Il Magnestars è un tipo particolare di stella di neutroni (stelle super compatte che possiedono la massa di una stella come il Sole concentrata in un corpo grande una decina di chilometri). I magnetars molto piccoli possiedono campi magnetici che sono almeno 100 miliardi di miliardi di volte più potenti del campo magnetico della Terra. Sono questi oggetti che producono occasionalmente dei potenti "lampi", che spargono la radiazione ad alta energia nello spazio. L'origine di queste eruzioni energetiche e dei forti campi magnetici è tuttora un mistero.
Gli astronomi hanno scoperto un magnetar con il NASA's X-Ray Timing Explorer della NASA nel luglio 2003, quando la sua brillantezza è diventata 100 volte superiore a quella che possiede normalmente. Hanno continuato a controllarla regolarmente con la European Photon Imaging Camera, conosciuta come EPIC, sull'osservatorio XMM-Newton dell'Ente Spaziale Europeo, fino a marzo 2006, quando l'oggetto è tornato alla luminosità che aveva prima dell'esplosione.
I ricercatori Tolga Guver e Feryal Ozel hanno paragonato lo spettro dei raggi X dei magnetar con le previsioni di un modello sviluppato al calcolatore. Questo modello è stato realizzato per descrivere dettagliatamente le proprietà fisiche della superficie e del campo magnetico dei magnetar.
Guver, Ozel ed i loro collaboratori hanno trovato che i dati raccolti corrispondono molto bene con un modello che ha simulato lo scoppio come se fosse avvenuto appena sotto la superficie del magnetar e nello stato limitato ad una zona di circa 3,5 chilometri di profondità.
“Questa è un'innovazione perché possiamo ora distinguere fra i fenomeni di superficie e quelli magnetosferici" ha detto Guver.
Il loro modello inoltre ha permesso a Guver, Ozel ed ia loro colleghi di determinare spettroscopicamente l'intensità del campo magnetico di questo oggetto. Il campo magnetico del magnetar è risultato intorno a 600 miliardi di miliardi di volte più forte del campo magnetico della Terra.
Gli astronomi dicono che ancora non si riesce a capire il meccanismo dell'esplosione, la quale probabilmente è innescata in qualche modo dal campo magnetico.
In ogni caso verranno raccolti altri dati nella banda dei raggi X e, con l'affinamento dei modelli con il calcolatore, si dovrebbe riuscire a trovare una risposta.
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