L’avvento della macchina a vapore, brevettata dall’ingegnere scozzese James Watt, diede indubbiamente l’impulso decisivo al processo storico della Rivoluzione Industriale. La produzione nelle miniere e nelle fabbriche subì un incremento esponenziale, trasformando in pochi decenni l’Inghilterra in quella che veniva chiamata l’”officina del mondo” e, quindi, nella più grande potenza mondiale.
Ma la macchina progettata da Watt rappresentò anche il punto di partenza di una nuova branca della Fisica chiamata termodinamica. Si può dunque ben dire che in questo caso siamo davanti a un esempio di un insieme di conoscenze e teorie, del tutto nuove rispetto alla scienza così come si era sviluppata fino a quel momento, scaturite da una serie di esperienze pratiche, frutto di tentativi e innovazioni dal carattere prevalentemente tecnologico. E’ vero che comunque il merito di avere posto le basi teoriche della termodinamica, una disciplina che ha dato a tutt’oggi un contributo rilevante al pensiero scientifico, spetta al francese Sadi Carnot.
Per uno di quegli strani giochi del destino, mentre in vita James Watt ebbe molta fama e fortuna, finì poi per essere quasi dimenticato e ricordato solamente per l’unità di misura della potenza (il watt, simbolo W). Viceversa, Carnot ebbe una vita sfortunata, morendo a soli 36 anni e dovendo stampare a proprie spese un libro di un centinaio di pagine contenente il suo lavoro scientifico, che passò inosservato. Tuttavia le sue intuizioni furono riscoperte pochi anni dopo la sua morte e oggi sono universalmente ritenute fondamentali per la nascita della termodinamica.
In questo breve filmato possiamo vedere un semplice schema che fa comprendere il funzionamento di una macchina a vapore.
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