Il tema della comparsa e dell’evoluzione dell’uomo è un tema “scottante”. In questo campo il lavoro scientifico è difficile perché difficilmente viene “lasciato in pace” a causa delle ideologie filosofiche e religiose che influenzano, inconsapevolmente o no, le teorie scientifiche. Gli atei tenderanno a rigettare qualsiasi teoria evoluzionistica o anche semplicemente finalistica, i credenti si arrampicheranno sugli specchi per negare qualsiasi ipotesi evoluzionistica. Per fortuna esiste un modo per sgombrare la mente da ogni preconcetto e ideologia per procedere in modo diretto verso la ricostruzione dei fatti. Si tratta del metodo scientifico che, se applicato in maniera rigorosa, ci permette di capire la realtà che ci circonda a prescindere da ciò che ci piace o che non ci piace o indipendentemente da ciò in cui crediamo o non crediamo.
Partiamo ad esempio dal concetto di “anello mancante”. L’anello mancante sarebbe un fossile di una specie che completerebbe le linee evolutive dell’uomo. Secondo coloro che non accettano la teoria dell’evoluzione il mancato ritrovamento di questo ipotetico fossile sarebbe una prova che l’evoluzione non ha avuto luogo. Tuttavia l’anello mancante è semplicemente un errore concettuale e, di fatto, non esiste. Anzi, il fatto che non esiste avvalora l’ipotesi evoluzionistica.
Faccio un esempio per spiegarmi meglio. Supponiamo che sin da quando eravate bambini vi siete fatti una fotografia ogni giorno. In questo modo potrete montare un filmato in cui nel primo fotogramma c’è un bambino o una bambina e nell’ultimo c’è un uomo o una donna. Secondo voi esisteranno, in mezzo al filmato, due fotogrammi in cui nel precedente c’è un bambino e nel successivo c’è un adulto? Ovviamente no, perché il passaggio dall’infanzia all’età adulta è graduale e continuo, cosicché non è possibile individuare un giorno specifico in cui è avvenuto il passaggio.
Allo stesso modo non esiste un passaggio netto tra ominidi e uomo e nemmeno tra scimmie e ominidi. Il passaggio è stato graduale ed è durato milioni di anni. L’uomo è tutt’ora in evoluzione e tra alcuni milioni di anni potrebbe avere una fisionomia ben diversa da quella attuale.
A questo punto ci chiediamo cosa succederebbe se un biologo proveniente da un altro mondo visitasse la Terra. Immaginiamo che tra le decine di milioni di specie viventi del nostro pianeta, vada alla ricerca della più intelligente. Probabilmente comincerebbe dalle scimmie. Sembrano tutte abbastanza intelligenti. Uno scimpanzè può fare quasi tutto quello che può fare un bambino di due anni e mezzo. Se confrontasse il loro DNA il nostro investigatore alieno scoprirebbe che sono quasi identici. Biologicamente non esiterebbe a classificare noi umani come una sottospecie degli scimpanzè. Ma se si fermasse ad osservare come vivono e si comportano gli uomini, si renderebbe subito conto di un divario enorme tra le nostre capacità e quelle degli altri primati. Vedrebbe la specie umana dominare la Terra.
Perché l’homo sapiens si è evoluto così diversamente dagli altri primati?
E’ la domanda a cui si cerca di rispondere in questo documentario (in due parti). E’ una storia lunga e affascinante durata ben 5 milioni di anni che vale la pena di conoscere.
Buona visione.
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