venerdì 7 dicembre 2007

Questi gentiluomini del Ministero della pubblica Istruzione stanno lasciando migliaia di precari senza stipendio!

La sapete l'ultima? Tutti i docenti che suppliscono su maternità da quest'anno non sono più pagati direttamente dalle scuole ma dal Ministero del Tesoro. La cosa strana è che da settembre... non hanno ancora ricevuto il becco di un quattrino! Il Tesoro non fornisce alcuna indicazione sul ritardo di questi stipendi, ma la cosa grave è che tantissimi precari sono stati lasciati senza stipendio fino alle porte di Natale... e non si sa ancora per quanto tempo! Forse non lo capiscono che senza soldi non si può vivere? Oppure pensano che i bamboccioni hanno altre risorse per vivere? Io resto sempre più sconcertato di fronte a queste cose!

giovedì 6 dicembre 2007

Il vulcano più grande del Sistema Solare, tre volte più alto del monte Everest, si trova su Marte.

Si chiama Olympus Mons ("Monte Olimpo") ed è un vulcano a scudo come quelli delle Hawaii. Si tratta del più grande rilievo vulcanico del pianeta Marte e di tutto il Sistema Solare. L'altezza della cima rispetto al terreno circostante è di oltre 25 km e la larghezza dell'edificio vulcanico è di 540 km. Copre una superficie pari quasi a quella dell'intera penisola italiana. Il cratere è largo 60 km e lungo 85 ed è diviso in tre crateri distinti, profondi almeno 3 km. Dovrebbe essersi formato circa 200 milioni di anni fa durante un'epoca in cui si sono formati numerosi altri grandi vulcani marziani.

Per dare un'idea della grandezza di questo gigante possiamo osservare, ad esempio, che un osservatore posto ai piedi del vulcano, non riuscirebbe ad osservarne la cima, perché nascosta dalla curvatura del pianeta! Oppure un osservatore posto sulla cima, non riuscirebbe ad osservarne il contorno per lo stesso motivo.

Le dimensioni gigantesche di questo vulcano rispetto ai vulcani a scudo terrestri (già di per se molto grandi) potrebbe essere dovuta ad una differenza geologica sostanziale tra Terra e Marte: il fatto che su Marte non esistono placche tettoniche in movimento. Questo ha fatto sì che il centro eruttivo del Monte Olimpo non si sia mai spostato nel tempo, favorendo un accrescimento in un solo punto.

Le lave più recenti del vulcano risalirebbero a soli 2 milioni di anni fa, che è un tempo molto breve dal punto di vista geologico, e questo farebbe sospettare che possa esistere ancora una leggera attività vulcanica, che tuttavia non è mai stata registrata.

 

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Abdul Yusuf Sifr. Un illuminato, o solo un povero matto? (racconto)

Abdul Yusuf Sifr (1)

Era ormai pomeriggio e anche per quel giorno il sole aveva compiuto il suo implacabile dovere; la sabbia riarsa del deserto sprigionava vampate di calore; unica, effimera, difesa era quella di coprirsi ogni lembo di pelle.

La carovana procedeva stancamente, tutti sentivano il peso di quelle ore passate a lottare contro il rovente ardore dell'Universo.

Abdul Yusuf Sifr se ne stava come al solito, in coda, quasi in disparte insieme all'inseparabile - Benz - un vecchio cammello con cui spesso si intratteneva in lunghi monologhi; il nero della sua veste e il suo viso ghezzo erano interrotti unicamente da denti bianchi come latte di cammella; i suoi occhi baluginavano di tanto in tanto, quando si decideva a schiudere le palpebre appesantite da anni di luce abbacinante.

Per la verità anche per chi sfida ogni giorno le piste sabbiose del deserto non è considerata consuetudine comune parlare per ore col proprio cammello; se a questo si aggiunge che con gli altri non scambiava più di sette o dodici parole nell'arco di un'intera giornata, non c'è da meravigliarsi che il nostro Yusuf fosse considerato un "originale".

Pare che qualcuno dei vecchi della tribù ne avesse parlato come di un grande saggio, ma ciò aveva provocato solamente grande ilarità.

Anche per quel pomeriggio era infine arrivata l'ora della preghiera e gli uomini si stavano apprestando a sistemare gli animali per la pausa; Yusuf come al solito era salito sulla duna più alta che si potesse trovare lì nei paraggi, portandosi dietro Benz.

L'aria era così tersa da far scorgere una volpe a molte miglia di distanza, il sole volgeva ad un tramonto carminio ammantando il paesaggio circostante di fiammeggianti bagliori.

Mentre sistemava il suo logoro tappeto a terra, fu preso a tal punto da quello straordinario spettacolo che trasalì quando i compagni lo richiamarono; già, doveva volgersi a oriente per la preghiera, lasciarsi alle spalle quella sfera infuocata pregnante di energie primordiali, rappresentazione tangibile della forza generatrice dell'Universo, per pregarne il Creatore.

Qual era la cosa più giusta da fare? Lasciarsi condizionare dal richiamo dei compagni, dal senso del dovere o immergersi in quella sinfonia di sensazioni?
Non ebbe alcun dubbio.

(1): Per i pochi che non lo sapessero SIFR in arabo vuol dire ZERO.

Una voce si levò dal gruppo degli uomini:

"Lasciatelo stare - disse - è il solito matto, se noi stessimo a contemplare il tramonto lui si metterebbe a pregare!"

La normale concezione dello spazio-tempo svanì in lui d'improvviso, prima fu la paura, poi lo stupore, poi più nulla. E fu ogni granello della sabbia del deserto, fu ogni particella d'aria del cielo, fu fuoco ardente.

Una candida colomba gli si posò accanto, disse:

"Yusuf vengo per conto di Colui Che E'; la tua consapevolezza è cresciuta e di questo si è preso atto. Orsù, esprimi dunque un desiderio e sarà senz'altro esaudito".

Mai cena più prelibata era stata gustata da Yusuf nel corso della sua vita: quella sera fu a base di carne di colomba.

Per molti e molti anni ancora nella tribù si discusse se Abdul Yusuf Sifr fosse da considerarsi un grande illuminato o un povero matto. Ancora oggi qualcuno cerca una risposta!

(1) Sifr significa "zero"

Bartolo Conti

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mercoledì 5 dicembre 2007

Il ragno dalla faccia allegra. Si trova nelle isole Hawaii e il suo nome scientifico è Theridion Grallator.

E' stato trovato soltanto sulle isole di Oahu, Molokai, Maui, dell'arcipelago delle Hawaii. Il "ragno dal volto felice", come quello che vediamo in questa immagine mentre sorveglia le uova su una foglia nell'isola di Maui, è noto per l'unicità del disegno che decora il suo pallido addome. Gli scienziati credono che il Theridion Grallator possa aver sviluppato il suo peculiare disegno per scoraggiare gli uccelli predatori.

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martedì 4 dicembre 2007

Se volete mantenere il cervello in piena forma, bevete cioccolato e fate sesso! L'ultima patetica formula della felicità.

Dimenticate Sudoku, cruciverba e giochi per computer. Se volete che il vostro cervello resti in forma, mangiate cioccolato fondente, praticate il sesso in abbondanza e seguite l'esempio scandinavo di mangiare carne fredda a colazione!
Terry Horne e Simon Wootton dicono che le loro raccomandazioni sono basate su ricerche effettuate da esperti di tutto il mondo.
"Per decenni abbiamo pensato che la capacità cognitiva del nostro cervello fosse determinata geneticamente, mentre è ormai chiaro che si tratta di una scelta di vita. Ciò che mangiamo e beviamo, come si impara a scuola e i nostri stati d'animo sono tutti cruciali", ha affermato Terry Horne, un docente presso la University of Central Lancaster.

I consigli riguardano quindi la sfera dell'alimentazione e la sfera sessuale. E' non infatti che il cioccolato contiene sostanze che migliorano l'umore e evitano di cadere in stati depressivi. Anche le endorfine prodotte dal cervello durante l'attività sessuale e suprattutto dopo l'orgasmo migliorano l'umore e difendono da depressione e da altre malattie dell'organismo.

Secondo molti esperti le capacità mentali dipendono soprattutto dall'umore e dall'ottimismo. Un ottimo umore e una grande fiducia in se stessi sarebbe la migliore arma contro il declino delle facoltà mentali, soprattutto negli over 65.

Ovviamente non credo che questo tipo di ricerche abbiano una qualche serietà, perché, secondo il mio modesto parere l'efficienza del cervello non può dipendere da fattori così banali, come cioccolata e sesso, perché altrimenti molti di noi lettori dovremmo essere i più grandi geni dell'umanità! In realtà l'efficienza del nostro cervello non può non risiedere nel continuo impegno e determinazione nel perseguire dei precisi obbiettivi. Infatti spesso gli over 65 perdono molte delle loro capacità dopo essere andati in pensione. Questo accade perché non hanno più dei precisi obiettivi e "si rilassano".

Il fatto è che il desiderio di fornire delle facili "ricette per la felicità", desiderio che scaturisce spesso dal bisogno di "vendere" i libri in cui sarebbero elargiti tanti saggi consigli, porta a semplificare pericolosamente le cose, fino ad arrivare al ridicolo.

Secondo voi i più grandi scrittori, scienziati, artisti, (spesso attivissimi fino a tarda età) hanno avuto le loro migliori idee mentre facevano sesso, bevevano cioccolata, e si divertivano a fare training di ottimismo? Ma daiii...

Sarebbe bello se la vita fosse così...

 

Non so che origine abbia questa breve lettura, non conosco l'autore; mi è arrivata via mail e ve la riporto così com'era...


La vita dovrebbe essere vissuta al contrario.
Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e così tricchete tracchete il trauma è già bello che superato.
Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto che vai migliorando giorno dopo giorno.
Poi ti dimettono perchè stai bene, e la prima cosa che fai è andare in posta a ritirare la tua pensione, e te la godi al meglio. Col passare del tempo, le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, le rughe scompaiono.
Poi inizi a lavorare, e il primo giorno ti regalano un orologio d'oro.
Lavori quarant'anni finchè non sei così giovane da sfruttare adeguatamente il ritiro dalla vita lavorativa.
Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari per iniziare a studiare.
Poi inizi la scuola, giochi coi gli amici, senza alcun tipo di obblighi e responsabilità, finchè non sei bebè.
Quando sei sufficientemente piccolo, ti infili in un posto che ormai dovresti conoscere molto bene.
Gli ultimi 9 mesi te li passi flottando tranquillo e sereno, in un posto riscaldato con room service e tanto affetto, senza che nessuno ti rompa i coglioni.
E alla fine abbandoni questo mondo in un orgasmo.

Il primo romanzo di fantascienza fu scritto nel 180 dopo Cristo. Si tratta della "Storia vera" di Luciano di Samosata.

vera Molto fanno iniziare la fantascienza con Giulio Verne, ma in realtà esiste un autore ben più antico, che si può, a buon diritto, definire un autore di fantascienza: si tratta di Luciano di Samosata che scrisse "La Storia Vera". Fin dal prologo Luciano chiarisce i contenuti dello scritto dichiarando che in esso una cosa sola era vera: che nulla di quanto raccontato era vero. Nonostante questa premessa la “Storia vera” è strutturata secondo i criteri storiografici esposti in seguito dallo stesso Luciano nel trattato “Come si scrive la storia”, perciò la fantastica avventura è narrata nello stile di un resoconto di viaggio realmente compiuto. Si pensa che, come sostenuto già da Fozio, la narrazione di Luciano possa essere stata influenzata dal romanzo ”Le incredibili meraviglie al di là di Tule” di Antonio Diogene. In realtà si può pensare che Luciano avesse un intento polemico, cioè volesse criticare gli storici dell'epoca che tendevano a "mitizzare" i loro racconti storici, aggiungendo dettagli esagerati allo scopo di creare maggiore interesse. Un po' come si fa anche in epoca moderna, quando si cerca lo "scoop" a tutti i costi. "La Storia vera" abbonda di dettagli incredibili, surreali, inverosimili, proprio per mettere in evidenza il fatto che anche nelle cronache, che dovrebbero essere oggettive, si tende a lasciarsi prendere la mano, abbandonandosi a fantasie spropositate.

Veniamo subito ad una descrizione dell'opera. La Storia vera è un’opera narrativa in due libri in forma autobiografica scritta da Luciano di Samosata con intento parodico. È uno dei più fantasiosi romanzi prodotti dalla letteratura greca che narra l'avventura di un gruppo di persone, che, capitanate dall'autore, decidono di attraversare le Colonne d'Ercole per vivere avventure strabilianti. È il primo testo in cui viene descritto un viaggio sulla luna.

Primo Libro

Dopo il prologo, l’autore inizia con la descrizione del suo viaggio immaginario assieme a cinquanta compagni oltre le colonne d’Ercole, animato come Ulisse dal desiderio di conoscere cose nuove. Subito l'equipaggio è colto da una tempesta di vento che sballotta la nave per settantanove giorni sinché all’ottantesimo, al termine della tempesta, riescono a sbarcare su un’isola misteriosa. Qui si imbattono in un fiume di vino e in un gruppo di esseri mezze donne e mezze viti. Già in questa prima parte Luciano trasporta il lettore in quell’atmosfera di fantastica parodia che permea tutto il romanzo, rinunciando ad ogni pretesa di verosimiglianza e lasciando viaggiare senza freni la sua fantasia.
Lasciata quest’isola il viaggio procede in maniera ancora più assurda: la nave è nuovamente catturata da un tifone, ma stavolta è trasportata fino a una terra vasta come un’isola, splendente e sferica e illuminata da una grande luce, la luna. Una simile descrizione di viaggio sulla luna non ha alcuna pretesa di essere realistica, ma è significativo che Luciano e i suoi contemporanei abbiano del tutto superato la concezione divina della luna, e la considerino un pianeta simile alla terra, sul quale un giorno l’uomo sarebbe realmente potuto sbarcare. Sbarcati sulla superficie lunare, Luciano e i suoi compagni sono catturati dagli ippogrifi e portati al cospetto del re selenita Endimione, che era impegnato in una guerra contro gli abitanti del sole. Questa “guerra stellare”, combattuta da guerrieri improbabili come i Caulomiceti armati di funghi come scudi e gambi di asparagi come lance, o come i Psyllotoxoti che cavalcano pulci grandi come dodici elefanti, è vinta dall’esercito del sole; Luciano e i suoi compagni, che avevano combattuto alleati con i seleniti sono fatti prigionieri e portati sul sole. La loro prigionia non dura molto, e una volta liberi decidono di tornare sulla terra nonostante Endimione cerchi di trattenerli con se promettendogli grandi onori. Prima di riprendere la narrazione del suo viaggio Luciano decide di concedere altro spazio alla sua immaginazione e di riferire le cose nuove e straordinarie che osservai durante l’intervallo del mio soggiorno sulla luna, iniziando una minuziosa quanto inverosimile descrizione dell’aspetto e delle abitudini dei seleniti.
Il resto della narrazione, dopo che la nave è tornata sulla terra, procede sullo stesso registro fantastico: l’equipaggio è prima mangiato da una balena di mille e cinquecento stadi di lunghezza, poi - attraverso la bocca aperta del mostro marino - avvista dei giganti che utilizzano isole oblunghe come fossero navi.

Secondo Libro

Liberatosi dalla prigionia nella balena, l'equipaggio giunge sull’isola dei Beati, governata dal cretese Radamanto, dove incontra Omero, Ulisse, Socrate, Pitagora e altri famosi personaggi storici e mitologici defunti.

Il romanzo si conclude con la promessa (che molti critici hanno definito l’ultima menzogna di Luciano) di un terzo libro, in realtà mai scritto, contenente le successive avventure negli Antipodi.

Fonte: Wikipedia

Qui potete trovare il testo completo dell'opera.

 

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