Gli insegnanti precari giudicano ''inadeguato'' l'impegno del Governo ad immettere in ruolo 25mila docenti. ''Con questo provvedimento in estremis, funzionale all'acquisizione del consenso elettorale in vista delle prossime elezioni politiche - sostiene Maristella Curreli, presidente nazionale dei Comitati insegnanti precari - non si contribuisce ad eliminare la precarieta', ne' a conferire piu' qualita' alla scuola statale e meno che mai ad onorare l'impegno che la maggioranza uscente aveva assunto, solo l'anno scorso, con la legge finanziaria''.
''Infatti -aggiunge- a fronte delle 150.000 immissioni programmate dal piano triennale, degli attuali 100.000 posti vacanti e dei 20.000 pensionamenti previsti per il 2008, questa soluzione copre poco piu' del 20% del fabbisogno, dimostrandosi di grande impatto mediatico e scarso effetto pratico''. Ma non finisce qui. ''In una scuola invasa di precari, impantanata nella precarizzazione dei rapporti di lavoro e, peggio, degli equilibri didattici, sarebbe stato piu' utile -sottolinea Curreli- realizzare un programma pluriennale per la totale copertura delle disponibilita' chiudendo, nel contempo, il rubinetto delle Ssis che, a getto continuo, inondano la scuola di giovani docenti senza futuro per autofinanziare gli atenei. In sintesi -conclude- si sarebbe dovuto dare attuazione alla legge 143/04, immettendo in ruolo il 100% dei docenti necessari alla copertura dell'organico, subordinando l'attivazione di nuovi percorsi abilitanti al reale futuro fabbisogno, cosi' come previsto dalla normativa in materia''.
venerdì 18 aprile 2008
Protesta degli insegnanti precari: troppo poche le immissioni in ruolo
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