domenica 25 novembre 2007

Non portate i vostri figli al circo!

Non nei circhi dove ci sono animali! Orsi, giraffe, foche, elefanti, tigri, ippopotami e altri animali che vivono in ambienti naturali molto ampi vengono ridotti a divertimento per esseri umani. Vengono tenuti spesso in condizioni non ottimali e costretti ad allenamenti duri e innaturali. Schiavi inconsapevoli della crudeltà umana.

Esistono già gli esseri umani, molto più avvezzi all'esibizione, che possono dare divertimento a grandi e piccini. Trapezisti, acrobati, clown sono già in grado di trasmettere quelle emozioni che fanno vero spettacolo. Gli animali danno già spettacolo quando sono osservati in natura, come ho già fatto vedere in alcuni filmati in questo blog.

Io non porterò mai i miei figli al circo, se ci sono poveri animali che si esibiscono.

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Ecco il famoso filmato della lotta all'ultimo sangue tra bufali, leoni e ci si aggiunge anche un coccodrillo!

Il filmato dura oltre 8 minuti, ma vale la pena guardarlo fino alla fine perché mostra come spesso i predatori non riescono a spuntarla con tutta quella facilità che si cerca di far credere nei documentari.



venerdì 23 novembre 2007

Foto di alieni dal 1950 al 2000. Quali sono vere e quali sono fake? (filmato)

In realtà la domanda è solo retorica, visto che non sembra che esistano foto di alieni che non siano fake. Ovviamente il dubbio resta, anche perché il dubbio è una componente indispensabile della ricerca scientifica. In ogni caso godetevi questa carrellata di immagini di alieni che sono diventate famose dal 1950 fino ai nostri giorni.

 

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Il Burnout: la sindrome psichiatrica che colpisce i soggetti che esercitano professioni d'aiuto.

Il burnout interessa di solito medici di base, insegnanti, poliziotti, vigili del fuoco, infermieri, psicologi, psichiatri, assistenti sociali, fisioterapisti, anestesisti, medici ospedalieri, studenti di medicina, guardie carcerarie, responsabili e addetti a servizi di prevenzione e protezione aziendali, ecc. Queste figure sono caricate da una duplice fonte di stress: il loro stress personale e quello della persona aiutata.

Ne consegue che, se non opportunamente trattati, questi soggetti cominciano a sviluppare un lento processo di "logoramento" o "decadenza" psicofisica dovuta alla mancanza di energie e di capacità per sostenere e scaricare lo stress accumulato ("burnout" in inglese significa proprio "bruciarsi"). In tali condizioni può anche succedere che queste persone si facciano un carico eccessivo delle problematiche delle persone a cui badano, non riuscendo così più a discernere tra la propria vita e la loro. Caratteristici del burnout sono anche l'esaurimento emozionale, la depersonalizzazione, un atteggiamento spesso improntato al cinismo e un sentimento di ridotta auto-realizzazione. Il soggetto tende a sfuggire l'ambiente lavorativo assentandosi sempre più spesso e lavorando con entusiasmo ed interesse sempre minori, a provare frustrazione e insoddisfazione, nonché una ridotta empatia nei confronti delle persone delle quali dovrebbe occuparsi.

Per misurare il burnout ci sono diverse scale ma è da ricordare la scala di Maslach: un questionario di 22 domande, atte a stabilire se nell'individuo sono attive dinamiche psicofisiche che rientrano nel burnout. A ogni domanda il soggetto deve rispondere inserendo un valore da 0 a 6 per indicare intensità e frequenza con cui si verificano le sensazioni descritte nella domanda stessa.

Il burnout si sviluppa attraverso alcune fasi: la prima, quella dell’”entusiasmo idealistico”, è caratterizzata da aspettative di onnipotenza e da obiettivi spesso irrealistici. Spesso avviene una perdita di confini, una iperidentificazione con chi deve essere aiutato: così si confondono i bisogni dell’altro con i propri, il coinvolgimento professionale con quello personale.

Segue una fase di “stagnazione”, connotata dai primi segni di fatica e dall’impatto con il divario esistente tra i risultati ottenuti (spesso difficilmente quantificabili) e le aspettative di partenza. La grande quantità di energie investita non ha un congruo riscontro in termini di soddisfazione. Questa fase è caratterizzata da un graduale disimpegno e da profonda delusione.

La fase di “frustrazione” è caratterizzata da vissuti di perdita e di crisi dei valori: l’operatore si sente bloccato e soprattutto sperimenta una forte sensazione di fallimento, mette in discussione le proprie capacità con seri rischi per l’autostima. In questa fase si sperimentano sensi di colpa, vergogna e, appunto, frustrazione.

A “chiusura” di questa fase può avvenire il superamento della situazione, attraverso un ridimensionamento delle aspettative o una modifica lavorativa, oppure essa può sfociare nella fase del burnout successiva, quella dell'"apatia”, contraddistinta da completa demotivazione, freddezza emotiva, impersonalità relazionale, insofferenza totale.

Per difendersi dal burnout è dunque importante trovare un equilibrio tra le ore di lavoro e quelle dedicate al tempo libero, non accettare o “tuffarsi” in ogni occasione di aiuto ed essere sempre in contatto con i propri bisogni personali, senza trascurare i campanelli d’allarme che possono verificarsi, come i primi segni di stanchezza e di coinvolgimento eccessivo con gli “utenti”, che spesso non termina neanche dopo aver “timbrato il cartellino”.

(Fonte)

 

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giovedì 22 novembre 2007

Trovato in Germania il fossile di uno scorpione gigante. In giappone invece vive il granchio gigante. Due esempi di gigantismo tra artropodi.

 

 

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ll più grande artropode mai comparso sulla terra visse circa 400 milioni di anni fa. Secondo gli studiosi, a chele distese poteva raggiungere i 3,5 metri di lunghezza L'esemplare è stato classificato come Jaekelopterus rhenaniae, uno scorpione d'acqua; un feroce predatore dei rigogliosi e popolati bassifondi salmastri del periodo Devoniano, circa 400 milioni di anni fa. L'esemplare, come spesso accade nei ritrovamenti paleontologici, si presenta tutt'altro che completo ed è sostanzialmente limitato a una delle chele che, presumibilmente, veniva utilizzata in modo del tutto analogo a quanto gli scorpioni fanno oggi.

 

Il Granchio gigante del Giappone (Macrocheira kaempferi Temminck, 1836) è il più grande artropode vivente. È una specie particolarmente vecchia di granchio, considerata un fossile vivente. È l'unica specie vivente del genere Macrocheira; altre specie del genere sono state descritte solo come fossili. Vive nelle profondità dell'Oceano Pacifico (200-300 m sotto il livello del mare) nei pressi del Giappone. Ha una vita media di circa 100 anni.

 

Il chupacabra trovato in Texas non ha resistito ad una seria indagine scientifica. L'analisi del DNA ha stabilito che si trattava solo di un Coyote!

Durante la trasmissione Voyager di lunedì 19 novembre, si è parlato molto del famigerato chupacabra. L'attenzione si è focalizzata su un ritrovamento di ben tre esemplari in Texas da parte della signora Phylis Canion. La notizia ha fatto subito il giro del mondo, perché immediatamente gli esemplari trovati sono stati classificati come appartenenti alla mitologica specie dei "chupacabra"! Il chupacabra è uno degli animali più misteriosi e ricercati degli ultimi decenni. Il suo nome viene dallo spagnolo e significa letteralmente "succhia capre", che ne descrive la sua attitudine di temibile predatore. L'animale infatti avrebbe la particolarità di penetrare nei tessuti e nelle ossa delle vittime iniettando una sostanza che impedisce il rigor mortis, la rigidità cadaverica, nelle vittime. Praticando tre fori triangolari all'altezza della giugulare e servendosi di quest'ipotetica appendice - si racconta - il Chupacabra dissangua la vittima cauterizzando la ferita all'istante, asportando anche organi interni e parti di materiale biologico, il sangue delle vittime stranamente non coagula. Fin qui la leggenda.

Nel giro di solo quattro giorni alcuni abitanti nella zona del Texas, a 140 chilometri da San Antonio, hanno infatti rinvenuto ai bordi delle strade addirittura tre animaletti misteriosi, uccisi dalle auto in corsa, e che non assomigliano a specie conosciute. E visto che nello stesso lasso di tempo, a fine luglio, nella sua fattoria sono state trovate 26 galline morte alle quali è stato apparentemente aspirato il sangue, Phylis Canion si dice sicura: quest'orribile bestia dev'essere il temibile Chupacabra!

Tuttavia nel servizio trasmesso su Voyager ci sono alcune cose che non convincono! La signora Canion intanto ha pensato bene di preparare l'esemplare trovato per una grottesca imbalsamazione! Lo vuole appendere al muro con una gallina in bocca! E gli altri due esemplari trovati, che fine hanno fatto? Se li è cucinati al forno? Inoltre la singolare signora ha conservato le ossa dell'animale in un secchio! Ma come? Uno dei ritrovamenti animali più importanti della storia, e poi mi butta le ossa in un secchio, come se fossero resti di un pollo!

Subito dopo Phylis Canion si lancia in una approfondita analisi della struttura dell'animale, mostrando in maniera abbastanza comica la sua ignoranza su argomenti di biologia. Alla fine dice che un campione del tessuto animale è stato affidato a dei biologi per l'analisi del DNA, e questa è l'unica cosa sensata che ha fatto (lo poteva fare subito, dico io!).

Durante una trasmissione televisiva, viene aperta la busta dove si potrà leggere il risultato dell'analisi del DNA.

Il risultato è incontrovertibile: si tratta solo di un Coyote! L'analisi del DNA mostra che le differenze tra in codice genetico di alcuni esemplari che vivono nella stessa zona del Texas e il chupacabra, è quasi del tutto trascurabile. In verdetto è quindi sicuro.

Come si spiega la mancanza di pelo nell'esemplare trovato? Si potrebbe trattare ovviamente di una malattia, oppure, visto il comportamento bizzarro della signora Canion, potrebbe essere stata lei stessa a tosare l'esemplare, spacciandolo per un animale misterioso allo scopo di ottenere l'attenzione dei mass media!

Che ne pensate? O sono io che sono troppo sospettoso? ;-)

mercoledì 21 novembre 2007

Il più grande mollusco esistente al mondo dotato di conchiglia pesa 300 kg ed è largo 1,5 metri.

Si chiama Tridacna Gigas ed è un mollusco Bivalve, appartenente all'ordine dei Veneroidi, famiglia dei Tridacnidi, presente nell'oceano Pacifico occidentale, in Malesia, Micronesia ed Indonesia, isole Taiwan, Marshall e Fiji; la classificazione delle varie specie è alquanto difficile perche contano solo la forma e le dimensioni delle valve, il colore del mantello è estremamente variabile da individuo ad individuo e quindi ininfluente.
Dalla forma relativamente a coppa, molto convessa, con le valve robuste, lunghe sino ad 1,5 metri, percorse da larghe costolature longitudinali, utilizzate per ancorare il mantello quando viene estroflesso; al centro del mantello è ben visibile il foro del sifone soffiante, prominente rispetto al tessuto intorno, al lato estremo è invece meno appariscente il foro del sifone aspirante.
Il mantello della T.Gigas appare sempre estremamente colorato per la presenza al suo interno di un gran numero di alghe Zooxantelle, le quali vivono in simbiosi con l'animale; per favorire la presenza delle Zooxantelle il mantello si estroflette al di fuori delle valve e inoltre, possiede dei particolari organi a forma di lente per concentrare la luce solare.
Tuttavia è la T. Gigas a trarre maggior giovamento dalla simbiosi in quanto moltissime alghe sono veicolate nella zona viscerale e qui fagocitate ed assimilate; questo fatto a permesso all'animale, originariamente un filtratore, di trarre la maggior parte del suo sostentamento dalla simbiosi con le alghe.
In natura, con i suoi quasi 300 Kg di peso, vive incastrato tra le rocce o le madrepore. Questa specie è giunta quasi all'estinzione a causa dell'indiscriminata caccia dovuta alla prelibatezza delle carni ora, grazie all'acquacoltura, praticata principalmente in Micronesia, nell'isola di Malakal, al di là di Koror, ove ha sede il Micronesia Mariculture Demonstration Center, un laboratorio di ricerca marina impegnato in tali progetti commerciali; è lontana da tale rischio.

 

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martedì 20 novembre 2007

Vita e morte nell'Universo.

Quali sono le condizioni fisiche che governano la nascita e l'evoluzione dinamica degli ammassi stellari? Era questa la domanda che ronzava in testa a Holger Baumgardt e Pavel Kroupa, ricercatori dell'Argelander Institut für Astronomie dell'Università di Bonn. Una domanda apparentemente banale, ma che ha sempre dato del filo da torcere agli astronomi. Si tratta, infatti, di riuscire a giustificare le differenti tipologie di ammassi stellari che si possono osservare in cielo partendo sostanzialmente dal medesimo processo fisico, vale a dire il collasso gravitazionale di una nube di gas interstellare.
Sappiamo che normalmente le stelle nascono in gruppo, dunque l'evoluzione di ciascuna di esse condiziona pesantemente quella degli oggetti vicini. E questo avviene fin dalla nascita. Quando le prime stelle di un ammasso cominciano a risplendere, infatti, le loro superfici emanano un potentissimo vento stellare costituito da incredibili ondate di particelle cariche e questo energico soffio spazza via il gas residuo presente nella nube. Per farla breve, le stelle che a quel punto sono riuscite ad accumulare materiale sufficiente per innescare le reazioni nel loro nucleo hanno davanti a sé un brillante futuro, mentre per le altre, quelle che non trovano più gas nemmeno a pagarlo, il futuro sarà un po' più malinconico.
Diventa dunque cruciale capire come il gas della nube non accumulato dalle stelle possa influenzare il destino futuro dei membri di un ammasso stellare. Per fare questo i due ricercatori hanno sviluppato un programma per un particolare calcolatore - il GRAPE Computer - in grado di operare mille volte più velocemente di un normale PC. Nonostante la velocità di calcolo, però, ogni simulazione richiede ugualmente alcune settimane di tempo per essere completata.
L'obiettivo principale delle simulazioni era quello di verificare quali potessero essere le condizioni iniziali in grado di assicurare una vita più lunga all'ammasso di stelle. Baumgardt e Kroupa hanno così scoperto che gli ammassi più piccoli vengono molto facilmente distrutti dalla radiazione delle stelle che li compongono, mentre per quelli più massicci le speranze di sopravvivenza sono decisamente più elevate.
Un secondo aspetto emerso dalle simulazioni è che sia gli ammassi più poveri di stelle che quelli decisamente più popolosi come gli ammassi globulari potrebbero avere una medesima origine. "Nell'infanzia dell'universo - sottolinea Kroupa - non si formarono solamente gli ammassi globulari, ma ci fu senz'altro posto anche per qualche ammasso di minori dimensioni. Tocca agli astrofisici trovare ciò che rimane di essi."
Indubbiamente una bella sfida, vedremo se qualcuno la raccoglierà.

(Fonte: Coelum).

Il nuovo processore AMD, il Phenom X4, delude le aspettative.

Doveva essere la nuova occasione di AMD per superare Intel, invece il nuovissimo processore quad core AMD, il Phenom X4, ha un po' deluso le aspettative.

Secondo alcuni benchmark, il modello di punta dei Phenom, il Phenom 9600, sarebbe addirittura il 4,3% più lento dell'Athlon X2 6400+, che era l'ultimo arrivato in casa AMD. La cosa più grave è che la stessa CPU sarebbe addirittura il 13,5% più lenta del più economico dei quad core Intel, l'Intel Core 2 Quad Q6600.

L'unico pregio che si potrebbe trovare nei nuovi processori AMD è che sono molto meno costosi dei quad core Intel (190 euro per il Phenom 9600 e 169 per il 9500), ma per molti appassionati questa non è che una magra consolazione.

Per maggiori info sui benchmark effettuati, seguite il seguente link:

http://www.tomshw.it/cpu.php?guide=20071120

lunedì 19 novembre 2007

Illusione ottica: di chi è la faccia nell'immagine?

Se ci si allontana e poi avvicina all'immagine nello schermo si riesce a vedere il viso di un famoso personaggio.

I filmati di UFO più spettacolari che circolano su YouTube!

Non vorrei dire che questi filmati di UFO che sto presentando siano per forza dei fake... ma lo dico! Nel futuro sarà piuttosto difficile riuscire a capire se un filmato UFO sia vero o falso (ammettendo che siano mai esistiti quello veri), perché ormai il progresso dell'informatica ha fatto sì che con un semplice computer quasi chiunque è in grado di riprodurre effetti speciali degni di Spielberg! In ogni caso, tra i filmati qui sotto, si vede benissimo che sono fake, basta un minimo di buon senso per capirlo ;-) Buona visione a tutti :-)

 

 

 

 

 

 

 

Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...