giovedì 8 maggio 2008

Chi ha inventato la pasta?

Per dare una risposta a questa domanda è necessario tornare indietro nel tempo e documentarsi sulla storia e sulle leggende. Alcuni testi riportano a Marco Polo, altri a popolazioni venute dall'Oriente o addirittura ai Mongoli.
Non è facile capire quali tra questi riferimenti siano veri, anche perché l'origine della pasta si perde nella notte dei tempi.
Ragionando con la logica si può pensare che, esattamente come il pane, la pasta fu con grande probabilità un cibo spontaneo, legato alla coltivazione dei cereali, la cui diffusione avvenne quasi contemporaneamente fra tutti i popoli.
I cereali furono scelti per essere la base dell'alimentazione e da tutti vennero cotti in acqua salata, l'acqua del mare dove era possibile o acqua e sale.
Nel bacino del Mediterraneo in tempi ormai remoti si svilupparono coltivazioni di frumento e orzo, grano saraceno nell'Africa settentrionale, nel Nord europeo avena, mais nell'America centrale e segale nei paesi anglosassoni.
I cereali all'inizio vennero utilizzati grazie alla raccolta dalla vegetazione spontanea, poi selezionati e coltivati.
In tappe successive, si arriva alla macinazione e alla farina, all'impasto, alla sfoglia e infine alla pasta.
Con l'avvento dell'organizzazione civile delle tribù stanziali, si giunse quindi all'utilizzo di un impasto molto simile alla pasta attuale. La prima citazione storica dell'esistenza di qualcosa di simile alla pasta, risale alla civiltà greca: la parola laganon era usata nel mondo greco per indicare una sfoglia larga e piatta di pasta tagliata a strisce. Aristofane, il commediografo greco della fine di V secolo a.C., in un passo di carattere gastronomico di una sua commedia, accenna ad una pasta di frumento che ricorda gli attuali ravioli.
Fu un alimento molto apprezzato anche dagli etruschi, visto che in una tomba presso Cerveteri sono raffigurati coltelli, mattarello e una rotella che sembra quella ancora in uso per la preparazione dei ravioli (pare che gli etruschi preparassero e cucinassero lasagne di farro, un cereale simile al frumento, ma molto più resistente alle intemperie e alle malattie).
E' certo che i romani (pronti ad imitare e ad assimilare usanze di altri popoli e spesso a migliorarle), parlano per primi di lagane. Le lagane romane certamente non erano identiche alle attuali lasagne e ai maccheroni, ma sicuramente gli assomigliavano noltissimo ed erano a base di farina, ne è prova il fatto che il più antico libro di ricette romane, scritto da Apicio, raccomandava di utilizzare "le duttili lagane per racchiudervi timballi e pasticci".
Nel 35 a.C.- Q. Orazio Flacco (65 a. C. - 8 a.C.) descrive, nella satira VI del I Libro, v. 115 la propria frugale cena: [...] inde domum me ad porri et ciceris refero laganique catinum, quindi me ne ritorno a casa (la sera) per mangiare una scodella di porri, ceci e lagane. Che cosa siano queste lagane ce lo spiega il Forcellini (1688 - 1768) nel suo Lexicon totius latinitatis: membranulas ex farina et aqua, quae iure pingui coctae, caseo, pipere, croco et cinnamomo conditur. Illud certum est cibum esse teneriorem et qui nullo labore mandi potest, ovvero sottili strisce di farina e acqua, che cotte in brodo grasso, si condiscono con cacio, pepe, zafferano e cannella.
Viene riferito anche che "Orazio - che amava la vita semplice e rustica - preferiva mangiare una scodella di porri, ceci e lagane a casa sua piuttosto che frequentare le feste e i banchetti della corte di Augusto".
Intorno all'anno Mille abbiamo la prima ricetta documentata di pasta, nel libro "De arte Coquinaria per vermicelli e maccaroni siciliani", scritto da Martino Corno, cuoco del potente Patriarca di Aquileia.
Nel XII secolo si documentata l'esistenza di un'industria di pasta secca, detta "itrija", localizzata nelle vicinanze di Palermo.

Uno scritto del 1154, del geografo di origine araba Al-Idrisi, che era al servizio di Ruggero II, intitolato "Il libro di chi si diletta a girare il mondo" si legge di una zona abitata con case e "molti mulini", a poca distanza da Palermo, denominata "Trabia" dove si fabbrica pasta a forma di fili (Tria in arabo), e di commerci della pasta, molto sviluppati, in paesi di "Musulmani e Cristiani", spedita con navi che ne trasportarono abbondanti quantità ovunque nel Mediterraneo".
In Puglia le lasagne secche oncor oggi vengono chiamate "Tria".
Manca ancora quasi un secolo alla nascita di Marco Polo e già si usava la pasta alimentare a forma di spaghetto e questo basta a eliminare ogni dubbio sulla provenienza degli spaghetti argomento su cui si è tanto discusso.
Molti altri spunti si possono trarre da scritti del XII e XIII secolo dove vengono spesso fatti riferimenti ad "abbuffate di lasagne con formaggio", Jacopone da Todi nomina la pasta in una delle sue invettive contro il Papa, Boccaccio nel Decamerone ne fa un elogio entusiasta e altri anche se meno famosi, ma convinti, ne decantano in versi le qualità.
Nel XVII secolo, poi, a Napoli, la Pasta incontrò il pomodoro, giunto in Europa dopo la scoperta dell'America. Questo connubio fu una vera rivoluzione gastronomica. Questo nuovo accostamento fece rapidamente dimenticare le combinazioni agro-dolce e dolce-salato fino ad allora utilizzate in cucina.
La pasta così trattata non entrò immediatamenteo nelle mense "nobili e principesche d'Italia", perché veniva ancora mangiata con le mani.
Nel 1787 Goethe, nel suo diario Viaggio in Italia, dopo aver definito i maccheroni come una «pasta delicata, fatta di farina fina, fortemente lavorata, bollita e trafilata in certe forme», disegna delicati scorci di vita napoletana descrivendo l'attività dei maccheronari che, agli angoli di quasi tutte le grandi via, «con le loro casserole piene di olio bollente sono occupati, particolarmente nei giorni di magro», a preparare maccheroni, con «uno smercio incredibile», tanto che «migliaia di persone portano via il loro pranzo e la loro cena in un pezzettino di carta».
Fu solo attorno al 1800, che grazie ad un intraprendente ciambellano di corte di Re Ferdinando II, tal Gennaro Spadaccini, e alla sua geniale idea di utilizzare una forchetta con 4 punte corte (poi diventata di uso comune), che la Pasta fu servita anche nei pranzi delle corti di tutt'Italia e di la' iniziò il suo giro del mondo.
Nel 1806 M. Bonaiuti da Londra scrive, in Italian scenery: «I maccheroni di Napoli si riconoscono facilmente. Non sono avvolti a matassa come quelli di Genova. Sono assolutamente diritti e solo ad una estremità hanno una curva, perchè non appena sono usciti dalla pressa per la lunghezza prestabilita, vengono appesi a dei bastoni per farli essiccare. Il foro che li attraversa da un capo all'altro è perfettamente eseguito. [...] Ciò che più li distingue è il loro colore giallo dorato. Il loro impasto è granulare e guardato contro luce presenta una particolare trasparenza propria dei veri maccheroni di Napoli».
La pasta da allora è diventata il cibo più italiano che ci sia, quello che ovunque nel mondo viene istintivamente associato all'Italia.
La pasta italiana qualitativamente resta la migliore al mondo, orgoglio e vanto della nostra cucina, compagna della nostra tavola e della nostra storia. (Fonte).

 

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mercoledì 7 maggio 2008

Strane creature degli abissi (carrellata di immagini)

Le profondità del mare celano forme di vita dall'aspetto talvolta curioso, talvolta inquietante, e che comunque supera qualsiasi fervida fantasia, come si può ammirare in questa carrellata di immagini. E' come se si trattasse di vere e proprie forme di vita aliene. In effetti l'accostamento con le forme di vita aliene non è poi così azzardato, pensandoci bene. Infatti le condizioni di temperatura e pressione, composizione chimica, illuminazione solare, delle profondità oceaniche sono talmente diverse da quelle della terraferma (o anche semplicemente da quelle delle acque poco profonde), che queste creature è come se vivessero davvero su un altro pianeta! Si tratta di veri e propri miracoli dell'adattamento all'ambiente circostante.

 

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Conviene delinquere o sbaglio?

Leggiamo ad esempio una notizia come questa, tratta dal tgcom:

"Giustizia lenta, rapinatori liberi
Brescia, avevano assaltato ville
Quattro presunti responsabili di alcune rapine in villa messe a segno l'anno scorso nelle province di Brescia e di Bergamo sono stati scarcerati per decorrenza dei termini. In carcere erano finiti prima due kosovari e un romeno, poi altri due kosovari. Dei 5 arrestati uno ha patteggiato, gli altri 4 sono tornati in libertà. La Procura di Brescia non avrebbe chiesto, al momento, né il rinvio a giudizio né la proroga delle indagini per i quattro.
Le rapine erano avvenute tra il 25 e il 30 aprile del 2007 a Coccaglio (Brescia), Lonato (Brescia), Credaro (Bergamo), e Cologno al Serio (Bergamo). Colpi compiuti con particolare ferocia, anche prendendo in ostaggio le vittime per costringerle a consegnare somme di denaro. Ad arrestare i presunti responsabili erano stati i Carabinieri della compagnia di Chiari dopo una rapina in villa a Lonato, nella notte tra il 30 aprile e l'1 maggio. Ora la banda delle rapine in villa è tornata a piede libero."

A questo punto basta arricchirsi, farsi un paio di mesi dentro e poi quando si esce, ci si ritrova più ricchi di quanto si possa solo sognare.
Grazie ai giudici e ai magistrati di questo splendido paese. Grazie davvero!

 

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Rock Port nel Missouri (USA). La prima città alimentata al 100% con energia eolica!

Rock Port, Missouri (USA), è la prima città che dipende al 100% solo dall'energia del vento. Loess Hill Wind Farm, con quattro turbine eoliche da 1,25 MW,  può generare 16 gigawattora (16 milioni di chilowattora) di energia elettrica l'anno. 13 gigawattora di energia elettrica sono stati consumati annualmente dai residenti e dalle aziende di questa cittadina che conta 1400 abitanti.

La società elettrica locale, Missouri Public Utility Alliance, può acquistare l'energia elettrica in eccesso, quando disponibile. Ovviamente può anche fornire energia quando non c'è abbastanza energia eolica disponibile.

 

 

 

 

 

 

 

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martedì 6 maggio 2008

Boomerang in assenza di peso nella Stazione Spaziale Internazionale (filmato)

L'Astronauta giapponese Takao Doi, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, ha provato a gettare un boomerang in assenza di peso, osservando come questo ritorni indietro, esattamente come succede sulla Terra. L'idea gli è venuta su richiesta del suo amico Yashuhiro Togai, un campione del mondo di boomerang . Il risultato è esattamente ciò che la scienza predice sul comportamento del boomerang.

 

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Lo sapevate che esiste un batterio che può digerire l'Uranio? (immagini)

Ecco il batterio che può digerire l'Uranio: si tratta di un metallireducens bacteria.

batterio

02

(il batterio è evidenziato in verde; ingrandimento 3600x e 4800x)

Può essere utilizzato per digerire scorie radioattive con l'Uranio. Questo batterio è in grado di sopravvivere in ambienti radioattivi e trasformare l'Uranio da una forma solubile (che può contaminare le forniture di acqua) in una forma solida.
Altre specie di batteri invece possono eliminare la contaminazione di petrolio in acqua inquinata e convertire la materia organica dei rifiuti in energia elettrica! I Geobatteri SP, ad esempio, sono batteri anaerobici (che vivono senza ossigeno) che utilizzano i metalli per ottenere energia nello stesso modo in cui l'uomo usa l'ossigeno.

 

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L'automobile più pulita del mondo: l'Honda Civic GX.

 

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Si tratta di una vettura molto interessante con una emissione inquinante estremamente bassa. L'Honda Civic GX funziona a gas naturale compresso (metano). 113 CV, 1800 cc di cilindrata, presenta una emissione del 90% più bassa rispetto a quella media di una vettura a benzina. Anche il prezzo è interessante: 24590 dollari (circa 15900 euro, al cambio attuale), che è una cifra abbordabile quasi per chiunque.

Vedo con piacere che con il passare del tempo si vedono, e vengono pubblicizzate, sempre più vetture non inquinanti e si comincia a diffondere una cultura dell'auto economica, ecologica e non solo veloce-potente. Il numero di vetture a metano, elettriche e persino ad energia solare, sale sempre di più. Questo mi fa sperare bene per il futuro. L'unica cosa che mi dispiace è vedere che questa cultura stenta a diffondersi anche in Italia, dove il binomio automobile-status symbol, è ancora troppo radicato nella mente degli italiani. Sono ancora troppo pochi gli italiani che si accontenterebbero di andare in giro con una vettura "economica" e che non inquina.

 

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Devo curare il giardino, altrimenti si rovina... (immagine)

Cosa starà facendo questo tizio? Possibile che...

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lunedì 5 maggio 2008

Per cosa combattete?

Tutti noi abbiamo un obiettivo nella vita, un sogno, un nemico visibile o invisibile da vincere. E' la natura stessa della vita che ci impone di trovare un obiettivo e di inseguirlo fino alla sua completa realizzazione.

Vedo moltissimi, giovani e meno giovani, che invece non hanno un vero obiettivo nella vita, si limitano a cercare qualcosa di molto vago, che non crea alcuna soddisfazione di base. "So quello che non voglio, ma non so quello che voglio" è il loro tacito slogan. Si tratta di uomini e donne che hanno già superato la trentina, con un bagaglio di esperienze confuse sia dal punto di vista lavorativo che da quello sentimentale. Perché, è ovvio, il lavoro e i sentimenti vanno spesso di pari passo. Niente lavoro sicuro = niente di sicuro nell'amore. Questa equazione viene recepita dai "giovani" trentenni di quest'epoca come un vincolo assolutamente scontato. Nessuno osa metterlo in dubbio.

Ma certo! Come fai a mettere su casa e famiglia senza un lavoro sicuro? Senza il posto fisso? Questa però potrebbe (dico potrebbe) essere una "barriera psicologica". Non si accorgono che esistono altri lavori che non garantiscono certezze. Ad esempio chi apre un ristorante che certezze ha? In realtà nessuna. Come fa a sapere se i clienti arriveranno sempre? E se apre un altro locale vicino che fa concorrenza? E se un incendio distrugge il locale? E se fallisce? E se la mafia chiede il pizzo? Un mese lavori e il successivo non lo sai. Un giorno lavori e l'altro, che ne sai?

Un libero professionista non ha (molte) più certezze di un precario, ad esempio.

I lavori non sono sicuri come non è sicura nemmeno la vita.

Su questa base di "precarietà" si fondano però anche i sentimenti. I sentimenti sono precari come i lavori che si fanno. Un amore comincia ma non si sa se può continuare, spesso non si sa nemmeno se può cominciare. In questo modo si resta eterni adolescenti e non si cresce mai.

Ma alla fine per cosa combattiamo? Anche gli obiettivi sono precari? Sicuramente sì. Corsi di laurea iniziati e mai portati a termine, facoltà cambiate ogni anno, sogni artistici falliti e tante altre cose.

Molti portano avanti sogni velleitari: diventare attori, miliardari, veline, cantanti, così poi se falliscono possono dire che era troppo difficile e che non avevano le amicizie giuste. Altri non fanno proprio niente, perché è inutile cominciare a fare qualcosa... se non si hanno le amicizie giuste!

Tutte barriere psicologiche che possono essere abbattute solo nel momento in cui si riconoscono come tali.

In conclusione posso dire solo una cosa. La realtà dei fatti dimostra come la "precarietà" della vita potrebbe essere solo una barriera psicologica (o persino un alibi) per tutti coloro che ne hanno una eccessiva paura. La paura è paralizzante e non permette di crescere, nemmeno a chi sarebbe capacissimo di farlo.

 

 

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Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

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