Attualmente, con le velocità dei nostri veicoli spaziali, un viaggio di andata e ritorno alla stella più vicina (la famosa Proxima Centauri, distante 4,22 anni luce) richiederebbe la bellezza di 70000 anni di viaggio. Infatti, la sonda più veloce mai costruita, la New Horizons (lanciata il 19 gennaio del 2006 verso il freddo pianeta Plutone), ha una velocità di 18,26 Km/secondo. Per arrivare su Proxima Centauri impiegherebbe 69000 anni.
Ma se con il progresso tecnologico la velocità dovesse aumentare fino a sfiorare la velocità della luce? Vediamo per quale motivo una velocità che si approssima a quella della luce non sarà mai un problema tecnico facilmente risolvibile:
Più si aumenta la velocità, su un’astronave, più l’accelerazione diventa dispendiosa.
L’energia, infatti, per l’equazione di Einstein, va ad aumentare sempre più la massa e sempre meno la velocità.
E’ come se in un’automobile, accelerando continuamente, la resa del carburante diminuisse in modo vertiginoso…
… al punto da richiedere milioni di litri al secondo per aumentare la velocità solo di pochi chilometri all’ora.
Per questa ragione un semplice viaggio di andata e ritorno alla stella più vicina (a una velocità prossima a quella della luce)…
… richiederebbe una tale quantità di energia (per le accelerazioni e le decelerazioni) che equivarrebbe ai consumi globali della Terra per secoli.
Un immenso imbuto volante (di centinaia di migliaia di chilometri di diametro) potrebbe raccogliere gli atomi di idrogeno che si trovano nello spazio e utilizzarli come carburante per la fusione nucleare. In tal modo si potrebbe, teoricamente, raggiungere una velocità prossima a quella della luce. Ma sorgerebbero problemi di sicurezza. Infatti le particelle e gli stessi atomi dello spazio urterebbero contro l’astronave a una velocità, appunto, vicina a quella della luce e rapidamente ridurrebbero l’astronave ad un colabrodo.
Per questi motivi, questo tipo di soluzioni non sono praticabili, né lo saranno in futuro. Per affrontare veramente i viaggi tra le stelle saremo costretti ad aspettare altre tecnologie che ancora non riusciamo ad immaginare.
[Bibliografia: Nel cosmo alla ricerca della vita, Piero Angela, ed: “i Garzanti”, 1980]
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