venerdì 11 marzo 2011

Tsunami in Giappone

 

Le drammatiche immagini dello tsunami in Giappone avvenuto oggi. Sembra che ci siano almeno una ventina di vittime e moltissimi feriti. Il maremoto è stato causato da una scossa di terremoto di intensità 8,9 della scala Richter (uno dei più forti terremoti mai avvenuti). Le onde dello tsunami sono alte fino a 10 metri.

Questo il filmato, davvero spaventoso.

Tsunami in Giappone


Energia dalla pipì

 

Amate i lunghi viaggi in macchina? Allora vi potrebbe far piacere sapere che, invece di fermarvi a fare benzina (o gasolio) e poi andare in bagno, vi basterà solo andare in bagno Occhiolino

energia dalla pipì

Infatti alcuni chimici hanno trovato il modo di estrarre idrogeno dall’urina. Il processo chimico è stato scoperto da Gerardine Botte della Ohio University ed è basato su un catalizzatore che potrebbe avere numerose altre applicazioni come ad esempio la pulizia delle acque comunali.

Il processo usa l’elettrolisi per spezzare la molecola di urea contenuta nell’urina. L’urea contiene 4 atomi di idrogeno ma questi atomi di idrogeno hanno un legame molecolare più debole rispetto agli atomi di idrogeno della molecola d’acqua, quindi sono più facili da estrarre e il processo è di conseguenza più economico. Si tratta di un vero affare, vista la quantità di pipì che gli esseri viventi fanno in tutto il mondo Sorriso.

Il meccanismo di elettrolisi fa uso di un elettrodo in nichel per ossidare l’urea in modo economico ed efficiente. Una tensione di soli 0,37 Volt applicata alla cella elettrolitica è in grado di spezzare la molecola di urea.

Botte ritiene che questa nuova tecnologia può essere facilmente adattata per generare idrogeno durante la pulizia in impianti di depurazione. Un altro grande vantaggio è che questo stesso tipo di elettrolizzatori sono già in uso per applicazioni diverse e questo elimina la necessità di cercare nuovi capitali da investire per la produzione di nuove apparecchiature.


giovedì 10 marzo 2011

La storia della macchina fotografica

 

Sebbene la fotografia esista fin dal lontano 1800, l’apparecchio base è ancora lo stesso: una scatola con un foro che permette alla luce di entrare.

1826
Nicéphore Niépce fa la prima fotografia permanente di un paesaggio.

1840
William Fox Talbot sviluppa il primo processo dal negativo al positivo, rendendo possibile la stampa multipla di fotografie in bianco e nero.

1861
Il fisico scozzese James Clerk Maxwell esibisce un sistema fotografico a colori utilizzando tre foto in bianco e nero scattate attraverso dei filtri rosso, blu e verde. Quando le foto vengono trasformate in diapositive e proiettate su uno schermo attraverso gli stessi filtri, la scena originale è ricreata a colori.

1888
George Eastman lancia la macchina fotografica Kodak, la prima macchina fotografica di successo con pellicola. Essa viene caricata in fabbrica con una pellicola di 6 metri.

1913
L’inventore tedesco Oscar Barnack sviluppa la macchina fotografica UR Leica, la prima macchina a 35 mm. Utilizza il formato 24 x 36 mm.

1936
La compagnia tedesca Ihagee lancia la prima Kine-Exacta, la prima macchina fotografica reflex a lente singola (SLR) che usa pellicole da 35 mm.

1942
La Kodak lancia sul mercato una pellicola per fotografie a colori, la Kodacolor, la prima al mondo con la pellicola negativa a colori.

1947
L’inventore americano Edwin H. Land mette a punto un nuovo sistema fotografico che sviluppa e produce una fotografia in pochi secondi, la famosa Polaroid.

1986
La Pentax produce la prima macchina fotografica automatica compatta con lenti di ingrandimento per lo zoom incorporate.

2000
Diventano disponibili e molto popolari le macchine fotografiche digitali compatte, multi funzione ad alta risoluzione.


Cos’è il DNA e come viene usato per trovare i criminali?

 

Il DNA è una molecola complessa indispensabile per il funzionamento, la crescita e la riproduzione degli organismi viventi. E’ presente in tutte le cellule di ogni organismo. Isolato per la prima volta nel 1869 da un biochimico svizzero, Friedrich Miescher, che aveva notato una sostanza microscopica in bende chirurgiche usate, all’inizio venne chiamato nucleina. Si è dovuto arrivare al 1953 perché, ad opera di James Watson e Francis Crick, venisse presentato il primo modello accurato della sua struttura, quello della “doppia elica”.

Il suo vero nome, ora, è acido desossiribonucleico. La medicina forense si serve di questa molecola, generalmente isolata da ogni cellula del sangue, della pelle, della saliva o dei capelli, per identificare i responsabili di crimini di vario genere. Ma come si fa, utilizzando il DNA, a scoprire chi è il colpevole?

Partiamo dal fatto che il DNA è la molecola che contiene tutte le informazioni necessarie per la “costruzione” di un essere vivente. E’ una molecola molto complessa, ma nello stesso tempo anche molto semplice, perché è basata solo su quattro “mattoni” che sono Adenina (A), Citosina (C), Guanina (G), Timina (T). La lunghezza delle molecole di DNA delle cellule dei nostri corpi sarebbe di oltre un milione e settecentomila chilometri! Ovviamente non potrebbe stare in una cellula e quindi lo troviamo fortemente “compattato” nei cromosomi. Noi esseri umani abbiamo 23 coppie di cromosomi in ogni cellula. Di ogni coppia di cromosomi uno viene dal padre, l’altro dalla madre.

Nel seguente filmato potete vedere la struttura del DNA e come funziona la sua duplicazione.

Struttura e duplicazione del DNA

Una parte del nostro DNA è uguale per tutti gli esseri umani ed è proprio quella parte che ci rende “umani” e poi c’è una parte che è “individuale” ed è responsabile dei caratteri differenti e tipici di ciascun individuo (colore degli occhi, dei capelli, statura, ecc…).

Come si fa a scoprire sulla “scena del delitto” le tracce del criminale? In realtà noi lasciamo tracce delle nostre cellule dovunque. Saliva, capelli, sangue, sudore, unghie sono tutte parti del nostro corpo formate da cellule che possono essere una traccia del nostro “passaggio”.

Esiste una tecnica che è stata messa a punto nel 1986, molto semplice, che permette da poche cellule, quindi da pochissimo DNA, di ottenere tantissime copie proprio di quei tratti del DNA che sono diversi da individuo a individuo. Analizzando questi 13 tratti del DNA possiamo affermare, con una probabilità del 99%, che il DNA trovato sulla “scena del delitto” appartenga proprio all’individuo analizzato.

Nel filmato seguente potete seguire l’intervista della genetista molecolare Paola Vittorioso che parla proprio di questo interessante argomento.

Buona visione.

DNA


Come girare un film

 

Vi siete mai chiesti come si fa a girare un film? Noi vediamo tantissimi film durante la nostra vita, ma raramente ci chiediamo “come si fa?”. Con questo post cerco di rispondere alla mia e alla vostra (eventuale) curiosità Occhiolino.

Il primo film mai realizzato risale al lontano 1895 ad opera dei fratelli Lumière, considerati, a ragione, i primi cineasti della storia del cinema. Tra le loro opere ricordiamo L’uscita dalle officine Lumière, L’innaffiatore innaffiato e L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat. Naturalmente oggi il cinema è decisamente cambiato rispetto a quei tempi.

Il regista, il produttore e gli attori partecipano alla realizzazione del film, che si articola in tre fasi:

1) la preproduzione;

2) la lavorazione;

3) la postproduzione.

La fase di preproduzione consiste, prima di tutto, nel reperimento dei fondi necessari. Molto importante è effettuare il casting, assegnando un ruolo e trovando comparse e controfigure. Bisogna inoltre programmare la lavorazione, le date da rispettare, ovvero la tabella di marcia. Si tratta quindi di una fase tutt’altro che semplice, in quanto le date devono essere compatibili con l’agenda degli attori ed anche con gli impegni dei principali elementi del cast tecnico. Sempre durante la preproduzione bisogna scegliere la location ed effettuare i necessari sopralluoghi per verificarne l’agibilità. Successivamente si procede col disegnare lo storyboard per poi siglare i contratti con le aziende fornitrici e con quelle che si dovranno occupare della postproduzione. Bisogna infine acquistare i diritti per l’utilizzo delle canzoni della colonna sonora e costruire il set, solitamente affidando i progetti ad un disegnatore specializzato con la supervisione dello scenografo e con l’aiuto di vari attrezzisti professionisti.

Dopo la preproduzione segue la fase di lavorazione del film, durante la quale si girano le scene. I reparti che prendono direttamente parte alle riprese sono la produzione, la regia, il cast, la fotografia, il sonoro, la scenografia, il costume ed il trucco. Le figure professionali che si occupano della regia sono numerose e ad ognuna di esse  affidato un compito specifico. Il regista è nella maggior parte dei casi l’autore del film, può prendere parte all’elaborazione del soggetto e alla stesura della sceneggiatura. Dirige le riprese, supervisiona il montaggio e segue il film fino alla copia campione. E’ aiutato nel suo lavoro da altri numerosi professionisti. La segretaria di edizione, ad esempio,  svolge un ruolo fondamentale, poiché è l’unica persona a cui è demandato il compito di assicurare la continuità delle riprese attraverso il controllo di qualsiasi dettaglio, anche il più piccolo ed insignificante. E’ oggi molto aiutata dalle macchine fotografiche che la sollevano dal seguire i disegni e gli elenchi di quanto inquadrato dalla macchina da presa. Nonostante tutto resta ancora un compito notevolmente impegnativo. La lavorazione dunque si conclude con la fine delle riprese e lascia posto alla terza ed ultima fase.

La postproduzione è l’ultima fase della produzione cinematografica. Una delle componenti della postproduzione è il montaggio. Il montaggio costituisce un momento fondamentale per la realizzazione dl film, perché ne determina il ritmo narrativo. Il ritmo di questa successione può essere molto disteso se è costituito da una serie di poche inquadrature, fino all’uso di una sola inquadratura o piano sequenza. Oppure può essere frenetico se le inquadrature sono moltissime e ciascuna occupa pochi secondi o anche meno. Il montaggio parallelo, invece, ha l’obiettivo di aggiungere un ulteriore senso di alternanza delle azioni, legando le immagini sul piano allegorico o metaforico. Le azioni mostrate, inoltre, non devono necessariamente ricongiungersi in uno stesso luogo. Il montaggio inoltre permette di creare nuovi spazi, veri per lo spettatore, ma che non hanno corrispondenza nella realtà oggettiva. Se ad esempio di raccorda un personaggio che esce da una porta, lo si può far rientrare da una porta corrispondente in un luogo qualsiasi, anche all’esterno, creando così una geografia ideale. Il montaggio gioca un ruolo importantissimo per quanto riguarda il tempo. Il flashback permette di viaggiarvi attraverso a ritroso. Il flashforward, al contrario, apre una parentesi sul futuro permettendoci di vedere eventi non ancora accaduti. Altra fondamentale componente della postproduzione è la creazione degli effetti speciali visivi, utili per creare delle immagini di tutto ciò che non può essere ripreso. Per quanto riguarda l’audio si procede con la registrazione delle musiche, l’aggiunta degli effetti sonori, eventualmente facendo intervenire un rumorista, la realizzazione del doppiaggio. Il processo di realizzazione del film si conclude in genere con la correzione del colore ed infine con la stampa della pellicola.

Affascinante vero? Allora guardatevi il filmato seguente, il cui presente post ne è la trascrizione quasi completa. Vi chiederete: come mai ho perso così tanto tempo a trascrivere l’audio di questo filmato? Semplice, l’argomento di come si fa un film è così interessante che ho perso volentieri questo tempo per dare a voi la possibilità di avere queste informazioni “nero su bianco”.

Buona visione del filmato (attenzione che è davvero divertente Occhiolino).

Come realizzare un film


mercoledì 9 marzo 2011

Origine dello zucchero

 

Lo zucchero è uno dei prodotti più comuni della nostra società, eppure c’è stato un tempo in cui era così raro e costoso da essere chiamato “oro bianco”. La produzione dello zucchero di canna ebbe origine in India. Intorno al 300 a.C. i soldati di Alessandro Magno scoprivano questa pianta che dava “miele senza le api”.

Esistono molte varietà di zucchero da tavola, diverse per purezza, lavorazione e colore, ma tutte derivano dalla canna da zucchero. Essa somiglia molto al bambù. Al massimo sviluppo i fusti possono raggiungere i 6 metri di altezza.

In questo filmato di Discovery Channel possiamo vedere come viene condotta la mietitura e la lavorazione della canna da zucchero fino ad arrivare al prodotto finito: lo zucchero che troviamo nelle nostre cucine. E’ un documentario davvero molto interessante perché ci fa vedere quanto lavoro e quanta tecnologia vengono usate per produrre questo dolce alimento. La prossima volta che mettiamo una zolletta di zucchero nel caffè, pensiamoci Sorriso

Buona visione.

Come si fa lo zucchero


martedì 8 marzo 2011

Come funziona un trasformatore

 

Il trasformatore fondamentalmente è un dispositivo che trasforma una tensione oscillante in un’altra tensione oscillante. E’ costituito da un nucleo di ferro, intorno al quale sono avvolte due bobine che fanno parte di due circuiti indipendenti: il circuito primario (con n1 spire) e il circuito secondario (con n2 spire).

trasformatore

Il rapporto tra i valori efficaci f1eff e f2eff della forza elettromotrice nel primario e nel secondario è uguale a quello tra i numeri delle rispettive spire:

Dato che la potenza elettrica in uscita dal trasformatore è uguale (a meno di piccole perdite di calore) alla potenza elettrica in ingresso, si ha

dove i2eff e i1eff sono rispettivamente i valori efficaci delle correnti nel secondario e nel primario.

C’è da dire che una corrente alternata è facile da generare (con un alternatore) ma è anche facile da trasformare (con un trasformatore). Questi sono i due motivi più importanti per i quali la quasi totalità dell’energia elettrica per uso domestico e industriale che viene utilizzata nel mondo fa uso di correnti alternate.

Nel seguente video, a cura di Discovery Channel, possiamo vedere come viene costruito un trasformatore.

Buona visione.

Come è fatto: trasformatori elettrici


8 marzo: il giorno in cui si parla della festa della donna

 

Oggi è l’8 marzo 2011. L’8 marzo io ormai lo identifico con “il giorno in cui si parla della festa della donna”. Oggi in tutta la blogosfera si parlerà della festa della donna e anche in tutte le televisioni. E’ un giorno in cui la donna farà scalpore, in cui si parlerà di madri in difficoltà, di mogli abbandonate, di donne infelici e schiave. E si parlerà di tutto ciò che di negativo succede alle donne. Poco fa stavo ascoltando la radio dove ospite in studio c’era una donna che nel passato aveva venduto il suo corpo. Come mai ogni anno per la festa della donna si parla sempre di queste cose? Forse perché fanno scalpore? Fanno audience?

mimosa

Sono sicuro che se l’8 marzo si festeggiasse di più la donna e si parlasse di meno della “festa della donna” sarebbe meglio per tutti noi Occhiolino

Auguri a tutte Sorriso


lunedì 7 marzo 2011

Il momento di inerzia

 

Poiché un corpo in moto può sempre essere pensato come un insieme di punti materiali dotati di un’energia cinetica ½mv2, la sua energia cinetica totale può essere scritta come la somma delle energie cinetiche dei punti che lo compongono, cioè come:

Se il moto è di pura traslazione i punti hanno tutti la stessa velocità lineare v e la relazione precedente si riduce a

dove M è la massa totale del corpo. Se invece è di pura rotazione, le velocità lineari dei diversi punti variano al variare della distanza R1 dall’asse di rotazione; se il corpo è rigido tuttavia le velocità angolari ω sono uguali e, valendo la relazione vi=Riω, l’energia cinetica del corpo rotante può essere scritta come:

Il termine della sommatoria viene definito momento di inerzia del corpo rispetto all’asse di rotazione considerato e viene spesso indicato con il simbolo I. Si ha quindi:

L’espressione dell’energia cinetica di un corpo rotante rigido assume perciò la forma:

che è del tutto analoga alla relazione che dà l’energia cinetica nei moti traslatori:

Come si vede, la quantità I sta alla massa M come la velocità angolare ω sta a quella lineare v.

Il momento di inerzia ha un ruolo molto importante in tutti i problemi riguardanti le rotazioni ed era già noto ai tempi di Huygens, che ne fece uso nel suo studio sul pendolo. L’introduzione del termine momento di inerzia invece risale ad Eulero.

Nella tavola sotto sono rappresentati i momenti di inerzia di alcuni corpi rigidi omogenei con assi di rotazione passanti per i rispettivi centri di massa.


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La legge di Hooke

 

Consideriamo una sbarra metallica di lunghezza l0 disposta orizzontalmente con un’estremità fissa e immaginiamo di sottoporla a trazione applicando una forza orizzontale F alla sua estremità libera.

sbarra metallica

La lunghezza della sbarra tenderà ad aumentare all’aumentare della forza applicata, con un andamento del tipo di quello indicato nel grafico sotto.

legge di Hooke

Se la sbarra viene mantenuta a temperatura costante e il carico non è troppo elevato la curva dell'allungamento può essere considerata una retta. Per carichi sufficientemente piccoli, cioè nella parte rettilinea della curva, la rimozione graduale del carico è accompagnata dal ritorno della sbarra alla sua lunghezza originaria. In questi casi quindi l'elongazione è proporzionale alla forza deformante F e si ha

dove è la costante della forza di richiamo, o costante elastica, della sbarra. Questa relazione non è altro che la ben nota legge di proporzionalità (legge di Hooke) tra la forza e la deformazione elastica scoperta empiricamente da Robert Hooke nel 1660.


Disturbi specifici di apprendimento: DSA

 

La sigla DSA sta per Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Si tratta di disturbi che non permettono di imparare in modo “normale” alcune attività che servono per studiare in modo convenzionale, in particolare:

La lettura.

La scrittura.

Il far di conto.

Ecc…

Le attività che creano maggiori difficoltà di apprendimento sono quelle che hanno a che fare con l’alfabeto e con i numeri.


DSA – Caratteristiche generali

- Compromissione significativa e persistente della funzione interessata.

- Capacità intellettive nella norma.

- Assenza di deficit sensoriali.

- Assenza di danni neurologici.

- Assenza di disturbi relazionali.

- Presenza di normali opportunità educative.

- Sostanziale invisibilità del problema.


DSA

- Disturbo dell’apprendimento procedurale.

- Fatica ad automatizzare alcuni gesti.

- Es: leggere, scrivere, compitare, riconoscere destra e sinistra, riconoscere ieri, oggi e domani, allacciarsi le scarpe.

- Un soggetto DSA può usare la cognitività.


Maturità di un soggetto DSA

- La maturità di uno studente è spesso giudicata in base alla quantità di sacrificio che riesce a sopportare “per il suo bene”.

- Un soggetto DSA fatica molto di più di un lettore tipico, perciò la sua maturità deve essere valutata con un metro di valutazione adeguato.


Tutti i dettagli riguardo ai disturbi specifici di apprendimento (DSA) li potete vedere a ascoltare nel filmato che vi presento.

Buona visione.

DSA, disturbi specifici di apprendimento


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...