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Talete, il primo vero matematico


Intorno al II millennio a.C. le civiltà egizia e babilonese sono in declino e lentamente nasce una nuova civiltà, la civiltà ellenica, che diventerà la grande civiltà greca.
Il primo passo di questa nascente civiltà è quello di assimilare le varie conoscenze dei popoli con cui viene a contatto, in particolare Babilonesi, Egizi, Sumeri e Fenici. Intorno al VII secolo a.C. la geometria è ancora una scienza primitiva e poco precisa, ma fa il suo ingresso nella storia il primo vero matematico, Talete di Mileto.
Della vita di Talete si sa ben poco: la sua data di nascita, 624 a.C., e la sua nazionalità sono incerte. Nato da nobili e ricchi genitori, inizialmente fa il commerciante, un'attività che gli permette di diventare ricco e soprattutto di intraprendere molti viaggi, alcuni dei quali in Egitto. La sua attività e i molti viaggi gli permettono ai stabilire relazioni commerciali con gli altri popoli, presso i quali allarga le sue conoscenze e il suo pensiero. Si interessa a tutto; infatti studia le diverse tendenze culturali, politiche e scientifiche e diventa un esperto commerciante, politico e scienziato. Lo affascinano gli studi geometrici e in Egitto scopre come misurare l'altezza delle piramidi e la distanza delle navi nel mare. Calcola l'altezza delle piramidi sfruttando la conoscenza delle similitudini:
"Quando l'ombra del mio corpo è uguale all'altezza del mio corpo", disse Talete, "misurate l'ombra della piramide, sarà uguale alla sua altezza".
Fonda la geometria deduttiva, fa altre importanti scoperte e dà alla geometria un ordine e una ragione logica che ne fanno un insieme ordinato e logicamente coerente di conoscenze: è il primo passo verso la trasformazione della geometria in scienza. A differenza dei suoi maestri, decide di divulgare le proprie conoscenze; è di Talete il primo trattato di geometria, il libro che trasforma ufficialmente la geometria in una scienza logica e coerente.

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