Spesso quando compriamo prodotti alimentari proviamo a leggere l'etichetta, ma per molti i termini indicati non significano nulla. Di seguito sono indicate alcune informazioni importanti da conoscere che ci aiuteranno a scegliere più correttamente il cibo che compriamo.
L'etichetta
In un'etichetta per legge ci devono essere:
1. la sede dello stabilimento
2. la denominazione di vendita
3. la quantità di prodotto
4. il numero del lotto
5. gli ingredienti
6. la data di scadenza
Non strettamente necessarie sono le istruzioni e le modalità di uso e le modalità di conservazione.
Per i prodotti surgelati è obbligatorio indicare la conservazione in funzione della temperatura e della modalità di stoccaggio.
Non obbligatoria è invece la marca commerciale del prodotto. Facoltativa l'etichetta nutrizionale. Infine sulla confezione appare il codice a barre.
Tra gli ingredienti sono annoverati anche gli additivi, i conservanti, gli antiossidanti, gli addensanti, i coloranti e gli esaltatori di sapore. Possono essere naturali o artificiali e n'esiste una lista d'autorizzati valida in tutta Europa. Alcuni sono necessari, altri sono utilizzati solo per coprire mancanze del prodotto. Sono la parte più misteriosa delle etichette, cerchiamo saperne di più.
Gli additivi alimentari
Per additivo alimentare si intende “qualsiasi sostanza normalmente non consumata come alimento .. aggiunta intenzionalmente ai prodotti alimentari per un fine tecnologico nelle fasi di produzione, trasformazione, preparazione, trattamento, imballaggio, trasporto o immagazzinamento degli alimenti...” (Direttiva del Consiglio 89/107/CEE).
Gli additivi alimentari normalmente aggiunti agli alimenti in Europa sono:
additivi che mantengono la freschezza dei cibi e ne impediscono il deterioramento,
- antiossidanti,
- conservanti,
- additivi che esaltano o accentuano le caratteristiche sensoriali,
- agenti che modificano il gusto e la consistenza,
- coloranti.
Addensanti e gelatinizzanti
Hanno la proprietà di gonfiarsi a contatto con soluzioni acquose, dando maggior consistenza e un aspetto più omogeneo all'alimento al quale sono aggiunti.
Molti sono d'origine naturale come farine e derivati, pectine, agar-agar, altri provengono da sintesi chimica es. i polifosfati la cui funzione più importante è quella di aumentare la capacità di legare acqua da parte delle proteine riducendo le perdite durante la cottura e migliorando quindi il sapore e l'appetibilità dei prodotti finiti. Sono utilizzati in budini, marmellate, maionese, gelati.
Coloranti
Hanno un vantaggio estetico, perché servono per dare colore alle preparazioni alimentari. Sono di grand'utilità industriale perché permettono di standardizzare il colore naturale di un prodotto. Possono essere naturali e artificiali. Coloranti naturali come: curcuma, rosso cocciniglia, caramello.
Coloranti artificiali o di sintesi chimica: si tratta di composti ritenuti accettabili dopo sperimentazioni, perché sprovvisti d'effetti pericolosi sull'organismo umano. Esempi d'utilizzo: sciroppo di menta (normalmente è bianco).
Conservanti
Sono sostanze che servono a migliorare la conservabilità dei prodotti nel tempo. Le cause maggiori di deperibilità degli alimenti sono infatti l'attacco dei microbi o degli enzimi e l'azione dell'ossigeno e dell'aria. Per questo i conservanti si dividono in: antimicrobici, che evitano la proliferazione microbica (esempio: l'acido sorbico e l'anidride solforosa) e in antiossidanti, che proteggono dall'azione della luce e dell'aria. Evitano che si rovinino le vitamine contenute negli alimenti e fanno in modo che non ci siano cambiamenti di colore, di aroma e di sapore.
Antiossidanti sono l'acido ascorbico, i tocoferoli, il BHA (butilidrossianisolo). Vengono utilizzati, per esempio, nelle maionesi e nei succhi di frutta.
Emulsionanti e stabilizzanti
Sono sostanze a proprietà tensioattive che favoriscono la dispersione di solidi nei liquidi o di liquidi tra loro.
Fanno in modo che una emulsione grasso/acqua rimanga stabile nel tempo. Sono le lecitine, mono e digliceridi degli acidi grassi. Esempi di utilizzo: nei prodotti da pasticceria, nei gelati, nelle margarine, nelle maionesi.
Aromatizzanti
Sono additivi che hanno il compito di conferire o ripristinare particolari fragranze tipiche di un alimento che sono andate perdute durante i processi di lavorazione.
Si dividono in:
- aromi artificiali cioè quelli di sintesi creati in laboratorio;
- aromi naturali, che derivano da vegetali tipo gli oli essenziali; vengono detti naturali anche quegli aromi ottenuti per sintesi chimica purché riproducano sostanze esistenti in natura.
- esaltatori di sapidità: servono per rafforzare i gusti degli alimenti.
Sono mono sodio glutammato, senza sapore, ma esalta il sapore dei cibi all'interno dei quali viene messo.
Esempi di utilizzo: nelle paste ripiene, nei prodotti conservati, nelle salse, nei dadi.
Talvolta gli additivi sono indicati in etichetta non con il nome proprio, ma con una sigla formata da una "E" (significa Europa) e da un numero.
E' un codice stabilito dall'Unione europea per rendere uniforme in tutti i Paesi europei la designazione degli additivi e dei coloranti, che possono quindi essere indicati in etichetta anche con la sola sigla.
L’utilizzo di additivi è regolato dalla legge (Dm n. 209 del 27/2/96 e successive modifiche), che stabilisce i criteri generali di utilizzo ed enumera gli additivi autorizzati.
Tuttavia visto che i dossier tossicologici, che servono come base per l’autorizzazione degli additivi, sono, a volte, superati o insufficienti e non tengono conto dell'evoluzione delle tecniche di fabbricazione e di conservazione, la lista degli additivi autorizzati contiene ancora sostanze sospette o inutili oppure ammette dosi troppo elevate.
Anche se considerati innocui, gli additivi non dovrebbero essere utilizzati se non nei casi in cui sono veramente indispensabili.
Cosa fare?
Leggere le etichette e scegliere sistematicamente i prodotti che contengono meno additivi, cioè meno E.
Evitare i prodotti con un colore troppo appariscente, che rivela chiaramente la presenza di coloranti.
Imparare ad apprezzare gli alimenti semplici e possibilmente non pronti, poiché la maggior parte di questi ultimi contiene molti additivi, tra cui glutammati e conservanti.
qui potete trovare un interessante dizionario degli additivi
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