giovedì 29 giugno 2023

La fusione nucleare in un reattore: La strada verso un futuro energetico sostenibile

Negli ultimi decenni, l'umanità ha affrontato una sfida epocale: la ricerca di fonti energetiche sostenibili e a basso impatto ambientale. In mezzo a questa ricerca, la fusione nucleare è emersa come una potenziale soluzione promettente per soddisfare le crescenti esigenze energetiche globali. Tuttavia, ottenere la fusione nucleare in un reattore è un obiettivo complesso che presenta numerose sfide tecniche e scientifiche. In questo post, esploreremo le principali difficoltà che i ricercatori devono affrontare nel loro percorso verso la fusione nucleare.



La temperatura: il sole a portata di reattore

Uno dei principali ostacoli per raggiungere la fusione nucleare è la temperatura richiesta per innescare la reazione. Affinché il processo di fusione possa avvenire, il plasma di idrogeno nel reattore deve raggiungere temperature estremamente elevate, simili a quelle presenti nel nucleo del sole. Questo implica la creazione di un ambiente in grado di contenere un plasma ad altissime temperature e impedirne la dispersione, un compito estremamente impegnativo dal punto di vista tecnologico.


Il confinamento del plasma: la sfida dell'instabilità

Mantenere il plasma di fusione confinato e stabile è un'altra sfida cruciale. A causa delle alte temperature, il plasma tende a espandersi, provocando la perdita di energia e interrompendo la reazione di fusione. I ricercatori devono trovare un modo per controllare e trattenere il plasma, ad esempio utilizzando campi magnetici complessi. Tuttavia, le instabilità interne al plasma possono ancora compromettere il processo e rappresentano un ostacolo significativo da superare.


Reattori a stelle in miniatura: la ricerca della sostenibilità

La realizzazione pratica di un reattore di fusione richiede un equilibrio tra la produzione di energia e il consumo di energia per mantenere il processo di fusione stesso. Finora, i reattori di fusione sperimentali hanno richiesto più energia di quella prodotta, rendendo il processo insostenibile dal punto di vista energetico. Gli scienziati stanno cercando di superare questa sfida attraverso nuove tecnologie e approcci, come l'utilizzo di reattori a stelle in miniatura, noti come tokamak.


Materiali resistenti alle radiazioni: una questione di durata

La fusione nucleare produce un ambiente estremamente corrosivo per i materiali circostanti. Il flusso di neutroni ad alta energia genera danni significativi alle pareti del reattore, limitando la durata utile dei materiali. La ricerca di materiali resistenti alle radiazioni è cruciale per garantire la sicurezza e l'efficienza a lungo termine dei reattori di fusione.


Nonostante le sfide tecniche e scientifiche che si presentano lungo il percorso verso la fusione nucleare in un reattore, i progressi sono stati significativi negli ultimi decenni. La fusione nucleare rappresenta una promettente fonte di energia sostenibile, in grado di fornire una quantità praticamente illimitata di energia pulita. La ricerca e lo sviluppo in questo campo stanno continuando a un ritmo accelerato, con investimenti significativi da parte di governi e organizzazioni internazionali. Con il tempo, speriamo che le sfide attuali possano essere superate e che la fusione nucleare possa diventare una realtà pratica, aprendo la strada verso un futuro energetico sostenibile per l'intera umanità.

Ma a questo punto ci poniamo una domanda: come funziona un reattore a fusione nucleare?

Un reattore a fusione nucleare è un dispositivo progettato per realizzare la fusione controllata di isotopi di idrogeno, come deuterio e trizio, al fine di generare energia. A differenza dei reattori a fissione nucleare, che sfruttano la divisione di atomi pesanti, i reattori a fusione cercano di riprodurre il processo che avviene nel nucleo del sole, dove temperature e pressioni estreme permettono agli atomi di idrogeno di fondersi insieme, rilasciando enormi quantità di energia.

Un esempio di reattore sperimentale a fusione nucleare è il tokamak, che utilizza un campo magnetico intenso per contenere il plasma di fusione. Il plasma, composto da atomi ionizzati, viene riscaldato alle temperature necessarie per innescare la fusione. Il tokamak sfrutta l'effetto della confinamento magnetico, in cui un campo magnetico toroidale guida il plasma in un percorso circolare, impedendone la dispersione. Alcuni dei reattori a fusione nucleare basati sul concetto del tokamak includono:


ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor): Situato in Francia, l'ITER è attualmente in costruzione ed è uno dei più grandi progetti internazionali nel campo della fusione nucleare. Utilizzerà il concetto del tokamak per dimostrare la fattibilità tecnologica ed economica della fusione come fonte di energia.


JET (Joint European Torus): Situato nel Regno Unito, il JET è stato il reattore a fusione nucleare più grande e potente al mondo fino all'inizio delle operazioni dell'ITER. Ha contribuito significativamente alla ricerca sulla fusione nucleare e ha stabilito diversi record di produzione di energia da fusione.


EAST (Experimental Advanced Superconducting Tokamak): Situato in Cina, l'EAST è uno dei reattori a fusione nucleare più avanzati. Utilizza superconduttori per generare campi magnetici più intensi e ha raggiunto temperature del plasma molto elevate, aprendo nuove prospettive per la ricerca sulla fusione.


Wendelstein 7-X: Situato in Germania, il Wendelstein 7-X è un reattore a stelle in miniatura basato sul concetto del tokamak a campo magnetico a onde di torsione. È stato progettato per esplorare nuove vie di confinamento del plasma e aprire nuove possibilità per il futuro della fusione nucleare.

Questi sono solo alcuni esempi di reattori sperimentali a fusione nucleare, ma ci sono anche altre varianti e progetti in corso che cercano di superare le sfide tecniche e scientifiche verso la realizzazione di un reattore di fusione nucleare pratico ed efficiente.


Qualche dettaglio in più sul progetto ITER?

Il progetto ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor) è un'impresa ambiziosa che coinvolge una collaborazione internazionale per la costruzione di un reattore a fusione nucleare su larga scala. L'obiettivo principale di ITER è dimostrare la fattibilità tecnologica ed economica della fusione nucleare come fonte di energia pulita e sostenibile.

Caratteristiche principali:

1. Dimensioni e potenza: ITER sarà uno dei reattori a fusione nucleare più grandi mai costruiti. Avrà un volume di plasma di circa 840 metri cubi e una potenza termica nominale di 500 megawatt (MW). L'obiettivo è dimostrare che la fusione nucleare può generare più energia di quella consumata per mantenerla, aprendo la strada alla produzione di energia elettrica a partire dalla fusione.

2. Principio di funzionamento: ITER utilizzerà il concetto del tokamak per il confinamento del plasma. Il plasma di fusione sarà costituito da isotopi di idrogeno, deuterio e trizio, riscaldati a temperature di circa 150 milioni di gradi Celsius. Questo ambiente estremamente caldo e denso permetterà alle particelle di idrogeno di collidere e fondersi, rilasciando grandi quantità di energia.

3. Tecnologia del campo magnetico: Il confinamento del plasma nel tokamak di ITER sarà ottenuto attraverso campi magnetici intensi. L'ITER utilizzerà un sistema di bobine superconduttrici per generare un campo magnetico toroidale che trattiene il plasma nel centro della camera di fusione. Le bobine saranno raffreddate ad una temperatura estremamente bassa, vicina allo zero assoluto, per eliminare la resistenza elettrica e permettere il flusso di corrente senza perdite.

4. Materiali e tecnologia avanzata: ITER dovrà affrontare sfide tecniche complesse, come la gestione del calore estremo generato dalla fusione, la resistenza dei materiali alle radiazioni e la produzione e gestione del trizio, che è radioattivo. Saranno utilizzati materiali avanzati, come le leghe di litio per assorbire i neutroni e raffreddare le pareti del reattore, e saranno adottate misure di sicurezza rigorose per gestire i materiali e i rifiuti radioattivi.

5. Collaborazione internazionale: ITER coinvolge una collaborazione tra 35 paesi, tra cui i membri dell'Unione Europea, Stati Uniti, Russia, Cina, India, Giappone e Corea del Sud. Ogni paese partecipante contribuisce con finanziamenti, risorse umane e tecnologiche per la realizzazione del progetto. Questa collaborazione mira a condividere conoscenze e competenze per affrontare le sfide comuni e accelerare i progressi nella ricerca sulla fusione nucleare.

Obiettivi e impatto:

L'obiettivo principale di ITER è dimostrare che la fusione nucleare può essere una fonte di energia pulita, sicura e sostenibile. Oltre alla produzione di energia, ITER affronta altre sfide importanti, come la comprensione dei processi di fusione, la valutazione delle prestazioni dei materiali e la gestione dei materiali radioattivi.

L'impatto di ITER va oltre la produzione di energia. La ricerca e le tecnologie sviluppate in questo progetto potrebbero trovare applicazioni in altre aree, come la produzione di isotopi per uso medico e industriale, la generazione di idrogeno per il trasporto sostenibile e la comprensione dei processi di fusione nelle stelle e nell'universo.

Sebbene ITER sia ancora in fase di costruzione e non si preveda la produzione di energia elettrica dal reattore prima del 2035, il progetto rappresenta un passo significativo verso l'obiettivo di una futura fonte di energia pulita ed efficiente basata sulla fusione nucleare.


Ma a questo punto ci sovviene una domanda, anzi LA domanda: i reattori a fusione nucleare possono avere incidenti pericolosi come quelli a fissione nucleare?

I reattori a fusione nucleare presentano alcune caratteristiche che li differenziano dai reattori a fissione nucleare in termini di sicurezza. La fusione nucleare è intrinsecamente più sicura rispetto alla fissione nucleare, e i reattori a fusione nucleare sono progettati per minimizzare i rischi associati a potenziali incidenti. Tuttavia, è importante comprendere che la sicurezza è una priorità e che vengono prese precauzioni adeguate durante la progettazione e l'operazione dei reattori di fusione nucleare.

Di seguito sono riportati alcuni punti che illustrano la differenza tra la sicurezza dei reattori a fusione nucleare e quella dei reattori a fissione nucleare:

1. Combustibile: i reattori a fissione nucleare utilizzano combustibili ad alto potenziale di fissione, come l'uranio e il plutonio, che possono causare reazioni a catena incontrollate. Al contrario, i reattori a fusione nucleare utilizzano isotopi di idrogeno, come il deuterio e il trizio, che non possono subire reazioni a catena incontrollate. La fusione nucleare richiede condizioni di temperatura e pressione molto elevate per iniziare e mantenere la reazione, e queste condizioni sono difficili da mantenere in caso di guasto o interruzione del processo.

2. Quantità di combustibile: i reattori a fissione nucleare richiedono grandi quantità di materiale fissile per sostenere la reazione di fissione. Questo rende necessarie misure rigorose di sicurezza per evitare la dispersione o il furto di materiale nucleare. Al contrario, la quantità di combustibile di fusione in un reattore a fusione nucleare è relativamente piccola e limitata alle necessità immediate del processo di fusione. Inoltre, la fusione nucleare non produce materiali altamente radioattivi o a lunga durata come scarti.

3. Auto-terminazione: in caso di guasto o malfunzionamento, la reazione di fusione nucleare nei reattori a fusione si auto-termina. Le condizioni necessarie per la fusione nucleare non possono essere mantenute senza un controllo attivo del plasma. Inoltre, i reattori a fusione nucleare sono progettati per gestire le situazioni di emergenza in modo sicuro e prevenire la fuoriuscita di materiali radioattivi.

4. Rischi di radiazioni: i reattori a fusione nucleare generano radiazioni, ma a un livello significativamente inferiore rispetto ai reattori a fissione nucleare. La fusione nucleare produce principalmente neutroni ad alta energia, che possono danneggiare i materiali circostanti, ma la quantità e l'intensità delle radiazioni sono relativamente contenute. Inoltre, i materiali utilizzati nelle pareti del reattore sono progettati per assorbire e mitigare gli effetti delle radiazioni.

Nonostante queste differenze, i reattori a fusione nucleare devono comunque rispettare rigorosi standard di sicurezza e adottare misure preventive per prevenire incidenti o situazioni di emergenza. La ricerca e lo sviluppo continuano per migliorare ulteriormente la sicurezza dei reattori a fusione nucleare e garantire che siano un'opzione energetica sicura e sostenibile.

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