La storia della mafia è legata alla storia del potere e della prevaricazione, due comportamenti forse inestirpabili della natura umana.
Da molti anni si scrivono libri, si girano film, si mettono in onda telefilm che puntualmente hanno un successo incredibile. Ho pensato molto, nelle ultime settimane al grande successo del serial televisivo "Il capo dei capi" che racconta, in maniera peraltro abbastanza romanzata, le vicende del famoso boss mafioso Totò Riina. Tutte le persone con cui ho parlato ammettono di essere state "prese" dalla storia del protagonista e dalle vicende degli uomini e delle donne attorno a lui. Io non credo che ciò sia avvenuto perché Riina è stato trasformato in un eroe, ma semplicemente perché si trattava della storia di un uomo "potente". Anche la storia di un re, di un imperatore, di un faraone, di un uomo d'affari affascinano, non ha importanza se sono buoni o cattivi. E' la storia del loro potere che tiene tutti con il fiato sospeso. Altrimenti non si spiegherebbe tutto l'interesse attorno alla figura di Hitler, ad esempio. Non era buono, ma tutti si sentono interessati alla sua figura oscura. Le personalità più forti in lui vedranno un monito per il futuro: che la storia non si ripeta. Le personalità più deboli vedono un idolo da adorare.
Per i boss mafiosi è esattamente la stessa cosa. Bisogna aggiungere però che la mafia ha aperto delle ferite difficili da rimarginare. I morti a causa della mafia sono molti, moltissimi, e ancora la giustizia non è stata in grado di punire adeguatamente coloro che hanno perpetrato tanti omicidi.
Una mafia subdola ed affascinante, che ha collusioni con la politica, che si insinua come una "piovra" all'interno del tessuto sociale e che è indistinguibile dalle persone "perbene"! In fondo, la politica (quella che ben conosciamo in questo paese) non è una sorta di mafia, con i privilegiati che sono tutti alleati tra loro?
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia un tuo commento!