Classi strapiene e qualità dell'insegnamento ancora più bassa a partire da settembre. Il piano triennale di "razionalizzazione" della scuola prevede un taglio di ben 100000 posti di docente in tutti gli ordini di scuola. Questa vera a propria "destabilizzazione" genererà classi incredibilmente numerose e soprattutto la chiusura di molte scuole elementari dei piccoli centri abitati, con grande disagio degli alunni, che dovranno per forza spostarsi in centri abitati più grandi e non sempre efficacemente collegati con i normali mezzi pubblici.
Inoltre, è notizia di oggi, il Ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, ha intenzione di ripristinare il voto di condotta come metodo di valutazione, allo scopo di prevenire gravi episodi di bullismo.
Iniziativa lodevole, ma come la mettiamo con i tagli di personale? Negli ultimi mesi in televisione e nella stampa è stata effettuata una vera e propria campagna denigratoria.
I docenti sono fannulloni, impreparati, demotivati, ignoranti e guadagnano troppo per l'orario settimanale di 18 ore!
Il Ministro non pensa che avere a che fare con decine di alunni meleducati (e la cui maleducazione deriva dall'educazione dei genitori) è una cosa di estrema difficoltà e responsabilità.
Ad oggi, la scuola viene considerato un settore dove bisogna tagliare, tagliare, tagliare e mai investire.
Dopo tutto si tratta solo del futuro dei nostri giovani, giusto?
Che importanta può mai avere?
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