Il paradosso di Fermi è un paradosso proposto dal fisico Enrico Fermi nel contesto della probabilità di contattare forme di vita intelligenti extraterrestri. Il paradosso si riassume solitamente nella domanda "Dove sono tutti quanti? Se ci sono così tante civiltà evolute, perché non abbiamo ancora ricevuto prove di vita extraterrestre come trasmissioni di segnali radio, sonde o navi spaziali?". Estremizzando la questione, ci si chiede se noi esseri umani in realtà siamo la sola civiltà tecnologicamente avanzata dell'Universo.
Le risposte a questo quesito possono essere moltissime. Ecco alcuni esempi:
Ovviamente sto escludendo una risposta del tipo: "ma sono già qui tra noi". Gli avvistamenti UFO, i rapimenti alieni, ecc... non sono mai stati supportati da prove scientifiche certe. Quindi possiamo dire con sufficiente certezza: "non sono mai stati tra noi"!
Tutte le civilizzazioni non sono necessariamente espansioniste (aggressive, colonizzatrici), e possono scegliere di non colonizzare altri sistemi.
Gli umani lo sono, e ne basterebbe una sola. E se il principio di esclusione biologica (secondo il quale “due specie non possono dividersi lo stesso nido biologico”) si applicasse alle specie intelligenti, allora ce ne sarebbe una sola!!
La Galassia è vasta, il tempo di colonizzazione sarebbe estremamente lungo. Anche con la tecnologia dei razzi ATTUALI, basterebbero qualche secolo per raggiungere i pianeti intorno alle stelle più vicine (in ibernazione o a bordo di astronavi-colonie). Aggiungendo qualche secolo in più ogni tappa da percorrere per ricostruire una civilizzazione simile alla precedente e continuare l’espansione necessita di un periodo compreso tra 1000 e 10000 anni. Se si raddoppia il numero di pianeti colonizzati ogni 10000 anni, basta meno di un milione di anni per colonizzare 10 miliardi di pianeti, cioè virtualmente tutta la nostra Galassia! C’è da notare che questo processo costituito da una fase di espansione seguita da una fase di colonizzazione e “consolidazione” e cosi via... è stato effetivamente applicato dagli abitanti delle isole degli arcipelaghi del Pacifico!
Un gran numero di esseri viventi non rischierà la vita per errare dei secoli attraverso lo spazio alla ricerca di pianeti.
Si possono inviare delle macchine automatiche informatizzate (dei ROBOT), per effettuare una “ricognizione del terreno”.
Il costo di una tale impresa sarebbe proibitivo.
Solo il primo passo sarebbe a carico dei primi colonizzatori, perchè il passo successivo sarebbe effettuato dalla civilizzazione successiva. Questo primo passo potrebbe essere effettuato (con l’aiuto dei robot) a velocità ridotta, il che ridurrebbe considerevolmente i costi di propulsione (che sono dominanti). Il matematico J. Von Neumann ha inoltre dimostrato che è teoricamente possibile concepire una macchina “intelligente” (nel senso di intelligenza artificiale, in versione molto avanzata) e auto-riproduttiva (sul modello del DNA). Potrebbe sfruttare i pianeti d’arrivo per costruire delle copie di se stessa, compresi i razzi, riprogrammarli e mandarli a continuare la colonizzazione. Infine, il costo di tentativi di communicazione radio (di tipo SETI, vedere qui sotto) su molte migliaia di anni sarebbe altretanto proibitivo e meno “redditizio”..
Le macchine si danneggerebbero e non potrebbero riprodorsi all’infinito senza errori di programmazione o altro.
Disponiamo già di metodi molto efficaci per correzioni automatiche d’errori.
Delle macchine intelligenti potrebbero minacciare i loro creatori (complesso sdi “Frankenstein”).
Si potrebbe concepire dei dispositivi di sicurezza di tipo delle “Tre leggi della robotica” di Asimov... oppure considerare che questa nuova “razza intelligente” ha diritto alla propria espansione indipendentemente dai suoi creatori!
La tecnologia necessaria non è ancora accessibile.
Cio è falso per quello che riguarda la propulsione, (e probabilmente a termine anche per l’ibernazione). Per l’intelligenza artificiale, l’estrapolazione diventa rischiosa.
Inoltre, non è certo che non esista un limite intrinseco (del tipo “comportamento caotico”) alle prestazioni dei sistemi richiesti per una tale impresa. I numerosi recenti insuccessi spaziali hanno mostrato la ancora scarsa affidabilità raggiunta oggi.
Fonte:
http://media4.obspm.fr/pianeti-extrasolari/pages_theme-vie/paradoxe-de-fermi.html
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