martedì 12 aprile 2011

50 anni fa il primo uomo nello spazio

 

Il 12 aprile 1961, il cosmonauta sovietico Yuri Alexseyevich Gagarin divenne il primo uomo nello spazio. A bordo della sonda spaziale Vostok 1 pilotata con controllo remoto, arrivò ad un’altezza di 320 chilometri e orbitò attorno al pianeta Terra. Commentando la sua prima visione dello spazio disse: “Il cielo è molto scuro; la Terra è blu. Si vede tutto molto chiaramente”. Ciò che vide somiglia sicuramente a ciò che possiamo vedere anche noi in questa immagine presa dalla Stazione Spaziale Internazionale nel 2003.

Alan Shepard, il primo astronauta degli Stati Uniti, fu mandato nello spazio più di un mese dopo in un breve volo suborbitale.

Gagarin nacque il 9 marzo del 1934 ed era un pilota militare prima di essere scelto per fare parte del primo gruppo di cosmonauti nel 1960. Dopo il suo storico primo volo nello spazio divenne un eroe internazionale e una vera leggenda. Morì durante un volo di esercitazione a bordo di un MIG nel 1968. Gagarin ebbe un funerale da eroe e le sue ceneri riposano presso il Cremlino. Venti anni dopo, il 12 aprile 1981, la NASA lanciò il primo space shuttle.


lunedì 11 aprile 2011

Le cinque regole del successo (critica)

 

Con il passare degli anni su internet sono letteralmente proliferati migliaia di siti i blog sulla “crescita personale”. Le “massime” della crescita personale sono sempre delle frasi molto suggestive, ma che, secondo me, non hanno alcuna applicabilità pratica e, in definitiva, sarebbero del tutto inefficaci.

Frasi come “decidi cosa vuoi”, “tira fuori il tuo coraggio!”, “il segreto per andare avanti è iniziare!” sono letteralmente insignificanti, nel senso che non hanno alcun significato. Per non parlare di “solo il CUORE ci può spingere oltre i limiti!” che fa sbellicare dalle risate, se si ha sufficiente ironia per coglierne l’insulsaggine. Ma poi vengono dei veri capolavori: “guarda avanti” e “se guardi sempre il sole in faccia non potrai mai vedere l’ombra"!” e qui non c’è bisogno di altri commenti! Occhiolino

E adesso vi lascio al filmato che ha ispirato questo mio post molto critico nei confronti della cosiddetta “crescita personale”.

P.S. Qualcuno di voi ha mai partecipato a qualche corso di crescita personale e se la sente di raccontare le sue impressioni positive o negative? Scrivete nei commenti Sorriso

Buona visione del filmato (si fa per dire…)

Le cinque regole del successo


Guerra tra insetti

 

Le guerre tra insetti non sono per nulla rare. In questo filmato possiamo vedere una vera e propria guerra tra due specie di insetti: le formiche matabele e le termiti africane. Si tratta davvero di una lotta cruenta e senza esclusione di colpi.

Le formiche matabele generalmente si muovono in lunghe colonne che possono contenere fino a 50 milioni di individui e sono davvero micidiali: mangiano tutto ciò che non è abbastanza veloce da allontanarsi dalla loro strada.

Le matabele le possiamo vedere come una letale ed estremamente aggressiva macchina da guerra, ma sotto forma di formica. Questi “mostri” dispongono di armi naturali davvero letali: delle potenti mandibole e un pungiglione sull'addome in grado di iniettare veleno paralizzante che facilita di molto il massacro.
La struttura della loro società è ben organizzata ed evoluta! Ci sono diversi ruoli per ogni individuo:
- La regina: depone le uova ed assicura la continuazione della vita della colonia.
- Le operaie: nutrono le larve e scavano gallerie per allargare il nido.
- Il soldato: lungo 1,5 cm questa formica è stata selezionata dalla natura per diventare un vero assassino!
- Il pretoriano: lungo anche 3 cm, questa formica viene impiegata nelle operazioni di assalto per distruggere barriere e nemici difficili da eliminare dai soldati normali.
- L'esploratore: si muove da solo, furtivo e agile, cerca la tana delle prede e di solito, la trova!

In questo filmato possiamo vedere la loro strategia dopo avere scoperto un grande tumulo di termiti.

Buona visione del filmato.

Guerra tra insetti


domenica 10 aprile 2011

Eruzione dell’Etna del 9 e 10 aprile 2011

 

L’Etna è di nuovo in fase eruttiva. L’eruzione è cominciata ieri, 9 aprile 2011, con l’apertura di una bocca ai piedi del cratere di sud-est dal quale è scaturita una colata lavica che ha raggiunto una lunghezza di circa un chilometro e mezzo, ed è proseguita oggi 10 aprile con una serie di boati che si sono sentiti distintamente dai paesi etnei e che hanno fatto tintinnare le finestre degli appartamenti.

Ecco un filmato che mostra il “pennacchio” di ceneri emesso dalla bocca in attività eruttiva:


Allergie di primavera: come evitarle?

 

In primavera sono davvero pochi coloro che non sentono almeno qualche minimo sintomo di allergia. Il diffondersi di pollini nell’aria è un vero incubo per chi soffre di allergie, con lacrimazione e arrossamenti degli occhi, irritazione delle vie respiratorie, tosse, raffreddore, fino a vere e proprie crisi asmatiche. Sembra che ben il 25% della popolazione soffra di qualche malattia allergica e la percentuale è in continuo aumento, complice anche l’inquinamento atmosferico.

allergia da fieno

Il problema maggiore per i soggetti allergici non è tanto quando si è fuori dalla propria abitazione, ma quando si è dentro. Infatti non è raro che i moderni appartamenti diventino un vero e proprio “covo” di allergeni e che i sintomi allergici più intensi si accusino proprio tra le quattro mura.

Ovviamente c’è una buona soluzione per evitare crisi allergiche in casa. Ecco cosa si può fare per tenere sotto controllo le allergie che si sviluppano negli ambienti domestici:

- Bisogna tenere la casa sempre pulita, passare l’aspirapolvere almeno due volte alla settimana per evitare l’accumulo di polvere, forfora e polline.

- Spolverare spesso.

- Evitare il contatto con gli animali domestici: nel caso di animali presenti in casa, lavarli frequentemente e tenerli lontani dalla camera da letto e dall’arredamento.

- Eliminare moquette, utilizzare tende lavabili, copripiumoni e coprimaterassi anallergici, a maglie strette che intrappolano gli acari.

- Prevenire la formazione di muffe.

- Pulire gli impianti di climatizzazione dell’aria.

Una curiosità: si è scoperto recentemente che portatori di pericolosi allergeni sono gli scarafaggi che possono far scatenare gravi reazioni allergiche e asma. I più colpiti sono i bambini che vivono negli appartamenti di città, ma gli scarafaggi si trovano ovunque, e possono essercene anche nelle case più pulite. Attenzione quindi a questi insetti; se li “scoprite” in casa, vanno eliminati prontamente.

allergia

In ogni caso, l'arma più efficace contro l’allergia consiste nell'evitare il contatto con la sostanza allergenica.

È consigliabile dunque:  evitare le gite in campagna nei periodi di fioritura; tenere chiuse le finestre in particolare fra le 10 e le 16 (periodo di maggior pollinazione); non stendere le lenzuola all'aperto, per evitare che raccolgano pollini; fare una doccia e cambiare i vestiti una volta rientrati in casa al fine di eliminare i pollini accumulatisi nei capelli e negli indumenti nel corso della giornata; evitare, se possibile, le attività all’aperto nelle ore in cui le concentrazioni di pollini sono maggiori; ricordare che le concentrazioni di pollini sono maggiori nelle giornate ventose e soleggiate e calano invece con la pioggia.

Quindi bastano solo alcune semplici precauzioni per non soccombere a spiacevoli crisi allergiche che possono anche portare gravi conseguenze. Ricordiamoci però che se la crisi allergica arriva (e di solito prima o poi arriva lo stesso, nonostante le precauzioni) esistono dei farmaci specifici che leniscono i sintomi (ma non guariscono la malattia): si tratta degli antistaminici.

Esistono due tipi principali di farmaci antistaminici:

- antistaminici di prima generazione;

- antistaminici di seconda generazione.

Gli antistaminici di prima generazione sono stati introdotti sul mercato dopo il secondo conflitto mondiale e, malgrado il loro essere molto efficaci, hanno importanti ripercussioni a livello del cervello ed in particolare possono provocare fastidiosa (e pericolosa, se si è alla guida) sonnolenza. Tra questi antistaminici ricordiamo la difenidramina e la clorfenamina.
Gli effetti collaterali più conosciuti sono: sonnolenza, pensiero non lucido, secchezza fauci, senso di vertigini.

Gli antistaminici di seconda generazione sono stati immessi sul mercato intorno al 1990, e hanno effetti collaterali ben più blandi, soprattutto sul cervello. I farmaci più conosciuti sono la loratadina e cetirizina.
Tra i pochi effetti collaterali più comuni si possono annoverare: cefalea, secchezza fauci, naso non umido.

Bisogna fare attenzione prima di assumere qualsiasi tipo di antistaminico perché sono farmaci sconsigliati in gravidanza e anche nel caso si soffra di altre patologie come il diabete, l’ipertensione, il glaucoma, problemi alla prostata, problemi cardiaci, blocco intestinale, ipertiroidismo, problemi al fegato, problemi a carico dei reni, problemi alla vescica. Ovviamente in questi casi la cosa migliore è sempre rivolgersi ad un medico.


sabato 9 aprile 2011

Musica e depressione: esiste un legame.

Gli adolescenti che ascoltano molta musica sono più soggetti alla depressione rispetto a quelli che passano il tempo a leggere. Questo è il risultato di uno studio della Scuola di Medicina dell'Università di Pittsburgh. Lo studio ha coinvolto 106 partecipanti ed ha messo in evidenza che l'esposizione a certi tipi di contenuti mediatici ha un legame forte con la salute mentale.



Per un periodo di due mesi i ricercatori hanno monitorato il tipo di supporto che i soggetti stavano utilizzando, con particolare attenzione a internet, televisione, musica, videogames, riviste e libri.
Il risultato più eclatante è che si è potuto stabilire che gli adolescenti che per la maggior parte del tempo hanno ascoltato musica avevano una probabilità 8,3 volte maggiore di essere soggetti a depressione rispetto alla media della popolazione. Invece coloro che avevano passato la maggior parte del tempo a leggere avevano una probabilità di essere depressi di solo un decimo rispetto alla media della popolazione.
Ovviamente in questo caso è difficie capire se i soggetti depressi si rifugiano nell'ascolto della musica, oppure è la musica che provoca la depressione. In ogni caso lo studio ha messo in evidenza che esiste effettivamente un legame tra depressione e consumo mediatico.

La cosa importante è che si è potuto scoprire che la lettura è correlata ad una bassa insorgenza di depressione. Bisogna far notare, purtroppo, che in Italia, ad esempio, la percentuale di giovani che si dedicano alla lettura è in costante diminuzione, mentre altri tipi di intrattenimento mediatico sono in salita vertiginosa.

Stephen Hawking: il genio della Fisica

 

Stephen Hawking è ormai uno scienziato che è entrato nella leggenda, diventando famoso quasi quanto Albert Einstein. Non sapevo però che al grande fisico inglese fosse stato dedicato uno sceneggiato che ne delineasse la biografia. Per me è stata una gradita sorpresa trovare un simile film documentario su YouTube e per di più doppiato in italiano (di solito le cose migliori sono sempre in inglese).

Ovviamente, come spesso succede, alcune parti del film sono abbastanza “romanzate” soprattutto per quanto riguarda le vicende private, ma per il resto i fatti narrati sono reali. Tali fatti si riferiscono all’inizio della carriera scientifica di Hawking, quando lo scienziato era ancora in grado di camminare con le proprie gambe. Scoprì, prima ancora di compiere venti anni, di essere affetto da una malattia degenerativa delle cellule nervose. I suoi studi spaziarono dalla termodinamica dei buchi neri, alle singolarità dello spazio tempo, fino ad arrivare allo studio del Big Bang. Possiamo dire che questo film è la storia dell’inizio del Tempo, cioè di come si è arrivati ad una almeno piccola comprensione di come tutto è cominciato.

Buona visione del documentario.


Bellezze del mare: gli alieni delle profondità

 

Alexander Semenov è un biologo marino ma è anche un eccezionale fotografo che cerca in ogni modo di mostrare la bellezza delle creature sottomarine. Queste bellissime immagini sono state realizzate presso la White Sea Biological Station, una struttura di ricerca che fa capo all’Università di Stato di Mosca. Le foto sono davvero stupende e queste creature degli abissi marini sono dei veri e propri “alieni” perché i fondali marini in realtà rappresentano letteralmente “un altro pianeta” per gli organismi biologici che vi si sono adattati.

Guardate le foto e meravigliatevi! Occhiolino

 

 

 


venerdì 8 aprile 2011

Il fotone

 

Cos’è la luce? Perché si comporta in un certo modo? Il primo grande sforzo per spiegare la luce fu una guerra tra due “modelli”. La teoria corpuscolare di Isaac Newton si batté contro la teoria ondulatoria di Christiaan Huygens. Col passare del tempo si sono accumulate prove in favore del modello ondulatorio. Il modello venne migliorato e divenne il modello elettromagnetico di Maxwell. Sembrò che per i corpuscoli fosse finita. Poi, con sorpresa dell’intera comunità scientifica, Max Planck, Albert Einstein e il loro modello dei “quanti” donarono nuova vita alle particelle.

Il fotone è un modo nuovo e potentissimo di guardare una vecchia idea. Aiuta a spiegare comportamenti della luce lungamente ipotizzati come la pressione di radiazione. Le particelle reali esercitano una pressione: Newton stesso formulò delle leggi sulla quantità di moto che aiutano a spiegare la pressione. Il prodotto della massa per la velocità è conosciuto come quantità di moto. Se una massa in equilibrio è colpita da una massa in movimento la quantità di moto è trasferita. Se sommiamo la quantità di moto di due masse prima della collisione e dopo, i vettori delle quantità di moto dopo la collisione si sommano sempre a quelli esistenti prima della collisione.

conservazione quantità di moto

Nel 1923 lo scienziato Arthur Compton mostrò che anche i fotoni sembravano avere una quantità di moto. Usò una “camera a nebbia” (o camera di Wilson) con cui è possibile osservare le tracce lasciate dalle particelle atomiche. Sparò nella camera i raggi X di un’energia fotonica nota. Di tanto in tanto questo flusso di raggi X riproduceva la traiettoria di un elettrone. Nello stesso tempo Compton scoprì che l’angolazione dei raggi X era stata deviata e l’energia fotonica di questi raggi X era ridotta. Compton mostrò che questa condizione è simile alla collisione tra due particelle in cui la quantità di moto viene conservata. Egli calcolò, dall’energia fotonica, che se un fotone possiede una sua quantità di moto, quando interagisce con un elettrone, la quantità di moto viene conservata.

effetto Compton

La dimostrazione di Compton fu la prova di una natura delle luce analoga a quella dei corpuscoli. La conservazione della quantità di moto fotonica sostiene l’ipotesi che la luce eserciti una pressione. Noi possiamo vedere nello spazio il risultato reale di questa pressione. Gli scienziati generalmente accettano che sia la pressione dei fotoni a spingere le particelle che formano la coda delle comete in modo che esse fuggano sempre via dal Sole.

coda cometa

Alcuni visionari hanno proposto che vele gigantesche potrebbero catturare questo vento fotonico per spingere le navi spaziali fra le stelle.

vela solare

Ma che dire degli altri comportamenti della luce? Gli scienziati possono spiegarli tutti usando le particelle fotoniche? Le figure di interferenza, ad esempio. Il modello ondulatorio spiega bene come l’interferenza costruttiva produce linee illuminate più intensamente, le frange chiare, per creare figure di interferenza caratteristiche della luce. I corpuscoli sono in grado di descrivere queste stesse figure?

figura di interferenza

Immaginiamo che la luce sia composta di molte particelle fotoniche invece che di onde. E’ possibile che queste particelle interagiscano, in modo che ancora deve essere scoperto, per produrre le figure di interferenza? A questa domanda Geoffrey Taylor ha dato una risposta sensazionale. Il suo esperimento prevedeva l’uso della carta fotografica per registrare le figure di interferenza. La carta sensibile alla luce registra gradualmente una figura anche quando la luce è debole. Taylor ripeté l’esperimento riducendo l’entità di luce che entrava nelle fessure, finché non furono necessari mesi per ottenere la figura. Fino al punto in cui calcolò che in media dalla fessura transitava un solo fotone alla volta. E quale fu il risultato? Come poteva essere spiegata la stessa figura da un’interazione corpuscolare? Con un solo fotone alla volta nell’apparato non era possibile alcuna interazione. Nonostante la teoria dei quanti e il modello fotonico, ci serve ancora il modello ondulatorio della luce per prevedere anche solo il luogo che colpirà un fotone dopo essere passato attraverso una fessura.

Taylor dimostrò che la teoria corpuscolare non può fornire tutte le risposte. L’onda resta sempre uno strumento essenziale per descrivere il comportamento della luce. C’è un modello più utile dell’altro? La cosa dipende, almeno in parte, dal tipo di radiazione elettromagnetica. Alcune forme di radiazione elettromagnetica hanno una forma più simile all’onda. Le radioonde, per esempio, con una lunghezza d’onda molto ampia, dimostrano chiaramente caratteristiche ondulatorie come l’interferenza. Per esempio una radioonda e la sua riflessa possono determinare una figura di interferenza. Dalla radio che abbiamo in macchina ci capita spesso sotto forma di picchi di intensità e di punti morti, mentre ci muoviamo attraverso la figura di interferenza. Ma è difficile rintracciare il singolo fotone di una radiazione radio. All’estremo opposto della scala delle radiazioni c’è la radiazione gamma. Sono lunghezze d’onda talmente brevi che è difficile, se non impossibile, una dimostrazione di interferenza con le fessure, per quanto esse possano essere sottili. D’altra parte l’energia viaggia in fotoni simili ai corpuscoli che sono facili da rintracciare come “click” separati di un contatore Geiger.

La fisica dei quanti, il modello fotonico di radiazione di energia, hanno cambiato l’aspetto della fisica moderna. Malgrado ciò, il modello elettromagnetico ondulatorio, resta comunque uno strumento essenziale. Oggi i due modelli si sostengono a vicenda, per fornirci una solida comprensione della luce.


giovedì 7 aprile 2011

La scienza delle bolle di sapone

 

Le bolle di sapone sono da sempre affascinanti e non solo per i bambini che le guardano con stupore. Per gli scienziati e per gli architetti sono forse ancora più interessanti. Le bolle infatti permettono di risolvere complessi problemi matematici che riguardano lo spazio.

La caratteristica fondamentale delle bolle di sapone, o meglio delle lamine saponose, è quella di distribuirsi su delle superfici in modo tale da occupare la minima superficie possibile. Questo perché, caratteristica delle bolle, a parità di superficie esterna, in una sfera il volume è maggiore.

Nel filmato che vi propongo si parla delle bolle di sapone e delle recenti scoperte che le riguardano. Si è potuto stabilire che esiste un interessante legame tra le bolle di sapone e i solidi platonici. Potrete anche sentire un consiglio su come ottenere delle bolle di sapone il più possibile stabili e che quindi durano di più prima di esplodere Occhiolino. Oltre al filmato vi propongo però un link molto interessante: si tratta del sito Capire il mondo attraverso una bolla, da leggere assolutamente se si è affascinati dal mondo delle bolle.

Buona visione.

La scienza delle bolle di sapone


mercoledì 6 aprile 2011

Come si fanno i Wurstel

 

L’hot dog è un wurstel servito in un panino. E’ molto probabile che l’idea risalga ai macellai tedeschi. Già dal 1860 gli immigrati tedeschi vendevano hot dog sui carretti lungo una strada di New York. Ovviamente gli hot dog sono ancora sulla cresta dell’onda.

Per preparare i wurstel si usa un misto di carne, pollo e manzo. Sono chiamati ritagli, pezzi di carne scartati dalla bistecca o dalla costoletta, per lo più muscolo. I ritagli vengono macinati allo stesso modo in cui si trita la carne per gli hamburger, spingendo la carne attraverso un disco di metallo forato. Alla carne macinata si uniscono ritagli di pollo conservato, il tutto viene mescolato con amido, sale e aromi vari.

Per il resto del procedimento di produzione vi lascio alle spiegazioni del filmato che ho scelto per voi. Fate attenzione se vi piacciono i wurstel, perché dopo avere visto il video, molto probabilmente non ne mangerete mai più! Occhiolino

Buona visione.

Come si fanno i wurstel


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...