lunedì 3 ottobre 2011

Allucinazione

L’allucinazione è un fenomeno psichico per cui un individuo percepisce come reale ciò che è solo immaginario. Le allucinazioni più frequenti sono quelle che interessano gli organi sensoriali, in particolare la vista e l’udito, e sono sintomatiche di gravi disturbi mentali.

Le allucinazioni si distinguono dalle illusioni ottiche, semplici distorsioni percettive, per l’impossibilità da parte del soggetto di riconoscere l’irrealtà dell’esperienza. Stati transitori di allucinazione possono essere indotti dall’assunzione di sostanze stupefacenti e da intossicazione alcolica.

Le allucinazioni possono essere divise in diverse categorie a seconda dei sensi coinvolti. Così possiamo avere:

- Allucinazione Gustativa
dove viene percepito un surreale ed altamente sgradevole gusto.

- Allucinazione Olfattiva
dove viene percepito un surreale e fortemente cattivo odore.

- Allucinazione Somatica
dove viene percepita una surreale sensazione all'interno del corpo.

- Allucinazione Tattile
dove viene percepita una surreale sensazione di essere sfiorati o toccati o di avere qualcosa sopra o sotto la pelle.

- Allucinazione Uditiva
dove viene percepito un surreale suono o voce.

- Allucinazione Visiva
dove viene percepita una surreale immagine strutturata, come ad esempio un oggetto, un animale o una persona, o non strutturata, come ad esempio dei bagliori.

Esistono delle sostanze che possono scatenare le allucinazioni? Sono i cosiddetti allucinogeni, cioè un gruppo di sostanze chimiche la cui somministrazione causa allucinazioni. Rientrano in questo gruppo sia droghe come l’LSD, sia sostanze ad uso medico, per lo più usate come anestetici (per esempio la ketamina). Anche alcuni funghi sono allucinogeni, ad esempio il fungo Amanita muscaria (foto sotto) è un pericoloso allucinogeno. Ricordo che esiste anche in Italia un fungo allucinogeno (ne ho scritto anche in questo blog) e si chiama Psilocybe Semilanceata.


domenica 2 ottobre 2011

Come fare una relazione di Fisica

Come si fa una relazione di Fisica? Non è difficile, basta seguire alcuni passi essenziali per descrivere l’esperimento effettuato in laboratorio.

Relazione di Fisica

Titolo dell’esperienza. All’inizio ovviamente si scrive il titolo dell’esperienza di laboratorio effettuata. Ad esempio: “La seconda legge della dinamica”.

Obiettivi. In questa sezione bisogna descrivere gli obiettivi dell’esperienza, ad esempio, riferendoci ancora alla seconda legge della dinamica, mostrare che forza e accelerazione sono direttamente proporzionali.

Schema operativo. Lo schema operativo può essere descritto in maniera discorsiva, ma è meglio fare un disegno. Se si sta usando una rotaia a cuscino d’aria con fotocellule per le misure dei tempi di percorrenza, si faccia un disegno di questo apparato. Si tratta solo di uno schema, quindi non è necessario essere dei grandi disegnatori per realizzarlo.

Materiali utilizzati. In questa sezione bisogna elencare i materiali e gli strumenti adoperati. Per quanto riguarda gli strumenti di misura bisogna  specificare la portata e la sensibilità.

Tabelle dei risultati e dei calcoli. Adesso bisogna riportare i dati delle misure effettuate in forma di tabella. Si devono effettuare i calcoli e presentare eventuali grafici.

Relazione. Descrivere le conoscenze di tipo teorico, il procedimento usato per fare l’esperimento, le giustificazioni delle scelte operate, gli ostacoli incontrati.

Conclusioni. Indicare gli obiettivi cercati alla luce dei risultati ottenuti, esporre le eventuali cause di insuccesso e i possibili interventi di miglioramento.

Facile no? Occhiolino Adesso tocca a voi cimentarvi. Buona relazione di Fisica Occhiolino


sabato 1 ottobre 2011

Cosa sono i neutrini? (video)

Cosa sono i neutrini? La domanda ve la sarete fatta un po’ tutti, soprattutto dopo la notizia della misura di alcuni giorni fa che ha messo in evidenza che queste peculiari particelle potrebbero addirittura superare la velocità della luce. Ovviamente non è facile spiegare in maniera comprensibile ed esaustiva cosa sono i neutrini dato che ci vorrebbero delle notevoli conoscenze di matematica e di fisica, però è possibile fare delle semplificazioni tali da permettere a tutti almeno di capire di cosa si sta parlando.

Per fortuna ho trovato questo simpatico cartone animato che spiega in maniera divertente cosa sono i neutrini e ve lo propongo subito nella speranza che possa soddisfare ogni vostra curiosità sull’argomento. Per chi invece volesse approfondire gli argomenti più tecnici può provare a leggere questo documento in pdf dell’Università di Pisa.

Buona visione del cartone animato che spiega cosa sono i neutrini.


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venerdì 30 settembre 2011

Nino Frassica e Frate Antonino da Scasazza

Nella primavera del 1985 avevo ancora 16 anni. Sono sempre stato un tipo che ride abbastanza facilmente a volte fino allo sfinimento, ma non mi era mai capitato di sentirmi male dalle risate fino a quelle tarde serate della primavera del 1985. Sto parlando delle risate che mi provocavano i dialoghi televisivi di Nino Frassica.

Frate Antonino da Scasazza

Nino Frassica era una new entry (ora si dice così) della televisione e durante la ormai “mitologica” trasmissione Quelli della Notte (presentata da Renzo Arbore) interpretava un umile frate detto Frate Antonino da Scasazza.

Fu un successo incredibile per il comico Nino Frassica e una rivelazione per i telespettatori italiani. L’umile frate era una continua gaffe di citazioni, di parole, di date, di neologismi surreali. Non era uno stile del tutto originale perché anche Totò e Peppino de Filippo si erano cimentati con la comicità delle gaffe dettate dall’ignoranza, ma non avevano mai approfondito questo filone fino alle estreme conseguenze.

Frassica invece lo fa con un risultato clamoroso. Alcune delle sue frasi sono rimaste nella storia. Per citarne sono alcune: “vi racconto un nanetto”, “il nano più alto del mondo”, “era una notte di caldo glaciale”, “era il 26-27-28-29-30-31 luglio del 1555, lira più lira meno”, “è uguaglio”, “non è bello ciò che è bello, ma che bello, che bello, che bello!”, “i peccati della capitale”, e ce ne sono tantissimi altri.

Ho selezionato questo filmato, tra i tanti che ho trovato su YouTube, per ricordare la comicità davvero straordinaria e totalmente priva di volgarità di Nino Frassica quando interpretava Frate Antonino da Scasazza.

Buona visione a tutti.


mercoledì 28 settembre 2011

Forme di energia

Vediamo quali sono le principali forme di energia. C’è un modo per definire le varie forme di energia nella maniera più semplice possibile, senza però perdere il senso ultimo di ciò che si sta descrivendo? Nelle righe seguenti ci ho provato e penso di esserci riuscito. Spesso la nostra mente ha bisogno di semplicità e concisione per apprendere e memorizzare. Con questo semplice post spero di avere aiutato qualcuno (che non si sente sicuro con gli argomenti scientifici) ad imparare rapidamente quali sono le forme di energia presenti in natura ;-)

Energia meccanica

Energia meccanica

E’ data dalla somma di energia cinetica (posseduta da un corpo in movimento) e di energia potenziale (posseduta da un corpo sollevato dal suolo, cioè che si trova ad una certa altezza).

 

Energia termica

Energia termica

E’ quella che può essere trasferita da un corpo più caldo a un corpo più freddo come calore; è anche l’energia liberata, sempre come calore, quando si brucia un combustibile.

 

Energia elettrica

Energia elettrica

E’ quella posseduta da cariche elettriche in movimento.

 

Energia chimica

Energia chimica

E’ quella “racchiusa” nei legami chimici delle sostanze e che può essere liberata come calore nelle reazioni di combustione.

 

Energia luminosa

Energia luminosa

Detta anche energia radiante o elettromagnetica, è quella che libera il Sole e che raggiunge la Terra sotto forma di radiazioni elettromagnetiche (è questa forma di energia che viene sfruttata dalle piante nella fotosintesi).

 

Energia nucleare

Energia nucleare

E’ quella “racchiusa” nel nucleo degli atomi e che viene sfruttata nelle centrali elettronucleari.


martedì 27 settembre 2011

Cosa significa ADSL?

ADSL è una sigla in inglese che significa Asymmetrical Digital Subscriber Line, essa indica una modalità di accesso alla rete ad alta velocità attraverso la normale linea telefonica in rame. L’ADSL è una tecnologia di modulazione del segnale asimmetrica che consente di avere una quantità di banda maggiore in fase di download dei dati (da 640 kb/s a diverse decine di Mb/s) e inferiore in fase di trasmissione dei dati (upload) da casa verso la centrale del provider (da 128 kb/s a 1 Mb/s).

ADSL

In Italia la tecnologia ADSL è in uso dal 1 gennaio 2000.

L’ADSL consente la contemporanea fruizione del collegamento a internet, che risulta molto più veloce delle vecchie linee ISDN o delle normali comunicazioni telefoniche.

La grande velocità delle connessioni ADSL ha portato ad una rapidissima evoluzione e diffusione di internet in tutto il mondo, soprattutto a causa del fatto di avere favorito la multimedialità, cioè la possibilità di trasmissione di flussi audio e video anche ad alta definizione.


TAC: Tomografia Assiale Computerizzata

TAC è la sigla di Tomografia Assiale Computerizzata, la TAC è una tecnica diagnostica che consente, attraverso l’utilizzo di un computer, di ottenere radiografie di sottilissimi strati degli organi sotto esame.

Le radiazioni emesse dal corpo sottoposto alla TAC vengono trasformate in impulsi elettrici, rielaborati dal computer per ottenere l’immagine di una sezione dell’organo interessato. La possibilità di analizzare strati sottili degli organi permette di verificare ogni anomalia o differenza di densità da punto a punto. Le prime apparecchiature TAC venivano inizialmente utilizzate solo per lo studio dell’encefalo; i lunghi tempi di esposizione necessari a registrare le immagini ne impedivano infatti l’uso per organi in movimento (per esempio quelli della cavità toracica o addominale).

I progressi in ambito tecnologico hanno permesso in seguito di eseguire questo esame su quasi tutte le strutture corporee. La TAC, assai più evoluta delle tradizionali radiografie, è particolarmente efficace per quanto riguarda l’individuazione di patologie traumatiche, tumorali e vascolari.

In questo filmato, tratto da una recente puntata del programma televisivo Superquark, possiamo vedere una spiegazione del funzionamento della TAC. In studio viene intervistato il fisico Paco Lanciano.

Buona visione a tutti.


lunedì 26 settembre 2011

Tecniche di vendita. Come riescono a farci comprare i prodotti al supermercato.

Tecniche di vendita. Quali sono le molle che ci spingono a fare una scelta? Per capirlo bisogna partire da un esempio concreto. Ogni volta che andiamo a fare shopping, c’è chi studia i nostri comportamenti e analizza le nostre scelte passo dopo passo. Per vedere come fanno bisogna andare a vedere un supermercato.

C’è chi si vanta di spendere troppo e chi invece è orgoglioso della propria capacità di risparmio. Ma cosa ci spinge a scegliere un prodotto invece che un altro? I nostri acquisti da cosa sono indotti?

Quando noi acquistiamo lo facciamo sulla base di un bilancio di emozioni di diverso segno. Immaginiamo il piacere che proveremo nel consumo e in questo modo si attiva un’area del cervello che è l’area della ricompensa. Contemporaneamente si attiva un’altra area del cervello che genera l’emozione negativa del pagamento.

Giampiero Lugli, docente di Economia dell’Università di Parma, è autore di Neuroshopping, un saggio che spiega quali meccanismi ci spingono all’acquisto. Partiamo col dire che il consumatore non visita mai tutto il punto vendita, ci sono delle aree più frequentate e delle aree meno frequentate. Le aree più frequentate vengono chiamate “aree calde” e le altre vengono chiamate “aree fredde”.

Nelle aree calde, che il distributore conosce perfettamente, vengono posizionati i prodotti che si ha più interesse a vendere, quelli che hanno il margine di guadagno più alto, che hanno una maggiore sensibilità alle vendite.

In genere il consumatore si muove in maniera “perimetrale”, cioè le aree più frequentate sono quelle del perimetro. Per spiegare questo comportamento c’è una motivazione addirittura riconducibile all’evoluzione della specie. Infatti, quando si fa la spesa al supermercato, è come quando l’uomo primitivo cacciava nella savana. Nella savana bisogna mantenersi aperta una via di fuga, e la stessa cosa succede al supermercato

Non so dire se le considerazioni di Giampiero Lugli abbiano un reale valore (quella del cacciatore della savana in particolare mi fa un po’ storcere il naso…), però è un tentativo di interpretare i meccanismi del nostro cervello nel momento dell’acquisto.

Se volete saperne di più sule tecniche di vendita e su come riescono a farci comprare i prodotti al supermercato, non vi resta altro che seguire questo servizio tratto dal programma televisivo Cosmo, dove viene intervistato proprio il professore Giampiero Lugli.

Buona visione a tutti.


Le Olimpiadi

I Giochi antichi

I primi Giochi Olimpici furono disputati in Grecia, a Olimpia, nel 776 a.C.; presso i Greci queste competizioni, celebrate ogni quattro anni in onore di Zeus Olimpio, padre degli dèi, erano così importanti da causare tregue temporanee in caso di guerra tra le varie città-stato che vi partecipavano. In Grecia si celebravano anche altre competizioni sportive dedicate agli dèi, come i Giochi Pitici in onore di Apollo, i Giochi Nemèi sempre dedicati a Zeus e i Giochi Istmici sacri a Poseidone.

Tutte le manifestazioni prevedevano gare equestri, di atletica leggera, di lotta e combattimento.

II recinto olimpico (altis) era costituito dagli alloggi degli atleti, dagli impianti sportivi e dai templi sacri, fra i quali spiccava quello dedicato a Zeus.
Per partecipare agli antichi Giochi Olimpici era necessario essere in possesso di alcuni requisiti: erano ammessi esclusivamente gli uomini di origine greca e di condizione libera, i figli legittimi, in possesso di tutti i diritti civili; inoltre, dal momento che queste competizioni erano considerate sacre agli dèi, era ammesso solo chi non aveva commesso delitti di sangue né sacrilegi.

Il vincitore veniva gratificato con una corona posta sul capo, formata da rami di ulivo intrecciati, raccolti da una pianta vicino al tempio di Zeus e quindi considerati sacri.

 

Le prove olimpiche

Inizialmente sembra che l'unica gara prevista dai Giochi Olimpici fosse lo stadion, una gara di corsa; in epoca classica però le prove olimpiche disputate erano:

•    lo stadion: consisteva in una corsa veloce di 192,27 m, corrispondenti alla lunghezza dell'edificio in cui si svolgeva la gara; il vincitore aveva l'onore e il privilegio di dare il suo nome all'Olimpiade successiva;
•    il diaulos: consisteva in una gara di corsa lunga due stadion (andata e ritorno) e quindi di quasi 400 m;
•    il dolichos: nacque come prova di resistenza sui 1500 m circa e con il tempo subì un'evoluzione fino ad arrivare a 4500 m circa;
•    lo skamma: corrispondeva a una gara di salto in lungo con l'aiuto di pesi che si riteneva servissero ad aumentare la distanza percorsa in aria;
•    il lancio del disco: si trattava di lanciare un disco originariamente in pietra, poi in bronzo;
•    il lancio del giavellotto: consisteva nel lanciare un giavellotto, costituito da una lancia in legno con la punta di ferro e di una cintura centrale per aumentare la spinta;
•    la lotta libera: consisteva in un combattimento tra due atleti, con prese mirate ad atterrare l'avversario sulla schiena; vinceva chi atterrava l'avversario per tre volte;
•    il pugilato: all'inizio si gareggiava a mani nude, poi con strisce di cuoio che proteggevano le nocche;
•    il pankrathion: competizione molto violenta e dura, era un misto di lotta e pugilato;
•    l'oplitodromo: consisteva in una prova di corsa riservata a guerrieri in armi e non ha un corrispettivo nelle moderne Olimpiadi.

 

Discobolo di Mirone

II Discobolo di Mirone (455 a.C. circa).

 

Gli antichi Giochi femminili

Nell'antica Grecia i Giochi erano vietati alle donne per ragioni religiose. Per le atlete venivano tuttavia organizzate speciali competizioni che prevedevano un pubblico esclusivamente femminile.
Era prevista una sola gara femminile di corsa, lunga 192 m (stadion). Le partecipanti correvano con i capelli sciolti e indossavano una tunica sopra il ginocchio.


Le Olimpiadi moderne

L'idea di sport concepita dagli antichi Greci venne abbandonata per secoli. Fu il barone francese Pierre de Coubertin (1863-1937), durante il Congresso internazionale di Parigi nel 1894, a rilanciare i Giochi Olimpici, simbolo nell'antica Grecia e della fratellanza tra le varie città-stato. De Coubertin propose di rinnovare e ripristinare l'antica tradizione olimpica, suggerendo di disputare i Giochi ogni quattro anni e di prevedere una sede "mobile" della manifestazione, scelta in Paesi diversi dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO).

Questa manifestazione, unica nel panorama internazionale sportivo e sociale, ha ripreso la tradizione delle Olimpiadi antiche, all'insegna dell'incontro tra i giovani di vari Paesi, dove ogni atleta gareggia per dare il meglio di sé; in effetti lo stesso De Coubertin fu promotore del celebre motto: "L'importante non è vincere, ma partecipare". La prima Olimpiade moderna si svolse nel 1896 ad Atene, in Grecia, in omaggio alla patria originaria dei Giochi: a essa potevano partecipare solo atleti dilettanti maschi.

Al primo classificato in ogni disciplina viene assegnata, al posto dell'antica corona di ulivo intrecciato, una medaglia d'oro: vengono premiati anche il secondo e il terzo classificato, rispettivamente con una medaglia d'argento e una medaglia di bronzo. La cerimonia di premiazione avviene all'interno dello stadio, con gli atleti che salgono sul podio. Tutto lo stadio rende omaggio al vincitore assistendo, in piedi, all'alzabandiera, mentre suona l'inno nazionale del Paese del vincitore.

 


la fiaccola e la bandiera olimpica

La fiaccola è il simbolo che annuncia le Olimpiadi; già nell'antichità veniva portata per le strade della Grecia per annunciare l'imminente inizio dei Giochi e la conseguente tregua delle guerre. Nel 1928 questa usanza venne reintrodotta e oggi fa parte delle moderne Olimpiadi; la fiaccola viene accesa a Olimpia, sede degli antichi Giochi, e viene portata nei vari continenti, fino a raggiungere la città e lo stadio dove si svolgeranno i nuovi Giochi Olimpici.

Fiaccola olimpica

 

Le persone che trasportano in staffetta la fiaccola olimpica si chiamano tedofori e spesso sono atleti internazionali o celebrità. Durante la cerimonia di apertura dei Giochi, la fiamma alimenta il braciere posto in cima allo stadio: il fuoco olimpico arde poi per l'intera durata della manifestazione.

La bandiera olimpica fu ideata da Pierre de Coubertin, promotore delle moderne Olimpiadi, e presentata ufficialmente al Congresso Olimpico di Parigi nel 1914. Raffigura 5 anelli di colore diverso intrecciati tra loro su uno sfondo bianco. La combinazione di questi colori simboleggia tutte le nazioni, perché con essi si possono disegnare le bandiere di tutti gli Stati. Al contrario di quanto pensano molte persone, i cinque cerchi non simboleggiano i cinque continenti.

Bandiera olimpica

 

[Bibliografia: Diario Sport Manuale, Alberto Rampa – Maria Cristina Salvetti. Juvenilia Scuola]


domenica 25 settembre 2011

Cos’è la gelatina e di cosa è fatta?

La gelatina è una miscela alimentare ricca di proteine, ottenuta dal collagene. La gelatina è caratterizzata da una particolare consistenza semisolida simile a quella del gel. Trova impiego soprattutto nell’industria alimentare, farmaceutica e fotografica.

Gelatina

In gastronomia può avere caratteristiche differenti a seconda del tipo di utilizzo: può essere salata o dolce, di origine vegetale o animale. Le gelatine vegetali si estraggono industrialmente dalla buccia di alcuni frutti (in particolare mele e agrumi), ricca di una sostanza gelificante detta pectina.

Quelle di origine animale, invece, si ottengono dalla trasformazione di proteine animali presenti nelle ossa, nel connettivo e nella pelle, con cui vengono preparati brodi concentrati che a freddo di rapprendono a assumono appunto un aspetto gelatinoso.

La gelatina di pesce si ottiene, invece, utilizzando un brodo ristretto a base di teste e lische di pesce (come quelle di cernia, sogliola o rana pescatrice).


Cos’è l’orienteering

L'orienteering è uno sport che si può praticare individualmente o in squadra e consiste in una competizione su un territorio naturale nel quale si corre seguendo un percorso libero.

Gli atleti devono transitare da alcuni punti di controllo fissi, segnalati da lanterne colorate; l'avvenuto passaggio viene segnato su un apposito cartellino con una punzonatrice o, nelle gare ufficiali, con un chip, un dispositivo elettronico che memorizza il tempo di passaggio dell'atleta.

Per orientarsi gli atleti possono utilizzare una carta topografica (caratterizzata da segni convenzionali utilizzati in tutto il mondo) e una bussola. Vince chi arriva al traguardo nel tempo minore dopo essere transitato presso tutti i punti di controllo.

Spesso nelle gare di orienteering non trionfa l'atleta più veloce, ma colui che ha saputo orientarsi più rapidamente e scegliere il percorso migliore.

Esistono diverse discipline di orienteering:
•    corsa orientamento, a piedi (CO);
•    mountain bike orientamento, in bicicletta (MTBO);
•    sci orientamento, con gli sci da fondo (SCIO);
•    orientamento di precisione, nel quale il punteggio finale dipende dal numero di lanterne di cui si è riconosciuta correttamente la posizione.

A queste discipline si sono aggiunti nel tempo l'orientamento in canoa e l'orientamento a cavallo, che tuttavia rimangono specialità poco diffuse. L'orienteering è uno sport che permette di trascorrere le giornate all'aria aperta e di immergersi nella natura; esso è pertanto sempre più praticato.

Emilio Corona campione di CO

Emiliano Corona, campione di CO; in primo piano, a destra, la lanterna, elemento caratteristico di queste gare.

 

La storia dell'orienteering.

•    L'orienteering è nato in Scandinavia nell'Ottocento come forma di esercitazione militare; come attività sportiva, incominciò a diffondersi negli anni Trenta, ma uscì dai confini della Scandinavia solo all'inizio degli anni Sessanta.
•    Quando la Germania nazista, durante la Seconda guerra mondiale, occupò la Norvegia, Adolf Hitler proibì la pratica dell'orienteering, perché gli atleti norvegesi, con la loro dettagliata conoscenza del territorio, erano di grande aiuto per i gruppi della Resistenza.
•    Nel 1996, per svincolare I’orienteering dall'idea di "sport dei boschi", nacque il Park World Tour, un circuito di gare da svolgersi sul territorio delle città. I grandi orientisti hanno quindi gareggiato in famose città europee come Stoccolma, Budapest, Oslo; in Italia si sono tenute gare a Venezia e Assisi.
•    Il Campionato mondiale di questo sport fino al 2003 si è svolto due volte l'anno, mentre attualmente ha cadenza annuale.
•    Dal 2005 viene organizzato il Mediterranean Open Championship, un circuito itinerante a tappe che prevede gare di orienteering nel bosco. La partecipazione è aperta a tutte le nazionali del mondo, con particolare riferimento a quelle dell'area mediterranea.

 

Che cosa serve per fare orienteering?

La carta è un'immagine rimpicciolita del territorio, in cui si utilizzano segni convenzionali di vari colori per indicare le caratteristiche del terreno (boschi, laghi, zone paludose...) e le costruzioni particolari (case, chiese...). Tutte le carte presentano una scala, che indica quanto la distanza su carta è più piccola di quella reale. Ad esempio, se una carta è in scala 1: 25.000, un centimetro sulla carta corrisponde sul terreno a 25.000 centimetri (250 m).

Per rappresentare le irregolarità della superficie terrestre si usano le curve di livello, che uniscono i punti situati alla stessa altitudine. Più le curve di livello sono vicine tra loro sulla carta, più il terreno è ripido.

La base dell'orienteering consiste nel leggere la carta nella direzione di marcia. La carta va orientata secondo il terreno: questo significa che il Nord geografico deve coincidere con il Nord della carta.

Per determinare il Nord geografico, si usa la bussola, uno strumento che, sfruttando il campo magnetico terrestre, indica sempre il Nord.

 

Carta e bussola da orienteering 

Carta e bussola da orienteering.

 

Un atleta di MTBO

Un atleta di MTBO impegnato in una gara.

 

I simboli utilizzati

Sulla mappa che viene consegnata agli atleti nelle gare di orienteering sono segnalati:

•    la partenza, indicata con un triangolo
simbolo1


•    i punti di controllo predisposti indicati con un cerchietto rosso
simbolo2


•    l'arrivo, segnalato da due cerchi concentrici
simbolo3


Sul terreno i punti di controllo sono segnalati da lanterne di colore arancione e bianco con una sigla di riferimento; normalmente le lanterne sono posizionate in prossimità di oggetti caratteristici rappresentati sulla carta.

Orientazione della bussola


La bussola deve essere disposta in piano e ruotata finché la punta (rossa) dell'ago magnetico non si trova nella "forchetta" nord. Ora, per orientare la carta, quest'ultima deve essere girata finché la direzione dell'ago magnetico non risulta parallela a quella del nord della carta. A questo punto la carta è orientata e la freccia direzionale della bussola indica la direzione d'avanzamento.


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...