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venerdì 11 agosto 2023

I vulcani attivi in Italia: quali sono e perché sono pericolosi

L'Italia è un paese ricco di vulcani, alcuni dei quali sono ancora attivi e rappresentano una minaccia per le popolazioni che vivono nelle loro vicinanze. In questo post vedremo quali sono i vulcani attivi in Italia, quali sono le loro caratteristiche e perché sono considerati pericolosi.

Cosa si intende per vulcano attivo?

Un vulcano si definisce attivo quando ha avuto almeno una eruzione negli ultimi 10 mila anni. Questo significa che il vulcano è ancora in grado di produrre magma, gas e cenere e che potrebbe eruttare nuovamente in futuro. Un vulcano attivo può avere diverse modalità di eruzione, che dipendono dalla composizione chimica del magma, dalla pressione dei gas e dalla struttura del condotto vulcanico. Le eruzioni possono essere effusive, quando il magma fuoriesce in modo fluido e forma colate laviche, o esplosive, quando il magma viene frammentato e proiettato in aria sotto forma di lapilli, bombe e ceneri.

Quali sono i vulcani attivi in Italia?

In Italia esistono almeno 10 vulcani attivi, ossia che si sono "risvegliati" almeno una volta negli ultimi 10 mila anni: Etna, Stromboli, Vesuvio, Ischia, Lipari, Vulcano, Pantelleria, Colli Albani, Campi Flegrei, Isola Ferdinandea. Gli unici due che per il momento danno eruzioni continue, separate da brevi intervalli, sono però l'Etna e lo Stromboli.

L'Etna è il più alto vulcano d'Europa con i suoi oltre 3.300 metri d'altezza. Sorge sulla costa orientale della Sicilia, nella provincia di Catania, ed erutta sia dai quattro crateri sommitali, sia dai fianchi. Ha un'attività sia effusiva sia esplosiva: non di rado sputa fitte colonne di cenere e gas visibili anche dallo spazio e scaglia tutt'intorno le rocce prodotte dalle sue eruzioni. L'Etna è tenuto sotto stretto controllo dai geologi dell'INGV, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ed è abbastanza prevedibile da non costituire un grosso pericolo per chi vive alle sue pendici. Nel 2013 è stato dichiarato dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità.

Lo Stromboli sorge nell'arcipelago delle Isole Eolie e ha un'attività eruttiva molto caratteristica: espelle a intervalli regolari brandelli di magma incandescenti fino ad altezze di poche centinaia di metri. Lava e piroclasti si riversano in mare attraverso un ripido pendio chiamato "Sciara del fuoco". Lo Stromboli è noto anche come "il faro del Mediterraneo" per la sua luminosità notturna.

Il Vesuvio è uno dei vulcani più famosi al mondo per la sua eruzione del 79 d.C., che seppellì le vicine città di Pompei ed Ercolano sotto una nube di cenere e rocce pomici. Il Vesuvio sorge nella provincia di Napoli ed è uno dei vulcani più studiati al mondo. Le sue eruzioni sono di natura esplosiva e possono scagliare gas, cenere e vapori ad altissima velocità a centinaia di chilometri di distanza. Il vulcano è in "letargo" dal 1944, ma perfettamente attivo; la sua pericolosità è determinata dal fatto che sorge in un'area densamente abitata, in cui risiedono milioni di abitanti.

Nell'area di Napoli sorge un'altra area vulcanica ad alto rischio, ma per ora silente, quella dei Campi Flegrei: si tratta di una vasta caldera formatasi da antiche eruzioni molto violente. L'ultima eruzione in questo territorio risale al 1538; in compenso è qui attivo un fenomeno periodico di sprofondamento e sollevamento del suolo noto come bradisismo.

Ischia è un'isola vulcanica situata nel golfo di Napoli. Il suo vulcano principale è il Monte Epomeo, che raggiunge i 789 metri di altezza. L'ultima eruzione di Ischia risale al 1302, ma l'isola è soggetta a frequenti terremoti e manifestazioni di vulcanismo secondario, come fumarole e sorgenti termali.

Lipari è la più grande delle Isole Eolie e ospita diversi vulcani, tra cui il Monte Pilato, il Monte Guardia e il Monte Sant'Angelo. L'ultima eruzione di Lipari risale al 1230, quando si formò il cratere Forgia Vecchia.

Vulcano è un'altra isola dell'arcipelago eoliano, famosa per il suo Gran Cratere, che emette continuamente fumi sulfurei. L'ultima eruzione di Vulcano risale al 1890, ma il vulcano è ancora attivo e presenta fenomeni di vulcanismo secondario, come fumarole, solfatare e pozze di fango bollente.

Pantelleria è un'isola vulcanica situata tra la Sicilia e la Tunisia. Il suo vulcano principale è il Monte Gibele, che raggiunge i 836 metri di altezza. L'ultima eruzione di Pantelleria risale al 1891, ma l'isola è caratterizzata da una forte attività geotermica, che alimenta le sue famose acque termali.

I Colli Albani sono un complesso vulcanico situato a sud-est di Roma. Si tratta di una caldera formatasi da antiche eruzioni molto potenti. L'ultima eruzione dei Colli Albani risale a circa 5 mila anni fa, ma il vulcano è ancora attivo e presenta segni di risveglio, come terremoti, deformazioni del suolo e emissioni di gas.

L'Isola Ferdinandea è un vulcano sottomarino situato nel Mar Mediterraneo, a sud della Sicilia. Il vulcano ha avuto una sola eruzione nel 1831, quando emerse dal mare formando un'isola effimera che scomparve dopo pochi mesi a causa dell'erosione delle onde. L'isola potrebbe riemergere in futuro in caso di nuove eruzioni.

Perché i vulcani sono pericolosi?

I vulcani sono pericolosi perché possono provocare danni alle persone, agli animali, alle piante e alle infrastrutture che si trovano nelle loro vicinanze o anche a distanze maggiori. I principali pericoli legati ai vulcani sono:

- Le colate laviche: sono masse di magma incandescente che scendono lungo i pendii dei vulcani a velocità variabili. Possono distruggere tutto ciò che incontrano sul loro cammino e provocare incendi.

- Le esplosioni: sono fenomeni violenti che proiettano in aria gas, cenere e rocce ad alte temperature e pressioni. Possono generare onde d'urto, frane, valanghe e tsunami.

- Le nubi ardenti: sono flussi di gas caldi e densi che si muovono a grande velocità lungo i pendii dei vulcani. Possono raggiungere temperature superiori ai 1000 °C e soffocare, bruciare o seppellire le persone e gli animali.

- Le ceneri: sono particelle finissime di roccia che vengono emesse dai vulcani durante le eruzioni esplosive. Possono ricoprire vaste aree con uno strato spesso e pesante che ostacola la respirazione, la visibilità e la circolazione. Possono anche danneggiare le colture, le strutture e i mezzi di trasporto.

- I gas: sono sostanze volatili che vengono emesse dai vulcani in varie quantità e composizioni. Possono essere tossici o asfissianti per gli esseri viventi e causare effetti nocivi sull'ambiente e sul clima.

Come proteggersi dai vulcani?

I vulcani sono fenomeni naturali che possono causare gravi danni alle persone e all'ambiente. Per proteggersi dai vulcani, è importante conoscere i rischi, le misure di prevenzione e le azioni da intraprendere in caso di eruzione.

I rischi dei vulcani sono legati alla produzione di lava, cenere, gas, piroclasti e onde di pressione. Questi materiali possono provocare incendi, asfissia, ustioni, frane, inondazioni, terremoti e tsunami. Inoltre, le eruzioni vulcaniche possono alterare il clima e la qualità dell'aria.

Le misure di prevenzione sono volte a ridurre l'esposizione e la vulnerabilità ai vulcani. Alcune di queste sono:

- Informarsi sulla presenza e l'attività dei vulcani nella zona in cui si vive o si viaggia.

- Seguire le indicazioni delle autorità competenti in materia di monitoraggio, allerta e evacuazione.

- Evitare di avvicinarsi ai vulcani attivi o in fase di eruzione.

- Preparare un piano di emergenza familiare e una borsa con il necessario per sopravvivere per almeno 72 ore.

- Proteggere la propria casa da eventuali infiltrazioni di cenere o lava.

- Disporre di mascherine, occhiali e guanti per proteggere le vie respiratorie, gli occhi e la pelle.

Le azioni da intraprendere in caso di eruzione sono:

- Allontanarsi il più possibile dal vulcano seguendo le vie di fuga stabilite.

- Seguire le istruzioni delle autorità e non rientrare nelle zone a rischio fino a quando non sia dichiarata la fine dell'emergenza.

- Coprirsi il naso e la bocca con una mascherina o un panno umido per evitare di respirare la cenere.

- Chiudere porte e finestre per impedire l'ingresso della cenere nella casa.

- Pulire regolarmente i tetti, le grondaie e i pozzi per evitare il loro collasso o contaminazione.

- Bere solo acqua potabile o imbottigliata per prevenire malattie.

I vulcani sono fonti di bellezza e di risorse, ma anche di pericolo e distruzione. Per proteggersi dai vulcani, è fondamentale essere informati, preparati e responsabili.

lunedì 24 dicembre 2018

Eruzione dell'Etna del 24 dicembre 2018 (video)

In questo filmato (realizzato da me), potete vedere le fasi iniziali dell'eruzione dell'Etna del 24 dicembre 2018. Mentre c'è un'abbondante emissione di cenere dai crateri sommitali, si nota anche l'apertura di una frattura più a bassa quota. In questa frattura si notano almeno un paio di punti che emettono violente fontane di lava.

Ecco il video:


sabato 25 novembre 2017

Tsunami: Alla scoperta dei segreti della Terra (video)

In questi due video che vi presento è racchiuso un documentario realizzato dall’INGV e che spiega i meccanismi che generano il temibile fenomeno dello Tsunami. Un affascinante viaggio alla scoperta dei segreti della Terra.

Buona visione a tutti.

Prima parte.

Seconda parte.

venerdì 22 aprile 2016

I 10 vulcani più pericolosi della Terra

In questo video vengono presentati i 10 vulcani più pericolosi della Terra, cioè quelli che se entrano in eruzione possono fare più danni materiali e anche mettere in pericolo le vite umane. A questa lista se ne potrebbero aggiungere anche altri, come ad esempio il Vesuvio, che se tornasse in attività, trovandosi in una zona densamente popolata, potrebbe arrecare ingenti danni a cose e persone. In ogni caso qualsiasi lista di pericolosità di vulcani è sempre soggetta a frequenti aggiornamenti e si basa su stime che possono sempre essere messe in discussione. Per sapere i dettagli sui motivi per cui questi 10 vulcani sono considerati i più pericolosi del mondo vi rimando a questo link.

Al 10° posto troviamo il vulcano Llaima (Cile)

Al 9° posto il Krakatoa (Indonesia)

Al 8° posto il Monte Redoubt (Alaska)

Al 7° posto i vulcani di Cascade Range (Stati Uniti)

Al 6° posto il Monte Unzen (Giappone)

Al 5° posto il vulcano del Teide (Canarie)

Al 4° posto il vulcano Colima (Messico)

Al 3° post il vulcano Galeras (Colombia)

Al 2° posto il vulcano Taal (Filippine)

Al 1° posto il Nyiragongo (Congo)

Buona visione del filmato.


domenica 1 febbraio 2015

Eruzione del vulcano Taturvur (Papua Nuova Guinea) con “bang sonico”.

In questo filmato possiamo vedere una fortunata ripresa di una improvvisa eruzione del vulcano Taturvur (Papua Nuova Guinea). L’interesse di questo filmato consiste nel fatto che è possibile vedere il “bang sonico” dovuto ai materiali vulcanici espulsi dalla bocca eruttiva ad una velocità superiore a quella del suono (nell’aria a 20 °C è di circa 343 m/s).

Facendo attenzione si vede anche l’onda d’urto che si propaga come una sfera con centro nel punto dell’esplosione e che si mostra a causa che sul suo fronte di propagazione produce un vapore di condensa di colore bianco. Dopo alcuni secondi viene registrato il “bang sonico” del tutto simile a quello provocato da un jet che supera la barriera della velocità del suono.

Buona visione a tutti.


mercoledì 13 agosto 2014

Etna 12 agosto 2014 da Serra la Nave (CT)

La sera del 12 agosto sono andato presso la località Serra la Nave (CT), vicino all’osservatorio astronomico. Il mio intento era quello di vedere qualche Perseide, nonostante il disturbo della Luna. Perseidi ne ho viste davvero poche, in compenso ad aspettarmi c’era una intensa attività esplosiva dell’Etna che ho fotografato e filmato.

Ecco un paio di foto effettuate con fotocamera Canon 600d, la prima con obiettivo Canon EF-S 55-250mm f/4-5.6 IS II.

IMG_7732

Questa è stata ottenuta sempre con Canon 600d e obiettivo EF-S18-55mm f/3.5-5.6 IS II.

Cassiopea e Etna in eruzione

Ecco il filmato, sempre con fotocamera Canon 600d, obiettivo Canon EF-S 55-250mm f/4-5.6 IS II.


martedì 3 dicembre 2013

Energia dai vulcani

La compagnia Carbon Recycling International è specializzata nella cattura di CO2 dalle emissioni industriali per convertirla in Renewable Metanol (RM), un combustibile che può essere miscelato con la benzina per soddisfare le direttive energetiche rinnovabili. In precedenza questa compagnia ricavava la CO2 dalle emissioni urbane, ma adesso sta modificando le sue "mire" su qualcosa di molto più esplosivo: i vulcani.

La Carbon Recycling International sta cercando di sviluppare un modo commercialmente praticabile di produzione di combustibile liquido direttamente dall'anidride carbonica. L'ambizioso progetto potrebbe ridurre i livelli di CO2 a livello mondiale e nel frattempo permetterebbe la produzione di una fonte rinnovabile di energia. In Islanda l'azienda ha già sviluppato dei sistemi per sfruttare le emissioni di anidride carbonica dai combustibili fossili e dalle sorgenti geotermali. Adesso stanno cercando di sfruttare anche le emissioni dei vulcani.

In nuovo tipo di combustibile ottenuto dall'anidride carbonica dei vulcani è stato chiamato Vulcanol e sembra che abbia un potenziale enorme. Purtroppo, come succede in questi casi, ci sono anche dei grossi problemi da superare. Innanzitutto è molto costoso, perché ricavarlo è piuttosto difficile. In realtà si è ben lontani da una reale competitività con altri tipi di carburanti, soprattutto con quelli di origine fossile.

Una cosa del genere potrebbe essere interessante da sperimentare anche in Italia, visti i vulcani attivi presenti nel territorio. Chissà se non si possano trovare delle soluzioni per rendere il processo di produzione più economico.

Etna in eruzione
Una fase dell'eruzione dell'Etna del 28 novembre del 2013.

giovedì 28 novembre 2013

Eruzione dell'Etna del 28 novembre 2013

In questo video possiamo vedere una fase spettacolare dell'eruzione dell'Etna del 28 novembre 2013. Meravigliose e potentissime fontane di lava dal nuovo cratere di Sud Est hanno illuminato il cielo di riflessi rossi. Il filmato è stato ripreso da Pedara (CT) con una Canon 600d.

Buona visione.

sabato 23 novembre 2013

Eruzione dell'Etna del 23 novembre 2013 (foto)

Questa spettacolare foto dell'Etna in eruzione è stata fatta il 23 novembre 2013 dall'astrofilo Riccardo Cafarelli da San Pietro Clarenza (CT) con una fotocamera digitale Canon 1000D, obiettivo 18/55 mm e lieve fotoritocco con Photoshop.

Si tratta di uno dei numerosi parossismi eruttivi dell'Etna che si sono verificati quest'anno dal nuovo cratere di sud-est. Come si può vedere in questa spettacolare ripresa, la colonna di cenere ha raggiunto una grande altezza e si muove verso nord-est.

Nel momento in cui scrivo il fenomeno si è già esaurito.


venerdì 15 novembre 2013

I vulcani: le montagne di fuoco.

Un altro documentario sui vulcani? Che c'è di strano? Tanto quelli che si lasciano affascinare da queste montagne di fuoco passerebbero le giornate a vedere documentari sui vulcani! Non ho forse ragione? E per questo motivo ho scovato questo altro documentario dedicato alla bellezza e pericolosità dei vulcani, curato dalla notevole trasmissione Ulisse, condotta da un sempre preparatissimo Alberto Angela.

Buona visione a tutti.

domenica 18 agosto 2013

Il vulcano più pericoloso del mondo? Il Vesuvio!

Secondo il vulcanologo Sandro de Vita non c’è dubbio: il vulcano più pericoloso del mondo è il Vesuvio. Secondo il ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano i parametri che determinano la pericolosità di un vulcano sono tre: la pericolosità, il valore esposto e la vulnerabilità. Nel mondo esistono vulcani che possono avere eruzioni molto più intense di quelle del Vesuvio, ma si trovano in zone desertiche e relativamente disabitate. Nei dintorni del Vesuvio invece vivono circa un milione di persone, si tratta di una densità di popolazione davvero notevole. Nessun altro vulcano che presenta eruzioni esplosive si trova in una zona così densamente popolata. Ma cosa potrebbe succedere in caso di eruzione del Vesuvio?

Il seguente video spiega in maniera scientifica (tramite simulazioni al computer) cosa potrebbe avvenire nei dintorni del Vesuvio in caso di eruzione esplosiva con emissione di flussi piroclastici. E’ molto importante capire come avvengono le eruzioni vulcaniche, specialmente quelle esplosive e violente, perché solo in questo modo si può capire come proteggere le vite umane.

Buona visione a tutti.


sabato 13 aprile 2013

Eruzione dell'Etna del 12 aprile 2013 (video)

Un altro parossismo dell'Etna a pochi giorni di distanza dal precedente. Questa volta l'eruzione è durata un po' di più ed è stato più facile riprendere foto e filmati, complice il meteo decisamente primaverile. Questo filmato è stato realizzato con una fotocamera digitale compatta Canon SX40. Grazie allo zoom 35x possiamo vedere la spettacolare attività eruttiva del cratere di sud-est.

Buona visione a tutti.

giovedì 4 aprile 2013

Eruzione dell'Etna del 3 aprile 2013 (video)

Il 3 aprile 2013 l'Etna ha dato di nuovo spettacolo. Nel pomeriggio c'è stata un'altra fase eruttiva con fontane di lava e lancio di cenere e lapilli. Il pennacchio di cenere si è reso visibile da tutti i paesi etnei e anche da zone più distanti. Ho trovato un bel filmato (tra i tanti reperibili sul web) che mostra le fasi salienti dell'attività eruttiva.

Buona visione a tutti.

mercoledì 23 gennaio 2013

Come nasce un vulcano

Come si potrebbe spiegare in maniera semplice la nascita di un vulcano? L’epoca del video non è ancora finita e quindi cosa c’è di meglio di un bel video per farsi una vivida idea di come nasce un vulcano? E anche per capire i vari tipi di eruzioni e i tipi di lave prodotte. Se poi è possibile anche realizzare un “modellino di vulcano” è possibile spiegare la nascita di un vulcano anche ai bambini. Il ketchup, il dentifricio e lo sciroppo diventano degli ottimi esempi di colate laviche a causa delle diverse viscosità che presentano queste sostanze.

E per le eruzioni esplosive? Non c’è problema: basta una bustina effervescente per ottenere il gas e le bolle che producono la risalita del magma nel condotto magmatico dei vulcani. Anche in questo caso si possono usare “lave” diverse per mostrare che in quelle più viscose si formano bolle più grandi e in quelle più fluide bolle più piccole. Cambia anche la velocità di risalita. Devo dire che l’idea del “vulcano fatto in casa” mi ha affascinato e mi sembra anche un’ottima idea per la didattica.

In questo video possiamo farci un’idea di come nasce un vulcano grazie alla vulcanologia “fatta in casa”. Buona visione a tutti.


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mercoledì 16 gennaio 2013

Eruzione Stromboli gennaio 2013

Il vulcano Stromboli è di nuovo in eruzione. L’attività in questi giorni si è presentata intensamente esplosiva e con una colata di lava che si è riversata nella cosiddetta “Sciara di Fuoco”. Questa eruzione sta destando una certa preoccupazione nei 500 abitanti dell’isola e le autorità hanno anche elaborato un piano di evacuazione. C’è stato anche il timore che l’attività vulcanica avrebbe potuto generare delle onde di tsunami, ma fino a questo momento non sembra che questo rischio sia concreto, anche se eventuali crolli di costoni rocciosi potrebbero generare proprio questo fenomeno.

Nel filmato alcune immagini relative all’attività del vulcano Stromboli negli ultimi giorni.


venerdì 6 aprile 2012

Un metodo per misurare la lava dell’Etna

L’Etna sta attraversando un periodo di notevole attività vulcanica. Si stima che nell’ultimo anno abbia prodotto 28 milioni di metri cubi di lava. E’ piuttosto difficile misurare la quantità di lava eruttata da un vulcano, ma è una misura molto importante, perché qualsiasi variazione può essere un segnale che il vulcano si sta preparando a qualche grande eruzione.

Per calcolare i volumi di lava recentemente è stato messo a punto un nuovo metodo. Vediamo per quale motivo si è sentito il bisogno di “escogitare” questo nuovo metodo.

Etna 1 aprile 2012

Il primo aprile 2012 l’Etna ha avuto uno dei suoi parossismi che negli ultimi due anni si stanno verificando con grande frequenza. L’attività più recente dell’Etna è stata caratterizzata da piccole effusioni laviche accompagnate però di intense emissioni di fontane di lava e di ceneri. Questo tipo di attività nel tempo ha un andamento irregolare. Nel 2005, ad esempio, si ebbero solo effusioni laviche (cioè colate di lava), nel 2000 invece si ebbero 66 eruzioni caratterizzate da fontane di lava e ceneri. Stimare il volume di lava quando si hanno colate laviche è facile, più difficile è misurare l’entità di emissioni volatili, come ceneri e polveri.

Per questo motivo l’INGV di Catania ha messo a punto un nuovo metodo per stimare i volumi di lava emessi da un vulcano. In questo modo si è potuto stimare che dal gennaio 2011 al gennaio 2012, l’Etna ha emesso 28 milioni di metri cubi di lava. Il risultato è importante, perché questo è lo stesso volume emesso durante le eruzioni effusive dal 1970 ad oggi. Ciò significa che negli ultimi 40 anni la quantità di lava emessa annualmente dall’Etna è stata costante.

Lo studio è stato pubblicato dal Geophysical Research Letters è stato realizzato elaborando le immagini termiche acquisite dal sensore SEVIRI a bordo del satellite Meteosat. In pratica gli studiosi hanno monitorato la curva di raffreddamento dei materiali emessi da brevi eventi eruttivi con fontane di lava. Maggiore è il volume di lava eruttata e più è grande il tempo impiegato per il raffreddamento. I ricercatori affermano che sapendo dall’inizio di un’eruzione qual sarà la portata della lava emessa da una bocca effusiva, potranno fare tutte quelle simulazioni previsionali che permettono di individuare le aree a rischio. Questo tipo di previsione, ovviamente, si basa sull’assunto (tutt’altro che certo) che la quantità di lava emessa annualmente debba restare costante. Il fatto che negli ultimi 40 anni si sia osservata una certa costanza nelle emissioni laviche non significa che debba restare costante per tempi ancora più lunghi.


sabato 8 ottobre 2011

Eruzione dell’Etna del 8 ottobre 2011

Eruzione dell’Etna del 8 ottobre 2011. Un nuovo parossismo eruttivo dell’Etna si sta verificando in queste ore. Chi abita nella zona Etnea può ammirare, un po’ nascosto dalle nuvole, l’immenso pennacchio di cenere. In questo filmato lo possiamo vedere in tutta la sua maestosità.

Buona visione.


sabato 24 settembre 2011

Dorsali oceaniche e fosse oceaniche

Cosa sono le dorsali oceaniche e le fosse oceaniche? La crosta oceanica è solcata da catene montuose e valli profonde (depressioni). Quando due placche con crosta oceanica si separano, il magma risale dal mantello e va a riempire la depressione.

Poi si raffredda e si solidifica aggiungendo nuove strisce di crosta, cioè di fondali oceanici, ai margini delle placche: si forma una dorsale di espansione. L’Oceano Atlantico si espande di 2 centimetri all’anno. Il Pacifico orientale di 20 cm: è quello che cresce più in fretta e tra 10 milioni di anni avrà 2000 chilometri di estensione in più.

Ecco come avviene l’espansione dei fondali.

Dorsale oceanica

Due placche con crosta oceanica si separano: si crea una depressione.

 

Dorsale oceanica (2)

Il magma risale dal mantello in superficie e riempie la depressione.

 

Dorsale oceanica (3)

Il magma si raffredda e si solidifica e si salda ai bordi delle placche.

Le placche continuano ad allontanarsi dalle dorsali in espansione e ad andare verso altre placche. Quando una dorsale si spacca o si frattura si verifica un terremoto. I vulcani della dorsale oceanica assumono anche la forma di profonde depressioni riempite dal magma sottostante. Nel corso di milioni di anni possono diventare così grandi da emergere dall’acqua e diventare isole, come per esempio l’Islanda, parte della dorsale oceanica dell’Atlantico del nord.

giovedì 8 settembre 2011

Eruzione Etna 8 settembre 2011

Anche oggi 8 settembre l’Etna si è fatta sentire. Un immenso pennacchio di cenere si è innalzato dai crateri sommitali ed è stato trascinato dal vento in direzione sud. A questa emissione è seguita una fitta pioggia di cenere che è durata una ventina di minuti. Da ciò che ho potuto vedere c’era anche una colata lavica che si riversava nella Valle del Bove. Ho scattato una foto della colonna di cenere (che ha oscurato il sole) e ho realizzato anche un breve filmato.

Questa è la foto:

Eruzione Etna 8 settembre 2011

 

E questo è il filmato:


mercoledì 24 agosto 2011

Missione Natura, puntata del 14 agosto 2011

Missione Natura è uno dei programmi televisivi più interessanti che siano stati proposti negli ultimi anni. I servizi interessanti e la simpatia del conduttore Vincenzo Venuto, catturano lo spettatore e non lo mollano più fino alla fine della serie di puntate. Nel filmato che vi presento viene mostrata la puntata di Missione Natura del 14 agosto 2011 (le altre le potete trovare nel canale di YouTube dedicato alla trasmissione). Questa puntata mi è piaciuta particolarmente perché è dedicata alla Sicilia. Si possono vedere meravigliose immagini dell'Etna e delle cicogne che nidificano in alcune specifiche zone della Sicilia. Una puntata bellissima che fa vedere come le terre in cui abitiamo nascondono luoghi spesso sconosciuti anche a coloro che ci abitano e che non hanno nulla da invidiare in bellezza a luoghi più famosi.

Buona visione della puntata.

Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...