domenica 1 febbraio 2009

Galassie e Universo

 

La Cosmologia nel passato

La visione che del mondo avevano i popoli dell’antichità era intrisa di elementi mitologici e religiosi. Essi spesso prescindevano da un’attenta analisi da quello che l’universo mostra anche ad un uomo privo di alcuno degli strumenti forniti dalla tecnologia.

Forse il più semplice tentativo di ottenere informazioni sulla struttura dell’universo è l’osservazione della Via Lattea anche con semplici strumenti: già Galileo con il suo telescopio dimostrò che quella striscia biancastra che solca il cielo estivo è formata da miriadi di stelle.

Cosa è la Via Lattea

Il Sole, con la sua corte di pianeti, è una delle centinaia di miliardi di stelle che formano la nostra Galassia, chiamata Via Lattea.

Come già era stato intuito un paio di secoli fa da Herschel, la Galassia ha una forma molto appiattita a mo’ di disco, ed il fatto che noi ci troviamo in essa fa sì che guardando nelle direzioni lungo il piano del disco, le stelle sembrano ammassarsi fino a perdersi in uno sfondo biancastro che taglia la volta celeste. Esso è ben visibile solo nelle notti limpide, senza il chiarore della Luna e lontano dalle luci cittadine.

Oggi, superate le interpretazioni che volevano il Sole al centro della Galassia (Kapteyn nel 1900 aveva dedotto ciò dai conteggi di stelle nelle varie direzioni lungo la fascia della Via Lattea) è noto che la nostra Galassia è un agglomerato di almeno 200 miliardi di stelle (con i loro eventuali pianeti), di nubi gassose e di nubi di polveri oscure. E’ un disco ruotante (diametro di circa 100.000 anni luce) non omogeneo in cui la maggior parte delle stelle, soprattutto quelle di recente formazione, sono raggruppate nei bracci di spirale. Le stelle più vecchie stanno in maggioranza nell’alone (raggruppate soprattutto in “ammassi globulari”) e nel “bulge” (il rigonfiamento centrale) (vedere figura 1).

Miliardi di galassie…

La concezione anticipatrice del filosofo Kant, che interpretava la Galassia come “Universi isole”, è stata ormai verificata dalle osservazioni. Infatti molti di quegli oggetti celesti, i più luminosi visibili anche con semplici binocoli, che in passato erano chiamati indistintamente nebulose, sono in realtà immensi agglomerati stellari posti al di fuori della nostra Galassia, cioè altre galassie.

Oggi il Telescopio Spaziale “Hubble” ci permette di fare una stima del numero di galassie presenti nell’Universo accessibile: almeno 50 miliardi.

Via Lattea di taglio

Via Lattea di pianta

 

…uguali o diverse dalla nostra

Nella figura 2 sono riportati i principali tipi di galassie. La Via Lattea è una galassia a spirale. Le galassie ellittiche, oltre che per la forma, si caratterizzano per l’assenza di materia gassosa tra le loro stelle, cosicché i processi di formazione stellare sono, allo stato attuale, scarsamente attivi.

Molte galassie manifestano evidenze di fenomeni violentissimi nel loro centro (dove è ipotizzata la presenza di enormi buchi neri) e grazie alle osservazioni nei raggi X e nelle onde radio si sa che circa il 5% di galassie manifesta questi fenomeni peculiari.

classificazione delle galassie

Il Big Bang

Le equazioni della relatività generale di Einstein, che governano (in base alla forza di gravità) la struttura dello spazio, sono molto complesse. Nel 1917 Einstein constatò che esse portano ad un universo in espansione (o in contrazione) ma non volle prendere in considerazione la possibilità di un universo non statico; così introdusse nelle sue equazioni una “costante cosmologica”.

Nel 1929 Hubble mostrò evidenze osservative (basate sulla spettroscopia delle galassie) per un universo in espansione.

Nel 1965 Penzias e Wilson rivelarono una debole emissione nelle onde radio proveniente da ogni direzione della volta celeste: questa radiazione di fondo è un’altra evidenza, dopo l’espansione, che l’universo è nato da una immane esplosione: il Big Bang.

Nell’istante del Big Bang tutto l’universo doveva essere concentrato in un punto: tutto lo spazio era un punto con densità e temperatura infinite.

L’Universo nel passato

Lo spazio e il tempo devono essersi originati circa 10-15 miliardi di anni fa. Per ricavare questa data di nascita è stato necessario stimare quanto rapida è l’espansione dell’Universo (ossia misurare quella che è chiamata costante di Hubble) e quindi arrivare al momento in cui il “tutto” doveva essere concentrato in un punto (“singolarità”). Il Big Bang diluì l’energia della singolarità in spazi sempre più grandi e dopo 300.000 anni, quando la temperatura diminuì a sufficienza, la luce si disaccoppiò dalla materia.

Nel frattempo si formavano gli atomi più semplici (idrogeno ed elio).

La curvatura dell’Universo

La forza di gravità “curva” lo spazio - tempo. Quindi se la densità media di materia presente nel cosmo fosse abbastanza alta (più di 4×10-3 g/cm3), la gravità tenderebbe a “richiamare” ogni parte del cosmo su di sè fornendogli una “curvatura positiva”. Ciò vuole anche significare che un ipotetico viaggio nel cosmo in una direzione costante finirebbe con il ritorno al punto di partenza, così come (nel caso bidimensionale) quando ci si muove sulla superficie di una sfera.

Nel caso in cui la densità media fosse inferiore al valore critico, l’universo sarebbe curvato dalla gravità, ma non efficacemente “richiamato” su se stesso (“curvatura negativa”). Se anche in questo caso ci rifacciamo alla situazione bidimensionale non abbiamo più la superficie di una sfera ma quella di un iperboloide (superficie a forma di sella da fantino).

Esattamente in una situazione di mezzo sta il caso di un “Universo piatto”. Per varie ragioni è questo il modello favorito dalle teorie fisico-matematiche. Per rendere possibile tale struttura è stato necessario supporre un’epoca, immediatamente successiva al Big Bang, in cui l’universo subì un’espansione ultrarapida (fase dell’inflazione).

Il destino dell’Universo

Per avere un’idea del futuro del cosmo bisogna capire quale è la sua curvatura. Solo nel caso di universo a curvatura positiva, l’espansione dell’intero Universo potrà rallentare a tal punto, per effetto dell’attrazione gravitazionale, da richiudersi su se stesso, in un remoto futuro. Oggi pare che la densità dell’universo non basti, ma che essa sia minore del valore critico necessario per avere un universo piatto.

Recentissime osservazioni, basate sullo studio di esplosioni stellari (supernove) su lontanissime galassie, tenderebbero a favorire la possibilità che l’universo sia soggetto a una qualche forza espansiva che si oppone efficacemente alla gravità.

 

Giuseppe Marino

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Teorema di Pitagora. Ecco come impararlo facilmente

Occupiamoci un attimo del famoso Teorema di Pitagora. Ve lo ricordate davvero tutti? Lo sapete memorizzare con facilità? E poi siete anche in grado di ricordarlo con sicurezza? In questo filmato viene mostrato un semplice metodo per memorizzarlo (spero) in maniera definitiva. Credo che spesso sia molto più utile "visualizzare" piuttosto che "memorizzare" e per visualizzare è necessaria una rappresentazione "dinamica" (in movimento) dell'oggetto che si studia. Questa rappresentazione, per fortuna, si può ottenere anche con il Teorema di Pitagora.
L’enunciato del teorema di Pitagora, probabilmente il più famoso che esista, è il seguente:

“In un triangolo rettangolo, l'area del quadrato costruito sull'ipotenusa è uguale alla somma dell'area dei quadrati costruiti sui cateti”.

Avete capito tutto? Vi sembra che questo enunciato sia alquanto oscuro? Niente paura...

Se vogliamo “vederlo”, possiamo ammirare questo breve filmato:


Capito tutto? Adesso vi appare più chiaro? :-)
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sabato 31 gennaio 2009

Questa è un’immagine di alcuni studenti a Gaza mentre sono a scuola

 

Questi sono alcuni studenti a Gaza mentre sono a scuola. La foto è stata fatta dopo i bombardamenti. A volte si dice che un’immagine vale più di mille parole e in questo caso si capisce perfettamente che questo modo di dire è più vero che mai.

I ragazzi sono a scuola nonostante la guerra. Ne traggano esempio i nostri studenti italiani, che a volte per un termosifone rotto fanno scioperi che durano settimane…

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venerdì 30 gennaio 2009

I sei più grandi misteri del Sistema Solare

4,6 miliardi di anni fa, da una nube di gas e polveri appartenente alla Via Lattea, si condensò una stella che adesso chiamiamo Sole. Attorno a questa stella orbita il pianeta Terra, in cui abitiamo noi. E’ una storia molto lunga, quella che porta alla formazione del Sole, dei pianeti, della Terra, della vita.

Del nostro Sistema Solare conosciamo tante cose, grazie all’osservazione telescopica e alle immagini delle sonde spaziali. Tuttavia, come avviene in qualsiasi processo di conoscenza scientifica, al momento attuale ci sono alcune cose che ci sfuggono.

Ecco le sei domande che ancora non trovano risposta.

1) Come si è formato il Sistema Solare?

Osservando bene i pianeti vicini alla Terra, potremmo pensare che hanno un’origine ben diversa rispetto alla Terra stessa. Sembrerebbero più dei “fratelli adottivi” piuttosto che dei fratelli “veri”. Nonostante le differenze invece devono avere la stessa origine.

2) Le eclissi

Il Sole è 400 volte più grande della Luna, ma si trova 400 volte più distante. A causa di ciò la Luna durante le eclissi copre quasi esattamente il disco solare. E’ solo una coincidenza?

3) Esiste il pianeta X?

Se ne parla da decenni. La possibile esistenza di un pianeta oltre Plutone ha alimentato un enorme quantità di “leggende” pseudoscientifiche. In realtà sono stati trovati alcuni asteroidi che orbitano più lontano di Plutone.

4) Da dove provengono le comete?

Queste apparizioni affascinano l’umanità intera da millenni. Alcune comete sono periodiche, come la cometa di Halley. Altre provengono dalle profondità dello spazio. Una famosa ipotesi è quella della nube di Oort, in cui risiederebbero miliardi di “palle di neve cosmiche” che periodicamente sarebbero catturate dalla forza di gravità del Sole.

5) Il Sistema Solare è unico?

Dalla prima scoperta di un pianeta orbitante attorno ad un’altra stella, avvenuta nel 1992, sono stati scoperti altri 280 pianeti “alieni”. Tuttavia non è stato ancora possibile trovare pianeti piccoli come la Terra. Con gli attuali mezzi tecnici è stato possibile solo osservare l’esistenza di pianeti giganti gassosi, come Giove.

6) Come finirà il Sistema Solare?

La fine del Sistema Solare coinciderà con la fine del Sole? Tra 5 miliardi di anni il Sole comincerà a “gonfiarsi” diventando una gigante rossa. Il suo diametro crescerà a tal punto da inglobare le orbite della Terra e forse anche di Marte. I pianeti più interno verranno “cucinati” per bene. I pianeti più esterni, i giganti gassosi, come Giove o Saturno, virtualmente potrebbero continuare ad esistere per periodi imprecisati di tempo, orbitando attorno al residuo finale del Sole morente, una nana bianca.

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Sto facendo la raccolta della carta straccia. Qualcuno vuole partecipare?

 

Finora sono riuscito a raccogliere solo questa, ma se qualcuno me ne manda ancora un po’ non sarebbe male. Basta poco per dare nuova vita alla vostra carta… :-)

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giovedì 29 gennaio 2009

La galassia UFO

 

NGC 2683, a causa della sua forma viene chiamata anche “galassia UFO”. Si tratta di una galassia a spirale vista quasi di profilo. In questa bellissima foto possiamo vedere un nucleo piccolo e brillante, circondato da braccia a spirale sottili. Nelle braccia a spirale possiamo vedere anche le nubi di gas e polvere che sono la causa della formazione di nuove stelle.

NGC 2683 fu scoperta dall’astronomo William Herschel il 5 febbraio del 1788 ed è visibile nella costellazione della Lince. Ha un diametro di circa 25000 anni luce e dista da noi oltre 25 milioni di anni luce.

Si tratta di un bell’esempio di come potrebbe vedersi la nostra Via Lattea da un osservatore posto al di fuori di essa.

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Principio di causa-effetto

 

Questo filmato è diventato famoso diffondendosi su Internet. In realtà è una pubblicità, ma ciò non toglie che questa animazione sia davvero geniale.

Il l’avrei intitolato “principio di causa-effetto” oppure “effetto domino”. A me piace davvero moltissimo e ve lo lascio godere.

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mercoledì 28 gennaio 2009

Video accelerato di Aurore Boreali

 

Le Aurore Boreali sono uno dei fenomeni visivi più spettacolari che esistano in natura. In questo filmato a velocità accelerata possiamo vedere una splendida esposizione che mostra luci, forme e colori nel corso di una una singola notte.

La causa di questo affascinante fenomeno è l’interazione tra il vento solare (formato da particelle cariche come elettroni e protoni) e gli atomi neutri dell’alta atmosfera terrestre che vengono eccitati, cioè i loro elettroni più esterni vengono a trovarsi a livelli energetici più elevati. Dopo un tempo caratteristico (si parla di frazioni minuscole di secondo), l’atomo torna allo stato energetico iniziale, ma in questo processo emette luce (fotoni).

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Meduse immortali infestano i mari di tutto il mondo

 

La Turritopsis Nutricola è in grado di tornare ad una forma giovanile anche dopo avere raggiunto la maturità sessuale.

I biologi marini si sono accorti che le popolazioni di questa medusa sono diventate molto numerose proprio perché questo essere vivente in realtà non muore.

Il Dott. Maria Miglietta dello Smithsonian Tropical Marine Institute, ha dichiarato: "Stiamo osservando una silenziosa invasione in tutto il mondo". Le meduse sono originarie dei Caraibi, ma adesso si stanno diffondendo in tutti i mari.

La Turritopsis Nutricola è un Idrozoo ed è l’unico animale conosciuto in grado, autonomamente, di tornare alla sua forma giovanile.

Gli scienziati ritengono che questo processo si possa ripetere all’infinito, rendendo questa medusa virtualmente immortale. Adesso questo piccolo essere vivente, largo al massimo 5 millimetri, viene studiato assiduamente dai genetisti per scoprire esattamente come avviene questo processo di “ringiovanimento”.

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martedì 27 gennaio 2009

Cristina del Grande Fratello “finalmente” in topless. Lo aspettavano quasi tutti gli italiani…

 

Anche le femmine, direi. Le tette più famose d’Italia si sono finalmente mostrate! Che devo dire? Evidentemente la nostra protagonista del Grande Fratello stava cominciando a vivere una frustrante esperienza di “calo della popolarità” e ha deciso di dare una piccola scrollatina all’audience.

Come sempre, c’è riuscita perfettamente. Ormai Cristina ha vinto la lotta per la popolarità e ha raggiunto l’obiettivo di essersi fatta notare.

Chissà se riuscirà a mantenerla questa popolarità. Ma la prossima volta cosa dovrà fare per fare parlare si sé? Forse se le farà esplodere? ;-)

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Il pannello dei comandi dello Shuttle

 

Dove sarà il pulsante per accendere la radio? ;-)  In ogni caso è prudente non premere il pulsante rosso...

La visione del pannello comandi dello Shuttle è davvero affascinante.

STSCPanel

(clicca sull'immagine per vederla ingrandita)

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