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La sopravvalutazione dell'ottimismo e della fortuna. E le capacità non contano più niente?

Siamo talmente abituati a vedere persone incapaci (e che non sanno fare nemmeno la O col bicchiere) che hanno un buon lavoro, soldi, successo, che ormai le capacità, l'intelligenza, la competenza non hanno più quasi nessuna importanza.

L'importante è avere fortuna, non ha importanza quanta, non ha importanza come.

E poi in tv ci sono tutte quelle persone che fanno ascolti mostruosi senza avere alcun talento. Basta avere le tette rifatte, o anche solo la raccomandazione giusta, ed è fatta! Si diventa famosissimi, senza sapere recitare, cantare, ballare. Senza nemmeno conoscere la grammatica italiana...

E questa è una grande fortuna, giusto?

Ovviamente queste cose non succedono solo in Italia, ma un po' dappertutto. Così anche i ricercatori si sono dovuti svegliare e si sono dovuti adeguare al trend. Una volta gli psicologi davano consigli su come essere più efficienti nello studio, come potenziare la propria memoria, come riuscire a maturare meglio, insomma su come migliorare le proprie capacità.

Adesso spingono a tutta forza sull'ottimismo e sulla fortuna. Senza ottimismo non c'è fortuna e senza fortuna, niente successo, in niente.

Cominciò Martin Seligman nel 1990, con il best seller "Imparare l'ottimismo". In questo libro lo psicologo statunitense analizzava l'influenza dell'atteggiamento ottimistico nel rendimento lavorativo e sportivo, indicando anche dei semplici metodi per avere un atteggiamento più ottimistico.

Ha continuato Richard Wiseman, con l'altrettanto best seller "fattore fortuna". In questo libro Wiseman svela quattro principi per imparare ad essere fortunati.

Ma lo volete sapere come si fa ad avere successo in maniera sicura?

Scrivete un libro che spiega come fare ad avere successo, no? Più evidente di così... ;-)

 

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