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Lavorare fino alla morte

Negli ultimi tempi molte persone sono preoccupate per la loro pensione. La prenderemo la pensione tra 20 o 30 anni? E quanto prenderemo? Ma soprattutto QUANDO la prenderemo? A 67 anni? A 70? A 90 anni? Lo sappiamo che l'aspettativa di vita aumenta continuamente, ma ciò non significa che dobbiamo per forza lasciare gli anziani "radicati" sui loro posti di lavoro. Il pericolo è che i "giovani" non possono mai subentrare prima dei 35 o 40 anni! Si comincia a lavorare quando non si è più giovani e si finisce quando si è ormai stravecchi.



Lo so, il corpo può continuare a funzionare benissimo fino a 90 e più anni, ma il massimo dell'entusiasmo, delle idee rivoluzionarie, delle conquiste straordinarie, si hanno quasi sempre prima dei 25 anni, cioè quando alla maggior parte degli italiani spettano ancora da 10 a 15 anni di vita da "bamboccione".

Io credo che questo continuo aumento dell'età pensionabile sia una trappola mortale che porterà sempre più l'Italia ad essere un Paese "spento" dal punto di vista della creatività e dell'entusiasmo sul lavoro. In questo modo non si diventerà solo un Paese pieno di anziani (che potrebbe essere anche qualcosa di molto bello), ma un paese di uomini e donne ormai stanchi. Per molti studenti universitari e per molti diplomati ormai la trafila è sempre la stessa. Anni e anni di precariato, di battute d'arresto, di delusioni, di trasferimenti, di pendolarismo e di chissà quante altre disavventure che nemmeno riesco ad immaginare e poi... e poi a 35 anni e anche più arriva (forse) il "contratto a tempo indeterminato". A 35 anni e anche di piu! Mio padre a 35 anni aveva già 17 anni di contributi versati! Altro che "esistenza precaria".

Dopo innumerevoli anni di spossata speranza di trovare qualcosa di cui vivere senza patemi d'animo, ora ci toccherà anche lavorare fino alla morte...

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