalità, ma ci può essere l'impressione di avere delle distorsioni del tempo vissuto.
Può così capitare di accorgersi di possedere un oggetto di cui non si rammenta la provenienza, di avere firmato con una grafia diversa dal solito, di ascoltare racconti da conoscenti in cui si è stati protagonisti di episodi di cui non si ha più ricordo.
Il disturbo è presente nove volte più spesso nelle femmine che nei maschi, tende ad esordire nella fanciullezza ed è piuttosto difficile da diagnosticare.
I pazienti, accorgendosi di eventuali incongruenze o distorsioni di memoria, preferiscono celare i sintomi.

Il disturbo dissociativo dell'identità sembrerebbe causato da abusi subiti in età infantile, rappresenterebbe un tentativo di adattamento ad una situazione vissuta con sentimenti di impotenza.
Il bambino si convince che il trauma sta accadendo a qualcun altro,
l'esperienza dolorosa viene dissociata perché non può coesistere con la quotidianità del soggetto privo di strumenti adeguati per elaborarla.
Crescendo, la persona si ritrova con delle esperienze che non possono comunicare tra loro perché sono come rinchiuse in compartimenti ben separati della coscienza.
Il disturbo di personalità multipla può essere trattato con la psicoterapia, che si deve rivolgere alla totalità delle personalità presenti. Il fine è di stabilire una cooperazione tra le personalità per giungere alla loro integrazione. In questo modo il paziente può recuperare la propria storia nella sua interezza e un'identità unica. (Fonte)

 

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domenica 27 aprile 2008

Le vittime più probabili delle sette religiose sono proprio quelli che pensano che non ci cascheranno mai!

In Italia sono più di 80000 gli adepti che aderiscono a varie sette religiose. Nella fase di reclutamento e proselitismo vengono usate svariate tecniche per aggirare le difese psicologiche delle persone irretite. Niente è lasciato al caso, perché ogni atteggiamento dei membri della setta che cercano di convincere la persona è scientificamente determinato. Una delle tecniche più usate è il cosiddetto "love-bombing", letteralmente "bombardamento affettivo". I membri che fanno già parte della setta convincono il malcapitato di provare intensi sentimenti di simpatia nei suoi confronti e che non possono fare a meno della sua presenza. E' davvero molto difficile resistere a questa tecnica, anche perché tutti abbiamo un intenso desiderio (più o meno inconscio) di amore incondizionato. In questo modo il soggetto viene facilmente convinto a partecipare a delle riunioni (spesso di durata molto lunga) in cui degli abili oratori illustrano i "programmi" della setta. Si tratta quasi sempre di convincere i "nuovi" adepti che sono stati chiamati ad una missione speciale per lottare contro il male. In questa fase comincia la vera "disgregazione della personalità". Lo sforzo della setta è volto a convincere il soggetto di essere una sorta di "Prescelto da Dio", facendo leva sulla naturale propensione di tutti a credere di essere in qualche modo speciali.

A questo punto, anche persone che non avevano mai creduto in Dio, in Satana o in altre entità spirituali, addirittura cominciano a pensare che ogni attimo della loro esistenza presente e passata fosse stata influenzata da esse.

La cosa più impressionante è che questa "trasformazione" richiede solo pochissimi giorni!

In psicologia questi profondi cambiamenti nell'atteggiamento e nel modo di porsi di fronte all'esistenza, prendono il nome di "riforma del pensiero".

Chi è più vulnerabile a questo tipo di manipolazione mentale?

In buona sostanza tutti siamo vulnerabili, ma soprattutto lo sono coloro che sono fermamente convinti di essere troppo intelligenti per cascarci.

La convinzione che "a me non potrebbe succedere mai una cosa del genere" è già un atteggiamento psicologico che predispone ad un abbassamento delle difese.

Il plagio mentale non viene vissuto come una malattia, non provoca dolore fisico, si tratta solo di un adattamento sociale invisibile. Quando ne siete oggetto non sarete consapevoli dell'intento dei processi di influenza che stanno avvenendo e, in particolare, non sarete consapevoli dei cambiamenti che stanno avvenendo in voi.

Le tattiche di un programma di riforma del pensiero sono organizzate al fine di:

1) Destabilizzare il senso del sé;
2) Portare l'individuo a reinterpretare drasticamente la sua storia personale e modificare radicalmente la sua visione del mondo, al fine di accettare una nuova versione di realtà e causalità;
3) Sviluppare nella persona una dipendenza dall'organizzazione, e perciò trasformarla in agente schierabile della stessa.

Come si fa a proteggersi?

La cosa migliore è "fare domande". Se qualcuno cerca di irretirvi, la migliore difesa è metterlo in imbarazzo con domande precise e efficaci.

Eccone alcune:

- Da quanto tempo (tu reclutatore) sei interessato (alla cosa)? Stai cercando di reclutarmi in qualche tipo di organizzazione?

- Puoi dirmi il nome di tutte le altre organizzazioni collegate a questo gruppo?

- Chi è il capo generale? Quali sono le sue specializzazioni e il suo passato? Ha mai avuto precedenti penali?

- In che cosa crede il tuo gruppo? Crede che il fine giustifica i mezzi? In certe circostanze permette l'inganno?

- Che cosa viene richiesto al membro, una volta entrato? Devo abbandonare la scuola o il lavoro, donare i miei soldi e le mie proprietà, o abbandonare famiglia e amici che potrebbero opporsi alla mia appartenenza?

- C'è qualcuno che considera controverso il vostro gruppo? Se esistono critiche al vostro gruppo, quali sono le obiezioni principali?

- Cosa pensi degli ex membri del tuo gruppo? Ti sei mai messo a chiacchierare con un ex membro per cercare di scoprire i motivi per cui se n'è andato? Se non l'hai fatto, perché? Il tuo gruppo impone restrizioni sulla comunicazione con gli ex membri?

- Quali sono le tre cose che ti piacciono di meno nel gruppo e nel leader?

Domande del genere fanno pensare al reclutatore che siete dei "duri" e che ne sapete, spesso, anche più di loro su certe organizzazioni. Bisogna ricordare che gli adepti di una setta sono spesso tenuti all'oscuro su molte cose che riguardano la setta stessa.

Non lasciate che la curiosità abbia la meglio su di voi. Troppe persone sono state reclutate in queste organizzazioni perché sopravvalutavano la loro capacità di "gestire" ogni tipo di situazione. La curiosità e l'eccessiva sicurezza di sé sono state la causa della rovina per troppe persone.

 

 

Leggi anche:

>> L'esorcismo

>> Biografia di Anthony De Mello

>> La Tradizione

>> La Bussola d'Oro: un film da non perdere!

>> Le profezie della fine del mondo. Ce ne sono tante che se dovessero essere tutte vere ci sarebbe l'imbarazzo della scelta!

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>> La psicofonia: il fenomeno delle voci dall'aldilà che alcuni dicono di riuscire a registrare. Fantasia o verità?

lunedì 21 aprile 2008

La paralisi notturna: un fenomeno spesso terrificante. A voi è mai capitata?

"... mi sarà successo 6-7 volte e quasi sempre mi pareva di sentire dei rumori tipo stridii, squittii di topi o rumori di pipistrelli. insomma, a me pareva di essere sveglio e sentivo questi rumori acuti. poi improvvisamente mi succedeva che questi rumori terminavano e non riuscivo a muovermi..."

"... mi ero svegliato (oddio ... non proprio svegliato a sto punto) e volevo chiamare mia madre per dirgli di preparare la colazione.
Risultato? Urlavo ma non usciva niente dalla bocca, poi dopo un po ho avuto una sensazione tipo casco da per aria e mi son svegliato..."

"... successo non più di due o tre volte. E' una situazione bruttissima. Perchè ci si sente totalmente coscienti ma non si riesce ad essere padroni del proprio corpo, e già questo getta in uno stato di ansia... "

"... la prima volta che mi è successo è stato diversi anni fa al mare con gli amici, mi sono svegliato ma non riuscivo a muovermi, ma sentivo rumori parole, ecc, anzi sono convinto che in queste situazioni i suoni vengono come amplificati, xchè sentivo chiaramente i discorsi delle persone che abitavano nell'appartamento attaccato al nostro. Cosa che normalmente x quanto le pareti delle case al mare siano sottili, non ero in grado di capire..."

"... tempo fa mi è capitato di alzarmi durante la notte per andare al bagno, una volta tornata a letto ho chiuso gli occhi e mi è sembrato di riaprirli subito dopo... vedevo la mia stanza intorno a me e a un certo punto scorgo la sagoma di una figura umana sopra di me di cui vedo bene solo gli occhi.... cerco di muovermi e scappare ma sono immobilizzata..."

"... non ero a letto ma sul divano, stavo facendo un pisolo pomeridiano, anche se non so bene di che fenomeno si trattasse perchè mentre ero immobilizzato c'era un grosso cane nero dal collo enorme sopra, sentivo il suo peso forte su di me, lui mi leccava la testa e io cercavo in tutti i modi di girarla verso di lui ma non riuscivo, spostavo solo gli occhi, lo vedevo di striscio, poi mi sono "sbloccato" e non c'era più... "

Queste sono solo alcune delle testimonianze di paralisi notturna che si possono trovare da parte di navigatori su Internet.

L'esperienza della paralisi notturna è un fenomeno psichico abbastanza frequente e sono moltissime le persone che dichiarano di averla vissuta almeno una volta nella vita.

In questa pagine del sito del CICAP (http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=272850) leggiamo:

La spiegazione di questa sensazione molto sgradevole, e spesso accompagnata da allucinazioni ipnagogiche terrificanti, è che durante ogni fase REM (per 4 o 5 periodi ogni notte, dunque, e per un totale di circa 90 minuti) il corpo dell'uomo (ad eccezione degli occhi) è completamente paralizzato, non è possibile muoversi e si perde il controllo dei muscoli. Probabilmente, questa paralisi ha la funzione di difendere l'individuo dai movimenti inconsulti provocati dal sogno. Il cervello si trova in uno stadio intermedio tra il sonno e la veglia e il sogno può estendersi alla fase di veglia. «I circuiti del cervello attivati durante il sogno», spiega Ronald K. Siegel (1992), «inviano segnali - come l'immagine di un intruso - alla corteccia cerebrale, dove sono elaborati come se provenissero dall'esterno. Dunque, le immagini del sogno si estendono alla fase di veglia e il dormiente vede immagini visive (o ha sensazioni in altre modalità  sensoriali) entro il contesto della reale camera da letto (o di qualsiasi altro luogo in cui si stia dormendo).

La sensazione di avere qualcuno o qualcosa sul petto può essere provocata dal fatto che il risveglio in una situazione di paralisi può indurre una persona a respirare affannosamente. Inoltre, l'iperventilazione riduce la quantità  di ossigeno che arriva al cervello e ciò può indurre uno stato di particolare sensibilità  uditiva, in cui ogni più piccolo rumore viene amplificato e sembra molto forte. Così, normali rumori d'ambiente, scricchiolii, voci lontane possono trasformarsi in porte che si aprono, passi sulle scale, sussurri misteriosi. Il tentativo di muoversi nel corso di una paralisi, inoltre, aumenta la consapevolezza della rigidità  muscolare, delle coperte che avvolgono il corpo e del sudore sulla pelle. Tutto questo può tradursi nella sensazione di essere bloccato da mani estranee o da "membrane di gomma"».

 

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mercoledì 16 aprile 2008

"Misticismo e sogni" (Raymond Smullyan)

"C'era una volta un uomo che fu assalito da un'ispirazione mistica, durante la quale ebbe una serie di visioni sulla natura ultima della realtà. Scrisse moltissimo; e scrisse, scrisse, scrisse. Si sentiva molto orgoglioso di quanto aveva scritto. Per molti mesi, dopo aver finito di scrivere, rilesse i suoi quaderni più e più volte con grande gioia ed orgoglio.

Durante i due anni successivi, perse lentamente tutte le sue ispirazioni mistiche. Quando, un giorno, rilesse un suo quaderno, non riuscì a capirne una sola parola."

Raymond Smullyan, Questo libro non ha bisogno di un titolo: una manciata di vivaci paradossi, 1980.

 

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mercoledì 9 aprile 2008

La sindrome di Stoccolma

Si può provare un sentimento positivo nei confronti del proprio carnefice? Ebbene sì, e in psicologia questa situazione si chiama Sindrome di Stoccolma. L'uso di questa espressione è piuttosto recente e precisamente risale al 1973, anno nel quale avvenne un furto alla "Kreditbanken" di Stoccolma, durante il quale alcuni dipendenti della banca furono tenuti in ostaggio dai rapinatori per sei giorni. Le vittime provarono una forma di attaccamento emotivo verso i banditi fino a giungere al punto, una volta liberati, di prenderne le difese e richiedere per loro la clemenza alle autorità.

La condizione mentale della Sindrome di Stoccolma può portare all'ammirazione e persino all'innamoramento nei confronti di rapitori o carnefici e aguzzini.

Esistono vari casi eclatanti di Sindrome, i più famosi sono sicuramente quelli di Patty Hearst e di Elizabeth Smart. La prima, rapita nel febbraio del 1974, prese parte ad una rapina in banca insieme a due dei suoi rapitori due mesi dopo. Fu arrestata nel settembre del 1975 ma la sua difesa non riuscì a far valere la tesi della mancanza di colpevolezza a causa della manifestazione della sindrome di Stoccolma.

Elizabeth Smart fu rapita e stuprata da un uomo affetto da malattie mentali che la considerava sua moglie: tra il 2002 ed il 2003 la Smart trascorse diversi mesi insieme al suo aguzzino senza alcuna costrizione fisica.

Un caso dubbio di Sindrome si Stoccolma è invece quello di Natascha Kampusch. La Kampusch ha vissuto segregata col suo rapitore (Wolfgang Priklopil) dal marzo 1998 al 23 agosto 2006, giorno in cui è scappata. Ha testimoniato di avere avuto più volte la possibilità di scappare, ma ha preferito restare col rapitore. Il motivo della fuga, infatti, non è stato un desiderio di libertà, ma un litigio col rapitore stesso. Agli investigatori e agli psicologi che si prendono cura di lei ha testimoniato dicendo che non si sentiva privata di niente e che è dispiaciuta della morte del suo rapitore (che si è suicidato dopo che era scappata). La ragazza, però, intervistata dalla televisione austriaca il 6 settembre 2006, ha smentito le voci sulla sua presunta "sindrome di Stoccolma", aggiungendo di non aver mai rinunciato alla fuga. Ha solo manifestato pietà per il rapitore suicida e per la sua famiglia.

 

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lunedì 7 aprile 2008

Nomofobia: la paura di restare senza cellulare.

Se quando dimenticate il cellulare venite presi da un oscuro panico e sentite l'ansia che si impossessa della vostra mente, allora avete la "nomofobia". L'etimologia deriva da "nomo" che è l'abbreviazione di "no mobile"  che ricercatori britannici hanno dato al terrore di non essere raggiungibile al cellulare, ormai sempre più diffuso.

Il bisogno di essere raggiungibili in ogni momento della nostra vita è uno dei più pressanti della nostra civiltà moderna. Molti, senza un cellulare al seguito, si sentono sperduti e irraggiungibili, come se fossero naufragati in un'isola deserta.

Si può guarire da questa fobia? Non saprei, in effetti. Se, in questa civiltà tecnologica, essere "connessi" è indispensabile, mi sa che questo tipo di paura ce la dobbiamo sopportare ancora a lungo.

 

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giovedì 3 aprile 2008

Depressione. Questi sono i “campanelli” d’allarme.

Come è possibile, di fatto, capire se una persona soffre veramente di depressione? Si tratta di una malattia che ha più facce ed esistono, quindi, su di essa, diversi indirizzi interpretativi.

Una delle teorie più diffuse individua due tipi di depressione:

1) La forma bipolare, o malattia maniaco-depressiva
2) La forma maggiore o unipolare

Quella “bipolare”
La depressione bipolare viene riconosciuta quando alla fase depressiva segue la cosiddetta “fase maniacale”, caratterizzata da grande euforia. Perché la diagnosi sia corretta, però, secondo il Dsm (”Diagnostic and statistical manual of mental disorder”, il manuale statistico e diagnostico delle malattie mentali) devono essere presenti almeno quattro dei seguenti sintomi:
• irrequietezza;
• aumento dell’attività lavorativa e sessuale;
• eccessiva loquacità e tendenza a parlare con tutti;
• stima esagerata di sé;
• diminuzione del bisogno di dormire;
• impulso di sperperare il denaro in acquisti inutili;
• uso di turpiloquio, aggressività, esibizionismo sessuale;
• elaborazione di troppe idee spesso contrastanti;
• esibizionismo e mania di grandezza.

…e quella “unipolare
Secondo quanto viene riportato nel Dsm, si è in presenza di depressione unipolare, o maggiore, quando la persona manifesta almeno cinque dei seguenti sintomi da almeno due settimane oppure se la loro presenza costituisce un grande cambiamento rispetto al precedente atteggiamento:
• perdita delle energie ed eccessiva stancabilità;
• insonnia o sonnolenza;
• fantasie suicide;
• umore depresso;
• perdita di interesse per tutte le, attività che davano soddisfazione;
• paura di morire e ricorrenti pensieri di morte;
• incapacità di concentrarsi e senso di impotenza;
• importante variazione del peso corporeo nell’arco di un mese in assenza di diete;
• nessun interesse per il sesso;
• alterazioni psicomotorie, come l’incapacità di stare fermi.

by sabidega

Fonte: Izzyweb.it

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martedì 25 marzo 2008

Il Disturbo Istrionico di Personalità

Il Disturbo Istrionico di Personalità è caratterizzato da un’emotività eccessiva e dalla continua ricerca di attenzione. Gli individui con disturbo istrionico, infatti, si sentono a disagio quando non sono al centro dell’attenzione. Percependo l’approvazione degli altri come unica ancora di salvezza, avvertono una pressione costante ad utilizzare l’aspetto fisico per ricercare questa attenzione. Di conseguenza, si preoccupano eccessivamente di essere fisicamente attraenti, di impressionare gli altri per il loro aspetto e spendono un’eccessiva quantità di tempo, energia e denaro per gli abiti e per le cure personali. Spesso temono l’invecchiamento e la degenerazione fisica, in quanto potrebbero far perdere loro l’unico strumento che conoscono per attirare gli altri a sé.
L’aspetto e il comportamento degli individui con disturbo istrionico di personalità risultano spesso provocanti o apertamente seduttivi, al di là di quanto sia appropriato dato il contesto sociale. 
Si percepiscono soggetivamente come socievoli e piacevoli. In effetti, possono inizialmente affascinare le nuove conoscenze per il loro entusiasmo e la loro apertura. Quando la relazione continua, però, queste qualità tendono ad indebolirsi, poiché questi individui sono considerati come eccessivamente esigenti e bisognosi di continue attenzioni e rassicurazioni. Nei loro tentativi di ottenere l’accettazione e l’approvazione degli altri possono usare approcci indiretti come la manipolazione, ma fanno ricorso anche a coercizioni o a minacce di suicidio, se metodi più sottili non sembrano avere successo. 
Le emozioni dell’individuo istrionico sono espresse intensamente e inoltre sembrano esagerate, prive di spontaneità, false; chi sta loro vicino ha la sensazione di assistere costantemente ad una recita. Spesso rispondono a eventi minimi con pianti incontrollati, rabbia, scoppi d’ira o collera. L’espressione esagerata delle emozioni da parte di tali pazienti può condurre gli altri ad accusare l’individuo di simulare questi sentimenti.
Sono individui esageratamente bisognosi di affetto e attenzioni, poiché spesso ne sono stati deprivati in tenera età. Vivono con un costante timore di essere abbandonati e mantenere una relazioni con loro richiede molta pazienza e disponibilità.
La terapia del disturbo istrionico è molto difficile. Una certa efficacia possono averla interventi psicoterapeutici cognitivo-comportamentali a medio-lungo termine (da 1 a 2 anni), che sono comunque consigliabili.

Fonte: http://www.ipsico.org/disturbo_istrionico_di_personalit%C3%A0.htm

 

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>> Qutsea frsae non singfiica nllua prehcè la mgagior prate dlele sue proale non esitsono in iltaiano, ma la tua metne ruiscirà cmoquune a drlae un singi

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giovedì 13 marzo 2008

15 consigli per evitare l'insonnia

L'insonnia, si sa, è una brutta bestia. Nei casi in cui non è dovuta a patologie più o meno gravi, l'insonnia si può combattere senza ricorrere a trattamenti farmacologici, semplicemente rispettando alcuni semplici accorgimenti, elencati di seguito.

Le regole del buon sonno

1) Dopo le ore 17.00, ridurre il consumo di caffè, tè, coca cola, cioccolato, ed altri eccitanti.


2) Limitare il vino e gli alcolici, che in piccola quantità risultano sedativi, ma quando si eccede possono eccitare.


3) Bere un bicchiere di latte tiepido prima di andare a dormire: contiene oppiacei naturali, le caseomorfine, che favoriscono sonni tranquilli.


4) Mangiare leggero, specialmente la sera: pasti troppo ricchi, a base di carne, condimenti e grassi animali disturbano il sonno e possono causare risvegli notturni. Dare la precedenza a cereali integrali, verdure cotte e latticini leggeri.


5) Limitare la TV, evitare spettacoli troppo coinvolgenti e "sonnellini" davanti allo schermo.


6) Praticare regolarmente attività fisica durante il giorno, ma evitarla nelle ore del tardo pomeriggio o prima di andare a letto.


7) Praticare yoga, training autogeno o ginnastica dolce: aiutano a rilassarsi ed a ritrovare la capacità di abbandonarsi al sonno.


8) "Staccare" da ogni fatica mentale almeno tre ore prima di andare a letto.


9) Areare la camera da letto prima di coricarsi o, se la temperatura esterna lo permette, dormire con la finestra aperta. Mantenere in ogni caso una temperatura sui 16-18 gradi.


10) Evitare di tenere piante o fiori in camera perché consumano ossigeno.

11) Il colore delle pareti della camera può avere un'influenza rilassante: scegliere toni chiari e neutri.


12) Il materasso non deve essere né troppo duro, né troppo soffice. Eliminare guanciali troppo alti: si dorme meglio su quelli piatti.


13) Provare a tenere gli occhi aperti al buio, quando si sente che si chiudono resistere ancora per qualche secondo: ciò stimola il sonno.


14) Coricarsi, alzarsi e mangiare ad orari regolari, in modo da non alterare i ritmi circadiani. Individuare il proprio numero di ore di sonno (da 6 a 10) e rispettarlo (a meno di impegni o recuperi).


15) Se vi è necessità di recupero e se ne ha la possibilità, concedersi un sonnellino di una ventina di minuti, senza superarli, però, altrimenti si entra nelle ultime fasi del sonno profondo dalle quali ci si sveglierebbe a disagio e con la mente confusa.

 

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Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...