Secondo molti studiosi di botanica si tratta dell'albero più grande e vecchio d'Europa. La sua circonferenza è di 52 metri e la sua età è stimata tra i 2000 e i 4000 anni.
Una testimonianza della sua età è fornita dalle numerose stampe di artisti stranieri che raffigurano il bellissimo ed enorme albero. Il tempo, le intemperie, la stupidità e la cattiveria dell'uomo hanno modificato nel tempo il suo aspetto. Adesso il castagno appare come diviso in tre parti che in origine provenivano da un unico ceppo. In ogni caso questo gigantesco albero è qualcosa da non perdere: una ragione in più per recarsi Sant'Alfio (CT) per ammirarlo.
Le sfumature di una leggenda. Perché si chiama Castagno dei Cento Cavalli?
Si tramanda, infatti, che sotto le sue fronde, trovò riparo, durante un furioso temporale, la Regina Giovanna con il suo seguito di cento cavalieri. E qui, vi trascorse una indimenticabile notte d’amore. Controversa pare la figura della protagonista. Secondo, alcuni scrittori, la Giovanna della leggenda sarebbe Giovanna D’Aragona, regina di Castiglia, soprannominata la “pazza”. Ma questa versione pare infondata, in quanto è storicamente accertato che Giovanna D’Aragona, non venne mai in Sicilia. Altre fonti parlano di Giovanna I D’Angiò, regina di Napoli. Tuttavia Giovanna I non scese mai in Sicilia. Se alcune fonti identificano in lei la regina della leggenda, queto è da attribuire al fatto che Giovanna I, era molto nota presso il popolo siciliano, perché fu lei a stipulare, attraverso i suoi ambasciatori, la pace di Catania nel 1347, che chiuse la seconda fase della guerra dei novantenni. Più attendibile la versione, che parla di Giovanna II D’Angiò, regina di Napoli , figlia di Carlo III di Durazzo. Questa regina infatti, che portò il regno all’estremo declino, era nota per i costumi dissoluti, la mutevolezza del carattere ed i facili amori. Della leggenda del Castagno, se n’è anche impadronita la poesia. Diversi scrittori e poeti siciliani, infatti hanno immortalato il Castagno nelle loro opere. Ci piace ricordare il Filateo, il Carrera, il poeta dialettale catanese Giuseppe Borrello, che parla di “Un pedi di castagna tantu grossu”, ed ancora il Dannunziano Carlo Parisi, ed il poeta catanese Giuseppe Villaroel che in tal modo inizia un suggestivo sonetto: “Dal tronco, enorme torre millenaria……”.
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