La parola “robot” ha da poco compiuto 90 anni. Decisamente una bella età per qualcosa che si è sempre detto appartenere al “futuro”.
Fu infatti il 25 gennaio del 1921 che il termine “robot” fu introdotto nel dramma teatrale “RUR” (robot universali di Rossum) di Karel Čapek. Lo spettacolo debuttò a Praga in lingua ceca, ma poi fu rappresentato a New York nel 1922 in lingua inglese, e il termine robot divenne improvvisamente famoso.
In realtà il termine originale ceco sarebbe “robota” che significa “lavoro duro” o “lavoro forzato” e sarebbe stato suggerito all’autore dal fratello Josef.
I robot di Čapek non sono degli automi meccanici come li conosciamo dai nostri film o romanzi di fantascienza, ma esseri "costruiti" producendo artificialmente le diverse parti del corpo e assemblandole insieme. Ai nostri giorni forse li avremmo chiamati “cyborg”. In ogni caso un nuovo concetto era stato introdotto nell’immaginario collettivo e nei decenni successivi si sarebbe evoluto e trasformato fino a diventare quello che oggi conosciamo.
Cosa sarebbe oggi la fantascienza senza robot come C-3PO, Terminator, Sonny (da Io Robot), Transformers, Wall•E? Certamente sarebbe mancato qualcosa.
Dal 1921 la robotica ha fatto passi da gigante e questo forse ha fatto anche aumentare la paura che i robot possano davvero conquistare il mondo . Per il momento però hanno mantenuto un aspetto simpatico, come nel caso di ASIMO, un robot “vero” realizzato dalla giapponese Honda, che possiamo ammirare in questo filmato:
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