In una società come la nostra chi non sa usare il computer resta tagliato fuori dalle informazioni più interessanti e, di fatto, resta lontano dalla civiltà del presente.
Molte persone rifiutano di imparare anche gli usi più elementari, come scrivere una lettera, reperire informazioni su Internet o mandare un e-mail. Il fatto che il computer è considerato alienante non giustifica questo rifiuto. Cosa è più alienante, fare uso del computer, o restare tagliati fuori? Secondo me restare tagliati fuori è sempre più alienante rispetto ad imparare qualcosa di nuovo e moderno.
Essere analfabeti in campo informatico non credo che possa portare mai a qualcosa di buono, non riesco infatti a vederne i vantaggi, né immediati, né a lungo termine. Esistono tanti modi per essere alienati, non c’è affatto bisogno del computer. La droga, l’alcool, la cura ossessiva dell’aspetto fisico sono molto più alienanti di qualsiasi uso del computer.
C’è anche un altro vantaggio nell’uso delle tecnologie informatiche: l’apprendimento assume una nuova dimensione, quella della ricerca personale. Riuscire a reperire le infomazioni che ci interessano (e non quelle che non ci interessano) non è una cosa da poco.
Si impara qualcosa di molto importante nella vita di tutti i giorni: si impara a cercare e a capire le cose da soli.
Spesso a scuola si è inondati da una quantità di informazioni che, nonostante in alcuni contesti siano importanti, non lo sono nel nostro. Tuttavia si fa uno sforzo enorme per apprendere queste informazioni e si perde tempo in maniera inutile, quando il tempo e l’energia si potrebbero utilizzare in modo più proficuo nel tentativo di apprendere abilità e nozioni che hanno un grande interesse, almeno nel contesto in cui agisce l’individuo.
Questo, ovviamente, non deve essere la morte della “cultura generale”, ma più che altro uno “spostamento dell’attenzione”.
Sappiamo benissimo com’è difficile imparare qualcosa che non ci interessa. Questo ci deve fare pensare. Siamo giunti ad una svolta e questa è l’epoca in cui anche l’istruzione deve poter cambiare.
Purtroppo in Italia (come al solito) siamo piuttosto indietro e invece di potenziare i nuovi aspetti dell’apprendimento si pensa solo a diminuire il personale della scuola e a formulare leggi che rispecchiano solo il timore che ci sia qualcuno che lavora poco…
In questo contesto, che è indietro di almeno 50 anni rispetto alle moderne conoscenze sulla modalità di apprendimento, non è affatto strano che ci sia qualcuno che lavora poco, sembra strano che invece ci sia qualcuno che ancora cerca di lavorare!
Nessuno pensa che la cosa importante non è lavorare molto, ma lavorare bene.
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