I primi "veri architetti" della storia furono i sacerdoti dell'antico Egitto, che erano i "direttori dei lavori" nella costruzione delle piramidi, le tombe dei Faraoni.
Per poter costruire questi immensi monumenti essi dovevano preparare e disegnare i progetti, far squadrare i blocchi di pietra e farli sistemare nella giusta posizione
Per fare tutto ciò dovettero scoprire alcune applicazioni pratiche dell'arte della misurazione e della costruzione, diventando gli architetti delle piramidi.
I problemi più difficili erano probabilmente quelli di dare alla base della piramide una forma perfettamente quadrata (il più piccolo errore avrebbe mutato la struttura dell'intera costruzione), di squadrare alla perfezione gli enormi blocchi di pietra e di controllare la perpendicolarità delle mura.
Le piramidi di Giza: in primo piano Micerino, poi Chefren e sullo sfondo Cheope. |
I progettisti dovevano essere quindi in grado di tracciare angoli retti sul terreno, per ottenere la squadratura delle fondamenta, e anche nello spazio per controllare le mura.
Come riuscivano a farlo?
Per assicurarsi che i muri fossero dritti utilizzavano il metodo del filo a piombo. Questo metodo, usato ancora oggi, consiste nel fissare all'estremità di un filo un piccolo cuneo di piombo, mentre l'estremità libera del filo viene appesa in un punto del muro in costruzione.
Dopo una breve oscillazione il filo, per la forza di gravità, forma col terreno un angolo retto che permette il controllo della verticalità del muro. |
Per gli edifici comuni il materiale più diffuso erano i mattoni crudi. L'illustrazione, tratta dalla tomba tebana del visir Rekhmira (XVIII dinastia), propone le varie fasi della loro fabbricazione, modellati in stampi lignei ed essiccati al sole in ordinate file.
Per squadrare le fondamenta e i vari blocchi di pietra, gli antichi Egizi dovettero sicuramente usare una sorta di squadra, e per poterla realizzare dovevano saper costruire un triangolo rettangolo. Come sai, lo facevano usando il metodo della fune. Prendevano una fune e vi facevano 13 nodi alla stessa distanza l'uno dall'altro. Con dei paletti poi tendevano la fune in modo da formare un triangolo che avesse i lati lunghi rispettivamente 3 volte, 4 volte e 5 volte la distanza fra due nodi successivi.
Tagliavano poi dei pezzi di legno aventi la misura dei due lati più corti e, congiungendoli tra loro, ottenevano delle squadre con le quali riuscivano perfettamente a squadrare le fondamenta e i blocchi di pietra.
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