Il cuore nell’antico Egitto era considerato il centro di tutte le attività, non soltanto quelle vitali, ma anche quelle intellettuali. Quando un corpo veniva imbalsamato, il cervello veniva estratto dal naso, grazie ad uno speciale uncino e gettato nel Nilo, insieme alle viscere, al fegato, allo stomaco. Oppure veniva conservato in speciali vasi di alabastro, i vasi canopi. Il cuore no, il cuore doveva rimanere nel petto perché asportarlo avrebbe significato l’annientamento dell’individuo. Solo sotto il nuovo regno si pensò di asportarlo, perché nel giudizio che seguiva la morte (la pesatura del cuore) il cuore avrebbe potuto testimoniare a sfavore del defunto, proprio in quanto era la sede della coscienza e dell’intelletto.
Questa idea del cuore come sede delle attività nobili e dei sentimenti è durata a lungo e una ragione c’è. Le emozioni infatti accelerano il battito cardiaco ed è lì che si avvertono fisicamente le alterazioni dei nostri stati d’animo. In altre parole il cuore risponde alla paura, all’amore, allo stupore, così come risponde alle sollecitazioni di uno sforzo, per esempio di una gara di atletica.
Si tratta di un meccanismo di notevole interesse che sarà trattato nei dettagli in questo filmato tratto dalla trasmissione di Piero Angela “La Macchina Meravigliosa” (1990). In questo geniale documentario Piero Angela, ridotto alle dimensioni di un batterio, fa un viaggio immaginario all'interno del corpo umano.
In questa quarta parte del documentario vengono mostrati i vari fattori che influenzano il battito cardiaco e, in particolare, le immagini ed i meccanismi coi quali le emozioni e gli ormoni possono influenzare il battito cardiaco.
Buona visione.
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