Ultimamente si è vista una madre di 53 anni partorire 2 gemellini. Adele Dramis, dopo nove anni di cure, ha dato alla luce Vincenzo e Rosa. La signora in questione aveva sempre desiderato avere dei figli, ma la natura non era stata generosa con lei. Ha trovato rifugio nella scienza medica, che le ha dato, anche se in tarda (tardissima) età, la gioia di avere dei figli.
Io sono sempre stato un accanito sostenitore della scienza, in tutte le sue differenti discipline, e sono sempre contento quando vedo che le tecnologie e le scoperte mediche permettono di superare i limiti umani, tuttavia in questo caso la notizia non mi ha fatto molto piacere.
Vi spiego il motivo di questa mia inquietudine: questa madre ha 53 anni; quando i gemelli avranno 15 anni, lei quindi ne avrà 68! Una donna di 68 anni alle prese con le crisi adolescenziali di due ragazzini! Ve lo immaginate? Non invidio la povera signora, che ne vedrà delle belle... Possibilmente lei invece se la caverà benissimo, è una donna dalla mentalità molto elastica, moderna e dinamica, ma in generale si può dire lo stesso per tutti?
Io temo che in questi casi la molla che spinge ad avere figli (propri) a tutti i costi non sia l'amore, ma il puro egoismo. E' ovvio che il dolore di non potere avere dei figli può essere un'esperienza fortemente stressante. Il fatto di non poter mai abbracciare un figlio può essere una ferita psicologica non indifferente. La scienza può chiudere queste ferite a patto di non aprirne altre ben più gravi. I genitori ultrasessantenni, creati dalle nuove tecnologia mediche, saranno in grado di rapportarsi con figli piccoli, quando anche genitori giovani stentano a cavarsela?
Questa è la domanda, ma la risposta non tarderà a giungere. E mentre la scienza va avanti, noi diventiamo sempre più lenti a recepire i cambiamenti che ne derivano. Ci stiamo avvicinando alla singolarità tecnologica?
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