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Gaetano Ponte: un uomo, un vulcanologo.

 

E’ con grande piacere che ho trovato su YouTube il filmato che vi presento. Si tratta di un video realizzato dall’Istituto “Gaetano Ponte” di Palagonia e dedicato proprio a Gaetano Ponte, un vulcanologo che tanto ha dato alla ricerca vulcanologica internazionale. Prima della visione del filmato vi rimando alle seguenti note biografiche su Gaetano Ponte. Buona lettura a buona visione.

Gaetano Ponte, nato da Giovanni e da Raffaela Casabene, il 21.6.1876 nella abitazione di famiglia, in via Umberto a Palagonia (CT). Sposa Giuseppina Gulizia, con la quale si trasferisce nel capoluogo etneo, in una abitazione della centralissima via Etnea , di fronte all'Orto Botanico, non ha figli. Laureatosi in Scienze Naturali (Catania, 1903), già assistente presso l'Istituto di Mineralogia dell'Università di Catania (1907) e Libero Docente di Mineralogia (1911), rivela le sue solide doti nella preparazione geo-mineralogica e petrografica, che gli provenivano dall'aver frequentato la famosa scuola petrografica del grande Ferdinando Zirkel in Lipsia e dell'Istituto chimico-fisico diretto da W. Ostwald presso quella stessa Università. Professore di vulcanologia presso la facoltà di Scienze Naturali dell'Università di Catania (dal 1919), fonda nel 1924 l'Istituto di Vulcanologia (unica struttura universitaria europea che avesse come finalità istituzionale lo studio dei vulcani), con lo scopo precipuo di creare in Catania una struttura atta, oltre che al controllo dei fenomeni vulcanici, una scuola di preparazione e di perfezionamento per ricercatori ad alto livello, proprio in quella meravigliosa palestra naturale che è l'Etna, nella quale lui per primo vede un vero e proprio laboratorio perenne. Fautore del recupero dell'Osservatorio Etneo di cui, dopo aver curato i restauri, diventa direttore. Scienziato di fama internazionale, sostenitore dei metodi sperimentali, studia dal 1898 fino agli inizi degli anni '50 del secolo scorso i fenomeni vulcanici, e in particolare l'Etna, cercando di valorizzare l'importanza del grande vulcano, non soltanto come luogo di studio per gli scienziati, ma anche come meta turistica e come risorsa ambientale per l'industria. Passa lunghi periodi di permanenza sull'Etna, compiendo osservazioni sul cratere centrale, alle bocche eruttive e lungo le colate laviche, raccogliendo materiale di documentazione e facendo numerosi esperimenti e rilievi fotografici. E' stato il primo studioso ad assistere ad una eruzione centrale (1928) e che ne abbia seguito tutte le fasi. Misura la profondità del cratere nel 1915, dopo un secolo che non veniva fatto, e si occupa di rifare una nuova carta dell'Etna che ne stabilisse, al momento di una eruzione, il decorso delle colate, in modo tale da ridurre i danni il più possibile e cercare di deviare la lava. Pubblica numerosi scritti: da quelli che si riferiscono alla riscoperta delle formazioni laviche e "palagonistiche" del distretto eruttivo ibleo (Val di Noto); allo studio geo-vulcanologico e petrografica completo delle vulcaniti cretaciche di Capo Passero; ad alcuni minerali della zona iblea; ai fenomeni eruttivi e ad alcuni particolari prodotti minerali dello Stromboli; indagini di tipo geochimico riguardanti le fumarole dello Stromboli e dell'Etna, le manifestazioni mofetiche della zona di Palagonia (mofeta dei Palici o lago di Naftia) e quelle dei vulcanetti di fango "maccalubbe" di Aragona, presso Agrigento, ecc.. Fondatore della "Rivista Italiana di Vulcanologia", collabora anche a riviste quali "La Sicilia Industriale", "L'industria chimica minerale e metallurgica", legate ad un clima di fiducia in un possibile sviluppo industriale della Sicilia nel primo ventennio del Novecento. Il suo eclettismo intellettuale lo pone a contatto con personalità di spicco sia in campo scientifico che artistico e letterario; nel suo carteggio si trovano infatti lettere del poeta Filippo Tommaso Marinetti, del filosofo Giovanni Gentile, del ministro Carnazza, del vulcanologo Brun, del petrografo Zirkel. Membro del Circolo Artistico Catanese, si interessa di cinema e di fotografia, utilizzando quest'ultima anche per documentare i suoi studi. Sfidando situazioni di estrema pericolosità, il Ponte ha lasciato numerosissime immagini dell'Etna e di altri territori di origine vulcanica che, oltre a documentare il fatto scientifico, rivelano nell'autore un eccellente e raffinato fotografo. Fra le lastre e le stampe del Ponte troviamo infatti immagini di vario genere, dal paesaggio al ritratto, alla foto di viaggio, che testimoniano la molteplicità dei suoi interessi. Muore a Transacqua (TN) il 18.7.1955. E' sepolto nella tomba della famiglia Gulizia, presso il cimitero di Ramacca (CT). A lui sono intitolati una sala della Facoltà di Scienze dell'Università di Catania (in cui fino a qualche tempo fa era custodita un'interessante collezione di rocce, dallo stesso campionate in varie regioni vulcaniche italiane ed estere, ed una cospicua raccolta di libri e pubblicazioni di carattere geo-vulcanologico), ed un Istituto Comprensivo della sua città natale. Numerosi suoi scritti sono stati pubblicati dall'Accademia Gioieni di Catania, oltre che su varie riviste specialistiche.

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