giovedì 24 aprile 2008

La Nona Sinfonia di Beethoven

La Nona sinfonia in Re minore, Op. 125, è una delle opere più note di tutta la musica classica ed è considerata uno dei più grandi capolavori di Beethoven. La cosa più particolare è che la compose quando era già completamente sordo. Un'altra cosa molto importante è che il quarto movimento della musica (privo delle parole) è l'inno ufficiale dell'Unione Europea.

Tipicamente, lo stile sinfonico si compone di quattro movimenti. Nel caso della Nona Sinfonia possiamo distinguere:

 

Primo movimento - Allegro ma non troppo, un poco maestoso

L'incipit della sinfonia è celebre per la quinta vuota la-mi priva della modale, che dà un senso di vuoto e di indistinto. Tale tecnica venne usata anche da sinfonisti posteriori (Anton Bruckner, Gustav Mahler) per rendere l'idea dell'ordine che nasce dal caos indistinto e indeterminato.

 

Secondo movimento - Molto vivace

Il movimento è uno Scherzo, contrariamente alla consuetudine che vuole un tempo lento come secondo movimento. Dal ritmo ossessivo e con gli ottoni e i timpani protagonisti assoluti del discorso musicale.

 

Terzo movimento - Adagio molto cantabile, andante moderato

Il tempo lento al terzo movimento smorza i toni dopo i suoni impetuosi precedenti, preparando quindi per lo slancio del finale. Questo movimento infonde, a chi lo ascolta, una sensazione di cosmica profondità che sembra andare ben al di là della semplice espressione musicale.

 

Finale - Presto

Aggiungere un finale con tanto di coro alla sinfonia rappresentava, per Beethoven, un'idea a cui pensava già dal 1807, idea che dedicò alla Nona e ultima sinfonia, con l'Inno o Ode alla Gioia nel quarto movimento.

Questa è la traduzione in italiano dell'Ode alla Gioia:

O amici, non questi suoni! ma intoniamone altri più piacevoli, e più gioiosi.

Gioia, bella scintilla divina, figlia degli Elisei, noi entriamo ebbri e frementi, celeste, nel tuo tempio. La tua magia ricongiunge ciò che la moda ha rigidamente diviso, tutti gli uomini diventano fratelli, dove la tua ala soave freme.

L'uomo a cui la sorte benevola, concesse di essere amico di un amico, chi ha ottenuto una donna leggiadra, unisca il suo giubilo al nostro! Sì, - chi anche una sola anima possa dir sua nel mondo! Chi invece non c'è riuscito, lasci piangente e furtivo questa compagnia!

Gioia bevono tutti i viventi dai seni della natura; tutti i buoni, tutti i malvagi seguono la sua traccia di rose! Baci ci ha dato e uva, un amico, provato fino alla morte! La voluttà fu concessa al verme, e il cherubino sta davanti a Dio!

Lieti, come i suoi astri volano attraverso la volta splendida del cielo, percorrete, fratelli, la vostra strada, gioiosi, come un eroe verso la vittoria.

Abbracciatevi, moltitudini! Questo bacio vada al mondo intero Fratelli, sopra il cielo stellato deve abitare un padre affettuoso.

Vi inginocchiate, moltitudini? Intuisci il tuo creatore, mondo? Cercalo sopra il cielo stellato! Sopra le stelle deve abitare!

 

 

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