giovedì 17 febbraio 2011

Azoto

 

L’azoto è un elemento chimico non metallico, con simbolo N, numero atomico 7 e peso atomico 14. È un gas che si trova in natura principalmente allo stato libero (concorre per il 78% alla composizione dell'aria). L'azoto è uno degli elementi fondamentali che costituiscono la materia vivente. Assieme al carbonio, all'idrogeno e all'ossigeno contribuisce alla composizione delle proteine animali e vegetali, degli acidi nucleici, di vitamine e di altri materiali organici indispensabili per lo svolgimento dei processi vitali delle cellule. È un gas incolore e inodore.

L'azoto è impiegato per la preparazione di molti composti come l'ammoniaca, i sali di ammonio, l'acido nitrico e altri. Inoltre è utilizzato nell'industria dei fertilizzanti e degli esplosivi.

Si chiama ciclo dell'azoto (vedi immagine sotto) il complesso delle trasformazioni che l'azoto subisce nell'ambiente e attraverso le quali viene assicurato agli esseri viventi l'apporto continuo e regolare di materiali azotati indispensabili per le funzioni vitali. L'azoto, a differenza dell'ossigeno, non può infatti essere utilizzato direttamente dalla maggior parte degli esseri viventi. Deve essere prima trasformato (fissato) in composti inorganici (per esempio, in forma di ammoniaca, di nitrati e di nitriti) a opera di microrganismi specializzati (azotofissatori) o mediante processi industriali.

ciclo dell'Azoto

L'azoto fissato industrialmente può essere somministrato ai vegetali sotto forma di fertilizzanti azotati. I vegetali utilizzano i composti inorganici dell'azoto (naturali o industriali) per produrre le molecole organiche che compongono le loro strutture. Gli animali, incapaci di utilizzare l'azoto minerale, si nutrono delle sostanze organiche azotate sintetizzate dai vegetali, soprattutto proteine. Parte dell'azoto alimentare viene eliminato nelle urine e come composti semplici nelle feci. Quando gli organismi animali e vegetali muoiono, la materia organica che li compone viene distrutta da microrganismi demolitori che riportano in forma minerale le componenti azotate.


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Pulp fiction: la scena del ballo con Uma Thurman e John Travolta

 

Il film Pulp Fiction, diretto da Quentin Tarantino (1994), mi lasciò a bocca aperta quando lo vidi al cinema. Era uno stile originale, graffiante, pieno di ritmo. Mi colpì anche una scena che è rimasta nella storia del cinema: il ballo, protagonisti Uma Thurman e John Travolta. Un ballo straordinario nella sua semplicità, ma che richiede una interpretazione magistrale per non sembrare banale.

Guardatelo e capirete perché questa scena è rimasta nella storia del cinema.

Buona visione.

Pulp Fiction: la scena del ballo


mercoledì 16 febbraio 2011

Gatto delle nevi Lego Mindstorms con pannello solare

 

Questo stupendo gatto delle nevi è stato realizzato con il Lego Mindstorms NXT ed è davvero bellissimo. Riesce a camminare realmente sulla neve ed è alimentato anche da un piccolo pannello solare. Da ammirare Sorriso

Nel filmato sono riportati anche i dettagli costruttivi.

Buona visione.

Gatto delle nevi Lego Mindstorms NXT


Disinstallazione dittatori…

 

Un po’ di sana satira politica non guasta. E su facebook la satira politica non manca mai ed è proprio lì che ho trovato questa:

disinstallazione dittatori

Se fosse così semplice non sarebbe male Occhiolino


martedì 15 febbraio 2011

I fratelli Wright: gli inventori del volo

 

Wilbur e Orville Wright, inventori e costruttori aeronautici statunitensi. Proprietari di una fabbrica di biciclette, divennero pionieri dell'aeronautica, interessandosi sin dal 1896 alle esperienze e agli studi sul volo di mezzi più pesanti dell'aria.

Per apprendere i rudimenti dell'aerodinamica, i Wright progettarono una specie di galleria del vento, nella quale effettuarono centinaia di prove e, sulla base delle conoscenze raccolte, iniziarono a costruire dei biplani a motore.

La carta vincente dei due fratelli, la tessera mancante per completare la costruzione di un velivolo funzionante, fu un motore a benzina a quattro cilindri da 15 cavalli, in grado di muovere le due eliche del biplano. Il 17 dicembre del 1903, Orville Wright si sollevò dalle dune di sabbia di Kitty Hawk, nella Carolina del nord, a bordo del Flyer I, coprendo una distanza di 266 metri in 49 secondi.

fratelli Wright
Le prove di volo dei fratelli Wright documentate dal Journal des Voyages, nel 1908. Dopo i primi successi, i Wright fondarono a Dayton, nel 1911, una fabbrica sperimentale di aerei: ancora oggi la città resta uno dei maggiori laboratori di ricerche aeronautiche degli Stati Uniti.

Al Flyer I seguì, nel 1904, il Flyer II, con un motore potenziato. Su un campo fuori mano dell'Ohio, i Wright riuscirono a compiere delle virate e altre manovre con variazioni di altitudine e direzione. Nel 1905, Wilbur riuscì a volare per quasi 38 minuti, un vero record per l'epoca. I fratelli, che compresero presto le potenzialità anche commerciali della loro invenzione, lavorarono in segreto, ma quando resero pubblici i risultati del proprio lavoro si scontrarono con una diffidenza generalizzata.

Le riserve degli scettici vennero sciolte solo nel 1908, anno del viaggio di Wilbur Wright in Europa: la dimostrazione di volo compiuta 1'8 agosto a Le Mans, in Francia, mise a tacere tutti i detrattori.


La stella polare

 

La stella polare si trova nella costellazione boreale dell’Orsa Minore, composta da sette stelle principali disposte in forma di carro (da cui il nome di piccolo carro), di cui la stella polare rappresenta il timone, ed è la stella visibile ad occhio nudo più vicina al Polo Nord Celeste, il punto cioè in cui il prolungamento dell’asse terrestre incontra la sfera celeste.

come trovare la stella polare

Trovandosi in questa posizione la stella polare appare quasi immobile in cielo, mentre tutte le altre sembrano ruotarle intorno. Le stelle che ruotano attorno alla polare, senza scendere mai sotto l’orizzonte, si definiscono circumpolari.

L’attuale stella polare è una supergigante con una temperatura di 7200 K, una luminosità 2200 volte superiore a quella del Sole e un diametro 30 volte maggiore e dista da noi circa 430 anni luce.

A causa delle precessione degli equinozi, il polo si sposta sulla volta celeste, quindi la stella polare non è sempre stata la stessa nel corso del tempo: secondo i calcoli, nel 3000 a.C. la stella polare era alfa Draconis, nel 7500 d.C. sarà alfa Cefei, nel 14000 d.C. sarà Vega.

La stella polare è usata fin dai tempi più antichi come punto di riferimento: viene menzionata nelle più antiche tavolette assire ritrovate dagli archeologi.


La rosa dei venti

 

La rosa dei venti è la rappresentazione grafica delle direzioni da cui soffiano i venti che corrispondono ai punti cardinali.

rosa dei venti

Nella forma classica, la rosa dei venti è costituita da un cerchio che contiene il disegno di una stella; le punte della stella indicano la direzione di provenienza dei venti principali e la loro distanza angolare rispetto al nord: tramontana (N, 0°), grecale (NE, 45°), levante (E, 90°), scirocco (SE, 135°), austro o mezzogiorno (S, 180°), libeccio (SW, 225°), ponente (W, 270°), maestrale (NW, 315°).


Arcobaleno

 

Pochi fenomeni atmosferici hanno affascinato l’umanità come l’arcobaleno. Prima ancora che qualcuno mi dica che amo distruggere la poesia, lo anticipo e vi fornisco subito una definizione scientifica: l’arcobaleno è un fenomeno ottico dell’atmosfera frequentissimo dopo i temporali, o quando i raggi solari colpiscono goccioline d’acqua finemente disperse nell’aria da cascate o grosse fontane.

Appare come un semicerchio formato da sottili strisce concentriche di diverso colore nell’ordine dello spettro visibile: violetto, indaco, blu, verde, giallo, arancio, rosso. La scomposizione della luce nei colori dell'iride è dovuta a fenomeni di riflessione, rifrazione e diffrazione: i raggi solari attraversano le gocce d'acqua disperse nell'atmosfera e si scompongono come attraverso una lente. Quando la luce penetra all'interno di una goccia si rifrange, mentre sulla parete opposta si riflette, come su uno specchio concavo. Uscendo dalla goccia, il raggio si rifrange nuovamente, ed è proprio la doppia rifrazione a scompone la luce solare bianca nei sette colori dello spettro.

L'intensità e la larghezza delle strisce colorate dipendono dal diametro delle goccioline di acqua. Concentrico ed esterno al primo arcobaleno è spesso osservabile un secondo arco colorato, detto arcobaleno secondario, con colori meno intensi e disposti in ordine inverso (violetto all'esterno).

L'arcobaleno secondario è dovuto a una doppia riflessione. Fu lo scienziato Isaac Newton a darne per primo la prova. Espose a un raggio di sole un prisma di vetro provocando la formazione di un fascio di colori. Dimostrò che la luce bianca è una mescolanza di colori. Le gocce di pioggia agiscono sui raggi del sole come tanti minuscoli prismi.

arcobaleno

Origine della parola arcobaleno.

Certe parole sono talmente graziose che tutti le vogliono e così un gruppo di persone ha fatto quasi a gara per cercare di capire la storia di arcobaleno. Innanzitutto bisogna dire che nel passato l'arcobaleno veniva chiamato, per la sua forma, solo "arco" oppure arco delle stelle, arco della pioggia, arco celeste. A un certo punto compare l'arcobaleno, e per alcuni studiosi quel "baleno" non è nient'altro che il "lampo”. Altri studiosi di parole si oppongono, perché, sostengono, l'arcobaleno non appare né scompare all'improvviso, come fa il lampo. Affascinati più dal mare che dal cielo, essi pensano che il nome nasca da arco e balena, il grosso cetaceo che guizza e si inarca, nel mare, come un arcobaleno. E il francese arc-en-ciel "arco in cielo", l'inglese rainbow "arco di pioggia", lo spagnolo arcoiris "arco dell'iride"? Davvero tanti nomi quanti sono i colori!


domenica 13 febbraio 2011

Ray Bradbury

 

Ray Bradbury è uno scrittore statunitense nato a Waukegan, Illinois, nel 1920. Bradbury, nelle sue opere, mescola generi narrativi diversi come la narrativa fantastica, la fantascienza sociale e la satira.

Ray Bradbury

Si è affermato come autore di fantascienza con Cronache marziane (1950), la storia della colonizzazione di Marte da parte dei terrestri, che ricalca la storia della colonizzazione americana. Il suo romanzo più famoso resta però Fahrenheit 451 (1953) da cui François Truffaut ha tratto nel 1966 un film visionario e di successo.

Ha scritto diversi romanzi di genere fantastico come Io canto il corpo elettrico (1969) e il romanzo giovanile Il gioco dei pianeti (1951), di cui pure fu fatta una trasposizione cinematografica (L’uomo illustrato).

Ha pubblicato numerose raccolte di poesie: Poemi (1982) e L’arte del Playboy (1985) ne sono due esempi. Particolarmente riusciti sono i suoi racconti con i bambini per protagonisti come Il popolo dell’autunno (1962) o Il piccolo assassino (1964).

E’ anche autore di drammi, raccolti ne Lo splendido vestito di gelato e altri drammi (1972), e di saggi sulla scrittura Viaggio oltre la metafora: ulteriori saggi sulla creatività, sulla scrittura e sulle arti (1999).

Nel seguente filmato (vi cito solo il link, perché l’incorporamento è disattivato) possiamo vedere un frammento molto significativo tratto dal film Fahrenheit 451 (1966) di François Truffaut e tratto dal romanzo omonimo, dove viene proposta una attualissima riflessione sulla cultura e sui libri. Lo si potrebbe intitolare: “noi dobbiamo essere tutti uguali

Buona visione.

http://www.youtube.com/watch?v=AkaGCGTNVKI


Cos’è l’astrolabio?

 

L’astrolabio è un antico strumento astronomico e nautico usato fino al XVIII secolo per misurare l’altezza degli astri sull’orizzonte e la distanza angolare tra essi. Era utile per l’orientamento e la navigazione. Poteva anche determinare l'ora locale conoscendo la longitudine, o viceversa.

astrolabio

Già Tolomeo lo utilizzava per le sue rilevazioni astronomiche. L’astrolabio era costituito da un cerchio graduato come un goniometro al cui centro era fissato un braccio rotante. All’interno del cerchio era alloggiata la lamina, un sottile disco su cui era incisa la proiezione della sfera celeste a una determinata latitudine. Alla lamina era sovrapposta la rete, struttura ruotabile che indicava la posizione di particolari stelle fisse. L’astrolabio è stato sostituito dal sestante.

Nel seguente filmato è possibile vedere, grazie ad una stupenda animazione, in dettaglio i principali componenti di un astrolabio.

Buona visione.

Astrolabio


Nibiru esiste? E chi l’ha detto?

 

Molta gente sciroccata è convinta che gli scienziati siano una sorta di “élite” di saccentoni arroganti, ostinatamente arroccati nelle loro posizioni e strenui difensori dello “status quo”.

Poche convinzioni possono essere più distorte di questa.

Volete un esempio (uno tra infiniti altri) in cui gli scienziati hanno rinunciato prontamente alle loro “consolidate teorie”?

E’ successo proprio pochi giorni fa, in occasione della scoperta del sistema planetario di Kepler-11.

kepler-11

Questa scoperta è davvero eccezionale per due motivi principali:

1) Qualsiasi teoria consolidata sulla formazione dei pianeti e dei sistemi planetari non prevedeva assolutamente che potesse esistere un sistema planetario così “compatto” con sei pianeti racchiusi in orbite di semiasse inferiore a quella del pianeta Venere.

2) Nessun modello di formazione planetaria prevedeva l’esistenza delle cosiddette “superterre”, cioè di pianeti che hanno massa e dimensione intermedie tra i pianeti rocciosi (come la Terra, Marte, ecc…) e i pianeti gassosi (Giove, Saturno, ecc…). Si tratta di numerosi pianeti di massa compresa tra le 2 e le 5 masse terrestri scoperti dalla sonda Kepler in molti sistemi planetari e anche su Kepler-11. Tra l’altro questo tipo di pianeti sono assenti nel nostro Sistema Solare.

A questo punto gli scienziati, se fossero veramente come li descrivono alcuni difensori delle “verità alternative”, avrebbero dovuto dire: “non è possibile! Queste cose contraddicono tutte le teorie finora accettate, quindi Kepler-11 NON ESISTE!”

E invece gli astronomi sono stati ben contenti di vedere distrutte le loro vecchie teorie da questa scoperta, perché in questo modo avranno una grande occasione: capire meglio di prima come si formano i pianeti e i sistemi planetari. Nessuno si è ostinato a difendere le vecchie convinzioni mettendo in dubbio la scoperta stessa.

Perché gli scienziati hanno accettato questa rivoluzione senza fare obiezioni e invece, per fare un esempio, per quanto riguarda la “fusione fredda” dopo 22 anni ci sono ancora discussioni molto animate e numerosi scienziati scettici?

Le gente sciroccata dirà che la scoperta astronomica non porta con sé interessi economici, mentre la fusione fredda è avversata dalle multinazionali del petrolio e bla bla bla, bla bla bla…

La vera (e unica) ragione è che le misure effettuate dalla sonda Kepler sono delle misure di qualità straordinaria, mentre le misure finora effettuate sulla fusione fredda sono di pessima qualità. Ogni volta che sono state fatte delle misure accurate, il fenomeno non si è verificato. Questo tipo di comportamento di solito si verifica con i fenomeni… paranormali.

Per questo motivo ci sono molti scienziati che pensano che la fusione fredda non esiste, altri che hanno qualche dubbio e alcuni che magari sono entusiasti. Su tutto regna la confusione. Ma come mai ancora, dopo 22 anni, non c’è un reattore a fusione fredda funzionante, visto che ci sono alcuni che dicono che si può costruire molto facilmente?

Quando furono realizzati i primi motori a vapore (1765), nel giro di 20 anni si passò da una potenza di 6 cavalli ad una potenza di 600 cavalli. Per la fusione fredda dopo più di 22 anni, ancora si discute sulle presunte “anomalie” energetiche. E bisogna considerare che nel 1700 il progresso tecnologico non era nemmeno lontanamente rapido come quello di oggi.

Anche se la fusione fredda dovesse esistere realmente, ancora non siamo in grado di sfruttarla. Ovviamente una scoperta improvvisa ed imprevedibile potrebbe cambiare tutto, ma essendo appunto imprevedibile, non sappiamo quando (e se) avverrà Occhiolino

Altri due casi  famosi in cui delle teorie furono confutate dalle osservazioni sono quelle dell’etere luminifero e dello stato stazionario.

Ok, il titolo del post riguarda Nibiru e io invece mi sono dilungato su Kepler, fusione fredda e scienziati che accettano che le loro teorie siano annientate da nuove scoperte.

L’ho fatto solo per fare capire a tutti che non è affatto vero che gli scienziati cercano di mantenere lo “status quo” e che non accettano novità che contrastano con le vecchie teorie.

E adesso veniamo a Nibiru

Nibiru sarebbe un fantomatico pianeta partorito dalla fantasia di Zecharia Sitchin analizzando (a suo dire) un sigillo sumerico dove ci sarebbero riferimenti a questo corpo celeste.

In realtà, prima ancora di analizzare l’impossibilità della cosa dal punto di vista astronomico, bisogna dire che l’interpretazione del sigillo è del tutto sbagliata. Osservando il sigillo nell’immagine sotto guardiamo la parte in alto sulla sinistra dove appare quel cerchio con sei raggi circondato da diversi punti. Sitchin interpreta quel simbolo come il Sole circondato da 12 pianeti e secondo lui il dodicesimo pianeta sarebbe proprio Nibiru. Invece sono le Pleiadi!

Nibiru

Il tutto è spiegato molto bene in questa pagina (in inglese). Nella spiegazione leggiamo che quel simbolo non può essere il Sole, perché i Sumeri non lo rappresentavano a 6 punte, ma con un simbolo ben diverso (vedi sotto). I simboli a 6 o a 8 punte invece rappresentano stelle.

Da sinistra rispettivamente una stella, la Luna, il Sole.

E infatti di una stella si tratta e i puntini attorno sono altre stelle. Secondo l’interpretazione più corretta si tratterebbe proprio delle Pleiadi, un gruppo di stelle che i sumeri rappresentavano molto frequentemente (vedi immagine sotto).

pleaidi

La cosa più interessante è che i Sumeri rappresentavano il Sole e le stelle con simboli diversi e ben distinti, quindi probabilmente non avevano la consapevolezza del fatto che il Sole fosse una stella, dimostrando così di avere delle conoscenze astronomiche del tutto compatibili con quelle di altri popoli antichi.

Un’analisi approfondita sigillo mostra quindi tre elementi molto chiari:

1) L’iscrizione non cita nulla che possa riferirsi ad argomenti astronomici, a Nibiru o anche semplicemente a dei pianeti.

2) Quello che viene interpretato come il Sole in realtà è una stella.

3) Non è mai stato trovato un singolo testo riferito alle civiltà sumeriche in cui si parli di più di cinque pianeti.

A questo punto ci siamo accorti che il punto di partenza dell’esistenza di Nibiru si fonda SU NIENTE. Quindi ogni discussione è finita per chi ha capito la situazione, ma non finirà mai per coloro che ci vogliono credere a tutti i costi. Per loro quasi sempre non c’è discussione scientifica e razionale che regga, quindi continueranno a crederci (o a fare finta di crederci) ad oltranza.


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