Passa ai contenuti principali

La comunicazione come trasmissione: lo schema di Shannon.

 

Etimologicamente, la parola comunicazione deriva dall'aggettivo latino communis, che significa "comune", da cui a sua volta deriva il verbo communico, "metto in comune", appunto. Da questa stessa radice derivano anche altre parole della nostra lingua, come "comunione" e "comunità". Nel suo significato originario, il termine "comunicazione" comprende dunque l'idea del "condividere" esperienze, pensieri, emozioni.

comunicazione

Gradualmente, però, a questa accezione se ne è sovrapposta una seconda, che nel tempo ha finito per prevalere: comunicare come "trasmettere" o "trasferire", inizialmente riferito a entità fisiche, in seguito a informazioni.

Lo schema di Shannon

Nel tentativo di individuare un modello della comunicazione, ossia uno schema che riproducesse la struttura di base di ogni atto comunicativo, gli studiosi si sono ispirati proprio all'idea della comunicazione come trasmissione.

Il primo di questi modelli è stato elaborato negli Stati Uniti negli anni Quaranta del Novecento, non da psicologi o da esperti di scienze sociali, ma da un ingegnere e matematico: Claude E. Shannon (1916-2001), autore di una teoria in cui la comunicazione era concepita come trasferimento di informazioni tramite segnali da una fonte a un destinatario, trasferimento reso possibile da un apparato di trasmissione e da uno di ricezione. Shannon era ricercatore presso i laboratori della Bell Telephone e aveva in mente soprattutto la comunicazione telefonica, in cui c'è un luogo da cui parte la chiamata (la fonte, ad esempio la casa di Giuseppe) e un luogo in cui arriva (il destinatario, ad esempio la casa di Giovanni), collegati tra loro grazie agli apparecchi telefonici e a un sistema di cavi, antenne e trasmettitori.

Come emerge dallo schema riportato di seguito, nella comunicazione così intesa il problema principale consiste nel controllo della correttezza del segnale e del suo trasferimento dalla fonte al destinatario: se la comunicazione è difficoltosa, ciò è da imputare unicamente all'interposizione di fattori di disturbo (esterni o interni, fisici o psicologici) che impediscono la corretta ricezione del messaggio.


Commenti

Post popolari in questo blog

Perché un numero moltiplicato per zero fa zero?

Ad alcuni potrà sembrare una domanda banale, ma non potete immaginare quante sono le persone che me lo chiedono e che prima di trovare una risposta degna di questo nome si scervellano senza successo. Evidentemente il problema non viene percepito come così banale. In realtà il “ mistero ” ha una risposta semplicissima. Per capire perché un numero qualsiasi (diverso da zero) moltiplicato per zero da come risultato zero , possiamo ricorrere ad un esempio . Come prima cosa dobbiamo pensare che i numeri sono degli “ insiemi ” di oggetti . Ad esempio il numero 5 lo possiamo immaginare come un insieme formato da 5 caramelle , o da 5 biglie, o da 5 oggetti qualsiasi. Se dobbiamo moltiplicare il numero 5 per il numero 3, significa quindi che dobbiamo prendere 3 insiemi formati da 5 caramelle. Se contiamo tutte le caramelle che adesso abbiamo, troviamo il numero 15. Occorre notare che anche se prendiamo 5 insiemi da 3 elementi, otteniamo 15 elementi. infatti 3x5=15, ma anche 5x3=15, come ci ...

Onde trasversali e onde longitudinali

  Un’onda che si forma muovendo l’estremità di una lunga molla è un esempio di onda elastica . Essa si chiama così perché si propaga grazie alle proprietà elastiche del mezzo materiale in cui ha origine. Onda trasversale . Un’onda elastica si può generare spostando alcune spire di una molla in direzione perpendicolare rispetto alla molla stessa. Per esempio, possiamo spostare una delle prime spire per poi rilasciarla: accade così che le spire contigue, sollecitate dalla prima, si mettano anch’esse in movimento, spostandosi trasversalmente rispetto alla direzione di propagazione dell’onda . Il processo poi continua, consentendo all’onda di investire spire sempre più lontane. Onda longitudinale . E’ possibile perturbare la molla anche in un altro modo e cioè avvicinando e poi rilasciando alcune spire di una lunga molla. Si ha così una regione di spire compresse che si sposta lungo la molla, seguita da un’altra zona di spire rade: ciascuna spira, quando è investita dalla pert...

Problemi WiFi con OS X Lion. La soluzione definitiva!

Sono tantissimi gli utenti che, dopo l'installazione del nuovo sistema operativo OS X Lion , hanno avuto gravi problemi con la connessione WiFi . Di solito il problema si presenta come una difficoltà di connessione con il router: la connessione dura pochi minuti e poi cade senza motivo. Su internet ci sono varie guide per cercare di risolvere il problema, ma nessuno di questi rimedi funziona veramente . Per fortuna qualcuno su internet ha trovato la soluzione definitiva : sostituire i driver WiFi della versione di OS X 10.7.0 (Lion) con quelli della versione 10.6.4 (Leopard) . In questo modo i problemi di connessione WiFi con Lion si risolvono completamente in pochi minuti. Come faccio a saperlo? Con il mio iMac 21,5 il metodo ha funzionato alla perfezione! :-) ( update : oggi 28 settembre 2011 ancora il wifi sta funzionando!) Ecco cosa bisogna fare ( attenzione che tutto ciò che farete da questo momento in poi è A VOSTRO RISCHIO E PERICOLO !) 1) Scaricare l...