Il termine "infibulazione" viene dal latino "fibula" che significa spilla. Definisce una procedura di mutilazione nella quale la vagina è parzialmente chiusa all'altezza della metà delle grandi labbra attraverso una sutura che lascia solo un piccolo passaggio per l'urina e il sangue mestruale. La rimozione del clitoride può o non può essere inclusa. In effetti esistono anche altri tipi di mutilazioni dei genitali femminili presenti in diverse aree culturali: la sunna , più lieve, che incide su una parte soltanto della clitoride, l'escissione , che consiste in una clitoridectomia totale.
Sono almeno 40 i paesi in cui è diffusa la pratica delle mutilazioni sessuali sulle bambine: ogni anno, due milioni di piccole vittime vanno ad aggiungersi ai 130 milioni di donne che vivono col marchio di questa ferita. L'Africa sub-sahariana, da est a ovest, è l'area in cui c'è la maggiore diffusione: Sudan , Somalia e Mali soprattutto, ma anche gran parte dell'Africa occidentale, l'Egitto , le zone meridionali della penisola araba, e più raramente alcune zone dell'Asia sud-orientale. Recentemente, tra le comunità di immigrati in Europa e Nord America, sono stati segnalati numerosi casi. In queste culture il non aver subito la mutilazione genitale comporta l'immediato isolamento sociale: i Bambara, una delle etnie del Mali, chiamano con l'appellativo di "bikaloro" le bambine o le donne non infibulate e questo viene considerato un gravissimo insulto, che vuol dire esseri privi di ogni maturità.
I casi denunciati dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sono tra i 100 e i 130 milioni.
In Italia vivono alcune decine di migliaia di donne infibulate e, ogni anno, numerose bambine con genitori provenienti soprattutto dai paesi dell'Africa sub-sahariana rischiano di essere sottoposte a questo rituale.
In Somalia l'età normale per un matrimonio è 12-16 anni, circa 10 anni dopo l'infibulazione. La poligamia è permessa e il divorzio facile da ottenere. Il matrimonio è organizzato dalla famiglia della sposa in cambio di denaro o merci. Dopo che l'affare è stato concordato, la madre o la sorella dello sposo esaminano la ragazza per constatare se l'infibulazione è intatta (poca importanza viene data all'imene che è difficile da visualizzare).
Il matrimonio è impossibile da consumare a causa della barriera generata chirurgicamente, allora lo sposo o i parenti della sposa allargano l'apertura vaginale con un piccolo coltello così che i rapporti sessuali possano avere luogo. E' responsabilità delle parenti femminili dello sposo di esaminare la sposa poche settimane dopo il matrimonio e, se necessario, allargare l'apertura vaginale.
L'allargamento fatto per la consumazione del matrimonio non è sufficiente per permettere il parto. Perciò, in quel momento, l'infibulazione deve essere ancora allargata. Questa incombenza è generalmente svolta dalla nonna. Dopo il parto l'infibulazione deve essere ripetuta.
Talvolta si verificano infezioni e emorragie quando l'infibulazione è praticata, ma si tratta di casi abbastanza rari. In certi casi si formano delle cisti. Ritenzioni urinarie sono altre complicazioni che si possono verificare.
Non possiamo non restare assolutamente indignati di fronte a queste barbare pratiche che ancora sono così diffuse nel mondo. Nella speranza che qualcosa si muova, non ci resta altro che fare informazione attraverso i mezzi che la moderna tecnologia ci concede. L'infibulazione è una pratica dannosa, che rovina la sessualità delle donne e origina una enorme quantità di problemi sanitari.
Fonte: http://www.benessere.com/sessuologia/arg00/infibulazione.htm
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