lunedì 30 gennaio 2012

Teorema di Lagrange o del valore medio

Se f(x) è una funzione continua nell’intervallo chiuso [a, b] e derivabile in (a, b), allora esiste almeno un punto c interno ad [a, b] tale che risulti:

Dimostrazione.

A tale scopo, scriviamo la funzione ausiliaria:

g(x) = f(x) + kx

dove k è una costante che determineremo in modo che la funzione g(x) verifichi la terza condizione del teorema di Rolle, cioè:

g(a) = g(b)

ossia:

f(a) + ka = f(b) + kb

da cui:

                (1) 

Ora la g(x), ove si tengano presenti le ipotesi fatte sulla f(x), è continua nell’intervallo chiuso [a, b] e derivabile in (a, b), perché somma di funzioni continue in [a, b] e derivabili in (a, b).

Possiamo perciò applicare alla funzione g(x), nell’intervallo [a, b], il teorema di Rolle. Esiste quindi un punto c interno ad [a, b] per il quale è:

g’(c) = f’(c) + k = 0

cioè:

f’(c) = -k

da cui, tenendo presente il valore di k dato dalla relazione (1), si ottiene:

 

Geometricamente il teorema di Lagrange si interpreta dicendo:

Se un arco di curva continua è dotato di tangente in ogni suo punto, esclusi al più gli estremi, esiste almeno un punto interno all’arco nel quale la tangente è parallela alla corda che congiunge i punti estremi dell’arco.

Nell’immagine sotto possiamo vedere quanto enunciato:

Infatti la tangente nel punto c (in viola) è parallela alla corda ab (in verde) che congiunge gli estremi dell’arco di curva (in rosso).

La dimostrazione del teorema fu data da Lagrange nel 1801, che lo considerava tuttavia un corollario della formula di Taylor. La deduzione del teorema di Rolle sembra sia stata fatta per primo da Bonnet (intorno al 1850).


domenica 29 gennaio 2012

La rifrazione

La rifrazione. La direzione di propagazione di un’onda in un mezzo tridimensionale può variare essenzialmente in tre modi diversi: per riflessione, per rifrazione e per diffrazione. Quando un’onda raggiunge la superficie di separazione tra due mezzi, in generale una parte viene riflessa a ritorna nel primo mezzo, l’altra si trasmette nel secondo, e si può dimostrare che, se l’angolo di incidenza è diverso la 90°, la velocità di propagazione dell’onda riflessa non varia ma la componente normale alla superficie di separazione di tale velocità inverte la sua direzione.

La direzione di propagazione dell’onda trasmessa inoltre generalmente è diversa da quella dell’onda incidente.

In questo filmato possiamo vedere in maniera molto chiara, con esempi pratici, quanto detto finora. In particolare si mostra il comportamento della luce quando passa dall’aria al vetro e dall’aria all’acqua (e viceversa). Il classico esempio che viene quasi sempre citato è quello del bastoncino immerso nell’acqua che appare “deviato”. Viene mostrato anche il fenomeno della riflessione totale interna che permette alla luce di viaggiare attraverso un percorso incurvato e che è il principio su cui si basano le fibre ottiche, che sono molto importanti per le telecomunicazioni. Vedrete anche come un raggio laser può percorrere un flusso d’acqua, un fenomeno tanto spettacolare quanto curioso.

Il filmato sulla rifrazione che vi presento è stato realizzato a cura di Rai Edu1. Buona visione a tutti.


Immagini telescopio spaziale: le 100 più belle

Da più di 20 anni il telescopio spaziale Hubble ci manda immagini del cosmo davvero ineguagliabili. Nonostante non sia uno strumento di enormi dimensioni, Hubble riesce ad ottenere straordinari risultati perché può osservare gli oggetti astronomici dallo spazio, senza il disturbo dell’atmosfera terrestre. Infatti la nostra atmosfera, anche se è un “rifugio” straordinario per le creature viventi e che ci separa nettamente dall’ambiente sterile dello spazio, è però un notevole ostacolo per le osservazioni astronomiche. Prima di mostrarvi le 100 immagini astronomiche più belle del telescopio spaziale Hubble, vediamo brevemente perché l’atmosfera ci limita tanto nell’astronomia.

telescopio spaziale Hubble

Il disturbo è dovuto essenzialmente a 3 motivi.

1) L’atmosfera assorbe una parte delle radiazioni provenienti dallo spazio. Anche nelle lunghezze d’onda visibili c’è un certo assorbimento. Questo fa sì che gli oggetti celesti ci appaiono meno luminosi rispetto a come ci apparirebbero dallo spazio. Specialmente nell’ultravioletto. Nello spazio invece nessun tipo di radiazione viene assorbita.

2) La turbolenza atmosferica. Per gli astronomi il moto turbolento degli strati di aria è una vera dannazione. Le immagini risultano confuse e perdono la maggior parte dei dettagli più interessanti. Anche se negli ultimi anni, grazie ai computer, è possibile correggere con dei complicati algoritmi le immagini disturbate dalla turbolenza, non è possibile eliminare mai del tutto questo disturbo. Anche in questo caso, nello spazio, non essendoci atmosfera, non c’è nemmeno la turbolenza. Le immagini delle stelle risultano ferme e puntiformi e il loro diametro è limitato solo dalle leggi dell’ottica. Tutto ciò si traduce nel fatto che qualsiasi oggetto astronomico venga ripreso, avrà una quantità di dettagli che nessun telescopio da terra (per quanto potente) potrà percepire.

(L’animazione mostra l’immagine di una stella al telescopio “massacrata” dalla turbolenza atmosferica)

 

3) L’inquinamento luminoso. Ecco un altro motivo di grande disturbo per l’astronomia osservativa. Gli osservatori si costruiscono in alta montagna, nei deserti e comunque sempre molto lontano dalle città, per sfuggire alla luce prodotta dalla civiltà. Ormai l’inquinamento luminoso è un problema così grave che dalle grandi città si riescono a vedere, a malapena, solo la Luna, alcuni pianeti e le stelle più luminose. L’illuminazione pubblica delle città è cresciuta in maniera spesso “selvaggia” e con lampade che disperdono la luce verso l’alto. L’inquinamento luminoso non è dovuto in realtà alla presenza dell’illuminazione, ma sempre all’atmosfera. I gas e le polveri atmosferiche infatti riflettono e diffondono la luce e rendono il cielo “lattiginoso”. Gli oggetti astronomici più deboli si perdono in questa luminosità di fondo. Nello spazio questo problema è del tutto assente. Il fondo-cielo è perfettamente buio e spiccano anche gli oggetti più deboli.

(Un “oceano di luci cittadine” nella pianura veneta. L’inquinamento luminoso ha costretto gli astronomi a costruire gli osservatori sempre più lontani dalle città, in luoghi di montagna o desertici).

 

Non dobbiamo dimenticare un altro vantaggio dell’osservazione nello spazio: non ci sono mai serate nuvolose! Il tempo di osservazione è massimo.

E adesso, dopo avervi spiegato per quali motivi il telescopio spaziale Hubble è così potente, vi lascio guardare questo filmato che mostra le 100 immagini più belle che ha ripreso in più di 20 anni di onorato servizio. Sono immagini davvero straordinarie che hanno segnato la storia della moderna astronomia.

Buona visione a tutti.


giovedì 26 gennaio 2012

La teoria più bella

Quale potrebbe essere la teoria scientifica più bella? Naturalmente il concetto di “bellezza” di solito è associato all’arte o al massimo alla natura, ma sono moltissimi gli scienziati che estendono questo concetto anche alla scienza. Personalmente molte teorie scientifiche “ereditano” la loro bellezza concettuale dagli stessi fenomeni che descrivono. Ad esempio, secondo me, la teoria della Relatività Generale eredita la sua bellezza dal fatto che descrive la forza di gravità nel cosmo e quindi riflette la bellezza e la simmetria stessa dell’Universo.

Archimede

Archimede si entusiasmò quando riuscì a descrivere il suo famoso “Principio di Archimede” (il famoso “eureka”: ho trovato!).

Quale sia la teoria più elegante è convincente è la domanda rivolta a centinaia di scienziati dal sito di scienza e filosofia Edge. Molti hanno menzionato idee e principi consolidati, ma anche quelli ancora da dimostrare. Se ne desume che spesso i ricercatori sono molto influenzati da teorie “belle” ed “eleganti”. Tra le idee più affascinanti, il cosmologo Martin Rees dell’Università di Cambridge, menziona il soggetto che il cosmo è solo una piccola parte del frutto del Big Bang e che diverse forme di Fisica sarebbero valide in differenti universi.

La teoria della selezione naturale di Charles Darwin è tra quelle più seduttive tra i 200 studiosi intervistati. L’evoluzionista Richard Dawkins ha affermato che poche altre teorie hanno spiegato così tanti fatti.

Ovviamente anche la Teoria della Relatività di Einstein sta nell’olimpo delle idee favorite. Essa infatti spiega i buchi neri, la gravità, la curvatura dello spazio-tempo. Inoltre offre anche la possibilità di descrivere l’origine (Big Bang) e l’espansione dell’Universo.

Una delle idee scientifiche più seducenti risulta essere quella del riflesso condizionato, che impressionò il fisiologo russo Ivan Pavlov. Uno stimolo acustico, ad esempio, può suscitare reazioni automatiche in molti esseri viventi. Un effetto pavloviano non secondario può essere può essere anche l’effetto placebo. Un analgesico può fare effetto subito dopo l’assunzione, prima che i suoi principi attivi diventino realmente operanti.

In questo filmato, tratto da Tg Leonardo, possiamo vedere un servizio che riguarda la teoria scientifica più bella secondo un sondaggio fatto tra centinaia di scienziati.

Buona visione a tutti.


Eutrofizzazione

L’eutrofizzazione consiste in uno sviluppo eccessivo della vegetazione (in particolare alghe) e del fitoplancton in ambienti acquatici. L’eutrofizzazione è dovuta all’aumento nell’acqua di composti organici (soprattutto i fosfati), che fertilizzano le piante e le fanno crescere a dismisura. Le sostanze responsabili dell’eutrofizzazione derivano dall’immissione degli scarichi agricoli, industriali e delle fogne nei fiumi, nei laghi e nei mari chiusi.

L’eutrofizzazione sconvolge gli equilibri dell’ecosistema e può avere conseguenze molto gravi. Infatti, quando le piante acquatiche si sviluppano eccessivamente, cambia la distribuzione dell’ossigeno, meno presente nelle acque più profonde. Inoltre, aumentano i batteri e, con il passare del tempo, la vegetazione troppo sviluppata può imputridirsi e liberare sostanze tossiche. Infine le alghe possono depositarsi sulle branchie dei pesci, ostacolandone la respirazione.

eutrofizzazione

Nell’immagine possiamo vedere un esempio di come appare l’eutrofizzazione di alghe in un bacino idrico con scarso ricambio delle acque. Il problema dell’eutrofizzazione assume periodicamente consistenza gravissima: la sovrappopolazione di alghe, come detto prima, impedisce ai pesci di respirare.

Il termine "eutrofizzazione" viene dal greco eutrophia (eu = buona, trophòs = nutrimento) e in origine indicava, in accordo con la sua etimologia, una condizione di ricchezza in sostanze nutritive (nitrati e fosfati). Ovviamente adesso indica una condizione “patologica” di sovrabbondanza di sostanze nutritive nelle acque.

Tra i maggiori responsabili dell’eutrofizzazione vi sono i detergenti che contengono fosfati; tali composti vengono aggiunti per diminuire la durezza delle acque urbane che, per la presenza di ioni Ca++, rendono il detersivo meno efficiente. In Italia, per legge, la percentuale di composti di fosforo contenuti nei detersivi non può superare il 6,5%.

In realtà bisogna mettere in evidenza che l’eutrofizzazione è un fenomeno abbastanza recente, compare in forma molto intensa nell’Adriatico Nord - occidentale nella seconda metà degli anni sessanta e si manifesta in numerosi altri mari nel mondo (ad esempio: Chesapeake Bay - USA, Mare del Nord e Mar Baltico, Baia di Tokio, ed altre aree). La condizione che accomuna questi casi è legata da un lato alla forte antropizzazione del territorio conseguente ad un rilevante sviluppo economico e sociale, dall’altro al fatto che i bacini idrografici che attraversano queste aree scaricano le loro acque in mari semichiusi. In sostanza è un fenomeno totalmente attribuibile alla pesante presenza dell’uomo sul territorio.


Cosa sono le acque territoriali?

Sicuramente avrete già sentito parlare di acque territoriali, probabilmente senza sapere esattamente cosa sono. Ecco una breve spiegazione. Il diritto internazionale definisce acque territoriali tutte le acque che si trovano sotto la sovranità di uno stato: laghi, fiumi, canali, mari. In genere però con l’espressione acque territoriali si intende il mare territoriale, cioè il tratto di mare adiacente alle coste, sul quale lo stato esercita il diritto esclusivo di pesca, nel quale controlla il traffico marittimo e che difende militarmente.

(Schema delle acque territoriali, da Wikipedia).

La larghezza di questi tratti varia a seconda degli stati: per l’Italia è fissata in 12 miglia marine (circa 20 chilometri) dalla costa. Oltre le acque territoriali uno stato può disporre di una zona economica, estesa al massimo fino a 200 miglia dalla linea costiera, dove può godere solo del diritto di pesca e di sfruttamento delle risorse dei fondali, ma deve lasciare libera la navigazione.

Oltre la zona economica si estendono le acque internazionali.


mercoledì 25 gennaio 2012

Prova auto elettrica: Peugeot iOn

In questo interessante filmato possiamo vedere la prova su strada di un’auto elettrica, la Peugeot iOn. Questa prova è davvero molto interessante perché mostra pregi e difetti (o, per meglio dire, luci e ombre) delle auto elettriche attualmente in commercio. Tali pregi e difetti non appartengono solo alla Peugeot iOn, ma si sono potuti rilevare anche in altre auto elettriche, come possiamo leggere qui.

Prima lasciarvi alla visione del filmato, vi anticipo subito i difetti più “fastidiosi” della Peugeot iOn:

1) Difficoltà di ricarica con la batteria. I normali impianti elettrici delle case non sono in grado di ricaricare le batterie di questa vettura.

2) Autonomia minore di quella dichiarata dalla casa costruttrice. La Peugeot dichiara ben 150 km di autonomia a piena carica della batteria, nel filmato potrete vedere qual è la vera autonomia…

3) Prezzo alto. Per la Peugeot iOn siamo a circa 36000 euro.

auto elettrica Peugeot iOn

 

I pregi migliori invece sono:

1) Silenziosità quasi perfetta. I motori elettrici non fanno lo stesso rumore dei motori a benzina e diesel. Il silenzio non è un comfort da poco!

2) Ottima ripresa e notevole guidabilità.

3) Lo scrivo per ultimo, ma in realtà è (o dovrebbe essere) il pregio più importante: le emissioni zero! Il vero vantaggio di circolare con auto elettriche è proprio questo, il fatto che non emettono gas dannosi per l’ambiente. Se poi le auto elettriche fossero ricaricate da corrente elettrica prodotta da pannelli solari, sarebbe ancora meglio.

Come vedrete, questa auto elettrica (ma anche altri modelli di altre marche condividono la stessa sorte) appare come un prodotto “immaturo” che non è in grado di soddisfare pienamente le esigenze di un utente “medio”. Sembra che nel campo delle auto elettriche ci sia ancora “molta strada da percorrere”. Se non si farà qualcosa per aumentare l’autonomia e la compatibilità per la ricarica delle batterie (e non si abbassa drasticamente il prezzo), difficilmente un prodotto del genere potrà avere la giusta penetrazione nel grande mercato.

Ma adesso, per tutti i dettagli della prova su strada dell’auto elettrica Peugeot iOn, vi lascio al filmato. Buona visione a tutti.


lunedì 23 gennaio 2012

Teoria delle Stringhe ed M-teoria (video lezioni)

In questo video (e negli altri), Leonard Susskind tiene delle lezioni sulla Teoria delle Stringhe. Susskind è un fisico teorico molto rinomato in tutto il mondo e in queste lezioni si avvale di diversi tipi di rappresentazioni grafiche per presentare le sue teorie.

La Teoria delle Stringhe in realtà non è unica, ma bisognerebbe più propriamente parlare di Teorie delle Stringhe (sono 5 in tutto). La M-teoria è un modello fisico che le riunifica tutte. In cosa consiste l’importanza della Teoria (o Teorie…) delle Stringhe? In effetti si tratta di un modello della realtà fisica molto ambizioso che potrebbe diventare una “teoria del tutto”. Essa potrebbe unificare la meccanica quantistica con la gravitazione (quindi con la Relatività generale) e spiegare la natura delle particelle elementari e di tutte le loro interazioni. Si basa su idee molto stimolanti, come le dimensioni extra (alcune varianti di questa teoria prevedono ben 26 dimensioni spaziali), il principio olografico e notevoli connessioni tra buchi neri e l’origine dell’Universo. Ancora non si hanno conferme sperimentali della Teoria delle Stringhe, ma si sta lavorando per elaborare degli esperimenti che possano renderla una teoria “confutabile” in senso popperiano.

I video sono in inglese e viene usato un linguaggio piuttosto tecnico, ma lo sforzo per capire viene ampiamente ripagato con il potere avere un’idea di una delle teorie della Fisica più affascinanti che siano mai state formulate. Buona visione a tutti.

Le altre lezioni sulla Teoria delle Stringhe ed M-teoria di Leonard Susskind le potete trovare qui.


domenica 22 gennaio 2012

Pannello fotovoltaico fai da te con celle solari artigianali

In questo breve filmato possiamo vedere un tipico esempio di pannelli solari fai da te basati su celle solari autocostruite. Vediamo che il test di queste celle solari fotovoltaiche viene eseguito mediante l’accensione di una semplice lampadina ad incandescenza. Con un tester viene mostrato l’incremento di corrente che scorre nel circuito delle tre celle solari. Queste celle solari fotovoltaiche sono realizzate secondo un procedimento artigianale che è possibile trovare su svariate fonti presenti su internet e anche su questo blog nel post dal titolo “Pannelli solari fai da te. Come costruire una cella fotovoltaica in casa.” Vi consiglio di guardare il filmato di quel post perché è piuttosto interessante.

Si tratta di un procedimento impegnativo da mettere in pratica, ma non troppo difficile. In fondo chi si impegna a costruire celle solari fotovoltaiche in questo modo avrà la soddisfazione di avere realizzato da solo un piccolo elemento che sfrutta il tipo di energia che nel futuro riuscirà a sostentare l’intero pianeta! A meno che non venga sviluppata (finalmente) la fusione nucleare, l’energia solare (e anche quella eolica) saranno lentamente destinate a sostituire le energie non rinnovabili che ancora dominano la produzione energetica attuale. Esisterebbe anche la possibilità della fusione fredda, ma ancora non si è capito nemmeno se esiste davvero! Mi riferisco alle avventure (disavventure) del E-cat.

Agli autocostruttori (come colui che ha fatto questo video) che si dedicano a queste realizzazioni va sempre il mio plauso e un ringraziamento particolare perché, mettendo online i loro filmati (non importa se sono di qualità straordinaria), contribuiscono attivamente a divulgare la cultura delle energie rinnovabili e, nello stesso tempo, a trasmettere la passione per il fai da te, che non è poco.

E adesso vi lascio guardare questo (breve) filmato che mostra un pannello fotovoltaico fai da te dotato di celle solari fotovoltaiche di costruzione artigianale. Buona visione a tutti e buona ispirazione per le vostre personali realizzazioni.


La Via del Sale

Fin dal II millennio a.C., quando il sale costituiva un elemento fondamentale sia per l’alimentazione sia per la conservazione degli alimenti, gli antichi romani costruirono la Via del Sale (o Salaria), con lo scopo di trasportare questo prezioso elemento dal mar Tirreno all’Adriatico e permettere così alle popolazioni della Sabina di arrivare a Roma per il rifornimento di questo minerale.

L’importanza di questa via crebbe a partire dalla prima età del ferro, con l’intensificarsi della produzione, grazie alle saline di Ostia e di Porto alla foce del Tevere e con il mercato del sale che si sviluppò a Roma presso il foro boario, da dove il minerale veniva poi ridistribuito per essere commercializzato nelle aree dell’interno. La Salaria costituì anche uno dei principali assi lungo cui si diffuse il Cristianesimo.

via Salaria


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giovedì 19 gennaio 2012

Materia oscura: una prima mappatura (video e foto)

L’Universo che conosciamo e che riusciamo a percepire è soltanto il 4% di tutto ciò che esiste. Ciò che non riusciamo a vedere direttamente è la cosiddetta materia oscura a cui si aggiunge la ancora più misteriosa energia oscura che è responsabile dell’espansione accelerata dell’Universo.

Recentemente, per la prima volta, la materia oscura è stata mappata su larga scala. Due gruppi di ricerca del Fermilab e del Lawrence Berkeley National Laboratory, laboratori nazionali del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, hanno costruito la mappa più dettagliata della materia oscura presente nell’Universo. Entrambi i gruppi, che hanno lavorato indipendentemente, hanno presentato i risultati del loro lavoro durante la conferenza dell’American Astronomical Society (AAS) di Austin (Usa).

Gli astronomi hanno analizzato le immagini di ben 10 milioni di galassie in quattro differenti regioni del cielo. Lo studio eseguito era relativo alla distorsione della luce emessa dalle galassie e provocata dal passaggio attraverso la materia oscura. Questo è un effetto di “lente gravitazionale” previsto dalla teoria della Relatività Generale. Il cammino dei raggi luminosi, secondo questa meravigliosa teoria, è influenzato dalla forza gravitazionale, che, attualmente, è l’unico effetto fisico che riusciamo a osservare della materia oscura.

distribuzione materia oscura

(Nell’immagine sopra possiamo vedere la distribuzione della materia oscura rilevata in questo studio. Le parti bianche sono quelle a maggiore densità, quelle scure sono regioni vuote. Si nota come la materia oscura formi dei “grumi” e dei filamenti).

Le galassie usate per questo studio si trovano a circa 6 miliardi di anni luce di distanza. La loro luce ha attraversato vaste regioni di materia oscura che ha deviato questi stessi raggi luminosi. Dallo studio delle distorsioni luminose si riesce a risalire alla distribuzione spaziale della materia oscura. Da come è distribuita la materia oscura nell’Universo si potrebbero, si spera, ricavare preziose informazioni sulla sua natura finora misteriosa. Infatti questo tipo di materia presenta delle caratteristiche “esotiche”. Innanzitutto rappresenta il 25% della massa totale dell’Universo ed soggetta solo all’azione della forza gravitazionale e della forza nucleare debole. Si crede che sia formata da particelle non ancora scoperte in laboratorio ma che sono previste da alcune moderne teorie di fisica delle particelle (vedi supersimmetria). Questo tipo di materia oscura si chiama non barionica per distinguerla da quella barionica che invece è formata da materia “normale” ma che non emette luce.

Nel seguente filmato potete vedere un servizio televisivo, a cura di TG Leonardo, riguardo la mappatura della materia oscura. Buona visione a tutti.


La libertà esiste?

Oggi mi avventuro in una riflessione a dir poco difficile. E’ una cosa a cui spesso non pensiamo, ma siamo davvero liberi di fare ciò che vogliamo (o desideriamo). In altre parole, la libertà (magari quella con la L maiuscola) esiste davvero?

Voltaire libertà

E’ ovvio che su questo argomento da epoca immemorabile si confrontano le più svariate scuole di pensiero. Però negli ultimi decenni la scienza ci ha permesso di avere qualche tenue indizio per dare una risposta a questa domanda che non sia solo dettata dalla morale, dalla religione o dalla filosofia. Sappiamo bene che il nostro patrimonio genetico è in grado di condizionare (e anche pesantemente) la nostra esistenza e il nostro comportamento.

Mi colpì, un po’ di tempo fa, una frase di Voltaire molto significativa a proposito della libertà. La frase dice: “Io sono libero quando posso fare ciò che voglio: ma non sono libero di volere ciò che voglio”. Voltaire aveva notato che i nostri stessi desideri e ambizioni sono condizionati dalla nostra educazione. Il nostro livello culturale non lo abbiamo scelto noi, ma dipende, quasi completamente, dalla famiglia in cui siamo nati. I condizionamenti familiari giocano un ruolo molto forte nella formazione della nostra identità, molto più forte rispetto a quello della scuola o di altri ambienti formativi.

Il vero concetto di libertà è, alla fine, abbastanza restrittivo. In fondo la libertà non consiste altro che essere liberi di seguire i propri condizionamenti. Ma allora siamo degli automi che possono essere comandati con dei fili come dei burattini? A volte il sospetto che molte persone siano così condizionabili ce lo abbiamo. Altro che sospetto! Basta osservare i meccanismi del consenso politico per avere semmai la certezza che la maggior parte delle persone si facciano manipolare in maniera sorprendente.

Ma siamo sicuri di non essere noi stessi manipolati? Non è facile rispondere, anche perché chi è manipolato mentalmente non si accorge di esserlo, se se ne accorgesse, smetterebbe subito di farsi manipolare! Ma con questo pensiero mi sto allontanando dal discorso principale (anche se la cosa ci fa riflettere un attimo…).

La domanda è sempre quella: la libertà esiste? E se esiste, come la potremmo definire in maniera non ambigua? Abbiamo già compreso che la libertà consiste nel seguire i propri condizionamenti personali. Tali condizionamenti sono molto diversi da uomo a uomo. In base a quanto detto potremmo concludere che la libertà consiste nel fare in modo che i vari condizionamenti mentali diversi da uomo a uomo si possano esprimere senza impedimenti. Ovviamente questa libertà avrebbe una ulteriore restrizione, e cioè che comunque la libertà di un individuo non deve mai limitare la libertà degli altri. Si capisce subito che ci troviamo sempre di fronte ad un equilibrio molto difficile.

Ci vuole quindi molto rispetto della diversità. Ecco, il rispetto della diversità è sicuramente Libertà con la L maiuscola! Non a caso la libertà comincia a subire duri colpi quando nelle società umane si tende ad avere una certa uniformità di pensiero e di comportamenti. I regimi totalitari ottengono una drastica limitazione della libertà non solo con la forza, ma anche con una decisa spinta all’uniformità di pensiero. E in questo modo capiamo subito che non sono solo i dittatori che cercano di limitare la libertà, dato che la spinta all’uniformità viene anche da altre fonti…

Cerchiamo di rispettare le differenze e avremo un piccolo assaggio della libertà. Perché la libertà, in fondo, esiste davvero.


mercoledì 18 gennaio 2012

Sette falsi miti della salute

Avete mai sentito parlare del fatto che le carote fanno bene alla vista? Bene, sappiate che questa “leggenda metropolitana” è una storia del tutto inventata. Non è affatto vero che le carote aumentano la vista. Fanno bene, certo, ma con la vista non hanno mai avuto nulla a che fare. La cosa più incredibile è che secondo una indagine sembra che una persona su cinque creda veramente a questa urban legend.

carote fanno bene alla vista

Le sorprese non finiscono qui. Ci sono tanti altri falsi miti che riguardano la salute e sono talmente ben radicati che ormai li consideriamo dei dati di fatto. Invece sarebbe opportuno sapere quali sono questi falsi miti della salute per non incorrere in clamorosi errori.

Ne analizziamo sette, tra i più famosi.

 

1) Bere otto bicchieri di acqua al giorno.

In effetti bere otto bicchieri di acqua al giorno non è una cattiva idea; il problema è che molti cibi già contengono acqua al loro interno, ad esempio la frutta. Questo significa che non è affatto necessario berne per forza otto al giorno, dato che possiamo soddisfare il nostro fabbisogno di acqua da altre fonti.

 

2) Mangiare poco quando si ha la febbre.

Spesso quando la febbre è alta l’appetito viene a mancare, ma non è mai consigliabile privare l’organismo del giusto nutrimento, soprattutto quando si ha un raffreddore o un’influenza. I nostri corpi hanno bisogno di buoni cibi per mantenersi sempre in buona salute.

 

3) Una mela al giorno leva il medico di torno.

Questo, in un certo senso, potrebbe essere anche vero. Infatti le mele hanno una bassa percentuale di grassi e sono uno spuntino a basso contenuto calorico e ricco di antiossidanti. Sappiamo che gli antiossidanti proteggono il nostro corpo da vari tipi di danni. Alcuni studi (non confermati) affermano persino che possono proteggere dalle malattie cardiache e dal cancro. In ogni caso non è vero che basta una mela al giorno per levare il medico di torno, ma un minimo contributo le mele lo potrebbero dare se unite anche ad altri cibi sani.

 

4) “Scrocchiare” le ossa causa l’artrite.

Uno studio del 1990 ha stabilito che quelli che fanno scrocchiare le ossa in maniera compulsiva non presentano una percentuale di casi di artrite superiore a quello di coloro che non lo fanno. Ciò significa che lo scrocchiare le ossa è del tutto ininfluente per l’insorgere dell’artrite. Anche se non provoca l’artrite, il rumore dello scrocchiare le ossa può dare molto fastidio a molte persone!

 

5) La cioccolata fa venire i brufoli.

I dermatologi hanno ormai da tempo stabilito che l’acne è causata dai geni, dagli ormoni e dal tipo di pelle che abbiamo. Per l’acne gli unici rimedi utili sono gli antibiotici e altri tipi di medicazioni e non una variazione della dieta. Però accade che alcune persone vedono un miglioramento della loro acne quando smettono di mangiare cioccolato; in questi casi la cosa migliore è fare un test: smettete di mangiare cioccolato per alcuni giorni o settimane e vedete se la vostra acne diminuisce sensibilmente.

 

6) Il brodo di pollo è la medicina migliore.

In fondo anche questa potrebbe essere una (mezza) verità. Infatti quando stiamo male il nostro corpo tende a disidratarsi e quindi un buon brodo non può fare altro che reintegrare i liquidi e i sali minerali persi. Però esistono molti altri modi per riacquisire liquidi e sali minerali, non solo il brodo di pollo. Anche delle buone insalate di verdura possono sortire esattamente lo stesso effetto.

 

7) Uscire fuori al freddo con i capelli bagnati fa venire il raffreddore e la febbre.

A parte il fatto che stare fuori al vento e al gelo con i capelli bagnati è una sensazione così fastidiosa da farmi desistere in ogni caso e penso che sarete tutti d’accordo con me. Però bisogna sempre ricordare che raffreddore e influenza sono causati da virus e non dal freddo, quindi non sarà uscire con i capelli bagnati a farvi venire il raffreddore, a meno che non incontriate qualcuno che il raffreddore già ce l’ha.


Scarpetta di Venere: la più bella orchidea italiana.

Scarpetta di Venere è il nome di un’orchidea (Cypripedium calceolus) originaria dell’Eurasia che cresce spontanea anche in Italia. Diffusa solamente sulle Alpi e in qualche bosco appenninico di latifoglie (in particolare nei faggeti), è una pianta molto rara e per questo motivo è stata dichiarata una specie protetta.

Gli esemplari che vengono commercializzati devono infatti essere muniti di un certificato che ne attestino le origini. E’ nota anche come pianella della Madonna, ha foglie grandi con evidenti nervature parallele. Sullo stelo, che può essere alto fino a 50 centimetri, sboccia, solitamente tra maggio e giugno, un unico fiore bicolore: bruno-rossastri i tre petali lunghi e acuti, gialla la porzione rigonfia (labello) che ricorda, appunto, una pantofola.

Per il suo colore dorato, la sua dimensione e la sua lucidità, il Cypripedium calceolus viene considerato la più bella e maestosa orchidea italiana.

Scarpetta di Venere

Con i suoi 8 centimetri di diametro la scarpetta di Venere è uno dei fiori più grandi della flora italiana ed è considerata una delle specie vegetali più belle di molti parchi nazionali italiani, fra cui quello dello Stelvio e della Majella.


martedì 17 gennaio 2012

Più di 500 milioni di cittadini cinesi sono collegati sul web

Il numero dei cittadini cinesi che hanno a disposizione una connessione internet è aumentato ancora e adesso ha superato i 500 milioni. Un numero davvero stratosferico!

Cina sul web

La notizia viene da un report realizzato dal China Internet Network Information Center (CINIC). Ormai il 37% (513 milioni) della popolazione cinese ha accesso alle “autostrade dell’informazione”. La cosa particolare è che circa il 70% di queste connessioni internet sono da attribuire a telefoni cellulari.

Secondo alcuni analisti, però, le statistiche del CINIC potrebbero essere molto “gonfiate”. Il rapporto infatti considera un utente “connesso ad internet” se di età superiore ai 6 anni ed è stato online nel semestre passato.

Seguendo la fonte potrete avere statistiche più approfondire sul rapporto CINIC.

Stiamo assistendo alla crescita smisurata della Cina (è già da vari decenni che si osserva questo fenomeno) e adesso ci accorgiamo che è diventata anche una “superpotenza” di internet! Anche se il rapporto CINIC dovesse essere gonfiato, credo comunque che l’evoluzione della Cina dal punto di vista del web sia ugualmente straordinario.


Curare la cellulite

La cellulite. E’ una malattia? Oppure è un semplice difetto fisico? Qualunque sia la sua natura la cosa che più importa alla gente è capire se esiste un rimedio.

Intanto cominciamo col dire che la cellulite è tessuto grasso, cioè tessuto adiposo alterato, che da un aspetto omogeneo passa prima ad un tessuto rigonfio ed emadoso e poi ad un aspetto nodulare e a volte anche fibroso. La causa della cellulite è un disturbo del microcircolo dovuto a vari fattori. Innanzitutto c’è un fattore ormonale (e questo è il motivo perché è più frequente nelle donne), poi ci sono anche fattori costituzionali, lo stile di vita (soprattutto il fumo e le abitudini sedentarie), e, ovviamente, pesa moltissimo l’alimentazione.

Cellulite

I rimedi della cellulite

Alcune creme aiutano a risolvere il problema, in particolare i cosiddetti cosmeceutici, che non sono cosmetici ma farmaci veri e propri attivi localmente (la cui efficacia, è doveroso dirlo, non è sicura perché non sono stati testati con metodo scientifico). Però esistono dei trattamenti veri e propri che possono combattere la cellulite in maniera efficace. I più noti sono:

- la mesoterapia lipolitica;

- l’idroelettroforesi;

- il trattamento con ultrasuoni;

- il trattamento con la radiofrequenza.

In alcuni casi si può ricorrere alla chirurgia e qui l’ultima novità è la tecnica della laserlipolisi. Una fibra laser molto sottile (circa un millimetro), porta due lunghezze d’onda diverse. Una serve per sciogliere il grasso e l’altra per tonificare i tessuti. E’ un trattamento chirurgico sicuro e può essere effettuato con anestesia locale con una breve convalescenza. Finora non sono state descritte complicanze importanti.

La liposuzione invece è l’intervento chirurgico sulla cellulite che è più richiesto in assoluto perché il grasso viene rimosso completamente.

La mia opinione personale è che molte persone abusano di certe terapie contro la cellulite, considerata da molti un inestetismo insopportabile anche quando presente in quantità trascurabile. In ogni caso bisogna sempre valutare con attenzione quali sono i reali benefici. In questo caso ho riportato delle tipiche terapie contro la cellulite che gli esperti considerano collaudate e senza complicazioni, ma non è affatto detto che non possano mai avvenire problemi. Ci vuole prudenza ogni volta che ci si sottopone ad un qualsiasi intervento chirurgico, sia in anestesia locale, sia (soprattutto) in anestesia totale.

Nel seguente servizio televisivo possiamo ascoltare l’intervista del prof. Maurizio Valeriani, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica e specialista in chirurgia vascolare presso l’ospedale San Filippo Neri di Roma.

Buona visione a tutti.


lunedì 16 gennaio 2012

Ordine di grandezza

Cosa significa ordine di grandezza? Per spiegarlo in modo efficace dobbiamo prima richiamare alcune facili nozioni sulle potenze. Sappiamo infatti che una delle applicazioni delle potenze e quello di poter scrivere, in modo conciso, numeri molto grandi o molto piccoli semplificandoci, e di molto, la vita.

ordine di grandezza

In particolare si dice che un numero è scritto in notazione scientifica quando si presenta sotto la forma a*10n, dove a è un numero decimale con 1 ≤ a < 10 ed n è un numero intero relativo (l’asterisco * indica il segno di moltiplicazione).

Per esempio:

1) distanza Terra-Sole: 1,5*108 km;

2) distanza Terra-Alfa Centauri: 4*1013 km;

3) massa della Terra: 5,98*1024 kg;

4) raggio dell’elettrone: 2,82*10-13 cm;

5) massa dell’elettrone: 9,11*10-31 kg;

6) raggio dell’universo (secondo Einstein): 1025 m.

A questo punto possiamo dire che si chiama ordine di grandezza di un numero la potenza di 10 più vicina al valore di quel numero.

Facciamo subito un esempio:

la distanza Terra-Sole, che è di 150000000 di km, è dell’ordine di grandezza 108. Nella seguente tabella possiamo leggere la distanza del Sole dagli altri pianeti (è compreso anche il pianeta nano Plutone) e il relativo ordine di grandezza.

Pianeta Distanza media dal Sole (km) Notazione scientifica Ordine di grandezza
Mercurio 58000000 5,8*107 108
Venere 108000000 1,08*108 108
Marte 228000000 2,28*108 108
Giove 778000000 7,678*108 109
Saturno 1428000000 1,428*109 109
Urano 2736000000 2,736*109 109
Nettuno 4499000000 4,499*109 109
Plutone 6084000000 6,084*109 1010

Per trasformare un numero nella notazione decimale a quella scientifica, si procede come negli esempi:

745000 = (745000 : 100000) * 100000 = 7,45*105

0,00000057 = (0,00000057 * 10000000) : 10000000 = 5,7 : 107 = 5,7*10-7


Plutone (in geologia)

Quindi non stiamo parlando del pianeta nano plutone, ma di qualcosa di molto diverso. Infatti in geologia con il termine plutone si indica una massa rocciosa di dimensioni variabili (fino a centinaia di chilometri di lato) costituita da rocce ignee, dette plutoniche o intrusive, formatesi in seguito al raffreddamento di materiale magmatico all’interno della crosta terrestre.

plutone

Attualmente molte formazioni plutoniche sono diventate visibili per l’azione dei movimenti tettonici che le hanno trasportate a minori profondità o per intense spinte orogenetiche che le hanno sollevate in superficie; altri plutoni sono affiorati in superficie in seguito a fenomeni di erosione che hanno eliminato quegli strati rocciosi che in origine li sovrastavano. La classificazione dei plutoni risponde a numerosi criteri. Una prima distinzione può essere fatta prendendo in considerazione la natura della roccia intrusiva che il compone, o analizzando i rapporti di giacitura con le rocce che li inglobano. In questo modo si possono distinguere i corpi iniettati e i corpi soggiacenti, o batoliti.

Un altro metodo di suddivisione si basa sulla struttura interna, e si hanno così plutoni omogenei e plutoni differenziati a seconda che la roccia abbia composizione costante nei suoi vari punti o differenziata. I plutoni possono essere anche classificati, in base alla loro genesi in:

1) semplici;

2) multipli;

3) composti.

I primi derivano da un’attività magmatica sviluppatasi in un’unica fase; i secondi da un’attività sviluppatasi in diversi periodi ma con magma sempre dello stesso tipo; i terzi, infine, sono il risultato dell’intrusione di magmi diversi in periodi successivi.

Riferendosi all’ambiente tettonico di formazione si possono, infine, distinguere i plutoni magmatici e quelli vulcano-plutoni.

Il nome deriva dall’antico dio romano degli inferi, Plutone, per affinità con la provenienza dei plutoni, dalle profondità della Terra.


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sabato 14 gennaio 2012

La censura e l’arte della censura: Toe Jam

Di solito la censura è un danno per la creatività artistica. Ma in certi casi la censura può invece favorirla, se la si riesce ad usare in maniera geniale. Basta guardare questo filmato per accorgersene. Si tratta di Toe Jam, un breve video la cui regia è firmata da Keith Schofield e la musica è dei “The Brighton Port Authority” il cui nome è abbreviato in The BPA.

Alcuni ragazzi e ragazze si spogliano e danzano al ritmo di una affascinante ed orecchiabilissima musica dance, ma, niente paura, le parti intime sono accuratamente censurate dai classici rettangolini neri. Solo che adesso le coreografie della danza sono fatte in modo che questi rettangolini formino lettere, forme geometriche, persino videogiochi.

Ci sono anche momenti più esilaranti degli altri, ma non vi anticipo altro, dato che il filmato è visibile alla fine di questo post.

Un modo davvero straordinario, divertente e ironico di intendere la censura. Questo filmato fa capire che per quanta censura, di qualsiasi tipo essa sia, ci sia nella nostra società, nulla può fare contro la geniale creatività dei veri artisti. Questo mi fa pensare al tormentone del “salvapischelli” di Fiorello che si oppone con ironia alla censura della parola profilattico voluta dalla RAI.

Buona visione a tutti.


venerdì 13 gennaio 2012

Luce misteriosa

In questo spettacolare filmato girato con la tecnica del time lapse il 23 settembre 2011 presso Yellowknife (Canada), possiamo vedere un aeroplano, delle nubi ad alta quota e dei raggi di aurora boreale. Ma ad un certo punto spicca una luce misteriosa ben visibile come un filamento sulla destra del campo inquadrato.

Chi è in grado di identificare questa strana luce che passa? Qualcuno ha qualche idea? E’ bene sapere che la luce appare tra le ore 01:31 e 01:45, quindi è stata visibile nel campo per 14 minuti circa. Significa che non poteva essere un meteorite, né un aereo.

Above heaven from kwon, o chul on Vimeo.

Nella foto sotto possiamo vedere anche un fotogramma tratto dal filmato in cui si vede molto bene la luce misteriosa. Io per il momento non ho sono riuscito a formulare nessuna ipotesi che mi convinca.


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giovedì 12 gennaio 2012

Cos’è il tamarindo?

Il tamarindo è una pianta arborea (Tamarindus indica) appartenente alla famiglia delle Cesalpiniacee, originaria del Madagascar e dell’Africa Orientale; è molto diffusa in tutta l’Africa semiarida, in India e in molti paesi tropicali. Gli arabi la chiamavano Tamara hindi, da “tamar” che significa dattero e “hindi” che vuol dire indiano. Notizie riguardanti questo albero si hanno già nel IX secolo: il medico persiano Alhervi e la Scuola medica salernitana ne esaltavano diffusamente le virtù mediche.

tamarindo

Si tratta di alberi sempreverdi, alti fino a 25 metri, con fusto ramificato, foglie formate da 10-20 coppie di foglioline ovali; i fiori sono giallastri variegati di rosso, raccolti in piccoli grappoli. I frutti sono grossi legumi cilindrici con polpa acidula, profumata, ricca di grassi, proteine, pectine, vitamine e minerali (soprattutto, calcio, fosforo, potassio). E’ impiegato in farmacia come lassativo e nell’industria dolciaria per preparare sciroppi da cui si ottengono bevande dissetanti.

Ecco come appaiono i frutti del tamarindo.


Perché l’influenza viene in inverno?

Perché l’influenza viene in inverno? Quelli invernali sono i mesi in cui in quasi tutte le famiglie italiane c’è qualcuno che accusa i tipici malesseri della stagione. Di solito non è facile stabilire quale sia la vera e propria influenza anche perché i virus in circolazione sono molto numerosi. In ogni caso nel mese di gennaio si raggiunge il picco massimo di epidemia per l’inverno.

La domanda più interessante che ci possiamo porre è: come mai il virus dell’influenza è così efficace proprio durante i mesi più freddi?

La spiegazione tecnica è davvero molto interessante. Finora si era sempre pensato che il freddo causasse un abbassamento delle difese immunitarie e che quindi questo preparasse il terreno per l’infezione dei virus. Questa ipotesi, che a prima vista sembra assolutamente ragionevole, in realtà non è mai stata verificata. L’ipotesi infatti non spiegava perché i massimi epidemici si verificano quando, oltre alle basse temperature, c’è anche alta pressione atmosferica e vento. Queste condizioni rendono l’aria molto secca. Ed è proprio questa particolare condizione atmosferica, caratterizzata da bassa umidità, che permette al virus di permanere nell’aria mantenendosi con notevole vitalità. Inoltre predispone le mucose al suo attacco.

Anche l’altra ipotesi che andava per la maggiore, quindi, risulta incompleta, cioè quella che affermava che in inverno l’influenza si diffonde perché si sta molto più a lungo in luoghi chiusi e ciò favorisce il contagio. Questa semmai potrebbe essere un veicolo che potenzia la diffusione del virus, ma non la vera causa.

La scoperta non è recente, infatti risale al 2008 ed è stata fatta da alcuni ricercatori dalla Mount Sinai School of Medicine di New York. In ogni caso è una scoperta davvero interessante. Personalmente sono rimasto molto sorpreso dal fatto che una malattia così diffusa in tutto il mondo come l’influenza abbia avuto una spiegazione in tempi così recenti.

Nel seguente servizio televisivo tutti i dettagli sul perché l’influenza viene in inverno. Buona visione e buon ascolto.


mercoledì 11 gennaio 2012

Folle tango, ma folle davvero!

Il titolo di questo cortometraggio di animazione è Tango. Si tratta del lavoro che diede fama e notorietà al regista polacco Zbigniew Rybczyński (che per fortuna si fa chiamare Zbig, data l’impronunciabilità manifesta del suo nome!). Prima di tutto guardatelo e cercate di contare i personaggi che vi appaiono.

Li avete contati? Non è affatto facile! A parte la curiosità del numero di personaggi presenti, la particolarità di questo cortometraggio di animazione è che ciascun personaggio compie un’azione senza interferire mai con gli altri. Questo presuppone una notevole abilità di regia. Zbig filmò ogni personaggio in maniera indipendente e poi sovrappose le varie pellicole con un ritaglio eseguito fotogramma per fotogramma! Un lavoro certosino e delicatissimo durato quasi un anno, solo per ottenere 8 minuti di filmato. Questo perché nel 1980 non si utilizzava certo la computer grafica. Nonostante tutto il risultato è davvero fenomenale.

Questo è un tango folle, ma folle davvero, in cui i personaggi entrano in scena sempre perfettamente sincronizzati con il ritmo musicale. Poi riappaiono eseguendo svariate volte la stessa azione. Man mano entrano altri personaggi che si aggiungono a quelli precedenti, ma sincronizzati in modo tale da non avere “collisioni” con gli altri. Direi che c’è un rapporto particolare tra lo spazio e il tempo che ha qualcosa di musicale (da cui il titolo di tango, che è anche una danza). In fondo è come una sinfonia di strumenti musicali che suonano insieme, ma senza mai “collidere” gli uni con gli altri.

C’è anche una storia di fondo. Si noti come la narrazione cominci con un bambino che gioca a pallone e finisca con una donna anziana che si porta via il pallone, qui inteso, probabilmente come un simbolo dell’infanzia.

Credo che sia uno dei cortometraggi di animazione più affascinanti che abbia mai visto.


martedì 10 gennaio 2012

Musica in strada

Molti dicono che il vero musicista è quello che suona per strada. Questo pianista l’ho incontrato a Noto (provincia di Siracusa) il 30 dicembre 2011. Devo dire che la musica in strada ha davvero un fascino ineguagliabile. Ascoltare per credere Sorriso.

Il filmato dura poco, ma la magia è assicurata.


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lunedì 9 gennaio 2012

Il primo occhio bionico in Europa

Il primo occhio bionico in Europa è stato “installato” (lo so, non è il termine giusto, ma mi piace moltissimo) all’ospedale di Pisa ad un uomo che è cieco da 40 anni. Dopo una lunga riabilitazione dovrebbe essere in grado di vedere in bianco e nero. Si tratta di Riccardo Santini, attualmente il presidente dell’Unione Italiana Ciechi di Prato. Si è sottoposto a questo “esperimento” per poter vedere il volto della figlia Elena, che non aveva mai visto…

Il sistema visivo adottato è ancora ben lontano da quelli che si vedono nei film di fantascienza, ma è già un ottimo inizio. Il sistema è basato su una telecamera installata all’interno degli occhiali. Il segnale visivo è trasformato in impulsi elettrici che vengono immessi nell’occhio dove c’è un microchip (!) che permette il collegamento tra il segnale digitale esterno e il cervello. Sembra una cosa inaudita (per adesso), ma nel futuro credo che questi sistemi diventeranno molto più miniaturizzati e poco costosi e permetteranno anche una visione di maggiore qualità e a colori. In fondo la fantascienza è stata fonte di ispirazione per realizzazioni del genere. Poi quando gli occhi bionici diventeranno anche più perfetti di quelli umani, ne riparleremo in altri termini! Ma non è il caso di avere paura che un giorno saremo pieni di parti del corpo bioniche, perché in fondo non sarebbe una cosa così inquietante come si crede.

Probabilmente non è lontano il tempo in cui molte persone che hanno perso la vista la potranno riguadagnare in poco tempo con un occhio bionico (e magari anche due…). Sono contento che queste tecnologie siano sempre portate avanti e che anche in Italia si faccia ricerca in questo campo. Ridare la vista alle persone che per qualche motivo l’hanno persa è un “dono” davvero straordinario.

Nel filmato potete vedere una breve intervista a Riccardo Santini, il primo uomo in Europa ad avere un occhio bionico. Buona visione (e buon ascolto) a tutti.


domenica 8 gennaio 2012

Latitudine e longitudine

La latitudine è la coordinata geografica che indica la distanza, misurata in gradi, di un punto della superficie terrestre dall’Equatore, la linea immaginaria che divide la Terra in due emisferi e corre esattamente a metà strada tra i due poli (Nord e Sud): per questo motivo la latitudine può essere “nord” o “sud”.

La longitudine è la distanza angolare, misurata in gradi, di un punto della superficie terrestre dal meridiano fondamentale di riferimento (meridiano di Greenwich). Insieme alla latitudine permette di stabilire la posizione di qualsiasi punto sulla superficie della Terra. Viene calcolata misurando l’arco di parallelo compreso tra il meridiano di Greenwich (che ha longitudine 0°) e il punto da definire; si misura verso est e verso ovest fino a un massimo di 180°. Per convenzione i valori di longitudine si considerano positivi verso ovest: pertanto le longitudini orientali vanno da 0 a +180°. Le linee immaginarie dei meridiani uniscono verticalmente i punti rappresentati dai due poli dividendo la Terra, come un’arancia, in tanti “spicchi”.


sabato 7 gennaio 2012

Cosa sono i calanchi?

I calanchi sono fenditure profonde del terreno provocate dalla forza di erosione dell’acqua. I calanchi sono tipici delle regioni collinari e dei terreni argillosi, si formano lungo i versanti molto ripidi e brulli, dove il terreno è impermeabile e l’acqua che vi scorre sopra finisce per scavarlo.

Anche il clima è un elemento importante per la formazione di calanchi: deve essere caratterizzato da periodi di caldo intenso e secco, alternati a pioggia, con geli nella stagione fredda. Sono diffusi in Italia, soprattutto nell’Appennino emiliano e in Basilicata; i calanchi, da un punto di vista agricolo, sono terreni improduttivi quasi del tutto privi di vegetazione; si cerca di combatterne l’espansione con rimboschimenti, per creare una copertura vegetale che protegga il suolo contrastando l’azione erosiva dell’acqua piovana.

Nell’immagine sotto possiamo vedere un panorama dei calanchi di Bagnoregio, nel Lazio. Come possiamo vedere nella foto, i calanchi si presentano realmente come terreni completamente brulli, soggetti a frane e con scarsa vegetazione.

Calanchi


La fine del mondo nel 2012 e la “crescita spirituale”

In tv stanno parlando di nuovo a sproposito della fine del mondo del 2012. Alcuni dicono che nel 2012 non sarà una vera “fine del mondo”, ma un’occasione per una rinnovata “crescita spirituale”. In effetti io spero che la fatidica data del 21 dicembre del 2012 porti un grande insegnamento all’umanità e cioè che tutti imparino che le previsioni (catastrofiche e non) di veggenti, maghi, credenti nei Maya, credenti in Nostradamus, ufologi improvvisati, sensitivi, sensitivi imbeccati da alieni, sono COMPLETAMENTE SBAGLIATE!

fine del mondo 2012 vignetta

Se l’umanità capisse questo semplicissimo concetto, allora sì che ci sarebbe una vera crescita della consapevolezza! Nel mondo c’è troppa fede mal riposta e troppa poca conoscenza scientifica, troppa creduloneria e troppo poco scetticismo.

In fondo la profezia della nuova era di consapevolezza del 2012 potrebbe realizzarsi, ma solo se si smette di credere a profezie come questa. Un paradosso intrigante…


venerdì 6 gennaio 2012

Forze conservative e dissipative

Il lavoro che compie la forza di gravità dipende soltanto dal punto da cui parte l’oggetto e dal punto a cui arriva. Non dipende invece dal percorso che ha seguito. Per esempio, quando l’oggetto si sposta da A a B passando per C (come si vede nella figura sotto), la forza di gravità compie un lavoro

WA-C-B = WA-C + WC-B = P*h + 0 = P*h (dove P è la forza peso e h è l’altezza rispetto al livello di riferimento).

Forze conservative

da C a B il lavoro è zero, perché la forza è perpendicolare allo spostamento. Andando direttamente da A a B lungo la diagonale, il lavoro è lo stesso, perché è uguale al prodotto della forza P (peso) per h, che è la proiezione dello spostamento AB sulla direzione della forza, che è quella AC:

WA-D-B = P*h

Quando il lavoro che compie una forza non dipende dal cammino, ma soltanto dal punto di partenza e da quello di arrivo, si dice che la forza è conservativa.

La forza di gravità è quindi una forza conservativa.

Una tipica forza dissipativa, cioè non conservativa è, per esempio, la forza di attrito. Poiché è sempre diretta in senso contrario allo spostamento, essa compie un lavoro resistente (negativo). Il valore di questo lavoro è tanto più grande quanto più lungo è il percorso seguito per andare da un punto ad un altro e, nel caso di attrito in un mezzo viscoso (per esempio nell’aria), dipende anche dalla velocità con cui l’oggetto si muove.

In generale il lavoro di una forza dissipativa non dipende soltanto dal punto di partenza e dal punto di arrivo, ma cambia a seconda del tragitto lungo il quale il corpo si muove e della velocità con la quale tale tragitto è percorso.

Forze dissipative

Un altro esempio di forza conservativa è quella prodotta dal campo elettrico. Invece un campo magnetico statico genera una forza non conservativa (ma non è necessariamente dissipativa).

Colgo l’occasione per far notare che il fatto che il campo magnetico genera una forza non conservativa decreta che non è possibile, ad esempio, costruire un motore magnetico.


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...