mercoledì 14 novembre 2007

La "luce zodiacale". Un fenomeno celeste difficile da osservare.

La luce zodiacale può manifestarsi nella forma di un debole cono di luce che sale dall'orizzonte dopo il tramonto o prima del levar del Sole. Essa si estende sino a grande distanza dal Sole e in generale è osservabile per un periodo abbastanza breve solo dopo che il Sole è scomparso o prima che si sia affacciato all'orizzonte. In una notte limpida senza Luna, in condizioni ideali la luce zodiacale può contribuire per un terzo alla luminosità totale del cielo, e può essere più luminosa della regione media della Via Lattea. Essa è dovuta a particelle disseminate nel Sistema Solare lungo il piano principale del sistema e in prossimità di esso. Il diametro delle particelle è dell'ordine di 0,1-0,2 µm. (Un micrometro è uguale a un milionesimo di metro.) Poiché la luce zodiacale si estende lungo l'eclittica, è visibile particolarmente bene quando l'eclittica è più vicina alla verticale rispetto all'orizzonte, ossia fra febbraio e marzo e di nuovo fra settembre ottobre, agli equinozi di primavera e d'autunno.
La luce zodiacale fu scoperta da G. D. Cassini nel 1683. Egli suggeri correttamente che doveva essere causata da luce del Sole riflessa da «polvere» interplanetaria. (Un accenno alla luce zodiacale potrebbe perà trovarsi già in una quartina del poeta e scienziato persiano Omar Khayyam, vissuto fra l'XI e il XII secolo, che la chiama «fantasma del falso mattino».)

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