lunedì 28 settembre 2009

Minimo comune multiplo

 

La nozione di minimo comune multiplo (abbreviato in m.c.m.) è molto importante nello studio della matematica, perché permette, ad esempio, di poter calcolare la somma algebrica di due o più frazioni con denominatore diverso. In questo filmato possiamo vedere una spiegazione completa del minimo comune multiplo a partire dalla nozione di numero primo, la scomposizione di un numero in fattori primi e infine il minimo comune multiplo vero e proprio.

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domenica 27 settembre 2009

Non sottovalutare il lato oscuro del cagnolino!

 

Qualcuno si è passato il tempo di vestire un cane con un costume di Dart Fener (o Vader). Il cane non sembra molto contento. Speriamo che non abbia gli stessi poteri del personaggio che rappresenta, altrimenti il padrone sarà già soffocato! ;-)

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La Via Lattea fotografata per intero

 

Questa stupenda immagine della nostra galassia, la Via Lattea, è stata ottenuta da un collage di numerose fotografie. L’immagine, che è stata realizzata dal Gigagalaxy Zoom Project, un progetto dell’ESO, è ottenuta dall’unione di molte immagini che sono state raccolte in diversi mesi tra il 2008 e il 2009 da alcune posizioni geografiche che vantano il cielo migliore del mondo, come il deserto di Atacama (nell’emisfero Sud) e le isole Canarie (nell’emisfero Nord). Questa visione di insieme ha una ampiezza di 180 per 360 gradi.

Il risultato finale è davvero incredibile. Un disco sottile di stelle con una fascia equatoriale frastagliata di polveri e gas e con un ispessimento centrale in corrispondenza del nucleo. In basso a destra le due piccole macchie sono le galassie satelliti della Via Lattea: la Grande e la Piccola Nube di Magellano.

(clicca sull’immagine per vederla ingrandita)

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Talete, il primo vero matematico


Intorno al II millennio a.C. le civiltà egizia e babilonese sono in declino e lentamente nasce una nuova civiltà, la civiltà ellenica, che diventerà la grande civiltà greca.
Il primo passo di questa nascente civiltà è quello di assimilare le varie conoscenze dei popoli con cui viene a contatto, in particolare Babilonesi, Egizi, Sumeri e Fenici. Intorno al VII secolo a.C. la geometria è ancora una scienza primitiva e poco precisa, ma fa il suo ingresso nella storia il primo vero matematico, Talete di Mileto.
Della vita di Talete si sa ben poco: la sua data di nascita, 624 a.C., e la sua nazionalità sono incerte. Nato da nobili e ricchi genitori, inizialmente fa il commerciante, un'attività che gli permette di diventare ricco e soprattutto di intraprendere molti viaggi, alcuni dei quali in Egitto. La sua attività e i molti viaggi gli permettono ai stabilire relazioni commerciali con gli altri popoli, presso i quali allarga le sue conoscenze e il suo pensiero. Si interessa a tutto; infatti studia le diverse tendenze culturali, politiche e scientifiche e diventa un esperto commerciante, politico e scienziato. Lo affascinano gli studi geometrici e in Egitto scopre come misurare l'altezza delle piramidi e la distanza delle navi nel mare. Calcola l'altezza delle piramidi sfruttando la conoscenza delle similitudini:
"Quando l'ombra del mio corpo è uguale all'altezza del mio corpo", disse Talete, "misurate l'ombra della piramide, sarà uguale alla sua altezza".
Fonda la geometria deduttiva, fa altre importanti scoperte e dà alla geometria un ordine e una ragione logica che ne fanno un insieme ordinato e logicamente coerente di conoscenze: è il primo passo verso la trasformazione della geometria in scienza. A differenza dei suoi maestri, decide di divulgare le proprie conoscenze; è di Talete il primo trattato di geometria, il libro che trasforma ufficialmente la geometria in una scienza logica e coerente.

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sabato 26 settembre 2009

Il caso e l’origine della vita

 

Poniamoci una semplice domanda: nelle condizioni della Terra di 4 miliardi di anni fa, che probabilità c’erano che nascesse la vita?

La risposta “la vita era inevitabile perché noi siamo qui” non è una vera risposta. E’ ovvio la vita ha avuto origine e la nostra stessa esistenza è qui a dimostrarlo. Ma doveva necessariamente avere origine? In altri termini, la nascita della vita, da un brodo chimico o da qualunque cosa fosse, era inevitabile purché passassero milioni di anni?

Nessuno conosce la risposta. L’origine della vita può essere stata un puro e semplice colpo di fortuna, il frutto fortuito di un processo chimico straordinariamente improbabile, un evento così inverosimile che non capiterà mai una seconda volta nell’intero Universo. Oppure potrebbe essere stata un evento banale e predeterminato come la crescita di un cristallo di sale. Come facciamo a sapere quel è la visione giusta?

La vita sulla Terra si basa su una serie di molecole molto complesse, con strutture accuratamente modellate. Anche negli organismi più semplici il DNA contiene milioni di atomi e la loro esatta sequenza è cruciale. Non si può avere una sequenza casuale, perché il DNA è il “manuale di istruzioni” in base al quale si sviluppa l’organismo. E’ sufficiente cambiare pochi atomi perché la struttura dell’intero organismo sia a rischio. Se ne cambiamo troppi, l’organismo non si forma affatto.

La situazione è simile alla sequenza di parole di un romanzo. Se si cambia qualche parola a caso qua e là, è facile che il testo ne esca stravolto. Se si rimescolano tutte le parole, con ogni probabilità quello che viene fuori non è più un romanzo.

Esisteranno altri romanzi con parole simili in combinazioni diverse, ma l’insieme delle sequenze di parole che riconosciamo come romanzi è una frazione infinitesimale di tutte le sequenze di parole possibili.

La vita, come la conosciamo oggi, richiede centinaia di migliaia di proteine specializzate, per non parlare degli acidi nucleici. La probabilità contrarie alla sintesi puramente casuale delle sole proteine sono circa 1040000. Ciò significa 1 seguito da 40000 zeri, un numero che, scritto per esteso, occuperebbe quasi 100 pagine di un libro.

Al confronto, ottenere un poker 1000 volte di seguito, sarebbe veramente un gioco da ragazzi!

E’ nota l’osservazione dell’astronomo Fred Hoyle, secondo cui le probabilità che un processo spontaneo metta insieme un essere vivente sono analoghe a quelle che una tromba d’aria, spazzando un deposito di robivecchi, produca un Boeing 747 perfettamente funzionante!

Nell’universo osservabile ci sono moltissime stelle, almeno 10 miliardi di miliardi, ma questo numero, per quanto gigantesco possa sembrare, è di una piccolezza insignificante rispetto alle immani probabilità contrarie all’assemblaggio casuale anche di una semplice molecola proteica.

L’universo può essere grande, ma se la vita è davvero nata dall’agitazione casuale di un robivecchi molecolare, ci sono ben magre possibilità che si sia verificata due volte.

In conclusione si potrebbe dire anche che non è detto che la vita sia un processo casuale. Proprio pensando a questa eventualità, gli scienziati, ormai da vari decenni, stanno tentando di capire se la vita può essere considerata come un normale processo fisico che si manifesta ogni volta che si verificano le condizioni adatte.

Questa è sicuramente una delle più grandi sfide che la scienza dovrà affrontare nei prossimi decenni.

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venerdì 25 settembre 2009

Turbine eoliche tra due grattacieli

 

Le tre turbine eoliche nel filmato sono state costruite per funzionare sfruttando le correnti che si formano tra due grattacieli. Questa interessante realizzazione per lo sfruttamento dell’energia eolica è stata sviluppata in Danimarca, a Copenaghen. L’edificio che vediamo, e in cui sono armoniosamente integrate le turbine eoliche, è il World Trade Center a Manama, capitale dell’emirato arabo del Bahrein.

Queste turbine eoliche saranno una preziosa fonte di energia pulita e genereranno 1300 megawattora di elettricità all’anno che è l’equivalente di 2 milioni di tonnellate di carbone o di 6 milioni di barili di petrolio. Le turbine sono in grado, in questo modo, di produrre il 15% dell’energia che consumano i due edifici.

L’integrazione dei generatori eolici negli edifici sarà un passo indispensabile per una nuova visione del consumo energetico. Nel caso illustrato nel filmato possiamo vedere che l’integrazione è stata portata avanti anche dal punto di vista estetico.

Nei due edifici (alti 240 metri), che ricordano la forma di una vela (con un riferimento diretto al vento, quindi), trovano posto svariati negozi, ristoranti, uffici e persino un albergo a 5 stelle.

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Un binocolo davvero gigantesco!

 

Questo gigantesco strumento non è propriamente un binocolo, ma è un “binoscopio”, cioè un ibrido tra un telescopio e un binocolo. Per essere precisi è uno strumento ottico ricavato unendo la visione da due telescopi distinti.

L’astrofilo appassionato che l’ha autocostruito ha impiegato tre anni per realizzarlo e, anche se non è del tutto completo, è già operativo.

Gli specchi dei due telescopi hanno un diametro di 400 mm e una focale di 1900 mm. La montatura altazimutale è motorizzata in entrambi gli assi e permette l’inseguimento degli oggetti astronomici nel loro moto diurno. Inoltre anche la messa a fuoco e la distanza tra gli oculari è motorizzata ed è possibile memorizzare le impostazioni per 32 utenti diversi.

Questo binoscopio ha una massa davvero notevole: oltre i 200 kg. Per trasportarlo occorre usare un carrello (come vediamo all’inizio del filmato) e bisogna stare attenti agli sforzi muscolari che si compiono.

Ovviamente possiamo immaginare che l’osservazione astronomica con uno strumento del genere sia, a dir poco, favolosa! :-)

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Paco de Lucia – Entre dos Aguas (video completo)

 

Paco de Lucia è uno dei più grandi chitarristi di flamenco. E’ stato un bambino prodigio, visto che ha cominciato ad esibirsi a soli 11 anni. Nella sua lunga carriera Paco de Lucia ha inciso molti dischi ed ha lavorato insieme ad altri chitarristi di fama mondiale come Al Di Meola e John McLaughlin.

In questo filmato, risalente al 1976, possiamo vedere Paco de Lucia in una straordinaria interpretazione del brano “Entre dos aguas”, facente parte dell’album omonimo.

Si tratta di un brano ricco di virtuosismi in cui il chitarrista riesce ad esprimere tutte le sue capacità. Ci troviamo di fronte ad una interpretazione davvero ai massimi livelli, assolutamente da non perdere ;-)

Buon ascolto.

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giovedì 24 settembre 2009

Neon Genesis Evangelion – opening title

 

Definire Neon Genesis Evangelion un “anime” di argomento fantascientifico sarebbe a dir poco riduttivo. Sin dal 1995, anno di nascita di questo famosissimo anime, innumerevoli schiere di ammiratori hanno affermato che si tratta del migliore prodotto della creatività giapponese in fatto di anime.

La narrazione può essere letta con diverse chiavi di interpretazione ed è ricca di simbolismi esoterici che richiamano la Kabbalah e la Bibbia. Inoltre il finale, molto complesso, lascia aperte molte interpretazioni diverse.

La storia ha inizio nell'anno 2000 quando un gigantesco asteroide cade in Antartide. In realtà si tratta di un gigantesco organismo vivente chiamato Adam, il primo "Angelo", ed è il segno di un "avvertimento" per l'intera razza umana. Gli scienziati cercano di studiare quello strano essere, ma i loro esperimenti portano alla venuta del secondo Angelo e quindi al "Secondo Impatto" sull'Antartide. Il cataclisma ha proporzioni gigantesche. Il continente di ghiaccio si riduce in mille pezzi, l'asse terrestre si sposta e il calore provocato dall'esplosione è così intenso che il ghiaccio dell'Antartide si scioglie provocando un'inondazione sull'intera superficie del pianeta: le acque inghiottono le città costiere, la Terra è sconvolta da terremoti e da ogni altro genere di calamità naturale. Il genere umano ha sfiorato l'estinzione.

Su questa visione catastrofica di innesta la storia di un ignaro adolescente, il quattordicenne Shinji Ikari, che invece sarà fondamentale nella lotta dell’umanità contro gli “angeli”.

Anche io ho avuto la fortuna di vedere questo anime e, come molti, ne ho potuto apprezzare l’alta qualità delle scene e la profondità e il fascino della trama. Lo considero un vero capolavoro e lo consiglio vivamente a tutti coloro che sono appassionati di fantascienza.

In questo filmato possiamo vedere la sigla iniziale (notate, per breve tempo, la comparsa della rappresentazione di un albero Sefirotico).

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mercoledì 23 settembre 2009

Lego Technic. Una meravigliosa scavatrice Lego completamente motorizzata e telecomandata.

 

Questa scavatrice realizzata con pezzi del Lego Technic, è completamente motorizzata. Si possono vedere ben 5 funzioni motorizzate che rendono i suoi movimenti il più possibile realistici. Questa stupenda “opera” Lego Technic, è telecomandata mediante raggi infrarossi ed è gestita tramite PC mediante software e hardware dedicati.

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l primi architetti della storia

 

I primi "veri architetti" della storia furono i sacerdoti dell'antico Egitto, che erano i "direttori dei lavori" nella costruzione delle piramidi, le tombe dei Faraoni.
Per poter costruire questi immensi monumenti essi dovevano preparare e disegnare i progetti, far squadrare i blocchi di pietra e farli sistemare nella giusta posizione

Per fare tutto ciò dovettero scoprire alcune applicazioni pratiche dell'arte della misurazione e della costruzione, diventando gli architetti delle piramidi.

I problemi più difficili erano probabilmente quelli di dare alla base della piramide una forma perfettamente quadrata (il più piccolo errore avrebbe mutato la struttura dell'intera costruzione), di squadrare alla perfezione gli enormi blocchi di pietra e di controllare la perpendicolarità delle mura.

Piramidi di Giza
Le piramidi di Giza: in primo piano Micerino, poi Chefren e sullo sfondo Cheope.

I progettisti dovevano essere quindi in grado di tracciare angoli retti sul terreno, per ottenere la squadratura delle fondamenta, e anche nello spazio per controllare le mura.
Come riuscivano a farlo?

Per assicurarsi che i muri fossero dritti utilizzavano il metodo del filo a piombo. Questo metodo, usato ancora oggi, consiste nel fissare all'estremità di un filo un piccolo cuneo di piombo, mentre l'estremità libera del filo viene appesa in un punto del muro in costruzione.

filo a piombo 2

filo a piombo
Dopo una breve oscillazione il filo, per la forza di gravità, forma col terreno un angolo retto che permette il controllo della verticalità del muro.

Per gli edifici comuni il materiale più diffuso erano i mattoni crudi. L'illustrazione, tratta dalla tomba tebana del visir Rekhmira (XVIII dinastia), propone le varie fasi della loro fabbricazione, modellati in stampi lignei ed essiccati al sole in ordinate file.

egizi fabbricazione

Per squadrare le fondamenta e i vari blocchi di pietra, gli antichi Egizi dovettero sicuramente usare una sorta di squadra, e per poterla realizzare dovevano saper costruire un triangolo rettangolo. Come sai, lo facevano usando il metodo della fune. Prendevano una fune e vi facevano 13 nodi alla stessa distanza l'uno dall'altro. Con dei paletti poi tendevano la fune in modo da formare un triangolo che avesse i lati lunghi rispettivamente 3 volte, 4 volte e 5 volte la distanza fra due nodi successivi.

metodo della fune

Tagliavano poi dei pezzi di legno aventi la misura dei due lati più corti e, congiungendoli tra loro, ottenevano delle squadre con le quali riuscivano perfettamente a squadrare le fondamenta e i blocchi di pietra.

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