Tutti conoscono le conchiglie. Si può dire che ogni uomo nella propria vita, prima o poi, si sia imbattuto in una conchiglia: chi, da bambino o anche da adulto, non ne ha mai appoggiata una all'orecchio per ascoltare il «rumore del mare»? Chi non si è incuriosito nell'incontrare lungo le spiagge questi strani oggetti dalle forme e dai colori svariatissimi? Chi non ha mai mangiato una zuppa di cozze, o degli spaghetti alle vongole, o delle più raffinate ostriche al limone?
Malgrado ciò, in genere la conoscenza delle conchiglie rimane superficiale e generica, limitandosi solo a considerazioni di carattere estetico o alimentare.
Comunemente si crede che le conchiglie siano «case» che animali acquatici (prevalentemente marini) o terrestri (le chiocciole) si portano dietro come roulottes in cui trovano rifugio e protezione. In realtà le conchiglie sono lo scheletro esterno di animali appartenenti al tipo (o phylum) dei Molluschi. Lo scheletro, come è noto, ha la funzione essenziale di sostenere le parti molli dell'organismo. La maggior parte degli animali che siamo abituati a vedere, e cioè i Vertebrati (uomo compreso), possiede uno scheletro che viene originato da tessuti interni all'organismo, e per questo motivo si chiama endoscheletro. I Molluschi, invece, come molti altri animali tra cui per esempio i Crostacei e gli Insetti, formano lo scheletro esternamente al proprio corpo, per mezzo di cellule cutanee. Tale scheletro è perciò chiamato esoscheletro.
Come si formano
Nonostante le conchiglie abbiano le forme più svariate e le dimensioni più diverse, il processo attraverso il quale si formano è sostanzialmente identico.
Non tutti i Molluschi viventi formano la conchiglia. In quelli che ne sono provvisti, fin dallo stadio embrionale si differenziano nella regione dorsale alcune cellule ghiandolari che danno origine al primo abbozzo di conchiglia. Successivamente, l'accrescimento della conchiglia stessa è prodotto dal mantello (o pallio), che è simile a un ripiegamento o duplicatura cutanea ricoprente in maniera più o meno estesa il corpo del Mollusco. L'accrescimento della conchiglia differisce, oltre che nelle diverse specie, anche da individuo a individuo in quanto è influenzato da molti fattori, tra cui l'alimentazione, l'acidità e la temperatura dell'acqua ecc. Tale processo, pur identico in tutti i Molluschi, conduce pertanto a risultati così diversi che si stenterebbe a riconoscere un comune denominatore nella conchiglia di una ciprea e in quella di un murice.
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Tra una Murex pecten (a sinistra ed una Erosaria spurca (a destra) c’è una differenza abissale. Nonostante tutto sono entrambe conchiglie appartenenti a Molluschi. |
Struttura e composizione chimica
Le conchiglie sono costituite da carbonato di calcio e, in misura minima, da altri sali inorganici, tenuti insieme dalla conchiolina, una sostanza organica che forma un reticolo microscopico.
Il carbonato di calcio si può cristallizzare in diverse forme, tra cui due, la calcite e l'aragonite, sono presenti nella conchiglia adulta la quale si rivela composta di tre strati: quello esterno (chiamato periostraco) è una membrana più o meno sottile di sostanza organica, setolosa, costituita in prevalenza da conchiolina; il mediano (ostraco) è il principale ed è formato da prismi di calcite disposti perpendicolarmente alla superficie della conchiglia; il terzo (ipostraco) costituisce la madreperla, che in alcune specie è l'elemento prevalente e consta di lamelle di aragonite orientate parallelamente alla superficie della conchiglia: è proprio l'aragonite che, per la sua struttura, dà luogo ai fenomeni di iridescenza propri della madreperla.
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Due esemplari di Cymatium Parthenopaeum, uno dei quali con periostraco (a sinistra) e l’altro (a destra) senza. | |
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Conchiglia di Haliotis tubercolata, vista dal lato interno. Si osserva la tipica iridescenza dell’ipostraco. |
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