venerdì 14 gennaio 2011

La leva

 

La leva è la più semplice delle macchine, cioè gli strumenti creati per eseguire un lavoro. La leva è uno strumento costituito da un corpo rigido, di solito un’asta, che si appoggia a un punto fisso, detto fulcro. Nella leva agiscono due forze: quella che compie il lavoro vero e proprio, detta forza motrice, e un’altra che si oppone al lavoro della forza precedente, la resistenza.

A seconda della posizione del fulcro e dei punti di applicazione della forza motrice e della resistenza, le leve si classificano in tre tipi diversi:

le leve di primo genere, in cui il fulcro si trova tra la forza motrice e la resistenza come un remo o il piede di porco;

le leve di secondo genere, in cui la resistenza è posta tra il fulcro e la forza motrice come nella carriola;

le leve di terzo genere, in cui la forza motrice si applica tra il fulcro e la resistenza, per esempio il nostro braccio quando cerchiamo di sollevare un peso.

Leve di primo genere: il fulcro è posizionato tra forza motrice e resistenza.
 
Leve di secondo genere: la resistenza è posizionata tra fulcro e forza motrice.
 
Leve di terzo genere: la forza motrice è posizionata tra fulcro e resistenza.
 

Una leva è vantaggiosa quando permette di vincere una resistenza molto grande con una piccola forza motrice. Le leve di secondo genere sono sempre vantaggiose; quelle di terzo genere non lo sono mai, mentre quelle di primo genere sono vantaggiose quando il fulcro si trova più vicino alla resistenza che alla forza motrice.


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mercoledì 12 gennaio 2011

Etna in eruzione (12 gennaio 2011)

 

Da alcune ore l’Etna si è risvegliato è da segni di attività. Per il momento sembra che ci sia solo una lieve attività stromboliana (emissione esplosiva di brandelli di lava fusa) e forse una colata poco estesa. Per il momento vi segnalo solo l’indirizzo internet della webcam puntata sulla parte sommitale dell’Etna e vi posto un filmato che mostra in modo eloquente ciò che gli abitanti del versante sud dell’Etna stanno vedendo se si affacciano dalla finestra.

Buona visione.

Aggiornamento del 13 gennaio 2011.

Durante la notte tra il 12 e il 13 gennaio l’attività eruttiva ha subito un notevole incremento ed è stata emessa anche una spettacolare colata che si è riversata nella Valle del Bove. Nel seguente filmato possiamo vedere delle spettacolari immagini riprese da Giarre (CT).


Scoperto il primo pianeta extrasolare roccioso e stavolta con certezza!

 

Gli astronomi hanno appena annunciato la scoperta del primo pianeta orbitante attorno ad un’altra stella che certamente non è un gigante gassoso. Anzi, dovrebbe avere una densità simile a quella di un metallo e di dimensioni di poco maggiori di quelle della Terra!

Kepler-10b

Il pianeta (nella foto sopra ne vediamo una rappresentazione pittorica), scoperto dal telescopio orbitante della NASA Kepler, è stato battezzato provvisoriamente Kepler-10b. La stella (Kepler-10) ha dimensioni simili a quelle del nostro Sole e si trova ad una distanza di circa 560 anni luce.

Kepler-10b è stato individuato perché nel suo moto orbitale passa davanti alla stella attorno a cui orbita causando una mini-eclisse e facendo diminuire leggermente la luce proveniente dalla stella stessa. Sapendo quanto è grande la stella e quanta luce viene bloccata, si può misurare anche quanto è grande il pianeta (più il pianeta è grande, più luce viene bloccata). Dalle misurazioni fatte risulta che Kepler-10b ha un diametro che è solo 1,4 volte più grande di quello della Terra (la massa è 4,6 volte maggiore). Quindi Kepler-10b è il più piccolo pianeta extrasolare che sia mai stato scoperto!

Purtroppo sappiamo già che non è un pianeta abitabile perché orbita molto vicino alla stella Kepler 10 (circa 3 milioni di chilometri, cioè 20 volte più vicino di Mercurio rispetto al Sole) e quindi è letteralmente “bruciato” dalla sua vicinanza. Si può stimare che sulla sua superficie illuminata ci sia un inferno di metallo fuso e ribollente a 1300 gradi!

Un mondo inospitale ma che inaugura una (si spera) nutrita serie di scoperte di pianeti extrasolari di dimensioni simili a quelle della Terra, e alcuni saranno certamente più ospitali ;-)

Nel seguente filmato possiamo vedere i dettagli (in inglese) della scoperta spiegati dalla NASA.

Buona visione.


Fibonacci e la famosa “successione di Fibonacci”

 

Leonardo Fibonacci è un matematico italiano, nato a Pisa nel 1170 e morto dopo il 1240. Fibonacci (che deriva da filius Bonacci, cioè figlio di Bonacci, essendo suo padre Guglielmo dei Bonacci), detto anche Leonardo Pisano, studiò e visse a lungo in Algeria, dove entrò in contatto con la matematica araba e la scienza orientale in genere.

Fibonacci

Nel 1200 Fibonacci tornò a Pisa e, nel 1202, pubblicò il Liber Abaci, con il quale introdusse in Occidente le conoscenze matematiche che aveva appreso durante i suoi viaggi.

Proprio da queste conoscenze deriva la matematica di cui facciamo uso oggi; i numeri di uso comune sono infatti i numeri arabi. Il nome di Fibonacci è legato anche alla successione numerica che porta il suo nome (successione di Fibonacci), una sequenza di numeri interi i cui primi due termini sono due 1, e il seguente si ricava sommando i due precedenti. Quindi il terzo numero di Fibonacci è il 2 (1 + 1), il quarto è 3 (2 + 1), il quinto è 5 (2 + 3) e così via.

1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, …

Oggi la successione di Fibonacci viene applicata in numerosi campi della matematica e persino della biologia e della musica.

Anche il mondo del cinema è rimasto affascinato dalla successione di Fibonacci come dimostra questo spezzone tratto dal film “Dopo Mezzanotte” di Davide Ferrario (2004).

Buona visione.

La serie di Fibonacci


martedì 11 gennaio 2011

Alchimia

 

L’alchimia è un’antica dottrina di impronta iniziatica e magico-religiosa, nella quale procedimenti tecnici (come la fusione dei metalli) si associavano a dottrine filosofiche a sfondo magico.

L’alchimia nacque nell’antico Egitto, dove i segreti artigianali degli orafi, dei tessitori e dei tintori assunsero con il tempo significati occulti, cioè segreti, e da lì si diffuse in tutto il mondo.

alchimia

Fondamento dell’alchimia è la convinzione di poter trasformare metalli vili come il ferro in metalli nobili, in particolare l’oro. Sembra che il significato di questa trasformazione sia anche (e soprattutto) simbolico.

Il processo per raggiungere questa perfezione è detto “Grande Opera” che consiste nella riduzione dei metalli alla materia originaria, l’acqua divina, all’origine di tutte le cose. Il mezzo con cui compiere questa “trasmutazione” sarebbe la ricercatissima pietra filosofale, capace di trasformare in oro ogni metallo con cui veniva a contatto.

Da questa pietra si poteva ottenere una polvere, chiamata al-iksir (da cui deriva il termine “elisir”, che in arabo significa medicina) per realizzare l’”elisir di lunga vita”, una sostanza in grado di regalare l’eterna giovinezza: l’unico alchimista ricordato per avere raggiunto tale impossibile risultato è Nicolas Flamel. Ovviamente è opportuno ricordare il significato simbolico (anziché quello letterale) di queste trasformazioni alchemiche.

In campo pratico gli alchimisti inventarono l’alambicco e le varie tecniche per la realizzazione di leghe con l’oro. Nel rinascimento l’alchimia fu considerata come “mistero salvifico cristiano”, che avrà seguito nella dottrina dei controversi e leggendari Cavalieri di Rosa Croce.

L’alchimia non può essere considerata una scienza moderna ma qualcosa di simile ad una forma d’arte mista a spiritualità, tuttavia nel passato portò alla creazione di numerosi strumenti di laboratorio che sarebbero poi serviti alla ricerca chimica; sviluppò inoltre le tecniche della distillazione, sublimazione, calcinazione e filtrazione attraverso innumerevoli esperienze.

Un esempio di procedimento alchemico ancora utilizzato nella nostra epoca moderna è la realizzazione della spada dei Samurai, la mitica katana. La costruzione della lama, dalla fusione del metallo, fino alla lavorazione e lucidatura della lama stessa, è in tutto e per tutto un procedimento alchemico che viene eseguito da artigiani che hanno decenni di esperienza. In commercio esistono delle katana costruite con procedimenti industriali, ma non hanno la stessa qualità e bellezza di quelle costruite artigianalmente. Tra una katana di produzione in serie e una katana artigianale c’è in pratica la stessa differenza che passa tra i cibi fatti da un cuoco e i cibi comprati surgelati al supermercato.

In questo suggestivo documentario realizzato dal National Geographic possiamo vedere come viene realizzata una katana e seguire passo passo il procedimento alchemico alla base della sua costruzione. Questo permetterà anche di intuire meglio l’essenza dell’alchimia.

Buona visione.

La spada dei Samurai


Abaco

 

L’abaco è uno strumento che permette di eseguire calcoli numerici elementari. L’abaco (o abbaco) può essere orizzontale a tavoletta con scanalature parallele o verticale con asticelle parallele.

abaco

Si utilizzano piccoli oggetti come sassolini, palline, anelli che assumono un particolare valore numerico a seconda della fila e della posizione in cui sono collocati.

Era già conosciuto e usato dalle antiche popolazioni mesopotamiche, dagli Egizi, Greci e Romani. L’abaco (ancora in uso in Estremo Oriente) è giunto fino a noi e a scuola è utilizzato per i primi calcoli e per spiegare la differenza fra unità, decine e centinaia.

Il pallottoliere (immagine sotto) è un’evoluzione dell’abaco nato in epoca romana. Era una sorta di “calcolatrice tascabile” dell’antichità.

pallottoliere


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lunedì 10 gennaio 2011

La molecola

 

Una molecola è una particella che rappresenta la più piccola parte di una sostanza chimica capace di conservare le proprietà chimico-fisiche della sostanza stessa. Una molecola può essere formata da un solo atomo, da due o più atomi di uno stesso elemento chimico (come le molecole di ossigeno, O2, formate da due atomi) oppure, ed è il caso più frequente, da due o più atomi di elementi diversi: in quest’ultimo caso si parla di composti chimici (come per esempio l’acqua, formata da due atomi di idrogeno e da uno di ossigeno: in formula H2O).

Le molecole di grandi dimensioni come quelle di molte sostanze organiche sono dette macromolecole. Il peso molecolare è dato dalla somma dei pesi atomici degli atomi che compongono la molecola.

Gli atomi sono uniti nelle molecole per mezzo di un legame chimico.

In questo documentario (in due parti) possiamo vedere alcune osservazioni ed esperimenti per dimostrare la struttura molecolare della materia.

Buona visione.

Le molecole (prima parte)

 

Le molecole (seconda parte)


Esplode fabbrica di botti a Santa Venerina (CT)

 

Si tratta di una tragedia che si aggiunge alle ormai consuete stragi dei botti di capodanno. Stamattina 10 gennaio 2011, presso Santa Venerina (CT) è esplosa una fabbrica di botti e ciò ha causato due morti e un ferito. Si tratta del romeno Petru Merla, di 39 anni e di Giuseppe Adornetto, di 75 anni, di Mascali. Il ferito è Gaetano Spina, di 45 anni, figlio del proprietario dell’azienda. Il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo ha espresso il cordoglio per le vittime dell'esplosione.

Un evento simile era già successo 13 anni fa, nel 1998, sempre a Santa Venerina. Infatti il 13 maggio del 1998 l’esplosione uccise il proprietario della fabbrica, Maurizio Viola, di 36 anni, sposato e con un figlio di 10 anni, che era subentrato al padre nella gestione dell' azienda; e due suoi dipendenti: Salvatore Costantino, di 65 anni, che due mesi dopo sarebbe andato in pensione, e Gaetano Fichera, di 25.

Inutile dire che queste fabbriche di botti sono un continuo pericolo per tutti coloro che ci lavorano e per coloro che abitano vicino.


domenica 9 gennaio 2011

Il fullerene C60

 

In questo breve filmato possiamo vedere una simulazione 3D della struttura della molecola di fullerene C60. Il fullerene è formato quindi da 60 atomi di carbonio (la sua simmetria è sferica ed ha la stessa struttura di un pallone da calcio, formato dall’unione di superfici esagonali e pentagonali) ed ha delle caratteristiche chimico-fisiche davvero interessanti.

Buona visione del filmato.

Fullerene C60


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Bubble car EN-V: l’auto del futuro è stata presentata a Las Vegas

 

E’ da decenni che ci presentano “l’auto del futuro”, ma è da altrettanti decenni che queste auto non riescono a convincere nessuno. La storia si ripete con questa “automobilina” che fa il suo debutto al Ces 2011, la fiera tecnologica in Nevada. Si chiama EN-V (acronimo di Electric Networked-Vehicle) ed è un mini veicolo elettrico a due posti progettato dalla General Motors. Ha solo 2 ruote, un'autonomia di 65 km e sfrutta la tecnologia dei segway per mantenersi in equilibrio. Il punto forte? E' facile da parcheggiare. Ideale per le città.

In definitiva si tratta di una bubble car, un veicolo che in realtà potrebbe essere più utile in un campo da golf che nelle strade cittadine. Personalmente non mi convince molto, sarà perché ancora la “grande idea” che rivoluzionerà il mondo degli autotrasporti non è venuta a nessuno? Prima o poi verrà Occhiolino ne sono sicuro.

Buona visione del filmato.

EN-V l’auto del futuro


sabato 8 gennaio 2011

Installazione pannelli solari su tetti inclinati con sistema TRI-STAND

 

L’installazione di pannelli solari su tetti inclinati spesso richiede delle strutture abbastanza pesanti e non sempre facili da montare. In questo filmato invece possiamo vedere un sistema di installazione di supporti per pannelli solari fotovoltaici semplice e che richiede poco tempo per essere montato. Si tratta del sistema TRI-STAND dell’azienza TRITEC. Per maggiori informazioni collegatevi a questo link: http://www.tritec-energy.com/it/sistemi-di-montaggio/c-141-sistema-di-montaggio-tri-stand/

Buona visione del filmato.

Installazione pannelli solari su tetti inclinati


Come studiare bene, alcuni consigli utili

 

Per ottenere soddisfacenti risultati di apprendimento in un tempo prestabilito, occorre impadronirsi di una serie di tecniche di lavoro utili per favorire la memorizzazione, la sintesi e la rielaborazione personale dei contenuti. Lo studente che avrà imparato a trarre il meglio dagli strumenti a sua disposizione riuscirà a ottimizzare il proprio tempo e, in definitiva, a trascorrere meno ore sui libri. Questo però è l'approdo finale di un esercizio costante, giornaliero, di applicazione metodica, che all'inizio potrà sembrare forse noioso, ma che non tarderà a dare i suoi frutti.


Prendere appunti

prendere appunti

Una prima operazione, che si raccomanda a tutti gli studenti di non trascurare, è quella di prendere appunti durante le lezioni. Sarebbe opportuno portare in classe un unico quaderno ad anelli con fogli staccabili, in cui raccogliere gli appunti di tutte le materie; a casa poi lo studente si preoccuperà di curare l'elaborazione dei vari quaderni disciplinari. Prendere appunti, infatti, è un esercizio che inizia a scuola, ma che poi continua a casa, perché le note scritte velocemente in classe hanno sempre bisogno di essere riordinate e, talvolta, integrate.

Il quaderno degli appunti è un po' come il diario personale, ed è giusto che la sua organizzazione sia lasciata alla libertà degli studenti: c'è chi si inventa una specie di stenografia fatta di abbreviazioni per scrivere più rapidamente (cmq al posto di "comunque" , x' invece di "perché", a. per "anno", sec. per "secondo" e così via), chi usa pennarelli di colori diversi, chi evidenzia in colore i passi importanti, chi inserisce immagini, grafici e tabelle.

Indipendentemente dalle strategie utilizzate, è importante ricordare che prendere appunti non è un'operazione passiva, ma un vero e proprio esercizio che mette alla prova le abilità dello studente, in modo particolare la capacità di ascoltare in modo attivo e di operare, già durante le lezioni in classe, una selezione e una sintesi dei contenuti. Infatti non è necessario scrivere da forsennati come sotto dettatura, per timore di perdere anche solo una parola di quello che dice l'insegnante; è assai più utile esercitarsi a riassumere il contenuto delle spiegazioni, annotando solo le informazioni essenziali. Naturalmente si può chiedere la collaborazione del professore, che sarà ben felice di venire incontro alle esigenze dei suoi volenterosi allievi rallentando il ritmo dell'esposizione o dando espressa indicazione delle informazioni salienti e di quelle accessorie.

In conclusione, prendere appunti in classe, per annotare i passaggi principali della spiegazione degli insegnanti, è un'ottima abitudine, che aiuta non soltanto a non perdere la concentrazione, ma anche a esercitare le proprie capacità di sintesi e di rielaborazione dei contenuti.


Organizzatori anticipati, riassunti e mappe concettuali

mappa concettuale

Spesso, nei libri di testo, all'inizio di ogni unità di apprendimento si trova una breve introduzione che anticipa allo studente i contenuti che incontrerà. Nel linguaggio della pedagogia, questo tipo di espediente si chiama organizzatore anticipato e serve a fare entrare lo studente nell'ambiente concettuale dell'unità, e a sollecitare la sua curiosità e le sue aspettative.

Anche nel quaderno degli appunti personali potrebbero essere inseriti degli organizzatori anticipati, come breve introduzione (bastano poche righe) ad ogni lezione. Naturalmente non dovranno essere scritti in classe, ma a casa, alla fine dell'attività di rielaborazione degli appunti. Quando gli allievi ripasseranno i contenuti sul loro quaderno, gli organizzatori serviranno a rammentare sinteticamente l'argomento di quella lezione.

Il riassunto è un esercizio un po' trascurato in classe, ma utilissimo per imparare a scrivere, esercitando le capacità di comprensione e di sintesi. Provate ogni tanto (una volta al mese può bastare) a fare un riassunto di un'unità di apprendimento del libro di testo, stabilendone in anticipo la lunghezza: le vostre abilità di scrittura miglioreranno sensibilmente.

La maggior parte dei libri di testo contiene, in fondo a ogni unità, una mappa concettuale, che riassume in modo schematico i contenuti presentati, con l'aiuto di elaborazioni grafiche che visualizzano l'articolazione delle informazioni. Si tratta di sussidi utili, ma ogni studente dovrebbe elaborare le proprie mappe concettuali, questo perché ognuno ha il proprio stile cognitivo e di apprendimento.


Personalizzare il libro di testo

sottolineare il libro

Che noia quei libri di testo nuovi fiammanti, appena usciti dalla cartoleria, con le pagine belle pulite! Perché non renderli "nostri" personalizzandoli con note a margine (come facevano i monaci medievali nei preziosi codici), con sottolineature di colore diverso, con le spiegazioni dei termini difficili?

I libri di testo sono strumenti di lavoro che devono recare le tracce dell'impegno degli studenti, anche perché sono proprio quelle "tracce" a rendere più veloci ed efficaci non solo la memorizzazione, ma anche il ripasso.


venerdì 7 gennaio 2011

Scoperte per caso: la scienza fortunata

 

Molte importanti scoperte scientifiche sono avvenute per caso. Infatti determinati eventi fortuiti (verificatisi cioè al di fuori di ogni intenzionalità) sono stati all'origine di scoperte che hanno contribuito al progresso umano.

dea bendata

Citiamo alcuni esempi.

Hertz notò un giorno che l'apparecchio intorno a cui stava lavorando provocava scintille su un altro che si trovava nello stesso locale, e questa circostanza gli permise di scoprire le onde elettromagnetiche.

Röentgen una volta si dimenticò di togliere uno speciale schermo fluorescente dal tavolo su cui stava lavorando a una lampada a raggi catodici; questa dimenticanza portò alla scoperta dei raggi X.

In fotografia, la proprietà dei sali d'argento di sensibilizzare la carta alla luce fu scoperta da Daguerre e dal suo socio quando si accorsero che un cucchiaio d'argento aveva lasciato la sua immagine sulla superficie metallica iodizzata sulla quale era stato posato. Daguerre non sarebbe mai arrivato alla scoperta del pigmento sensibile alla luce se, per farla, avesse dovuto esaminare una per una tutte le innumerevoli sostanze chimiche conosciute.

Ma la vicenda di Alexander Fleming è davvero straordinaria.

Da giovane, Alexander Fleming non poté seguire gli studi di medicina per mancanza di mezzi. A Londra, mentre era occupato in un'altra attività, gli capitò di partecipare a una partita di water-polo contro la squadra del St. Mary's Hospital. Poi gli morì un parente che, inaspettatamente, gli lasciò un legato: quanto bastava per permettergli di frequentare una scuola di medicina; e Fleming scelse il St. Mary's Hospital, proprio per il breve contatto che aveva avuto in precedenza con la sua squadra di water-polo. Si dette il caso che al St. Mary's Hospital lavorasse il grande batteriologo sir Almroth Wright, che stava studiando le reazioni dell'organismo umano alle infezioni dei batteri e stava elaborando e sperimentando la teoria sulle vaccinazioni. Presto Fleming se ne interessò e si trovò a lavorare nell'ambiente ideale e con il maestro ideale per questo genere di studi. .Durante la prima guerra mondiale, poi, Fleming dovette dedicarsi alla cura dei soldati feriti in combattimento e si rese conto sempre di più della scarsa efficacia dei disinfettanti in uso, nocivi ai tessuti della ferita non meno che ai batteri. Molti anni dopo, coltivando una goccia di muco nasale, notò che questo sembrava arrestare gradualmente la proliferazione batterica. A seguito di questa osservazione, scopri il lisozima, un antibiotico naturale nocivo ai batteri ma innocuo all'uomo. Purtroppo la sua efficacia era molto scarsa.
Fu con questa esperienza all'attivo che Fleming un giorno si accorse che un vetrino di coltura era stato contaminato da una muffa posatasi dall'aria. Capitano tutti i giorni inconvenienti del genere, ma Fleming, invece di buttar via il vetrino, lo esaminò e si accorse che la proliferazione batterica si era arrestata tutt'intorno alla muffa. La straordinarietà dell'evento stava nel fatto che, sebbene il penicillium notatum fosse solo una delle molte centinaia di muffe che potevano posarsi sul vetrino, era tuttavia l'unica ad esercitare quel tipo di azione. Difatti, tutti i tentativi compiuti sfruttando le enormi possibilità della scienza moderna e indirizzati specificamente alla ricerca di altre muffe, non sono riusciti a trovare nulla di altrettanto efficace di questa muffa, messa a disposizione dal caso.
La concatenazione delle circostanze non si era ancora esaurita. Fleming aveva studiato il comportamento della penicillina nelle infezioni del corpo umano ma non aveva sufficienti nozioni chimiche per renderla abbastanza stabile da poterla usare come farmaco. Dovettero passare ancora molti anni prima che, a Oxford, Chaim e altri prendessero l'iniziativa, tutta personale, di studiare l'aspetto chimico del problema. Da questo momento le cose procedettero rapidamente e le necessità impellenti della seconda guerra mondiale trasformarono la penicillina in un antibiotico pratico e di portentosa efficacia.
La partita di water-polo che aveva determinato, da parte di Fleming, la scelta del St. Mary's Hospital, e lo aveva messo indirettamente in contatto con sir Almroth Wright, l'inaspettata eredità, l'esperienza acquisita in guerra, la scoperta del lisozima, il vetrino contaminato per caso dalla più potente delle muffe, la decisione di stabilizzare chimicamente la penicillina, ecco una catena di eventi che non fu il risultato di una scelta logica.


Mancanza di ispirazione? Niente paura, perché…

 

… in tal caso si scrive un post di cazzeggio come questo :-).

Tutti quelli che scrivono hanno sempre dei momenti in cui manca l’ispirazione, ma per un blogger non c’è pericolo: basta scrivere un post in cui si parla del fatto che manca l’ispirazione. La fortuna del blogger è che esiste l’autoreferenzialità. Uno scrittore non ha la stessa buona sorte. Ovviamente potrebbe scrivere un romanzo in cui narra la vicenda di uno scrittore che ha perso l’ispirazione, ma non suonerebbe molto originale e poi non saprebbe come scrivere il finale ;-)

E siccome anche io in questo post non so come scrivere la conclusione, non la scrivo! :-)


mercoledì 5 gennaio 2011

Una bambina di 10 anni scopre una supernova!

 

Si chiama Kathryn Aurora Gray e, con  i suoi 10 anni, è la persona più giovane del mondo ad avere scoperto una supernova. Una supernova è una stella che è esplosa alla fine del suo ciclo vitale e a causa dell’esplosione diventa così luminosa da diventare visibile a distanze galattiche. E’ una condizione transitoria che dura poche settimane, perché dopo l’esplosione la stella diminuisce rapidamente la sua luminosità.

bambina di 10 anni scopre una supernova

Kathryn ha fatto la sua scoperta durante un fine settimana sotto la supervisione di suo padre Paul Gray e con l'aiuto di un amico di famiglia, David Lane, entrambi da molti anni appassionati di astronomia e che sono stati co-accreditati per quanto riguarda la scoperta.

La supernova, di magnitudine 17, è stata osservata nella galassia UGC 3.378 (distante circa 240 milioni di anni luce) visibile nella costellazione della Giraffa.

Sono contento che persone così giovani siano coinvolte in passioni così belle, creative, stimolanti come l’astronomia. Complimenti a Kathryn e che questa sia solo la prima di una lunga serie di scoperte :-)


martedì 4 gennaio 2011

La comunicazione non verbale: i vari tipi di segnali.

 

Nell'interazione comunicativa quotidiana, la comunicazione non verbale completa, accompagna e specifica ulteriormente quella verbale. In questo senso è considerata efficace per trasmettere l'aspetto di relazione: un'apostrofe come «Disgraziato che non sei altro!», proferita con un sorriso, con un tono scherzoso e magari con una pacca sulla schiena, rassicura chi la riceve sulle intenzioni amichevoli di chi la pronuncia.

espressioni del viso

Diverse ricerche hanno mostrato il peso degli elementi non verbali nella ricezione di un messaggio: secondo recenti studi, nell'interpretazione di un messaggio le parole da sole hanno un peso inferiore al 10% e sono molto più importanti altri elementi, quali il tono della voce, i gesti e le espressioni con cui vengono accompagnate.

Sono state tentate diverse classificazioni dei segnali usati nella comunicazione non verbale; sommariamente, possiamo riconoscerne 8 gruppi principali:

segnali prosodici: si trasmettono con la voce e comprendono tutti quegli elementi che creano una sorta di melodia e musicalità del parlato, come la forza vocale, il ritmo, l'intonazione, la velocità di eloquio, l'enfasi (cioè la sottolineatura di una parola o di parte di essa);

segnali paralinguistici: sono componenti vocali della comunicazione verbale non dotati di musicalità, come le pause, le esitazioni, i borbottii, i colpi di tosse, i sospiri;

aspetto esteriore: è il complesso dei segnali che si legano alla nostra immagine, come l'abbigliamento, il trucco, gli ornamenti, le decorazioni del corpo (tatuaggi, piercing), le acconciature;

segnali prossemici: coincidono con l'uso (consapevole o meno) dello spazio nella comunicazione. Si pensi alla distanza interpersonale, all'orientazione dei corpi, alla disposizione e ai movimenti degli interlocutori nell'ambiente.;

segnali posturali: comprendono tutte le posizioni assunte dal corpo durante la comunicazione, ad esempio rigida, tesa, rilassata, con il busto proteso in avanti, con le braccia conserte, frontale, di tre quarti;

espressioni del viso: comprendono tutti i tratti della mimica facciale utilizzabili a fini comunicativi, dal riso al sorriso, alle smorfie di disgusto, al broncio, all'alzata di sopracciglia;

segnali gestuali: si ottengono con movimenti delle mani e del capo. Una qualche forma di gestualità accompagna sempre la comunicazione, ma con intensità e frequenza che tendenzialmente sono legate all'educazione ricevuta e alla cultura di appartenenza: ci sono infatti popolazioni che incoraggiano la comunicazione a gesti, mentre altre la reprimono, considerandola disdicevole;

contatti: sono tutti quei segnali che si avvalgono del canale motorio-tattile come la stretta di mano, l'abbraccio, il bacio di saluto, il braccio intorno alla vita, il gesto di "dare il 5" (diffuso tra gli sportivi) o il, grooming (cioè la pulizia reciproca di pelle e capelli, che da noi non usa, ma che alcune popolazioni praticano per rilassarsi e rinsaldare i rapporti sociali).


Il moto perpetuo tra realtà e fantasia

 

Il moto perpetuo è un “mito” della pseudoscienza duro a morire. Ne avevo già parlato su questo blog nell’articolo dal titolo: “Il moto perpetuo (non esiste)”. Riprendo l’argomento facendo notare ancora una volta che su YouTube e su molti siti internet si trovano filmati che mostrano dispositivi che promettono di produrre energia infinita gratis.

Questi filmati spesso sono in realtà dei fake e bisogna stare attenti a non cadere nella “rete” di ragionamenti (o sarebbe meglio dire sragionamenti) apparentemente logici di coloro che li propongono. Questi (pseudo) ragionamenti di solito sono di questo tipo:

1) Esiste un modo per ottenere energia illimitata gratis. Le leggi della Fisica che gli scienziati ci insegnano sono sbagliate.

2) Esiste un complotto portato avanti dai “petrolieri teso a nascondere qualsiasi fonte di energia alternativa illimitata e gratuita per evitare di perdere i loro lauti guadagni.

contenitore che si autoriempie

Queste due argomentazioni sembrano plausibili e perfettamente logiche e, in particolare, la 2) sembra davvero inattaccabile.

Vi faro capire perché invece sono due argomentazioni davvero debolissime.

Partiamo dal ragionamento 1). Ottenere energia illimitata gratis non è possibile, ma non perché gli scienziati hanno “pontificato” che non si può fare punto e basta, bensì perché le leggi della Fisica sono ormai verificate in maniera sicura. Ad esempio nessuno mette più in dubbio che la Terra è rotonda oppure che orbiti attorno al Sole, perché non si tratta più di ipotesi (come potevano essere considerate secoli fa) ma di realtà. Se qualcuno continuasse a pensare che è il Sole che gira attorno alla Terra, oppure che la Terra è piatta, non potrebbe più fare né astronomia né esplorazioni geografiche. Le sue sarebbero solo fantasie e basta. Allo stesso modo non è possibile fare Fisica se si pensa che la legge di conservazione dell’energia non sia valida.

Su wikipedia leggiamo:

“Vi sono due generi di moto perpetuo, che si dicono rispettivamente di prima e di seconda specie, a seconda che la loro realizzazione violi il primo o solamente il secondo principio della termodinamica.

Prima specie

Appartiene a questa categoria una macchina che produca in uscita una quantità di energia maggiore di quella che consuma. Una volta avviata la macchina funzionerebbe indefinitamente autoalimentandosi, in evidente violazione del principio di conservazione dell'energia (primo principio della termodinamica). Molte delle proposte per queste macchine utilizzano magneti come fonti di energia dal nulla ed impiegano sistemi ad attrito nullo. Se molti di questi sistemi possono marciare anche per lungo tempo prima di fermarsi, da essi non è fisicamente possibile estrarre energia gratuita.

Seconda specie

Dispositivi di questo tipo dovrebbero essere in grado di convertire interamente il calore estratto da una sola sorgente a temperatura costante in lavoro. Ciò è in violazione del secondo principio della termodinamica: un esempio di macchina a moto perpetuo di seconda specie sarebbe una nave capace di avanzare sottraendo calore all'acqua del mare e trasformando quel calore in energia cinetica, senza cederne una parte ad una sorgente più fredda dell'acqua di mare. Il primo principio della termodinamica sarebbe rispettato da tale macchina termica a rendimento unitario. Oggi si considera comunemente il secondo principio come una conseguenza della meccanica statistica, e la sua validità è ritenuta un fatto meramente probabilistico. Di conseguenza sono possibili violazioni del secondo principio, sia pure con probabilità piccolissima; quella che resta esclusa è la possibilità di provocare tali violazioni in modo riproducibile e quindi utilizzabile.”

Guardiamo questo filmato:

Motore magnetico

Come possiamo vedere chi ha costruito questo “motore magnetico” ha fatto una grande fatica per non ottenere praticamente nulla di interessante. Pur essendo in grado di generare movimento (ma non si sa per quanto tempo, poiché ci vengono mostrati solo pochi secondi di rotazione e per di più al rallentatore) non sarà mai in grado di generare energia.

Quello che sto per dire potrà sembrare molto pesante, ma tutti quelli che sprecano il loro tempo con questi marchingegni insultano tutti coloro che studiano con impegno e sofferenza come ottenere nuove fonti di energia e ottimizzare quelle che già esistono. Offendono tutti coloro che hanno fatto enormi sacrifici per avere un pizzico di conoscenza scientifica.


E adesso analizziamo il ragionamento 2).

“…sono le speculazioni delle multinazionali petrolifere che tentano di fermare il progresso scientifico per scopi puramente economici, se questi motori magnetici venissero utilizzati non ci sarebbe più bisogno del petrolio e dell'energia nucleare.”

Affermazioni simili le leggiamo un po’ dappertutto su internet. Ma anche se sembra quasi inattaccabile, questo è il ragionamento di gran lunga più debole. Questo perché ci si mette solo dal punto di vista dei petrolieri. Per loro una fonte di energia alternativa che riuscisse a risolvere i problemi energetici dell’umanità non sarebbe conveniente dal punto di vista economico (dimentichiamo però che risolverebbe anche i loro problemi), ma per coloro che inventano un dispositivo capace di estrarre energia dal nulla sarebbe conveniente e anche molto! Pensate se un’azienda avesse la possibilità di costruire una macchina del genere… farebbe di tutto per ottenere un risultato del genere e non si farebbe certo fermare dai… petrolieri! L’ipotesi del complotto mondiale dei petrolieri si scioglie così come neve al sole.

Il ragionamento 2) è simile a quello che fanno coloro che vendono i numeri vincenti al lotto: ma se sono vincenti, perché non se li giocano loro?

Anche in questo caso sono costretto a dire che tutti coloro che diffondono su internet o sui vari media idee del genere fanno del male e offendono l’intelligenza delle persone che lavorano.


Conclusione

Esiste una sola conclusione ed è definitiva. Raramente nel campo della scienza mi azzardo a dire che una cosa è sicuramente impossibile e questo è uno dei rari casi. Il moto perpetuo è impossibile così com’è impossibile che la Terra sia piatta o che il Sole giri attorno alla Terra o che si possa costruire una scala come questa:

scala di Escher


lunedì 3 gennaio 2011

Eclissi di Sole del 4 gennaio 2011

 

L'eclissi parziale di Sole del 4 Gennaio 2011 inizierà alle ore 07:45 e finirà alle 10:40. Precisamente sappiamo che raggiungerà il massimo alle 09:06 a Palermo, alle 09:11 a Roma e alle 9:12 a Milano. Durante il massimo verrà coperta il 70% dell’area solare.
La prima eclissi del nuovo anno sarà visibile anche in Sardegna.
A tutti coloro che hanno intenzione di godersi la magia dell'eclissi di Sole, si consiglia di trovarsi in un posto dove l'orizzonte è sgombro poiché il Sole agli orari dell’eclissi sarà abbastanza basso sull'orizzonte.

Sotto potete vedere una cartina delle zone della Terra interessate dall’eclissi.

eclissi parziale di sole del 4 gennaio 2011

Ovviamente fate bene attenzione a NON GUARDARE il Sole direttamente ad occhio nudo (e nemmeno con gli occhiali da sole) perché si possono riportare danni permanenti alla vista se non addirittura la cecità. Sembra impossibile, ma ad ogni eclissi le persone che finiscono al pronto soccorso sono decine. Naturalmente non rischiatevi di guardare attraverso telescopi o binocoli, se non forniti di appositi filtri e niente vetri affumicati, pellicole, radiografie, cd, tutte soluzioni pericolosissime! Per un’osservazione sicura seguite i consigli di questa guida.

Il modo migliore per osservare questa eclissi è quella della “proiezione con oculare” (metodo che userò io per fare qualche foto), oppure sarà possibile seguirla in diretta via internet presso il seguente sito: eclissi 4 gennaio in diretta.

Speriamo che ci sia tempo buono e, se posso, domani mattina stesso vi presenterò anche qualche foto realizzata da me Sorriso


La macchina del tempo. Documentario National Geographic.

 

I viaggi nel tempo sono un sogno dell’umanità da molto tempo. La possibilità di poter andare nel passato o nel futuro da sempre affascina gli scrittori di fantascienza o i registi cinematografici. Basti pensare a romanzi come “La macchina del tempo” di Herbert George Wells, oppure alla serie di film “Ritorno al futuro” diretti da Robert Zemeckis e che hanno decretato il successo dell’attore Michael J. Fox.

Secondo alcuni scienziati viaggiare nel tempo non solo è possibile ma addirittura inevitabile. In questo stupendo documentario realizzato dal National Geographic, possiamo vedere il punto della situazione sulla possibilità di viaggiare nel tempo e di costruire una vera macchina del tempo rendendo finalmente realtà un sogno meraviglioso. Infatti alcuni scienziati stanno studiando il problema da vari punti di vista e sembra che la soluzione sia ormai vicina…

Buona visione del documentario.

La macchina del tempo


Telescopio spaziale Hubble. 15 anni di fantastiche scoperte!

 

In questo meraviglioso documentario, a cura dell’ESA, viene raccontata la storia del più potente telescopio mai realizzato, il telescopio spaziale Hubble.

Si tratta di un viaggio attraverso lo spazio e il tempo di uno strumento che ha enormemente ampliato la nostra conoscenza dell’Universo arrivando a mettere alla prova tutte le nostre conoscenze scientifiche. Si tratta di 15 anni di scoperte che sono state realizzate grazie al fatto che questo telescopio, essendo nello spazio, non viene disturbato dalle distorsioni ottiche dovute alla presenza dell’atmosfera. Ciò ha permesso di ottenere delle immagini di oggetti astronomici senza precedenti con una definizione sconosciuta per i telescopi da terra.

Nel 2004 Hubble ad esempio ci ha regalato la splendida immagine dello “Hubble Ultra Deep Field”: la più profonda immagine dell'universo nel campo delle radiazioni visibili, che mostra le più vecchie galassie mai viste, formate 13 miliardi di anni fa.

Buona visione del documentario.

Telescopio spaziale Hubble


domenica 2 gennaio 2011

Skyline, invasione aliena nel 2011

 

Le invasioni aliene vanno di moda negli ultimi tempi e la cinematografia se n’è accorta. Nei primi giorni di questo 2011 viene già presentata una pellicola che tratta il classico tema dell’invasione aliena. Si tratta di Skyline, un film che uscirà nelle sale cinematografiche il 14 gennaio 2011.

A prima vista sembra una storia abbastanza “classica”. La narrazione prende spunto da una affermazione del famoso fisico Stephen Hawking, che nel 2010 disse che non era prudente mandare segnali radio nello spazio, perché se gli alieni dovessero esistere realmente, potrebbero captarli, rintracciarci e venire da noi… A quel punto sarebbero guai grossi!

Questa, a grandi linee, la trama. A Los Angeles, dopo una notte di bagordi, un gruppo di amici nota una serie di raggi di luce che scendono dal cielo. I raggi svegliano tutta la città e iniziano ad attirare le persone come le fiamme attirano le falene. I ragazzi scopriranno presto che una volta attirate dalla luce ed entratevi in contatto, le persone svaniscono nel nulla e che queste forze aliene minacciano di cancellare l'intera popolazione mondiale dalla faccia della Terra.

Buona visione del trailer del film Skyline.

Skyline, trailer in italiano


Come si forma un vulcano. Ecco dove è nato l’Etna.

 

La domanda sembrerebbe banale: dove è nato il vulcano Etna? Beh, è nato esattamente dove si trova adesso, mica i vulcani se ne vanno a passeggio! Questo non è esatto: il centro eruttivo dell’Etna si è spostato di molti chilometri dall’epoca (circa 500000 – 600000 anni fa) della nascita del vulcano.

La cosa interessante è che attualmente è possibile vedere le zone in cui iniziarono le prime eruzioni sottomarine dell’Etna. Tra l’altro queste zone sono tra le più belle coste marine della Sicilia Orientale. Sto parlando di Acitrezza e del lungomare di Catania.

E’ proprio nell’area di Acitrezza che si riconoscono “dal vivo” le fasi che hanno portato alla nascita dell’Etna, avvenuta nel Pleistocene medio (circa 600000 – 500000 anni fa) da un sistema di fratture eruttive presenti nel fondale del golfo pre-etneo che si apriva lungo la costa orientale della Sicilia e che separava l’altopiano Ibleo (a sud) dalla catena dei monti Peloritani (a nord).

La spinta della subsidente zolla africana sotto quella eurasiatica ha generato una intensa attività tettonica che ha determinato la creazione dei vulcani esplosivi dell’arcipelago delle Eolie, e la formazione, nel golfo pre-etneo, di fratture di distensione dalle quali è risalito, attraversando un fondale argilloso, il magma che ha dato inizio all’edificio del vulcano Etna.

basalti colonnari Aci Trezza

L’origine dei basalti colonnari (che vediamo nella foto sopra) è legata ai processi magmatici in cui il magma, raffreddandosi lentamente ed in modo uniforme, cristallizzando, attraverso un processo di contrazione, ha creato una perfetta fessurazione verticale, formando delle colonne prismatiche, di colore grigio, come una sorta di imponente schiera di canne d’organo.

Passeggiando lungo il caratteristico lungomare di Catania (bellissimo ma gestito male dal Comune) è possibile osservare anche delle tipiche strutture (vedi foto sotto) dette “lava a corda”. Queste colate laviche solidificate sono chiamate anche pahoehoe che è una parola tratta dalla lingua delle popolazioni hawaiane che significa "pietre su cui si può camminare". Esse si formano quando la lava ancora fluida scorre al di sotto di una sottile crosta ancora plastica che si raggrinza e si piega formando creste sottili. Anche queste strutture si possono fare risalire alla nascita dell’Etna e testimoniano un’attività vulcanica simile a quella dei vulcani a scudo delle isole Hawaii.

lava a corde

Altri dettagli sulla formazione dell’Etna li potete trovare qui.


sabato 1 gennaio 2011

Buon 2011 a tutti i lettori del Potere della Fantasia

 

Con questo post colgo l’occasione di augurare buon anno a tutti i lettori di questo blog. Comincio così questo 2011 e spero che sia felice e piacevole per tutti voi.

Questo blog ha iniziato ad esistere nel 2007 e fino a questo momento ha percorso molta strada. Questa per me è una grande soddisfazione e spero di poter crescere ancora e di potervi sempre proporre argomenti interessanti e stimolanti.

Buon 2011 a tutti Sorriso

Buon 2011


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...