lunedì 7 marzo 2011

Installare Ubuntu su USB

 

Una delle caratteristiche più interessanti delle distribuzioni GNU Linux, riguarda la possibilità di installazione su dispositivi USB, così da avere sempre a portata di mano una copia del proprio sistema operativo.

Ubuntu offre due soluzioni, comode per l’installazione su USB. Vediamo quali sono.

Unetbootin è un software gratuito disponibile sia per Windows che per Linux, grazie al quale è possibile creare versioni “live” di diverse distribuzioni da installare poi su un qualunque dispositivo USB. Tra le distribuzioni supportate, Ubuntu è una di quelle maggiormente diffuse e il processo di installazione è davvero molto semplice. Installata l’applicazione, infatti, sarà sufficiente avviarla per avere di fronte l’interfaccia principale, chiara ed intuitiva, tramite la quale è possibile configurare diversi parametri.

Dalla versione 8.10 in poi, Ubuntu presenta anche uno strumento interno alla distribuzione, grazie al quale è possibile creare dispositivi USB avviabili in pochi e semplici passaggi. I parametri da configurare sono anche in questo caso pochissimi. Tale applicazione è disponibile sin dal primo avvio di Ubuntu ed è possibile avviarla scegliendo sistema –> amministrazione –> Create a USB startup disk.

Tutti i dettagli delle procedure sono visibili nel seguente filmato.

Buona visione.

Installare Ubuntu su USB


domenica 6 marzo 2011

Il mare e i suoi segreti

In questo documentario (in due filmati tratti dal programma televisivo Passaggio a Nord Ovest) scopriremo il segreti dell'acqua del mare. Sulle coste della Normandia onde e maree danno vita ad un ecosistema unico al mondo.
La prima domanda che ci si pone di fronte alla vastità dei mari è: quanta acqua c'è negli oceani? Facendo un calcolo approssimativo otteniamo una cifra veramente da capogiro. Negli oceani e nei mari del mondo infatti sono contenuti all'incirca 1300 miliardi di miliardi di litri d'acqua!
Da dove viene tutta quest'acqua e quando si è formata? La risposta è una sorpresa. Infatti sembra che l'acqua sia la cosa più antica che possiamo toccare con mano, perché è nata prima dell'aria che respiriamo e anche prima delle rocce che vediamo nella crosta terrestre attuale.
Se ne volete sapere di più non vi resta che guardare questo interessante documentario sul mare e sui suoi segreti.

Buona visione.



sabato 5 marzo 2011

Montagne russe (Roller Coaster)

 

Chi ha inventato le montagne russe e perché portano quel nome? Portano quel nome perché è in Russia che sono comparse per la prima volta. Eravamo a cavallo tra il 1500 e il 1600. Si trattava in realtà di scivoli ghiacciati in legno, alti quanto una palazzina di 3 o 4 piani, sui quali si scendeva con delle slitte, che potevano anche raggiungere i 70 Km/h.

Sappiamo che persino la zarina Caterina II di Russia ne volle costruire alcuni nella sua famosa residenza il Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo. Nel tempo l’idea si diffuse in tutta Europa, si sostituirono i pattini con delle ruote, ecc…, fino ad oggi.

Oggi le montagne russe sono molto diverse da quelle di cinque secoli fa e sono molto più spettacolari. Ma come si progettano delle montagne russe e come si costruiscono? Cerchiamo di scoprire i segreti di una delle più grandi montagne russe del mondo che si trova in California.

Buona visione del documentario.

Montagne russe


venerdì 4 marzo 2011

Come fotografare il fumo

 

Come fanno i fotografi a realizzare quelle meravigliose foto di sensuali volute di fumo che escono da una sigaretta o da una bacchetta di incenso? In questo filmato un fotografo professionista (Gavin Hoey) condivide i suoi segreti per fotografare il fumo ottenendo degli effetti suggestivi e di sicura soddisfazione. Anche perché non serve necessariamente un’attrezzatura costosa. Bastano una lampada da tavolo, una bacchetta di incenso, un flash, dei cartoncini neri, uno sfondo nero e, ovviamente, una macchina fotografica di qualità decente Sorriso.

Nel filmato tutti i dettagli per sapere come fotografare il fumo.

Buona visione.

Come fotografare il fumo


Viaggio nell’Universo

 

Chi non ha mai immaginato di salire a bordo di un’astronave per viaggiare nello spazio? Sono sicuro che sono pochi quelli che non hanno fantasticato su una cosa del genere. Un viaggio nell’Universo sarebbe davvero un’ottima vacanza Occhiolino

Per fortuna le attuali conoscenze sulle meraviglie del cielo, unite ai progressi dell’informatica e delle animazioni al computer, ci permettono di produrre delle animazioni spettacolari come quella che vi presento.

Difficilmente si resterà impassibili di fronte a queste immagini che, dall’alto della mia trentennale esperienza di appassionato di astronomia Occhiolino, ritengo siano “quasi” realistiche e basate sulle vere conoscenze scientifiche attuali.

Non mi resta altro che augurarvi un buon viaggio nell’Universo. Allacciate le cinture di sicurezza Sorriso

Viaggio nell’Universo


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giovedì 3 marzo 2011

Come disegnare gli occhi

 

Provo sempre una grande ammirazione per coloro che hanno talento come disegnatori. Nella mia ignoranza riguardo al disegno, ho sempre creduto che disegnare gli occhi sia qualcosa di molto difficile. Probabilmente ho ragione, perché gli occhi sono una delle parti più espressive del corpo umano, quindi saperli disegnare senza che questa “espressione” si spenga, dovrebbe essere un segno tangibile della propria abilità.

Girovagando per la rete ho trovato questo tutorial che spiega come disegnare gli occhi. L’autore spiega che l’occhio (in effetti ne disegna solo uno Occhiolino) è “quasi” realistico, ma non completamente realistico. Per me è quanto basta, tanto la mia abilità è talmente scarsa che un occhio “quasi” realistico mi basta e mi avanza Sorriso.

In effetti, con un foglio di carta e una matita, seguendo passo passo i movimenti del disegnatore, anche io sono riuscito a disegnare un occhiodecente”. Lascio a voi il compito di fare altrettanto.

Buona visione del filmato.

Come disegnare gli occhi


Accelerazione di gravità

 

L’accelerazione di gravità è l’accelerazione (vettoriale) a cui sono soggetti tutti i corpi su cui agisce la forza peso. In una certa zona dello spazio è uguale per tutti i corpi, indipendentemente dal materiale di cui sono fatti. Sulla Terra è rivolta (per definizione) verso il “basso”. Il suo modulo varia con la posizione geografica e con l’altezza rispetto al suolo.

Nel filmato possiamo vedere un esempio che ci mostra l’accelerazione di gravità a cui sono sottoposti i corpi in caduta libera.

Accelerazione di gravità

Il valore medio di g sulla superficie terrestre è circa 9,8 m/s2. Ai poli diventa 9,832 m/s2, mentre all’equatore si riduce a 9,78 m/s2. Quindi l’accelerazione di gravità non è una vera e propria costante, perché dipende da vari fattori.

I fattori più determinanti sono relativi alla massa e al raggio della Terra (o del pianeta in cui ci si trova Occhiolino).

Se partiamo dalla formula che ci da la forza di attrazione gravitazionale:

dove m1 e m2 sono le masse di due corpi, r è la loro distanza reciproca, G è la costante di gravitazione universale. Se al posto di m1 sostituiamo la massa della Terra, chiamandola M, al posto di m2 sostituiamo una massa qualsiasi, chiamandola m, e al posto di r sostituiamo il raggio della Terra, chiamandolo R, la formula precedente diventa:

e poiché, per il secondo principio della dinamica, si ha:

quindi:

sostituendo il valori si ottiene:

che è proprio il valore dell’accelerazione di gravità medio sulla Terra.

In questa tabella possiamo vedere i valori di accelerazione di gravità sulla superficie di altri corpi celesti.

Pianeta Accelerazione di gravità (m/s2)
Mercurio 2,78
Venere 8,87
Terra 9,81
Marte 3,72
Giove 22,88
Saturno 9,05
Urano 7,77
Nettuno 11,0
Sole 274,0
Cerere (asteroide) 0,27


mercoledì 2 marzo 2011

La guida e l’alcool

 

L’alcool è la causa principale di molti incidenti stradali. Cosa succede se si guida dopo aver bevuto più dei limiti fissati dalla legge? In questo filmato possiamo vedere cosa succede alle capacità di un guidatore dopo avere bevuto alcuni bicchieri di vino.

E’ un servizio molto interessante che nessuno di noi può mancare di seguire attentamente.

Buona visione.

Ubriachi alla guida

Interno della Terra

 

La nostra mente spesso ha una prospettiva volta a pensare a cosa c’è all’esterno del nostro pianeta. La Luna, i pianeti, le altre stelle, le galassie e tutti gli altri innumerevoli oggetti via via più lontani. Queste cose sono certamente affascinanti, ma non meno affascinante è pensare a cosa c’è sotto i nostri piedi, cioè all’interno della Terra.

Dobbiamo sapere che l’interno della nostra Terra in realtà è meno conosciuto dei corpi celesti lontani anche miliardi di anni luce. Le ricerche scientifiche volte a comprendere la struttura interna del nostro pianeta sono infatti molto recenti. Fu solo nel 1912, ad esempio, che Alfred Wegener formulò l’ipotesi della deriva dei continenti. Il nucleo terrestre fu scoperto ancora più tardi, nel 1936.

Le scoperte riguardanti l’interno della Terra sono recenti e le questioni aperte sono ancora tante. Una curiosità. Dato che la profondità massima di trivellazione è di soli 20 chilometri (record raggiunto solo nel 2007), come facciamo a sapere qualcosa sulla struttura nel mantello (profondità di almeno 30 km) o del nucleo (profondità 2900 km)?

Semplice: gli scienziati hanno usato le onde sismiche. Per essere più precisi, hanno usato le riflessioni e le rifrazioni delle onde sismiche. Le onde dovute ai terremoti, come qualsiasi altro tipo di onda, subiscono delle riflessioni e delle rifrazioni ogni volta che si propagano in materiali di densità e composizione diversa, esattamente come succede alla luce quando passa dall’aria al vetro e viceversa.

Osservando queste rifrazioni e riflessioni è stato possibile ricostruire indirettamente la struttura della Terra pur non avendo avuto la possibilità di “vederla” per davvero.

In questo filmato possiamo vedere il risultato di queste osservazioni.

Buona visione dell’interno della Terra Sorriso

L’interno della Terra


martedì 1 marzo 2011

La comparsa e l’evoluzione dell’uomo

 

Il tema della comparsa e dell’evoluzione dell’uomo è un tema “scottante”. In questo campo il lavoro scientifico è difficile perché difficilmente viene “lasciato in pace” a causa delle ideologie filosofiche e religiose che influenzano, inconsapevolmente o no, le teorie scientifiche. Gli atei tenderanno a rigettare qualsiasi teoria evoluzionistica o anche semplicemente finalistica, i credenti si arrampicheranno sugli specchi per negare qualsiasi ipotesi evoluzionistica. Per fortuna esiste un modo per sgombrare la mente da ogni preconcetto e ideologia per procedere in modo diretto verso la ricostruzione dei fatti. Si tratta del metodo scientifico che, se applicato in maniera rigorosa, ci permette di capire la realtà che ci circonda a prescindere da ciò che ci piace o che non ci piace o indipendentemente da ciò in cui crediamo o non crediamo.

Partiamo ad esempio dal concetto di “anello mancante”. L’anello mancante sarebbe un fossile di una specie che completerebbe le linee evolutive dell’uomo. Secondo coloro che non accettano la teoria dell’evoluzione il mancato ritrovamento di questo ipotetico fossile sarebbe una prova che l’evoluzione non ha avuto luogo. Tuttavia l’anello mancante è semplicemente un errore concettuale e, di fatto, non esiste. Anzi, il fatto che non esiste avvalora l’ipotesi evoluzionistica.

Faccio un esempio per spiegarmi meglio. Supponiamo che sin da quando eravate bambini vi siete fatti una fotografia ogni giorno. In questo modo potrete montare un filmato in cui nel primo fotogramma c’è un bambino o una bambina e nell’ultimo c’è un uomo o una donna. Secondo voi esisteranno, in mezzo al filmato, due fotogrammi in cui nel precedente c’è un bambino e nel successivo c’è un adulto? Ovviamente no, perché il passaggio dall’infanzia all’età adulta è graduale e continuo, cosicché non è possibile individuare un giorno specifico in cui è avvenuto il passaggio.

41 anni in 60 secondi

Allo stesso modo non esiste un passaggio netto tra ominidi e uomo e nemmeno tra scimmie e ominidi. Il passaggio è stato graduale ed è durato milioni di anni. L’uomo è tutt’ora in evoluzione e tra alcuni milioni di anni potrebbe avere una fisionomia ben diversa da quella attuale.

A questo punto ci chiediamo cosa succederebbe se un biologo proveniente da un altro mondo visitasse la Terra. Immaginiamo che tra le decine di milioni di specie viventi del nostro pianeta, vada alla ricerca della più intelligente. Probabilmente comincerebbe dalle scimmie. Sembrano tutte abbastanza intelligenti. Uno scimpanzè può fare quasi tutto quello che può fare un bambino di due anni e mezzo. Se confrontasse il loro DNA il nostro investigatore alieno scoprirebbe che sono quasi identici. Biologicamente non esiterebbe a classificare noi umani come una sottospecie degli scimpanzè. Ma se si fermasse ad osservare come vivono e si comportano gli uomini, si renderebbe subito conto di un divario enorme tra le nostre capacità e quelle degli altri primati. Vedrebbe la specie umana dominare la Terra.

Perché l’homo sapiens si è evoluto così diversamente dagli altri primati?

E’ la domanda a cui si cerca di rispondere in questo documentario (in due parti). E’ una storia lunga e affascinante durata ben 5 milioni di anni che vale la pena di conoscere.

Buona visione.

La comparsa e l’evoluzione dell’uomo (prima parte)

 

La comparsa e l’evoluzione dell’uomo (seconda parte)


Famiglie e superfamiglie linguistiche

 

Le 12-17 famiglie linguistiche si possono raggruppare in cinque sistemi maggiori, o superfamiglie linguistiche. Di seguito possiamo leggere una descrizione delle 5 superfamiglie linguistiche.

famiglie linguistiche

1. Le lingue khoisan sono le più antiche, probabilmente le uniche discendenti dirette delle lingue parlate in Africa fra 100000 e 50000 anni fa. Sono caratterizzate da suoni detti click, successivamente scomparsi nel resto delle lingue mondiali. Non stupisce che siano parlate solo da pochissimi gruppi etnici nel Sud Africa.

2. Il sistema congo-sahariano è formato dalle lingue più parlate oggi in Africa, che appartengono a due famiglie, niger-kordofaniana e nilo-sahariana, probabilmente di origine tardiva. La niger-kordofaniana potrebbe essersi sviluppata in Kordofan (Sudan), diffusa nel Sahara meridionale e poi nell'Africa occidentale, dove ebbe inizio uno sviluppo agricolo quando il Sahara più di 4000 anni fa cominciò a inaridire. All'estremo est dell'Africa occidentale, circa 3000 anni fa, aiutato poco più tardi dall'uso del ferro, ebbe inizio in Camerun lo sviluppo dell'agricoltura e della lingua bantu, che si diffusero negli ultimi 3000 anni in tutto il centro e sud del continente africano.

3. Il sistema austroasiatico comprende tutte le lingue parlate nel Sudest asiatico e in parte dell'Oceania: famiglie indopacifica, australiana e austrica. Corrisponde alla più antica migrazione lungo la costa dell'Asia meridionale fino al Sudest asiatico e all'Oceania. Include la sottofamiglia malese-polinesiana che appartiene alla famiglia austrica. Si diffuse in Malesia e Polinesia a partire da 6000 anni fa, insieme allo sviluppo agricolo, iniziato a Taiwan e in seguito esteso alle Filippine.

4. Il sistema dene-caucasico, proposto dal linguista russo Starostin, che si estese all'intero territorio eurasiatico al tempo dell'espansione dal centro dell'Asia verso Europa, Siberia, America, Asia orientale e Sudest asiatico. Esso unisce lingue isolate e famiglie sparse su tutto il territorio eurasiatico e dell'America settentrionale. La distribuzione geografica lo indica come il più antico, diffuso inizialmente in tutto il territorio dell'espansione aurignaziana. Tuttavia oggi esso è confinato in zone più periferiche a causa della- grande espansione successiva di un altro sistema, che indicheremo poco oltre (il sistema nostratico-eurasiatico), che lo sostituì quasi completamente, tranne che alla periferia e in alcune zone di rifugio. La diffusione del sistema dene-caucasico dovrebbe essere cominciata circa 40000 anni fa nel centro dell'Asia. In America ebbe inizio circa 10000 anni fa, dopo l'espansione del sistema nostratico, il quinto indicato qui sotto, che probabilmente entrò in America all'incirca 15000 anni fa e si diffuse rapidamente in tutto il territorio. Tra gli isolati linguistici più antichi che appartengono a questa superfamiglia ci sono la lingua basca (Pirenei), alcune lingue caucasiche, la lingua burushaski parlata dagli Hunza (Himalaya) e, più numerose, la famiglia nadene (America nordoccidentale) e la famiglia sino-tibetana, che include un quinto dei viventi benché diffusa in una regione relativamente piccola.

5. Il sistema nostratico-eurasiatico. La superfamiglia nostratica, proposta dai linguisti russi e all'inizio fortemente avversata, include le famiglie indoeuropea, uralica, altaica, dravidica e afroasiatica. Il linguista russo Vitaly Shevoroshkin ha aggiunto la famiglia amerindia, parlata in quasi tutta l'America, ove vi è giunta con la prima migrazione dalla Siberia (la seconda migrazione fu, secondo Joseph Greenberg, quella delle lingue nadene). La super-famiglia eurasiatica, proposta da Greenberg, include le famiglie indoeuropea, uralica, altaica, e le lingue giapponese, coreana ed eschimese (che fu la terza e ultima migrazione dalla Siberia verso l'America), ma esclude la famiglia afroasiatica e dravidica che dovrebbero aver avuto un'origine precedente (Greenberg, 1987). Pare che il sistema nostratico-eurasiatico abbia avuto origine tra 10000 e 20000 anni fa nel sud-ovest asiatico, ma si tratta di date molto incerte.


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...