lunedì 16 giugno 2008

70000 anni fa l'eruzione del vulcano Toba ridusse la specie umana a sole poche migliaia di individui

La storia dell'umanità nella preistoria è affascinante non solo perché ha a che fare con l'origine della nostra specie, ma anche perché è un periodo quasi totalmente sconosciuto. Si tratta di decine di migliaia di anni in cui l'uomo non ci ha tramandato nulla di scritto, quindi non possediamo documenti che ci narrano di quelle epoche. Cosa accadde lo possiamo dedurre indirettamente solo da prove fossili e dallo studio di cambiamenti climatici.

L'uomo apparve sulla Terra circa 300000 anni fa, di cui solo gli ultimi 5000 sono (più o meno) documentati storicamente. Più del 98% della storia umana si perde nel mistero più totale.

Questo accade quasi sempre, tranne nel caso in cui si è potuto scoprire qualche evento che ha gettato luce sulla preistoria, come ad esempio le ere glaciali o le desertificazioni di ampie zone dei continenti.

Uno degli eventi che ci ha permesso di ricostruire qualcosa della storia umana (e non solo) è un evento catastrofico avvenuto oltre 70000 anni fa.

Per vedere cosa accadde dobbiamo recarci nella parte settentrionale dell'isola di Sumatra, presso il lago Toba. Nel 1949 un geologo olandese di nome Rein van Bemmelen, si accorse che il lago Toba non era altro che un antico cratere vulcanico, risultato di una catastrofica eruzione. I crateri di questo tipo si chiamano caldera e se ne trovano molti sparsi per il mondo.

L'eruzione del Toba è classificata come una delle più violente conosciute, tanto che il Toba si è meritato la denominazione di "supervulcano". Gli effetti dell'eruzione furono tali da modificare il paesaggio locale e cambiare addirittura il clima mondiale.

Così avvenne per l'eruzione del Toba. Dal cratere furono espulsi oltre mille chilometri cubi di ceneri e rocce. Una tale quantità di materiale potrebbe seppellire un'area pari a quella di un continente con uno strato dello spessore di diversi metri.

La nube di cenere e gas arrivò fino alla stratosfera e da lì fu sparsa dai venti in tutta l'atmosfera terrestre causando una notte perenne che durò diversi mesi. Questo causò la morte di gran parte della flora e della fauna del pianeta. Anche per l'uomo le cose non andarono per niente bene. Si stima, che a causa del freddo e della carestia conseguenti alla notte perenne, riuscirono a sopravvivere solo poche migliaia di individui. La nostra specie attuale deriva da quei pochi antenati che ebbero la forza o la fortuna di sopravvivere. In pratica potremmo dire che l'umanità fu costretta a ricominciare dall'inizio.

Le eruzioni dei supervulcani come il Toba potrebbero verificarsi ancora (in media accadono ogni 50000 anni). In questo caso ci chiediamo se l'umanità è pronta ad affrontare una simile eventualità. Cosa accadrebbe all'umanità tecnologica di fronte ad un cataclisma del genere? Considerando che l'uomo primitivo riuscì a sopravvivere in poche migliaia di individui, in quanti sopravviveremmo grazie al supporto della tecnologia? Ma soprattutto, chi sopravviverebbe? Ricordiamoci che esistono vaste aree del mondo in cui non c'è tecnologia e dove la gente vive in capanne o persino all'aperto, nella più assoluta povertà. Possiamo facilmente prevedere che in un caso come questo se la vedrebbero davvero brutta...

Nel 2005 fu trasmesso dalla BBC, un documentario che prende in considerazione l'evento eruttivo che potrebbe aver luogo presso il Parco di Yellowstone, zona in cui è presente un supervulcano. Venne presentato l'evento mediante una simulazione computerizzata, nel quale l'eruzione avrebbe coperto virtualmente gli interi Stati Uniti con uno strato di ceneri vulcaniche di almeno 1 cm causando la distruzione totale di qualsiasi cosa si trovasse nelle vicinanze e uccidendo piante e animali dell'intero continente americano.

Ecco il documentario (in inglese)

 

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2 commenti:

  1. il volume espulso dal vulcano può solo seppellire l'Italia sotto 3.30 metri di ceneri ma per un continente serve qualcosa di più.

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