sabato 9 aprile 2011

Musica e depressione: esiste un legame.

Gli adolescenti che ascoltano molta musica sono più soggetti alla depressione rispetto a quelli che passano il tempo a leggere. Questo è il risultato di uno studio della Scuola di Medicina dell'Università di Pittsburgh. Lo studio ha coinvolto 106 partecipanti ed ha messo in evidenza che l'esposizione a certi tipi di contenuti mediatici ha un legame forte con la salute mentale.



Per un periodo di due mesi i ricercatori hanno monitorato il tipo di supporto che i soggetti stavano utilizzando, con particolare attenzione a internet, televisione, musica, videogames, riviste e libri.
Il risultato più eclatante è che si è potuto stabilire che gli adolescenti che per la maggior parte del tempo hanno ascoltato musica avevano una probabilità 8,3 volte maggiore di essere soggetti a depressione rispetto alla media della popolazione. Invece coloro che avevano passato la maggior parte del tempo a leggere avevano una probabilità di essere depressi di solo un decimo rispetto alla media della popolazione.
Ovviamente in questo caso è difficie capire se i soggetti depressi si rifugiano nell'ascolto della musica, oppure è la musica che provoca la depressione. In ogni caso lo studio ha messo in evidenza che esiste effettivamente un legame tra depressione e consumo mediatico.

La cosa importante è che si è potuto scoprire che la lettura è correlata ad una bassa insorgenza di depressione. Bisogna far notare, purtroppo, che in Italia, ad esempio, la percentuale di giovani che si dedicano alla lettura è in costante diminuzione, mentre altri tipi di intrattenimento mediatico sono in salita vertiginosa.

Stephen Hawking: il genio della Fisica

 

Stephen Hawking è ormai uno scienziato che è entrato nella leggenda, diventando famoso quasi quanto Albert Einstein. Non sapevo però che al grande fisico inglese fosse stato dedicato uno sceneggiato che ne delineasse la biografia. Per me è stata una gradita sorpresa trovare un simile film documentario su YouTube e per di più doppiato in italiano (di solito le cose migliori sono sempre in inglese).

Ovviamente, come spesso succede, alcune parti del film sono abbastanza “romanzate” soprattutto per quanto riguarda le vicende private, ma per il resto i fatti narrati sono reali. Tali fatti si riferiscono all’inizio della carriera scientifica di Hawking, quando lo scienziato era ancora in grado di camminare con le proprie gambe. Scoprì, prima ancora di compiere venti anni, di essere affetto da una malattia degenerativa delle cellule nervose. I suoi studi spaziarono dalla termodinamica dei buchi neri, alle singolarità dello spazio tempo, fino ad arrivare allo studio del Big Bang. Possiamo dire che questo film è la storia dell’inizio del Tempo, cioè di come si è arrivati ad una almeno piccola comprensione di come tutto è cominciato.

Buona visione del documentario.


Bellezze del mare: gli alieni delle profondità

 

Alexander Semenov è un biologo marino ma è anche un eccezionale fotografo che cerca in ogni modo di mostrare la bellezza delle creature sottomarine. Queste bellissime immagini sono state realizzate presso la White Sea Biological Station, una struttura di ricerca che fa capo all’Università di Stato di Mosca. Le foto sono davvero stupende e queste creature degli abissi marini sono dei veri e propri “alieni” perché i fondali marini in realtà rappresentano letteralmente “un altro pianeta” per gli organismi biologici che vi si sono adattati.

Guardate le foto e meravigliatevi! Occhiolino

 

 

 


venerdì 8 aprile 2011

Il fotone

 

Cos’è la luce? Perché si comporta in un certo modo? Il primo grande sforzo per spiegare la luce fu una guerra tra due “modelli”. La teoria corpuscolare di Isaac Newton si batté contro la teoria ondulatoria di Christiaan Huygens. Col passare del tempo si sono accumulate prove in favore del modello ondulatorio. Il modello venne migliorato e divenne il modello elettromagnetico di Maxwell. Sembrò che per i corpuscoli fosse finita. Poi, con sorpresa dell’intera comunità scientifica, Max Planck, Albert Einstein e il loro modello dei “quanti” donarono nuova vita alle particelle.

Il fotone è un modo nuovo e potentissimo di guardare una vecchia idea. Aiuta a spiegare comportamenti della luce lungamente ipotizzati come la pressione di radiazione. Le particelle reali esercitano una pressione: Newton stesso formulò delle leggi sulla quantità di moto che aiutano a spiegare la pressione. Il prodotto della massa per la velocità è conosciuto come quantità di moto. Se una massa in equilibrio è colpita da una massa in movimento la quantità di moto è trasferita. Se sommiamo la quantità di moto di due masse prima della collisione e dopo, i vettori delle quantità di moto dopo la collisione si sommano sempre a quelli esistenti prima della collisione.

conservazione quantità di moto

Nel 1923 lo scienziato Arthur Compton mostrò che anche i fotoni sembravano avere una quantità di moto. Usò una “camera a nebbia” (o camera di Wilson) con cui è possibile osservare le tracce lasciate dalle particelle atomiche. Sparò nella camera i raggi X di un’energia fotonica nota. Di tanto in tanto questo flusso di raggi X riproduceva la traiettoria di un elettrone. Nello stesso tempo Compton scoprì che l’angolazione dei raggi X era stata deviata e l’energia fotonica di questi raggi X era ridotta. Compton mostrò che questa condizione è simile alla collisione tra due particelle in cui la quantità di moto viene conservata. Egli calcolò, dall’energia fotonica, che se un fotone possiede una sua quantità di moto, quando interagisce con un elettrone, la quantità di moto viene conservata.

effetto Compton

La dimostrazione di Compton fu la prova di una natura delle luce analoga a quella dei corpuscoli. La conservazione della quantità di moto fotonica sostiene l’ipotesi che la luce eserciti una pressione. Noi possiamo vedere nello spazio il risultato reale di questa pressione. Gli scienziati generalmente accettano che sia la pressione dei fotoni a spingere le particelle che formano la coda delle comete in modo che esse fuggano sempre via dal Sole.

coda cometa

Alcuni visionari hanno proposto che vele gigantesche potrebbero catturare questo vento fotonico per spingere le navi spaziali fra le stelle.

vela solare

Ma che dire degli altri comportamenti della luce? Gli scienziati possono spiegarli tutti usando le particelle fotoniche? Le figure di interferenza, ad esempio. Il modello ondulatorio spiega bene come l’interferenza costruttiva produce linee illuminate più intensamente, le frange chiare, per creare figure di interferenza caratteristiche della luce. I corpuscoli sono in grado di descrivere queste stesse figure?

figura di interferenza

Immaginiamo che la luce sia composta di molte particelle fotoniche invece che di onde. E’ possibile che queste particelle interagiscano, in modo che ancora deve essere scoperto, per produrre le figure di interferenza? A questa domanda Geoffrey Taylor ha dato una risposta sensazionale. Il suo esperimento prevedeva l’uso della carta fotografica per registrare le figure di interferenza. La carta sensibile alla luce registra gradualmente una figura anche quando la luce è debole. Taylor ripeté l’esperimento riducendo l’entità di luce che entrava nelle fessure, finché non furono necessari mesi per ottenere la figura. Fino al punto in cui calcolò che in media dalla fessura transitava un solo fotone alla volta. E quale fu il risultato? Come poteva essere spiegata la stessa figura da un’interazione corpuscolare? Con un solo fotone alla volta nell’apparato non era possibile alcuna interazione. Nonostante la teoria dei quanti e il modello fotonico, ci serve ancora il modello ondulatorio della luce per prevedere anche solo il luogo che colpirà un fotone dopo essere passato attraverso una fessura.

Taylor dimostrò che la teoria corpuscolare non può fornire tutte le risposte. L’onda resta sempre uno strumento essenziale per descrivere il comportamento della luce. C’è un modello più utile dell’altro? La cosa dipende, almeno in parte, dal tipo di radiazione elettromagnetica. Alcune forme di radiazione elettromagnetica hanno una forma più simile all’onda. Le radioonde, per esempio, con una lunghezza d’onda molto ampia, dimostrano chiaramente caratteristiche ondulatorie come l’interferenza. Per esempio una radioonda e la sua riflessa possono determinare una figura di interferenza. Dalla radio che abbiamo in macchina ci capita spesso sotto forma di picchi di intensità e di punti morti, mentre ci muoviamo attraverso la figura di interferenza. Ma è difficile rintracciare il singolo fotone di una radiazione radio. All’estremo opposto della scala delle radiazioni c’è la radiazione gamma. Sono lunghezze d’onda talmente brevi che è difficile, se non impossibile, una dimostrazione di interferenza con le fessure, per quanto esse possano essere sottili. D’altra parte l’energia viaggia in fotoni simili ai corpuscoli che sono facili da rintracciare come “click” separati di un contatore Geiger.

La fisica dei quanti, il modello fotonico di radiazione di energia, hanno cambiato l’aspetto della fisica moderna. Malgrado ciò, il modello elettromagnetico ondulatorio, resta comunque uno strumento essenziale. Oggi i due modelli si sostengono a vicenda, per fornirci una solida comprensione della luce.


giovedì 7 aprile 2011

La scienza delle bolle di sapone

 

Le bolle di sapone sono da sempre affascinanti e non solo per i bambini che le guardano con stupore. Per gli scienziati e per gli architetti sono forse ancora più interessanti. Le bolle infatti permettono di risolvere complessi problemi matematici che riguardano lo spazio.

La caratteristica fondamentale delle bolle di sapone, o meglio delle lamine saponose, è quella di distribuirsi su delle superfici in modo tale da occupare la minima superficie possibile. Questo perché, caratteristica delle bolle, a parità di superficie esterna, in una sfera il volume è maggiore.

Nel filmato che vi propongo si parla delle bolle di sapone e delle recenti scoperte che le riguardano. Si è potuto stabilire che esiste un interessante legame tra le bolle di sapone e i solidi platonici. Potrete anche sentire un consiglio su come ottenere delle bolle di sapone il più possibile stabili e che quindi durano di più prima di esplodere Occhiolino. Oltre al filmato vi propongo però un link molto interessante: si tratta del sito Capire il mondo attraverso una bolla, da leggere assolutamente se si è affascinati dal mondo delle bolle.

Buona visione.

La scienza delle bolle di sapone


mercoledì 6 aprile 2011

Come si fanno i Wurstel

 

L’hot dog è un wurstel servito in un panino. E’ molto probabile che l’idea risalga ai macellai tedeschi. Già dal 1860 gli immigrati tedeschi vendevano hot dog sui carretti lungo una strada di New York. Ovviamente gli hot dog sono ancora sulla cresta dell’onda.

Per preparare i wurstel si usa un misto di carne, pollo e manzo. Sono chiamati ritagli, pezzi di carne scartati dalla bistecca o dalla costoletta, per lo più muscolo. I ritagli vengono macinati allo stesso modo in cui si trita la carne per gli hamburger, spingendo la carne attraverso un disco di metallo forato. Alla carne macinata si uniscono ritagli di pollo conservato, il tutto viene mescolato con amido, sale e aromi vari.

Per il resto del procedimento di produzione vi lascio alle spiegazioni del filmato che ho scelto per voi. Fate attenzione se vi piacciono i wurstel, perché dopo avere visto il video, molto probabilmente non ne mangerete mai più! Occhiolino

Buona visione.

Come si fanno i wurstel


Il toner

 

Il toner è un inchiostro in polvere finissima (contenente particelle di carbone, ossidi di ferro e resina), nera o colorata, per fotocopiatrici e stampanti laser. Il toner (dopo essere stato fuso) si imprime sulla carta costituendo il testo e le immagini stampate. Di solito viene venduto in cartucce (dette cartridge) a forma di lungo tamburo. La maggior parte delle cartucce di toner non è ricaricabile, per cui una volta esaurite devono essere tolte dalla macchina e sostituite con una cartuccia nuova.

toner

Vista la sua consistenza finissima, il toner tende a disperdersi nell’aria. Può essere nocivo alle vie respiratorie, per cui è importante fare molta attenzione quando si cambia una cartuccia toner.


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martedì 5 aprile 2011

Paraffina

 

Paraffina. Dal latino parum affinis, cioè poco affine, con riferimento alla scarsa reattività di tali composti, la paraffina è il nome comune di una miscela di idrocarburi solidi. La paraffina si ricava dal petrolio, e ha l’aspetto di una massa cerosa, biancastra, che non si scioglie né in acqua né con acidi. Analoga alla vaselina per composizione ed origine, la paraffina si distingue per una maggiore resistenza.paraffina

Gli usi della paraffina vanno dalla produzione di candele e cerini a quella di lubrificanti e isolanti elettrici. Molti cosmetici hanno una base di paraffina, così come le gomme da masticare. La carta patinata deve la sua resistenza a iniezioni di paraffina.


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Festina lente

 

Festina lente è una traduzione latina del detto greco speude bradeos citato da Svetonio, Vita di Augusto, 25,4. La traduzione letterale in italiano sarebbe affrettati lentamente. Chi agisce con troppa precipitazione spesso, o non raggiunge la meta o perde tempo inutilmente. La massima esorta dunque ad agire prontamente, ma senza precipitazione.

Tartaruga con vela di Cosimo I de’ Medici. Il motto festina lente divenne l’emblema della sua flotta come monito di ponderazione delle imprese perché avessero successo.


lunedì 4 aprile 2011

Fukushima: pericolo di contaminazione del mare

 

La situazione a Fukushima (Giappone) è gravissima: la falla del reattore n° 2 non è stata chiusa ed è stato annunciato ufficialmente che 11500 tonnellate di acqua radioattiva stanno finendo nell’oceano. I serbatoi della centrale nucleare sono strapieni e la TEPCO, l’azienda che gestisce la centrale nucleare, ha iniziato a versare l’acqua contaminata in mare. Un nuovo capitolo di una tragedia che sembra davvero infinita.

In questo filmato, tralasciando per un attimo le tristi vicende della centrale nucleare di Fukushima, possiamo vedere quanti tipi di radiazioni esistono e in che modo l’uomo finora le ha manipolate.

Buona visione.

Situazione gravissima a Fukushima


domenica 3 aprile 2011

Galassia gigante NGC 6872

 

Con un diametro di oltre 400000 anni luce, NGC 6872 è un’enorme galassia a spirale quasi 4 volte più grande della nostra già grande Via Lattea. NGC 6872 si trova a 200 milioni di anni luce ed è visibile nella costellazione del Pavone. La caratteristica principale di questa galassia è che le sue braccia a spirale sono allungate a dismisura a causa degli effetti di marea gravitazionale dovuti alla presenza della galassia IC 4970 (visibile in basso a destra rispetto al centro dell’immagine).

In questa meravigliosa immagine a colori NGC 6872 e IC 4970 sono state fotografate con il telescopio da 8 metri Gemini South Telescope in Cile. La fotografia è stata realizzata in seguito a una competizione studentesca tenuta in Australia, il cui scopo era quello di suggerire all'osservatorio obiettivi che potessero conciliare interesse scientifico e bellezza. Infatti dai colori dell’immagine è possibile avere informazioni riguardo le differenti popolazioni stellari, la formazione stellare, il ritmo di formazione stellare dovuto all’interazione tra le due galassie, l’estensione di polveri e gas.

(clicca sull’immagine per vederla ingrandita)


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...