L’Etna sta attraversando un periodo di notevole attività vulcanica. Si stima che nell’ultimo anno abbia prodotto 28 milioni di metri cubi di lava. E’ piuttosto difficile misurare la quantità di lava eruttata da un vulcano, ma è una misura molto importante, perché qualsiasi variazione può essere un segnale che il vulcano si sta preparando a qualche grande eruzione.
Per calcolare i volumi di lava recentemente è stato messo a punto un nuovo metodo. Vediamo per quale motivo si è sentito il bisogno di “escogitare” questo nuovo metodo.
Il primo aprile 2012 l’Etna ha avuto uno dei suoi parossismi che negli ultimi due anni si stanno verificando con grande frequenza. L’attività più recente dell’Etna è stata caratterizzata da piccole effusioni laviche accompagnate però di intense emissioni di fontane di lava e di ceneri. Questo tipo di attività nel tempo ha un andamento irregolare. Nel 2005, ad esempio, si ebbero solo effusioni laviche (cioè colate di lava), nel 2000 invece si ebbero 66 eruzioni caratterizzate da fontane di lava e ceneri. Stimare il volume di lava quando si hanno colate laviche è facile, più difficile è misurare l’entità di emissioni volatili, come ceneri e polveri.
Per questo motivo l’INGV di Catania ha messo a punto un nuovo metodo per stimare i volumi di lava emessi da un vulcano. In questo modo si è potuto stimare che dal gennaio 2011 al gennaio 2012, l’Etna ha emesso 28 milioni di metri cubi di lava. Il risultato è importante, perché questo è lo stesso volume emesso durante le eruzioni effusive dal 1970 ad oggi. Ciò significa che negli ultimi 40 anni la quantità di lava emessa annualmente dall’Etna è stata costante.
Lo studio è stato pubblicato dal Geophysical Research Letters è stato realizzato elaborando le immagini termiche acquisite dal sensore SEVIRI a bordo del satellite Meteosat. In pratica gli studiosi hanno monitorato la curva di raffreddamento dei materiali emessi da brevi eventi eruttivi con fontane di lava. Maggiore è il volume di lava eruttata e più è grande il tempo impiegato per il raffreddamento. I ricercatori affermano che sapendo dall’inizio di un’eruzione qual sarà la portata della lava emessa da una bocca effusiva, potranno fare tutte quelle simulazioni previsionali che permettono di individuare le aree a rischio. Questo tipo di previsione, ovviamente, si basa sull’assunto (tutt’altro che certo) che la quantità di lava emessa annualmente debba restare costante. Il fatto che negli ultimi 40 anni si sia osservata una certa costanza nelle emissioni laviche non significa che debba restare costante per tempi ancora più lunghi.
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