La fine del mondo attesa nel 2012 potrebbe essere qualcosa di ben diverso da ciò che immaginiamo. Ma c’è qualcosa di vero in questa data?
Ovvio che no, altrimenti non avrei mai potuto scrivere questo articolo. Infatti io vengo dal futuro. Sì, avete letto bene, dal futuro! Non vi preoccupate, non sono il famigerato John Titor, che tra l’altro non ha indovinato quasi nulla nelle sue previsioni (e per forza, faceva parte di una “linea temporale” diversa…), ma sono l’autore di un grande programma televisivo che verrà trasmesso (nel mio caso sarebbe opportuno dire: “è stato trasmesso”) proprio il 21 dicembre del 2012 per parlare dell’imminente “fine del mondo”.
Chi sono?
Se siete bravi, indovinate! In fondo anche voi conoscete il futuro.
Sto esagerando? Ma no, sto solo fantasticando, dopotutto sono uno scrittore di fantascienza. Ma ora torniamo subito alla realtà, perché devo confidarvi alcuni miei pensieri sulla fine del mondo che non verrà!
Il mio è ottimismo ovviamente, dovuto al fatto che non credo affatto che la fine del mondo sia così vicina. Invece credo che si stia avvicinando un’epoca in cui ci sarà un susseguirsi di progressi tecnologici davvero incredibili.
Da qualche parte ho letto che la radio ha impiegato 38 anni per raggiungere 50 milioni di utenti, la televisione ha avuto bisogno di soli 13 anni, internet 4 e Facebook invece solo 9 mesi per avere 100 milioni di iscritti. Questo è davvero eccezionale.
Il progresso non procede in maniera lineare bensì secondo una curva esponenziale. Soprattutto nel campo informatico questa accelerazione è davvero inarrestabile.
Non possiamo prevedere quali saranno le rivoluzioni tecnologiche (e culturali) che ci aspettano, ma sappiamo che sono dietro l’angolo. Ormai si susseguono con un ritmo di pochi mesi, tra pochi mesi si inseguiranno al ritmo di poche settimane e poi al ritmo di una ogni pochi giorni, poi una al giorno, una ogni ora, una ogni minuto, una ogni secondo, una ogni…
Nessuno potrà seguire un tale ritmo di innovazione.
Questa è la “Singolarità Tecnologica”, come è stata battezzata da alcuni futurologi. Tra questi spicca il nome di Vernon Vinge che si può considerare il “padre” di questo concetto.
Ma la Singolarità Tecnologica non somiglia alla fine del mondo. Molti, in maniera pessimistica, lo considerano il momento in cui le macchine prenderanno il sopravvento, ma non è detto che sia così.
Vinge afferma che: “Entro trenta anni, avremo i mezzi tecnologici per creare una intelligenza superumana. Poco dopo, l'era degli esseri umani finirà.”
Sarà questa la vera “fine del mondo”? In realtà Vinge dice che gli esseri umani verranno trasformati, con l’avvento della Singolarità, in una forma di vita dall’intelligenza superiore, grazie ad “innesti” di origine non biologica. Oppure attraverso il trasferimento delle nostre memorie e delle nostre “coscienze” in supporti non biologici.
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Vernon Vinge |
Gli esseri umani non saranno più del tutto umani? Forse. In fondo questa tendenza al “potenziamento” delle facoltà umane attraverso la tecnologia è già in atto. Protesi di quasi ogni parte del corpo vengono usate e sperimentate continuamente.
Fantascienza? Perché mai dovremmo pensare che questi scenari siano sola fantasia?
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Una scena del film Terminator. Si immagina che le macchine lotteranno contro gli esseri umani in una guerra per lo sterminio. Oggi i futurologi immaginano piuttosto uno scenario più tranquillo, in cui le macchine si “integreranno” con l’umanità. |
In fondo il progresso tecnologico è davvero accelerato e poi, anche se dovessimo diventare tutti una sorta di Cyborg dall’intelligenza superiore, questa rivoluzione sarebbe davvero così tremenda? Sarebbe una cosa negativa?
Dopotutto siamo riusciti ad abituarci in pochi anni ai cellulari e ad internet, perché non dovremmo abituarci ad avere arti bionici che si possono sostituire ogni volta che si guastano oppure ogni volta che esce un “upgrade”, oppure una mente innestata in un supporto non biologico con una capacità computazionale miliardi di volte superiore a quella di un cervello umano, e per di più in grado di auto aggiornarsi al ritmo del frenetico progresso?
Insomma, ne vedremo delle belle, e i decenni appena passati ci appariranno simili alla preistoria.
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