lunedì 7 gennaio 2008

Circa 2300 anni fa Eratostene, con una intuizione geniale, misurò la Terra con un errore di 1,5%

Quando si parla della cultura dei greci spesso ci si riferisce alla filosofia ed alle grandi opere che essi ci hanno tramandato, ma non bisogna mai dimenticare quei personaggi storici, che pur condividendo i principi con i grandi pensatori del tempo, si sono distinti invece in settori ben diversi.

Uno di questi, Eratostene, viene ricordato per una sua grande impresa nel campo astronomico: la misurazione del meridiano terrestre.

Il procedimento seguito era descritto in un'opera (perduta) in due libri Sulla misura della Terra. Le nostre informazioni derivano essenzialmente dal breve resoconto divulgativo fattone da Cleomede. Secondo tale resoconto il metodo che adottò per misurare la lunghezza del meridiano terrestre ebbe come riferimento due città: Alessandria e Siene, l’odierna Assuan. Partendo dall’ipotesi che fossero sullo stesso meridiano (in realtà sono separate da 3° di longitudine) e che i raggi solari fossero paralleli tra loro (questo significa che credeva che il Sole fosse molto lontano dalla Terra, anche qui un'altra intuizione giusta), misurò dapprima la distanza tra le due città. Scegliendo il mezzogiorno del solstizio d’estate come momento di osservazione, mentre a Siene il sole era allo zenit e i raggi risultavano verticali, ad Alessandria misurò un certo angolo α rispetto alla verticale. Tale valore corrisponde all’angolo posto ipoteticamente al centro della Terra tra le rette che congiungono quest'ultimo alle due città. Il suo valore era di 1/50 di giro (ancora i gradi sessagesimali non erano stati ufficialmente introdotti) che equivaleva a 250.000 stadi egizi, quindi a circa 39.400 Km contro i 40.000 reali. Dopo questa prima misura però, Eratostene preferì compierne altre, attese il solstizio d’inverno e misurò ancora una volta con lo gnomone l’angolo dell’ombra fra le due città, la misura fu assai simile. Una terza misura forse fu eseguita tra Siene e Meroe a Nord Est di Khartoum all’equinozio, ottenendo un’altra misurazione. Il risultato di queste misure è da considerarsi eccezionale vista la precisione, ma soprattutto la forza inventiva del metodo.

 

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