Pochi fenomeni atmosferici hanno affascinato l’umanità come l’arcobaleno. Prima ancora che qualcuno mi dica che amo distruggere la poesia, lo anticipo e vi fornisco subito una definizione scientifica: l’arcobaleno è un fenomeno ottico dell’atmosfera frequentissimo dopo i temporali, o quando i raggi solari colpiscono goccioline d’acqua finemente disperse nell’aria da cascate o grosse fontane.
Appare come un semicerchio formato da sottili strisce concentriche di diverso colore nell’ordine dello spettro visibile: violetto, indaco, blu, verde, giallo, arancio, rosso. La scomposizione della luce nei colori dell'iride è dovuta a fenomeni di riflessione, rifrazione e diffrazione: i raggi solari attraversano le gocce d'acqua disperse nell'atmosfera e si scompongono come attraverso una lente. Quando la luce penetra all'interno di una goccia si rifrange, mentre sulla parete opposta si riflette, come su uno specchio concavo. Uscendo dalla goccia, il raggio si rifrange nuovamente, ed è proprio la doppia rifrazione a scompone la luce solare bianca nei sette colori dello spettro.
L'intensità e la larghezza delle strisce colorate dipendono dal diametro delle goccioline di acqua. Concentrico ed esterno al primo arcobaleno è spesso osservabile un secondo arco colorato, detto arcobaleno secondario, con colori meno intensi e disposti in ordine inverso (violetto all'esterno).
L'arcobaleno secondario è dovuto a una doppia riflessione. Fu lo scienziato Isaac Newton a darne per primo la prova. Espose a un raggio di sole un prisma di vetro provocando la formazione di un fascio di colori. Dimostrò che la luce bianca è una mescolanza di colori. Le gocce di pioggia agiscono sui raggi del sole come tanti minuscoli prismi.
Origine della parola arcobaleno.
Certe parole sono talmente graziose che tutti le vogliono e così un gruppo di persone ha fatto quasi a gara per cercare di capire la storia di arcobaleno. Innanzitutto bisogna dire che nel passato l'arcobaleno veniva chiamato, per la sua forma, solo "arco" oppure arco delle stelle, arco della pioggia, arco celeste. A un certo punto compare l'arcobaleno, e per alcuni studiosi quel "baleno" non è nient'altro che il "lampo”. Altri studiosi di parole si oppongono, perché, sostengono, l'arcobaleno non appare né scompare all'improvviso, come fa il lampo. Affascinati più dal mare che dal cielo, essi pensano che il nome nasca da arco e balena, il grosso cetaceo che guizza e si inarca, nel mare, come un arcobaleno. E il francese arc-en-ciel "arco in cielo", l'inglese rainbow "arco di pioggia", lo spagnolo arcoiris "arco dell'iride"? Davvero tanti nomi quanti sono i colori!
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