lunedì 26 settembre 2011

Tecniche di vendita. Come riescono a farci comprare i prodotti al supermercato.

Tecniche di vendita. Quali sono le molle che ci spingono a fare una scelta? Per capirlo bisogna partire da un esempio concreto. Ogni volta che andiamo a fare shopping, c’è chi studia i nostri comportamenti e analizza le nostre scelte passo dopo passo. Per vedere come fanno bisogna andare a vedere un supermercato.

C’è chi si vanta di spendere troppo e chi invece è orgoglioso della propria capacità di risparmio. Ma cosa ci spinge a scegliere un prodotto invece che un altro? I nostri acquisti da cosa sono indotti?

Quando noi acquistiamo lo facciamo sulla base di un bilancio di emozioni di diverso segno. Immaginiamo il piacere che proveremo nel consumo e in questo modo si attiva un’area del cervello che è l’area della ricompensa. Contemporaneamente si attiva un’altra area del cervello che genera l’emozione negativa del pagamento.

Giampiero Lugli, docente di Economia dell’Università di Parma, è autore di Neuroshopping, un saggio che spiega quali meccanismi ci spingono all’acquisto. Partiamo col dire che il consumatore non visita mai tutto il punto vendita, ci sono delle aree più frequentate e delle aree meno frequentate. Le aree più frequentate vengono chiamate “aree calde” e le altre vengono chiamate “aree fredde”.

Nelle aree calde, che il distributore conosce perfettamente, vengono posizionati i prodotti che si ha più interesse a vendere, quelli che hanno il margine di guadagno più alto, che hanno una maggiore sensibilità alle vendite.

In genere il consumatore si muove in maniera “perimetrale”, cioè le aree più frequentate sono quelle del perimetro. Per spiegare questo comportamento c’è una motivazione addirittura riconducibile all’evoluzione della specie. Infatti, quando si fa la spesa al supermercato, è come quando l’uomo primitivo cacciava nella savana. Nella savana bisogna mantenersi aperta una via di fuga, e la stessa cosa succede al supermercato

Non so dire se le considerazioni di Giampiero Lugli abbiano un reale valore (quella del cacciatore della savana in particolare mi fa un po’ storcere il naso…), però è un tentativo di interpretare i meccanismi del nostro cervello nel momento dell’acquisto.

Se volete saperne di più sule tecniche di vendita e su come riescono a farci comprare i prodotti al supermercato, non vi resta altro che seguire questo servizio tratto dal programma televisivo Cosmo, dove viene intervistato proprio il professore Giampiero Lugli.

Buona visione a tutti.


Le Olimpiadi

I Giochi antichi

I primi Giochi Olimpici furono disputati in Grecia, a Olimpia, nel 776 a.C.; presso i Greci queste competizioni, celebrate ogni quattro anni in onore di Zeus Olimpio, padre degli dèi, erano così importanti da causare tregue temporanee in caso di guerra tra le varie città-stato che vi partecipavano. In Grecia si celebravano anche altre competizioni sportive dedicate agli dèi, come i Giochi Pitici in onore di Apollo, i Giochi Nemèi sempre dedicati a Zeus e i Giochi Istmici sacri a Poseidone.

Tutte le manifestazioni prevedevano gare equestri, di atletica leggera, di lotta e combattimento.

II recinto olimpico (altis) era costituito dagli alloggi degli atleti, dagli impianti sportivi e dai templi sacri, fra i quali spiccava quello dedicato a Zeus.
Per partecipare agli antichi Giochi Olimpici era necessario essere in possesso di alcuni requisiti: erano ammessi esclusivamente gli uomini di origine greca e di condizione libera, i figli legittimi, in possesso di tutti i diritti civili; inoltre, dal momento che queste competizioni erano considerate sacre agli dèi, era ammesso solo chi non aveva commesso delitti di sangue né sacrilegi.

Il vincitore veniva gratificato con una corona posta sul capo, formata da rami di ulivo intrecciati, raccolti da una pianta vicino al tempio di Zeus e quindi considerati sacri.

 

Le prove olimpiche

Inizialmente sembra che l'unica gara prevista dai Giochi Olimpici fosse lo stadion, una gara di corsa; in epoca classica però le prove olimpiche disputate erano:

•    lo stadion: consisteva in una corsa veloce di 192,27 m, corrispondenti alla lunghezza dell'edificio in cui si svolgeva la gara; il vincitore aveva l'onore e il privilegio di dare il suo nome all'Olimpiade successiva;
•    il diaulos: consisteva in una gara di corsa lunga due stadion (andata e ritorno) e quindi di quasi 400 m;
•    il dolichos: nacque come prova di resistenza sui 1500 m circa e con il tempo subì un'evoluzione fino ad arrivare a 4500 m circa;
•    lo skamma: corrispondeva a una gara di salto in lungo con l'aiuto di pesi che si riteneva servissero ad aumentare la distanza percorsa in aria;
•    il lancio del disco: si trattava di lanciare un disco originariamente in pietra, poi in bronzo;
•    il lancio del giavellotto: consisteva nel lanciare un giavellotto, costituito da una lancia in legno con la punta di ferro e di una cintura centrale per aumentare la spinta;
•    la lotta libera: consisteva in un combattimento tra due atleti, con prese mirate ad atterrare l'avversario sulla schiena; vinceva chi atterrava l'avversario per tre volte;
•    il pugilato: all'inizio si gareggiava a mani nude, poi con strisce di cuoio che proteggevano le nocche;
•    il pankrathion: competizione molto violenta e dura, era un misto di lotta e pugilato;
•    l'oplitodromo: consisteva in una prova di corsa riservata a guerrieri in armi e non ha un corrispettivo nelle moderne Olimpiadi.

 

Discobolo di Mirone

II Discobolo di Mirone (455 a.C. circa).

 

Gli antichi Giochi femminili

Nell'antica Grecia i Giochi erano vietati alle donne per ragioni religiose. Per le atlete venivano tuttavia organizzate speciali competizioni che prevedevano un pubblico esclusivamente femminile.
Era prevista una sola gara femminile di corsa, lunga 192 m (stadion). Le partecipanti correvano con i capelli sciolti e indossavano una tunica sopra il ginocchio.


Le Olimpiadi moderne

L'idea di sport concepita dagli antichi Greci venne abbandonata per secoli. Fu il barone francese Pierre de Coubertin (1863-1937), durante il Congresso internazionale di Parigi nel 1894, a rilanciare i Giochi Olimpici, simbolo nell'antica Grecia e della fratellanza tra le varie città-stato. De Coubertin propose di rinnovare e ripristinare l'antica tradizione olimpica, suggerendo di disputare i Giochi ogni quattro anni e di prevedere una sede "mobile" della manifestazione, scelta in Paesi diversi dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO).

Questa manifestazione, unica nel panorama internazionale sportivo e sociale, ha ripreso la tradizione delle Olimpiadi antiche, all'insegna dell'incontro tra i giovani di vari Paesi, dove ogni atleta gareggia per dare il meglio di sé; in effetti lo stesso De Coubertin fu promotore del celebre motto: "L'importante non è vincere, ma partecipare". La prima Olimpiade moderna si svolse nel 1896 ad Atene, in Grecia, in omaggio alla patria originaria dei Giochi: a essa potevano partecipare solo atleti dilettanti maschi.

Al primo classificato in ogni disciplina viene assegnata, al posto dell'antica corona di ulivo intrecciato, una medaglia d'oro: vengono premiati anche il secondo e il terzo classificato, rispettivamente con una medaglia d'argento e una medaglia di bronzo. La cerimonia di premiazione avviene all'interno dello stadio, con gli atleti che salgono sul podio. Tutto lo stadio rende omaggio al vincitore assistendo, in piedi, all'alzabandiera, mentre suona l'inno nazionale del Paese del vincitore.

 


la fiaccola e la bandiera olimpica

La fiaccola è il simbolo che annuncia le Olimpiadi; già nell'antichità veniva portata per le strade della Grecia per annunciare l'imminente inizio dei Giochi e la conseguente tregua delle guerre. Nel 1928 questa usanza venne reintrodotta e oggi fa parte delle moderne Olimpiadi; la fiaccola viene accesa a Olimpia, sede degli antichi Giochi, e viene portata nei vari continenti, fino a raggiungere la città e lo stadio dove si svolgeranno i nuovi Giochi Olimpici.

Fiaccola olimpica

 

Le persone che trasportano in staffetta la fiaccola olimpica si chiamano tedofori e spesso sono atleti internazionali o celebrità. Durante la cerimonia di apertura dei Giochi, la fiamma alimenta il braciere posto in cima allo stadio: il fuoco olimpico arde poi per l'intera durata della manifestazione.

La bandiera olimpica fu ideata da Pierre de Coubertin, promotore delle moderne Olimpiadi, e presentata ufficialmente al Congresso Olimpico di Parigi nel 1914. Raffigura 5 anelli di colore diverso intrecciati tra loro su uno sfondo bianco. La combinazione di questi colori simboleggia tutte le nazioni, perché con essi si possono disegnare le bandiere di tutti gli Stati. Al contrario di quanto pensano molte persone, i cinque cerchi non simboleggiano i cinque continenti.

Bandiera olimpica

 

[Bibliografia: Diario Sport Manuale, Alberto Rampa – Maria Cristina Salvetti. Juvenilia Scuola]


domenica 25 settembre 2011

Cos’è la gelatina e di cosa è fatta?

La gelatina è una miscela alimentare ricca di proteine, ottenuta dal collagene. La gelatina è caratterizzata da una particolare consistenza semisolida simile a quella del gel. Trova impiego soprattutto nell’industria alimentare, farmaceutica e fotografica.

Gelatina

In gastronomia può avere caratteristiche differenti a seconda del tipo di utilizzo: può essere salata o dolce, di origine vegetale o animale. Le gelatine vegetali si estraggono industrialmente dalla buccia di alcuni frutti (in particolare mele e agrumi), ricca di una sostanza gelificante detta pectina.

Quelle di origine animale, invece, si ottengono dalla trasformazione di proteine animali presenti nelle ossa, nel connettivo e nella pelle, con cui vengono preparati brodi concentrati che a freddo di rapprendono a assumono appunto un aspetto gelatinoso.

La gelatina di pesce si ottiene, invece, utilizzando un brodo ristretto a base di teste e lische di pesce (come quelle di cernia, sogliola o rana pescatrice).


Cos’è l’orienteering

L'orienteering è uno sport che si può praticare individualmente o in squadra e consiste in una competizione su un territorio naturale nel quale si corre seguendo un percorso libero.

Gli atleti devono transitare da alcuni punti di controllo fissi, segnalati da lanterne colorate; l'avvenuto passaggio viene segnato su un apposito cartellino con una punzonatrice o, nelle gare ufficiali, con un chip, un dispositivo elettronico che memorizza il tempo di passaggio dell'atleta.

Per orientarsi gli atleti possono utilizzare una carta topografica (caratterizzata da segni convenzionali utilizzati in tutto il mondo) e una bussola. Vince chi arriva al traguardo nel tempo minore dopo essere transitato presso tutti i punti di controllo.

Spesso nelle gare di orienteering non trionfa l'atleta più veloce, ma colui che ha saputo orientarsi più rapidamente e scegliere il percorso migliore.

Esistono diverse discipline di orienteering:
•    corsa orientamento, a piedi (CO);
•    mountain bike orientamento, in bicicletta (MTBO);
•    sci orientamento, con gli sci da fondo (SCIO);
•    orientamento di precisione, nel quale il punteggio finale dipende dal numero di lanterne di cui si è riconosciuta correttamente la posizione.

A queste discipline si sono aggiunti nel tempo l'orientamento in canoa e l'orientamento a cavallo, che tuttavia rimangono specialità poco diffuse. L'orienteering è uno sport che permette di trascorrere le giornate all'aria aperta e di immergersi nella natura; esso è pertanto sempre più praticato.

Emilio Corona campione di CO

Emiliano Corona, campione di CO; in primo piano, a destra, la lanterna, elemento caratteristico di queste gare.

 

La storia dell'orienteering.

•    L'orienteering è nato in Scandinavia nell'Ottocento come forma di esercitazione militare; come attività sportiva, incominciò a diffondersi negli anni Trenta, ma uscì dai confini della Scandinavia solo all'inizio degli anni Sessanta.
•    Quando la Germania nazista, durante la Seconda guerra mondiale, occupò la Norvegia, Adolf Hitler proibì la pratica dell'orienteering, perché gli atleti norvegesi, con la loro dettagliata conoscenza del territorio, erano di grande aiuto per i gruppi della Resistenza.
•    Nel 1996, per svincolare I’orienteering dall'idea di "sport dei boschi", nacque il Park World Tour, un circuito di gare da svolgersi sul territorio delle città. I grandi orientisti hanno quindi gareggiato in famose città europee come Stoccolma, Budapest, Oslo; in Italia si sono tenute gare a Venezia e Assisi.
•    Il Campionato mondiale di questo sport fino al 2003 si è svolto due volte l'anno, mentre attualmente ha cadenza annuale.
•    Dal 2005 viene organizzato il Mediterranean Open Championship, un circuito itinerante a tappe che prevede gare di orienteering nel bosco. La partecipazione è aperta a tutte le nazionali del mondo, con particolare riferimento a quelle dell'area mediterranea.

 

Che cosa serve per fare orienteering?

La carta è un'immagine rimpicciolita del territorio, in cui si utilizzano segni convenzionali di vari colori per indicare le caratteristiche del terreno (boschi, laghi, zone paludose...) e le costruzioni particolari (case, chiese...). Tutte le carte presentano una scala, che indica quanto la distanza su carta è più piccola di quella reale. Ad esempio, se una carta è in scala 1: 25.000, un centimetro sulla carta corrisponde sul terreno a 25.000 centimetri (250 m).

Per rappresentare le irregolarità della superficie terrestre si usano le curve di livello, che uniscono i punti situati alla stessa altitudine. Più le curve di livello sono vicine tra loro sulla carta, più il terreno è ripido.

La base dell'orienteering consiste nel leggere la carta nella direzione di marcia. La carta va orientata secondo il terreno: questo significa che il Nord geografico deve coincidere con il Nord della carta.

Per determinare il Nord geografico, si usa la bussola, uno strumento che, sfruttando il campo magnetico terrestre, indica sempre il Nord.

 

Carta e bussola da orienteering 

Carta e bussola da orienteering.

 

Un atleta di MTBO

Un atleta di MTBO impegnato in una gara.

 

I simboli utilizzati

Sulla mappa che viene consegnata agli atleti nelle gare di orienteering sono segnalati:

•    la partenza, indicata con un triangolo
simbolo1


•    i punti di controllo predisposti indicati con un cerchietto rosso
simbolo2


•    l'arrivo, segnalato da due cerchi concentrici
simbolo3


Sul terreno i punti di controllo sono segnalati da lanterne di colore arancione e bianco con una sigla di riferimento; normalmente le lanterne sono posizionate in prossimità di oggetti caratteristici rappresentati sulla carta.

Orientazione della bussola


La bussola deve essere disposta in piano e ruotata finché la punta (rossa) dell'ago magnetico non si trova nella "forchetta" nord. Ora, per orientare la carta, quest'ultima deve essere girata finché la direzione dell'ago magnetico non risulta parallela a quella del nord della carta. A questo punto la carta è orientata e la freccia direzionale della bussola indica la direzione d'avanzamento.


sabato 24 settembre 2011

Lapislazzuli

Lapislazzuli è una parola che mi ha sempre fatto simpatia a causa del suo suono bizzarro. Ma cos’è il lapislazzuli? E’ una pietra preziosa di colore blu scuro opaco, spesso striato di bianco e con impurità gialle (scaglie di pirite) color oro, costituita principalmente da lazurite.

Lapislazzuli

I lapislazzuli erano già largamente impiegati nell’antico Egitto per la fabbricazione di raffinati gioielli, dove venivano frequentemente accostati a oro e argento. Anche al giorno d’oggi compaiono in gioielli e oggetti decorativi.

I giacimenti più abbondanti di lapislazzuli si trovano in Afghanistan, ma ve ne sono numerosi anche in Russia e in Cile.

Nell’antico Egitto il lapislazzuli era considerata una pietra sacra per via del suo intenso colore blu, associato a quello del cielo notturno e per questo connesso al mondo divino.

 

Dorsali oceaniche e fosse oceaniche

Cosa sono le dorsali oceaniche e le fosse oceaniche? La crosta oceanica è solcata da catene montuose e valli profonde (depressioni). Quando due placche con crosta oceanica si separano, il magma risale dal mantello e va a riempire la depressione.

Poi si raffredda e si solidifica aggiungendo nuove strisce di crosta, cioè di fondali oceanici, ai margini delle placche: si forma una dorsale di espansione. L’Oceano Atlantico si espande di 2 centimetri all’anno. Il Pacifico orientale di 20 cm: è quello che cresce più in fretta e tra 10 milioni di anni avrà 2000 chilometri di estensione in più.

Ecco come avviene l’espansione dei fondali.

Dorsale oceanica

Due placche con crosta oceanica si separano: si crea una depressione.

 

Dorsale oceanica (2)

Il magma risale dal mantello in superficie e riempie la depressione.

 

Dorsale oceanica (3)

Il magma si raffredda e si solidifica e si salda ai bordi delle placche.

Le placche continuano ad allontanarsi dalle dorsali in espansione e ad andare verso altre placche. Quando una dorsale si spacca o si frattura si verifica un terremoto. I vulcani della dorsale oceanica assumono anche la forma di profonde depressioni riempite dal magma sottostante. Nel corso di milioni di anni possono diventare così grandi da emergere dall’acqua e diventare isole, come per esempio l’Islanda, parte della dorsale oceanica dell’Atlantico del nord.

venerdì 23 settembre 2011

Neutrini più veloci della luce? Forse...

Forse lo avrete sentito annunciato in tv, oppure lo avete già letto da qualche parte su internet, ma si è diffusa una grande notizia: i neutrini (particele elementari probabilmente prive di massa) sono (forse) più veloci della luce.



Ma raccontiamo la storia dall'inizio. OPERA è un esperimento che ha misurato la velocità dei neutrini lungo un percorso di 730 chilometri dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso fino al CERN. Secondo gli autori della misura, la velocità dei neutrini in questo esperimento sarebbe stata determinata con una precisione molto più elevata rispetto ad altri esperimenti analoghi.

I dati provengono da misure effettuate da OPERA nel 2009, 2010 e 2011 e hanno portato ad una conclusione che, se confermata, porterebbe ad una vera a propria rivoluzione della Fisica.

Le misure hanno infatti messo in evidenza che i neutrini muonici si muovono ad una velocità leggermente superiore a quella della luce.

Nella teoria della Relatività infatti la velocità della luce è un limite invalicabile per postulato. Ciò può significare molte cose, ad esempio che la Relatività è un caso particolare di una teoria fisica molto più ampia che prevede che in alcuni casi si possa superare la velocità della luce, oppure che alcune particelle, come appunto i neutrini muonici, possono superare la velocità della luce a causa di effetti non ancora spiegati, oppure semplicemente che la misura effettuata è sbagliata! ;-)

Per il momento è troppo presto per dare una risposta definitiva e bisogna aspettare conferme. Infatti si è potuto stabilire che in questa misura ci sono tre potenziali fonti di errori: la misura della distanza percorsa, il tempo di percorrenza e anche il cosiddetto "time structure of the accelerator", ovvero come sono gestiti i protoni usati per produrre i neutrini in questo tipo di esperimenti.

Aspetteremo con ansia gli sviluppi di questa (probabile) scoperta del secolo! :-) Nel seguente filmato possiamo ascoltare un servizio televisivo che spiega in maniera semplice questa misura clamorosa dei neutrini più veloci della luce. Buona visione a tutti.

giovedì 22 settembre 2011

Un satellite cadrà sull'Italia (forse)

Il satellite UARS (che significa Upper Atmosphere Research Satellite) sta per rientrare in atmosfera disintegrandosi. La maggior parte dei frammenti saranno abbastanza piccoli da vaporizzarsi a causa del calore prodotto dall'attrito con l'atmosfera durante la caduta, ma 26 pezzi sono così grandi che arriveranno a toccare il solo. La caduta è prevista per il 23 settembre 2011, l'ora di caduta invece non è ancora ben prevedibile, ma orientativamente è fissata per le 18:00.

Il problema è che i frammenti più grandi potrebbero cadere proprio all'interno del territorio italiano in corrispondenza della Liguria, della Toscana e dell'Emilia Romagna. Ovviamente non c'è nessuna certezza che questo impatto avvenga realmente nel territorio italiano.

La NASA inoltre ha calcolato che la probabilità che questo impatto possa interessare delle persone è dello 0,03%. Sembra quindi che il rischio per le persone sia davvero basso.

Per fortuna il satellite UARS è alimentato ad energia solare e quindi non contiene elementi chimici radioattivi che potrebbero causare contaminazione nucleare.

Una sola cosa è sicura, la caduta sarà un evento spettacolare perché produrrà delle immense scie luminose che saranno visibili anche in pieno giorno. AGGIORNAMENTO: a quanto pare la caduta è prevista per le ore 23:00 (ora italiana) di venerdì 23 e il luogo di caduta è l'Oceano Pacifico al largo del Perù. Quindi nessun pericolo per l'Italia!

Nel seguente filmato potete vedere una simulazione al computer del rientro del satellite UARS. Buona visione a tutti.

mercoledì 21 settembre 2011

La sindrome di Penelope

Cos'è la sindrome di Penelope? Ci sono situazioni di malessere psicologico di cui non si parla o se ne parla pochissimo. Una di queste riguarda soprattutto le donne che hanno perso il compagno della loro vita. La solitudine che provano è stata studiata da un gruppo di psicologi che lanciano un allarme perché quel dolore isola le donne.

Negli occhi e nel cuore dolore e nostalgia. Sono anziane, sono sole, spesso sono vedove e sono in attesa di affetti che non arriveranno, come la mitica e infelice moglie di Ulisse. A soffrire della sindrome di Penelope in Italia sono oltre 700000 donne ultrasettantacinquenni.

Sono tante, quasi una su cinque, come si evince da uno studio dell'Università di Messina. Sono donne malate di nostalgia del tempo passato che non guariscono mai dal loro malessere fisico perché lo alimentano con il malessere psicologico.

Per saperne di più sulla sindrome di Penelope vi consiglio di vedere questo video tratto dalla trasmissione televisiva TGR Leonardo in cui si parla di questo sempre più diffuso tipo di malessere psicologico.

Buona visione.

lunedì 19 settembre 2011

Il miracolo di San Gennaro: la scienza lo confuta

La scienza ha spesso contestato l'inspiegabilità dello scioglimento del sangue di San Gennaro. La confutazione più famosa è avvenuta 20 anni fa. Un gruppo di ricercatori del CICAP ha scritto un intervento sulla prestigiosa rivista scientifica Nature, sostenendo che il prodigio di San Gennaro si poteva riprodurre chimicamente.



I ricercatori del CICAP hanno creato un gel di idrossido di ferro a partire da sostanze molto comuni, disponibili anche nel medioevo, come il cloruro di ferro, che si trovava anche come minerale sul Vesuvio, il carbonato di calcio che non è altro che polvere di marmo (pigmento bianco usato in pittura).

In questo modo si ottiene un idrossido di ferro colloidale di colore marrone scuro che lasciato a riposo gelatinizza, quindi assume un aspetto solido, ma quando viene opportunamente agitato diventa perfettamente liquido.

L'ipotesi del CICAP è che nell'ampolla di San Gennaro ci sia una sostanza con le stesse proprietà (si tratta di sostanze tissotropiche) e che i movimenti che l'ampolla subisce durante le cerimonie innescano la liquefazione.

Per chi volesse saperne di più sul miracolo di San Gennaro e sulla sua storia può guardare questo interessante servizio a cura della trasmissione Cosmo e che ci mostra alcuni tra i pareri scientifici più autorevoli degli ultimi anni.

Buona visione.

domenica 18 settembre 2011

L'efficienza energetica dei computer raddoppia ogni 18 mesi

Secondo la legge di Koomey, l'efficienza energetica dei computer raddoppia ogni 18 mesi. Questa legge sta diventando una legge fondamentale dell'informatica, come la più antica e famosa legge di Moore che dice che è la potenza dei computer a raddoppiare ogni 18 mesi.

Questo si vede soprattutto con i notebook. Ad esempio, qui ho letto che se un MacBook Air avesse la stessa efficienza energetica di un computer del 1991, la batteria durerebbe circa 2,5 secondi: non avrebbe nemmeno il tempo di completare il boot!

Un MacBook Air
Questo ci fa capire che in 20 anni le batterie dei computer portatili (e quindi anche quelle di tutti i dispositivi mobili, come i cellulari) hanno fatto davvero passi da gigante. Non solo le batterie, ma anche l'efficienza energetica dei normali computer ha fatto passi da gigante.

E' ovvio che se la potenza raddoppia ogni 18 mesi e, nello stesso tempo raddoppia anche l'efficienza energetica, possiamo avere dei dispositivi mobili che restano carichi per lo stesso periodo di ore, ma hanno una potenza raddoppiata ogni 18 mesi.

In realtà il vero obiettivo dovrebbe essere di ottenere computer più potenti ma con efficienza sempre maggiore, tale da eclissare la legge di Moore e facendo prevalere la legge di Koomey. Bisogna produrre, ad esempio, notebook sempre più potenti, ma nello stesso tempo riuscire ad aumentare in maniera ancora più rapida la durata delle batterie.

In realtà il mercato negli ultimi mesi ci spinge proprio in questa direzione. Mi ha fatto impressione leggere su tom's Hardware che nel 1985 il fisico (premio Nobel) Richard Feynman, analizzando il fabbisogno elettrico dei computer, calcolò che si poteva migliorarne l'efficienza di un fattore pari a 100 miliardi prima di raggiungere un limite dovuto alle leggi fisiche.

Fino a questo momento si è migliorati di un fattore 40000 e questo ci fa capire che il limite è ancora molto lontano. Quindi i normali computer possono migliorare enormemente ancora per molti decenni prima di dover ricorrere a soluzioni di computazione quantistica per ottenere potenze di calcolo ancora maggiori.

E se si pensa che con l'aumentare dell'efficienza energetica dei computer, si apre anche la concreta possibilità di alimentarli con normali celle solari (come ho già mostrato in questo post dal titolo La CPU solare della Intel), capiamo subito che il futuro dell'informatica ci riserverà certamente grandi e gradite sorprese.

Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...