lunedì 4 luglio 2011
Google + aperto al pubblico? Ancora no, ma manca poco.
Alfa centauri: il sistema stellare più vicino
domenica 3 luglio 2011
La vita di Galileo Galilei
Tempo fa avevo pubblicato in questo stesso blog un profilo biografico di Galileo Galilei, in questo post mi ripeto e vi propongo stavolta un corposo documentario sulla vita di Galileo Galilei, unito ad una brevissima biografia per coloro che cercano solo notizie essenziali sul grande scienziato pisano. Il filmato ha una durata di oltre 1 ora e 53 minuti, quindi è da guardare mettendosi comodi sulla poltrona davanti al computer .
Buona visione del filmato.
Galileo Galilei è stato un fisico, astronomo e letterato, nato a Pisa nel 1564, Galileo era anche un’eccellente costruttore di strumenti scientifici. Fu il padre del nuovo metodo sperimentale, fondatore della metodologia induttiva e teorico dell’applicazione delle leggi della matematica allo studio della natura.
Si dedicò a indagini matematiche e fisiche: sono passate alla storia le sue esperienze sul moto dei gravi e sul moto del pendolo, oltre a molte importanti scoperte astronomiche. Galileo insegnò all’università di Pisa (1589-92) e poi di Padova (1592-1610), dove rimase per 18 anni grazie all’ambiente stimolante e alla libertà di pensiero concessa dal governo della Serenissima Repubblica di Venezia.
Il primo evento che portò il giovane Galileo a guardare il cielo fu una cometa che vide nel 1577 da Firenze. Dopo essersi accostato alle teorie eliocentriche sostenute da Copernico, contestò la tesi aristotelica dell’incorruttibilità dei cieli appoggiandosi all’apparizione di una supernova nel 1604: la comparsa di una nuova stella nei cieli fu interpretata come una conferma che le cosiddette stelle fisse non sono affatto immobili e che la materia celeste non è immutabile; la sua dichiarazione pubblica andò incontro a violente critiche degli ambienti religiosi più ligi alla tradizione.
Galilei inventò e perfezionò importanti strumenti di indagine, come il telescopio grazie al quale poté osservare la superficie lunare (che non si mostrava affatto liscia e uniforme ma profondamente increspata), quattro dei satelliti di Giove, che battezzò “Medicea sidera”, cioè “stelle medicee” e la natura stellare della Via Lattea. Di queste scoperte diede notizia nell’opera Sidereus Nuncius, del 1610, che faceva crollare la teoria aristotelica della perfezione dei corpi celesti e che dimostrava la correttezza del sistema eliocentrico.
L’importanza di queste osservazioni provocò vivacissime polemiche e accrebbe enormemente la fama di Galilei: Cosimo II, cui erano stati dedicati i satelliti di Giove, lo chiamò a Firenze nominandolo “primario matematico e filosofo” del Granducato di Toscana. Qui Galilei osservò le macchie solari, le anomalie di Saturno (in realtà si trattava dei suoi anelli, ma il suo strumento non era in grado di vederli in maniera netta) e le fasi di Venere.
Entrato in contrasto con i sostenitori della tradizione che si rifaceva ad Aristotele, per aver difeso la teoria di Copernico nel Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (1632), subì due processi per eresia da parte del Sant’Uffizio (1616-33) e la condanna al carcere, che dopo l’abiura gli venne commutata in quella dell’isolamento, trascorso prima a Siena e poi nella villa di Arcetri, dove continuò a lavorare, malato e cieco, fino alla morte, avvenuta nel 1642. La riabilitazione di Galileo e il riconoscimento dell’errore compiuto dalla Chiesa avvenne nel 1992, per volontà di papa Giovanni Paolo II.
A Galileo è stata dedicata anche una sonda spaziale, che ha permesso di aumentare notevolmente la conoscenza del nostro Sistema Solare.
sabato 2 luglio 2011
La luce e i colori
Buona visione.
(Prima parte)
(Seconda parte)
Berlusconi vince le elezioni nel 2013: meglio la fine del mondo nel 2012!
venerdì 1 luglio 2011
Come mantenere la pelle giovane?
Buona visione del filmato (durata 5 minuti e 53 secondi).
giovedì 30 giugno 2011
Lenti gravitazionali
Nello spazio vuoto un raggio luminoso si propaga in linea retta. La teoria della Relatività Generale, elaborata da Einstein nel 1916, prevede che i raggi luminosi siano deflessi dalla presenza delle masse. Questo effetto di deviazione dei raggi luminosi fu verificato già nel 1919. In tempi più recenti ci si è accorti che in alcuni massicci ammassi di galassie appaiono ampi archi luminosi che non sono altro che immensi effetti ottici chiamati “lenti gravitazionali”.
Questi archi luminosi sono dovuti al fatto che esiste qualche galassia che si trova prospetticamente “dietro” ad un’altra galassia. Quest’ultima, con la sua massa, deflette i raggi luminosi come se fosse una “lente” ottica. Si tratta appunto di una “lente gravitazionale”, perché la deflessione dei raggi luminosi avviene a causa della forza gravitazionale delle masse che si trovano nella direzione di propagazione dei raggi luminosi stessi.
In questo filmato (in inglese, durata 2 minuti e 37 secondi), possiamo vedere delle animazioni grafiche che spiegano in maniera semplice e chiara il fenomeno delle lenti gravitazionali.
Buona visione.
mercoledì 29 giugno 2011
Aggiornamento del Pagerank di Google
Nella giornata di ieri è avvenuto un aggiornamento del pagerank di Google. Nel caso del Potere della Fantasia questo è passato da un ottimo 4 ad un mediocre 2. La cosa non mi sconvolge più di tanto perché in giro si legge sempre più spesso che il pagerank è solo uno dei tantissimi parametri che determinano l’autorevolezza di un sito o di un blog e non è nemmeno il più importante. A questa diminuzione di pagerank non è seguita alcuna diminuzione del numero di visite, com’era prevedibile, se non una leggera flessione stagionale dovuta al fatto che gli argomenti scientifici sono meno cercati in estate.
Per quanto riguarda gli altri blog che gestisco non ci sono variazioni apparenti tranne che per Solare Eolico (il mio blog dedicato alle energie alternative) che passa da 0 a 3. Anche in questo caso non ci sono variazioni apprezzabili del numero di visitatori; forse solo un leggero aumento, ma il blog è recente, quindi gli aumenti di traffico sono normali in questo caso.
A quanto pare è proprio vero che il pagerank non è più molto importante
Il moto browniano
Nel 1827, il botanico Robert Brown osservò con un microscopio che un granello di polvere sospeso nell’acqua si muove velocemente a zig-zag, con un moto incessante e irregolare. Dal suo nome questo fenomeno è detto moto browniano.
Anche un granello di polvere nell’acqua, visto al microscopio, si muove in modo casuale e disordinato.
Secondo Albert Einstein i granelli si muovono così, perché sono continuamente bombardati dalle molecole d’acqua.
L’acqua è costituita da tantissime molecole che si trovano in uno stato continuo di agitazione: ogni molecola si muove qua e là in modo disordinato.
Nel modello che Einstein ha proposto nel 1905 le molecole d’acqua colpiscono molto spesso il granello di polline (1021 volte al secondo) e gli urti avvengono, in media, con la stessa frequenza e la stessa forza da tutte le direzioni. Però può succedere che, a un certo istante, siano più forti e più numerosi gli urti che provengono, per esempio, dall’alto: ciò spingerà il granello verso il basso. Ma subito dopo, potrà accadere la stessa cosa verso un’altra direzione. Così il granello è spinto ora da una parte e ora dall’altra e segue una traiettoria molto irregolare.
Le molecole d’acqua hanno un diametro di circa 10-10 m e sono quindi invisibili al microscopio ottico. Invece un granello di polline, che è circa 10000 volte più grande, può essere osservato al microscopio.
Il movimento del granello di polline (o di polvere) testimonia che l’acqua è composta da un numero enorme di “grani” invisibili dotati di un movimento continuo, veloce e disordinato.
Il moto browniano è responsabile di fenomeni che osserviamo comunemente.
Le particelle di fumo di una sigaretta si disperdono a causa degli urti con le molecole delle sostanze che costituiscono l’aria.
Nella diffusione dell’inchiostro nell’acqua sono bombardate dalle molecole d’acqua.
Sentiamo i profumi e gli odori perché le molecole che stimolano il nostro naso sono diffuse dai “grani” d’aria.
martedì 28 giugno 2011
Fare il bagno dopo mangiato: un mito da sfatare
Fare il bagno dopo mangiato fa male davvero? In realtà potrebbe fare male, ma solo nel caso in cui l’acqua abbia una temperatura troppo bassa rispetto a quella corporea o a quella ambiente, oppure che in acqua si facciano degli esercizi fisici molto pesanti. Le nuotate “folli” e la pallanuoto subito dopo mangiato quindi sono da evitare. Per quanto riguarda lo sbalzo di temperatura tra corpo e acqua basta entrare in acqua gradualmente, senza “tuffarsi”. Abituare piano piano il corpo alla bassa temperatura dell’acqua quindi aiuta a non incorrere in pericolose congestioni (blocco della digestione).
Questo perché, secondo la spiegazione scientifica, il sangue si distribuisce nel corpo umano in modo diverso secondo le esigenze. Il sangue necessario agli organi addominali durante la digestione, perciò, se si nuota viene dirottato ai muscoli in movimento e al tessuto sottocutaneo. La digestione verrebbe messa, così, in crisi. In ogni caso non è prudente farsi il bagno se sentite una immediata e fastidiosa sensazione di freddo a contatto con l’acqua, la cautela è sempre la migliore strategia.
Una cosa però è sicura: non c’è affatto bisogno di aspettare le leggendarie tre ore per farsi il bagno dopo mangiato Questo è un vero e proprio “mito” che non ha motivo di esistere. Buon bagno a tutti .
P.S. L’importante è non fare il bagno a mare o nei laghi se vedete che si avvicina un temporale, quello sì che è pericoloso!
Il test di Turing e la stanza del cinese
In un saggio del 1950 Alan Turing si chiedeva se i computer potessero pensare. Turing sosteneva che la domanda era priva di senso a meno che non si riuscisse a indicare qualcosa che un agente pensante è in grado di fare e un agente non pensante no. Quale sarebbe questa differenza? I computer facevano già dei calcoli che precedentemente avevano richiesto l'opera di esseri umani intelligenti e impegnati. Turing capì che il test sarebbe dovuto essere qualcosa di più sottile che, diciamo, giocare una buona partita a scacchi. I computer l'avrebbero fatto presto, molto prima di avvicinarsi alla capacità di "pensare". Turing proposte come test ciò che chiamò il "gioco dell'imitazione".
Una persona è seduta al terminale di un computer e rivolge domande a due esseri, A e B, nascosti in altre stanze. Uno dei due è una persona, l'altro un sofisticato programma per computer che si presume in grado di pensare. L'obiettivo dell'interrogante è dire quale dei due sia l'essere umano e quale il computer. Frattanto, sia l'essere umano che il computer fanno del loro meglio per convincere l'interrogante che sono umani. È come un gioco a quiz televisivo in cui lo scopo sia distinguere una persona sconosciuta da un impostore.
Il fatto che l'interrogante comunichi soltanto tramite il terminale del computer gli impedisce di usare qualcosa di diverso dall'effettivo testo delle risposte. Non può aspettarsi di riconoscere una voce sintetizzata per via del suono metallico o da altri indizi non pertinenti. L'essere umano nascosto può dire cose come "Ehi, sono umano!" Questo forse non servirebbe a molto, perché il computer può dire la stessa cosa. Il computer non è tenuto a confessare di essere il computer, nemmeno se gli viene chiesto direttamente. Entrambi sono autorizzati a mentire se e quando pensano che serva allo scopo. Se l'interrogante chiede dati "personali" come il cognome da nubile della madre di A o il numero di scarpe di B, il computer può inventarseli di sana pianta.
Per "superare" il test, un programma di computer deve essere in grado di fornire risposte umane tali da essere ritenuto un essere umano per circa la metà della durata del gioco. Se un computer passasse questo test, diceva Turing, dimostrerebbe davvero intelligenza, nella misura in cui l'intelligenza sia definibile mediante azioni e reazioni esterne. Non è un'affermazione di poco conto.
Detto questo, un computer sarebbe in grado di pensare? Turing concluse che l'interrogativo originario, se i computer siano in grado di pensare, sia "troppo privo di senso da meritare una discussione. Nondimeno, ritengo che alla fine del secolo l'uso delle parole e le opinioni generali della gente colta saranno mutati al punto che si potrà parlare di macchine che pensano senza aspettarsi di essere contraddetti."
Negli anni trascorsi dal saggio di Turing, è diventato comune nelle scienze cognitive associare i processi mentali ad algoritmi. Se eseguite un certo algoritmo per calcolare le cifre del pi greco, una piccola parte del vostro processo di pensiero è direttamente paragonabile all'azione di un computer che calcoli il pi greco per mezzo dello stesso algoritmo. Un'opinione diffusa e ben nota è che l'intelligenza e perfino la coscienza siano come programmi per computer che possono "girare" su diversi tipi di "hardware", compreso quello biologico del cervello. Le funzioni dei neuroni cerebrali e le loro condizioni e interconnessioni potrebbero in linea di principio essere ricreate esattamente da un programma per computer incredibilmente complesso. Se tale programma fosse fatto girare, anche su un computer composto da microchip e cavi, dimostrerebbe forse la nostra stessa intelligenza e perfino coscienza.
Per lungo tempo si è pensato alla mente come anima, o slancio vitale, o parte del dualismo cartesiano. Gran parte della comunità intellettuale ha abbandonato questi modelli in favore di un'immagine meccanicistica della coscienza. L'esperimento mentale di John Searle, del 1980, presenta una caricatura della mente ridotta a un gioco delle tre carte. Se la coscienza non è che un algoritmo, dove sta la mente? Searle scopre l'ultima carta e mostra che l'asso non c'è più.
La stanza del cinese
Immaginate di trovarvi segregati in una stanza chiusa. La stanza è praticamente vuota. Vi è un grosso libro dal titolo poco promettente: Che cosa fare se infilano sotto la porta un foglio scritto in cinese.
Un giorno un foglio di carta con dei caratteri cinesi viene infilato sotto la porta chiusa. Per voi, che non sapete niente di cinese, contiene simboli privi di senso, nient'altro. Ormai cercate disperatamente un modo per passare il tempo. Pertanto consultate Che cosa fare se infilano sotto la porta un foglio scritto in cinese. Descrive un tedioso ed elaborato passatempo solitario che potete "giocare" con i caratteri cinesi del foglio. Dovete cercare nel testo certi caratteri cinesi e registrare la loro frequenza secondo complicate regole descritte nel libro. Sembra tutto privo di senso ma, non avendo niente da fare, seguite le istruzioni.
Il giorno seguente ricevete un altro foglio di carta con altri caratteri cinesi. Anche questa eventualità è prevista nel libro. Il libro ha ulteriori istruzioni per correlare e manipolare i simboli cinesi del secondo foglio, e abbinare queste informazioni al lavoro eseguito con il primo foglio. Il libro si conclude con le istruzioni per copiare certi simboli cinesi (alcuni tratti dai fogli, altri dal libro) su un nuovo foglio di carta. I simboli che copiate dipendono, in modo molto complicato, dal vostro lavoro precedente. Poi il libro dice di infilare il nuovo foglio sotto la porta della stanza chiusa. Così fate.
A vostra insaputa, il primo foglio di caratteri cinesi era un racconto cinese, e il secondo foglio conteneva domande sul racconto, come in una prova di lettura. Il foglio di caratteri che avete copiato seguendo le istruzioni conteneva (sempre a vostra insaputa!) le risposte alle domande. Avete manipolato i caratteri attraverso un algoritmo molto complesso scritto in italiano. L'algoritmo simula il modo in cui pensa una persona di madrelingua cinese, o almeno il modo in cui una persona di madrelingua cinese legge qualcosa, lo capisce e risponde a domande su ciò che ha letto. L'algoritmo è talmente buono che le "risposte" che avete dato sono indistinguibili da quelle che avrebbe dato una persona di madrelingua cinese, che avesse letto lo stesso racconto e a cui fossero state poste le stesse domande.
Coloro che hanno costruito la stanza affermano che contiene un maiale addestrato che capisce il cinese. Portano la stanza alle fiere di paese e dicono alla gente di sottoporre racconti in cinese e porre domande basate sui racconti. La gente all'esterno è scettica riguardo alla storia del maiale. Le risposte sono così coerentemente "umane" che tutti immaginano che in realtà li dentro vi sia una persona che capisce il cinese. Fintanto che la stanza rimane chiusa, niente dissuaderà le persone all'esterno da questa ipotesi.
Il ragionamento di Searle è questo: voi capite il cinese? Naturalmente no! Essere in grado di seguire complesse istruzioni in italiano non è la stessa cosa che sapere il cinese. Voi non sapete, e non avete dedotto, il significato di nessun carattere cinese. Il libro di istruzioni non è assolutamente un corso accelerato di cinese. Non vi ha insegnato niente. È un'operazione puramente meccanica, e non vi rivela mai perché facciate una data cosa o che cosa significhi un dato carattere.
Per voi, tutto ciò non è che un passatempo. Prendete i simboli dai fogli in cinese e li copiate su fogli bianchi seguendo le regole. È come se faceste un solitario spostando un fante rosso sopra una donna nera seguendo le regole del gioco di carte. Se, nel solitario, qualcuno vi chiedesse che cosa "significa" una carta, direste che non significa niente. Oh, certo, il gioco delle carte un tempo aveva un significato simbolico, ma voi insistereste nel dire che niente di tale simbolismo fa parte del contesto del gioco. Una carta è chiamata sette di quadri solo per distinguerla dalle altre carte e semplificare l'applicazione delle regole del gioco.
Se voi, essere umano, potete eseguire l'algoritmo del cinese e continuare a non capire il cinese (tanto meno avere esperienza della coscienza di una persona che parla cinese), sembra tanto più ridicolo pensare che una macchina possa eseguire un algoritmo e avere esperienza della coscienza.
Pertanto, afferma Searle, la coscienza non è un algoritmo.
Bibliografia: “Labirinti della ragione”, di William Poundstone. Edizione Club, 1991.
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Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...