martedì 29 maggio 2012

Pulizia pannelli solari. Un robot creato dagli studenti.

I pannelli solari devono essere puliti regolarmente e occorre una attenta manutenzione per mantenere la loro efficienza e per massimizzare la quantità di energia solare che viene convertita in elettricità. Con questo obiettivo in mente, un gruppo di studenti del CalTech e dell’UCLA hanno sviluppato un incredibile robot che pulisce i pannelli solari. Questo progetto ha vinto un terzo del premio di denaro (200000 dollari) del National Clean Energy Business Plan Competition.

Dotato di spazzole rotanti, questo leggerissimo robot, chiamato Greenbotics GB1, è in grado di pulire due pannelli solari (di dimensioni medie) alla volta. Mentre si muove orizzontalmente sulle file di pannelli solari, riesce anche ad ottimizzare il consumo di acqua per effettuare la pulizia. Il robot è molto facile da gestire: bastano due persone che lo sistemano sulla superficie dei pannelli solari e il computer di bordo del robot comincia a coordinare i suoi movimenti. Un unico operatore può controllare l’andamento della pulizia e impartire altri comandi.

Greenbotics GB1

Il team di studenti che ha progettato e realizzato questo piccolo gioiello ha potuto stabilire che il robot è in grado di pulire i pannelli solari con tale efficacia da aumentare l’efficienza del 15%. I dati che riguardano il consumo di acqua e il tempo di pulizia invece ancora non sono stati confermati. In ogni caso qualunque dispositivo che è in grado di aumentare l’efficienza dei pannelli solari è molto ben accetta!

Nel seguente filmato possiamo vedere il robot che pulisce i pannelli solari in piena azione.


domenica 27 maggio 2012

Sindrome da pagina bianca

La sindrome da pagina bianca non colpisce soltanto gli scrittori o i giornalisti, ma anche i blogger. Eccolo! E’ arrivato uno che non sa più cosa scrivere e adesso scrive qualcosa sulla sindrome da pagina bianca. In realtà non è affatto vero che non so cosa scrivere. Cose da scrivere ne avrei a volontà, ma ultimamente i miei impegni personali mi stanno tenendo un po’ più lontano dal blog.

Per fortuna adesso ho un po’ di tempo e mi è venuto in mente di scrivere un post dedicato a tutti coloro che sentono venir meno la loro “vena da scrittore”. Secondo me il rimedio migliore quando non si sa più cosa scrivere e le idee non arrivano più è di mettersi sdraiati sul letto o sul divano e lasciare vagare la mente. Bisogna rilassarsi per fare questo, magari mettendosi in penombra, oppure con le cuffie per ascoltare la propria musica preferita. Per fare rifluire buone idee nella propria mente occorre scacciare via l’ansia della giornata e gli eventuali problemi personali.

Ovviamente bisogna “disattivare” i filtri logici ed estetici della propria mente. In altra parole anche se le idee che vi verranno vi sembreranno bizzarre o stupide, in questa fase non dovete essere dei giudici troppo severi. Accettate queste idee da cui ne potete fare nascere altre che in seguito valuterete se sono veramente interessanti.

Un taccuino sempre a disposizione dove prendere appunti potrebbe essere un altro metodo per avere sempre idee “fresche” senza dimenticarle. Molto spesso le idee non ci mancano, ma le dimentichiamo pochi minuti dopo averle formulate oppure la nostra mente le “rimuove” perché i nostri filtri mentali le giudicano immediatamente stupide o inutili. Il taccuino deve essere rigorosamente cartaceo! Scrivere le idee sulla carta è sempre molto più efficace di scriverle su un file al computer. Il computer ci distrae troppo in troppe attività da svolgere, quindi gli appunti sulle idee al computer secondo me non sono molto efficaci. Finiremo col non prendere affatto appunti.

Con queste mie personalissime tecniche spero di avervi fornito altre idee per migliorare la vostra creatività e per “curare” la vostra sicuramente provvisoria sindrome da pagina bianca.


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venerdì 25 maggio 2012

Campo elettrico e campo magnetico

Il campo elettrico e il campo magnetico hanno proprietà simili:

1) campo magnetico e campo elettrico sono campi di forza, cioè campi che descrivono gli effetti di una forza (in un caso quella magnetica, nell’altro quella elettrica);

2) entrambi sono descritti da linee di campo;

3) esistono due tipi di poli magnetici, come esistono due tipi di carica elettrica;

4) in modo analogo a quanto accade per le cariche elettriche, poli dello stesso tipo si respingono e di tipo diverso si attraggono;

5) un conduttore scarico può essere elettrizzato da un corpo carico, come una sbarretta di acciaio può essere magnetizzata da una calamita;

Però i due campi differiscono per aspetti molto importanti:

1) quando si ha l’elettrizzazione per contatto, parte della carica elettrica del primo corpo passa al secondo; nella magnetizzazione di un oggetto ferromagnetico non si ha alcun passaggio di poli magnetici;

2) mentre esistono oggetti carichi positivamente o carichi negativamente, una calamita ha sempre entrambi i poli sud e nord.

Infatti, se dividiamo una calamita in due parti, ciascuno dei frammenti ha un polo nord. Suddividendo la due calamite piccole in due parti, otteniamo quattro magneti, ciascuno con due poli.

In definitiva possiamo dire che non è possibile suddividere un magnete in modo da ottenere un polo nord isolato o un polo sud isolato. Questo implica l’inesistenza dei monopoli magnetici che ha delle implicazioni molto profonde in Fisica teorica e in cosmologia.


mercoledì 23 maggio 2012

Terremoto in Emilia: si poteva prevedere?

La pressione dell’Appennino è il motore dei guai sismici che hanno causato il terremoto tra Modena e Ferrara. Ogni volta che c’è un terremoto che preoccupa, ricomincia il tormentone: “si poteva prevedere?”. Oppure: “si era previsto tutto, ma non ci ha creduto nessuno?”. Ovviamente non stiamo parlando di veggenti o di sensitivi, che riescono a prevedere di tutto, ma solo DOPO che è successo… Stavolta stiamo parlando di veri metodi scientifici per prevedere in maniera efficace i terremoti.
Si tratta di studiosi, sia italiani che stranieri, che hanno sviluppato due algoritmi che ci danno un’ottima speranza di prevedere i terremoti.
L’allarme sull’evento sismico in Emilia era stato portato pochi giorni fa alla Commissione Grandi Rischi da un gruppo di studiosi italiani. Giuliano Panza, ordinario di sismologia dell’Università di Trieste e i colleghi del centro di Fisica Teorica di Miramare. Si sono presentati con una mappa d’Italia, sulla mappa era segnata una zona che, con il loro metodo d’analisi, certamente avrebbe visto un terremoto di magnitudo significativa. Era proprio “quella zona” dell’Emilia. In questo caso la loro indicazione era a medio termine, cioè il sisma si sarebbe dovuto verificare entro settembre 2012.
Come hanno fatto? A questo “sistema” il gruppo lavora da 6 anni con 2 algoritmi che si che chiamano CN ed M8. Utilizzano l’informazione contenuta nei cataloghi dei terremoti e individuano attenzione nell’attività sismica moderata quelle variazioni che possono essere considerate precursori di un forte terremoto. L’analisi consente di determinare gli intervalli temporali in cui risulta aumentata, rispetto alle condizioni normali, la probabilità in cui si verifichi un sisma di magnitudo superiore. E’ l’applicazione italiana di studi che vengono fatti anche da altri gruppi internazionali. L’algoritmo CN si chiama così, infatti, perché basato su dati della California e del Nevada. L’algoritmo M8 si chiama così perché è preposto alla previsione di terremoti di magnitudo di almeno 8.
La loro attendibilità è rispettivamente superiore al 95% per uno, al 99% per l’altro, afferma il professor Panza, che presentò il metodo in una prolusione per l’inaugurazione dell’Anno Accademico a Trieste 3 anni fa. Si è passati, dice, dalla fase in cui si diceva “impossibile prevedere i terremoti” a quella in cui “si possono prevedere” anche se con una incertezza.
Queste previsioni sono utili, oppure restano troppo vaghe? La risposta è che attualmente non sono ancora in grado di permettere l’evacuazione di popolazioni o cose simili. Sono però molto utili, se disponibili in tempo, per verificare lo stato di sicurezza di strutture importanti, per organizzare il sistema della Protezione Civile, per migliorare l’informazione della popolazione in caso di evento sismico.
Una cosa però è da notare. Forse sta per finire l’era delle “previsioni” di terremoti da parte di veggenti e sensitivi. Ebbene sì, erano loro, di solito a prevedere (si fa per dire) questi eventi, perché la scienza ancora non ci riusciva. Adesso il loro ciarlatanesco interesse si dovrà fatalmente spostare da qualche altra parte. La cosa mi atterrisce un po’. A cosa guarderanno adesso questi profeti di sventure?


martedì 22 maggio 2012

Perché combattiamo?

Le guerre, purtroppo, fanno parte della storia dell’uomo e anche della cronaca recente. Gli allarmi per il terrorismo si ripetono e la violenza sembra circondarci senza tregua. Nemmeno i rapporti sociali sembrano esenti dalla violenza, soprattutto in questi momenti di crisi.

Una delle due più importanti riviste scientifiche del mondo, Science, invece di occuparsi di Fisica o di genetica (come fa di solito), è uscita con un numero speciale dedicato proprio alla violenza, intitolato “perché combattiamo”.

Combattere per un confine, per un compagno, per il cibo, per il primato di un popolo su un altro. Comunque la violenza, ci dice la scienza, fa parte della nostra natura. Spesso alla base di un conflitto c’è il meccanismo della nostra identificazione con un gruppo che ci porta a disumanizzare chi appartiene ad un gruppo diverso dal nostro. E se i gruppi si differenziano su basi religiose o su valori considerati sacri, questo ne aumenta il grado di coesione interna fino ad ispirare atti sacrificali, come quello dei terroristi kamikaze. Su questa forma di violenza, dopo l’11 settembre sono state fatte ricerche mastodontiche, ma ancora non si è riusciti a spiegare davvero cosa rende i terroristi tanto granitici nella volontà di sacrificio. Altre fonti inesauribili di conflitto sono i pregiudizi razziali, fondati sulla contrapposizione fra amore per il proprio gruppo e odio verso l’esterno, che hanno radici nella storia dell’evoluzione della specie, e l’iniquità verso le donne all’interno di una società. Secondo alcune ricerche questi parametri sarebbero il vero barometro per valutare la probabilità di una guerra civile.

Studi archeologici, in particolare su Tell Brak, tra Damasco e l’Iraq, scenario forse del primo massacro organizzato nella storia umana, intorno al 3800 a.C., hanno contribuito a mostrarci come spesso la conflittualità sia cresciuta in parallelo alla civilizzazione, contrariamente a quanto ipotizzato da molti.

E le esperienze di guerra con milioni di morti ci hanno portato a comprendere che le nostre grandi civiltà possono essere luoghi molto meno sicuri in cui vivere rispetto a quelle dei nostri antichi progenitori, cacciatori o raccoglitori.


sabato 19 maggio 2012

Energie rinnovabili: sfruttamento delle maree in Scozia

Impianti che sfruttano l’energia delle maree. Queste “tidal farms” fanno uso di turbine installate sul fondo del mare per sfruttare le immense riserve di energia immagazzinate negli oceani del nostro pianeta per convertirle in elettricità.

Esistono molti progetti di costruzione di tidal farms un po’ in tutto il mondo, ma in Scozia sono più avanti, perché una di queste centrali, capace di generare una potenza di 1 Megawatt, è stata appena installata presso il Sound of Islay, sulle coste delle isole Orcadi, un arcipelago situato nel Mare del Nord.

Recentemente in questo tratto di mare è stata installata una turbina sottomarina alta 30 metri. Dopo l’installazione sono stati effettuati dei test per generare corrente elettrica per alimentare le zone circostanti. Scottishpower Renewables, che ha effettuato gli esperimenti, ha messo in evidenza che la turbina ha avuto una buona resa energetica e adesso sta alimentando le abitazioni e le imprese commerciali dell’isola di Eday.

Non è stato affatto facile installare la turbina HS1000, dato che le condizioni meteo erano tutt’altro che favorevoli, ma alla fine l’operazione è stata conclusa senza incidenti. L’esperienza è stata incoraggiante e già si pensa al futuro. In questo modo si potranno installare numerose turbine dello stesso tipo che consentiranno di sfruttare il flusso delle maree. Questa installazione potrebbe segnare un punto di svolta per lo sfruttamento di una “forza della natura” che finora è stata quasi completamente trascurata nel campo delle energie rinnovabili.

Bisogna pensare che una singola turbina HS1000, con una capacità di produrre 1 megawatt di potenza, è in grado di alimentare ben 500 abitazioni. Si tratta sicuramente di un’altra interessante forma di energia rinnovabile che non deve essere trascurata. Tra solare, eolico, fusione nucleare, fusione fredda (se esiste realmente…), biocarburanti e altre forme (magari ancora da inventare) di energie rinnovabili, il nostro futuro diventa sempre meno incerto e sempre meno “inquinato”.

Sotto possiamo vedere una turbina HS1000 prima di essere “calata in mare”.

 

Una turbina HS1000 (sotto) come apparirebbe sott’acqua insieme ad altre turbine dello stesso tipo. In futuro si realizzerà una tidal farm, per lo sfruttamento dell’energia delle maree, proprio come questa.


venerdì 18 maggio 2012

Cratere Schiller

Continuano le mie foto “turistiche” del Sistema Solare. Questa volta torniamo sulla Luna e ci concentriamo sul cratere Schiller. Si tratta di una formazione lunare peculiare che appare evidente anche a prima vista esplorando la Luna anche con un piccolo telescopio.

Il cratere è intitolato ad un cartografo ed avvocato tedesco, Julius Schiller (1580 – 1627), che cercò di “cristianizzare” il cielo sostituendo i nomi classici delle costellazioni zodiacali con i nomi dei dodici apostoli! A parte il fanatismo di alcuni fedeli del passato, vediamo cosa ha di particolare questo spettacolare cratere.

Innanzitutto si osserva subito la sua forma estremamente allungata; non si tratta di un effetto prospettico dovuto al fatto che il cratere è vicino al bordo: è effettivamente allungato. Le dimensioni infatti sono di 70x180 Km. Come mai questa struttura così allungata? Probabilmente fu generato da un doppio impatto meteoritico. Il picco centrale si trova solo nella parte a destra in alto (nella foto) che è la parte più stretta, mentre la parte più larga a sinistra in basso presenta una superficie molto più piatta.

La foto è stata ottenuta il 2 maggio 2012 alle ore 20:58 da un videoclip della durata di 1:02 minuti, ripreso con una fotocamera digitale Casio Exilim EX-Z1050, telescopio Celestron CPC 800 Xlt, proiezione con oculare OR 5 mm. Il videoclip è stato elaborato con il software Registax 6 per ottenere la singola immagine presentata sotto.

Cratere Schiller


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giovedì 17 maggio 2012

Ford C-MAX 2013, prima auto ibrida della Ford

Ecco la prima auto ibrida della Ford che verrà immessa nel mercato europeo, si tratta della Ford C-MAX 2013 e si potrà trovare nei concessionari verso ottobre 2012. La Ford ha annunciato che la C-MAX ibrida 5 posti verrà venduta ad un prezzo iniziale di 25995 dollari, che è 500 dollari in meno della sua più diretta concorrente, la Toyota Prius.

La Ford non ha ancora rilasciato in dettaglio le specifiche di questa nuova “creazione”, ma ci si aspetta che abbia le giuste caratteristiche per un’auto ibrida e cioè che consumi poco e abbia prestazioni decenti.

Le auto ibride sono quelle che montano due motori: uno funzionante con normale carburante, l’altro elettrico. Si tratta di una accoppiata che non rappresenta una novità, ma il mercato non è mai stato molto aperto a questo tipo di soluzioni. Il fatto che la Ford stia presentando questa C-MAX ibrida nel mercato europeo lascia ben sperare per un futuro successo di questo tipo di motorizzazioni che consentirebbero un notevole risparmio di carburante (con conseguente diminuzione delle emissioni di CO2) senza rinunciare alle prestazioni.

Nel caso della C-MAX ibrida a 5 passeggeri verrà montato un motore 2 litri a ciclo Atkinson (4 cilindri) che per la Ford rappresenta il prodotto più sofisticato che possa offrire nel campo dei motori non turbocompressi a quattro cilindri. A questo motore viene accoppiato un motore elettrico alimentato da un sistema a batterie a ioni di litio.

Staremo a vedere che reali prestazioni avranno queste nuove Ford C-MAX ibride quando usciranno sul mercato prima della fine del 2012. Speriamo che soddisfino tutte le aspettative.

Ford C-MAX ibrida


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mercoledì 16 maggio 2012

La legge di Coulomb può essere divertente

La legge di Coulomb può essere spiegata in maniera divertente? Magari con qualche esperienza interessante questa importante legge della Fisica può essere spiegata a “grandi e piccini” senza annoiare senza però perdere in rigore scientifico. Il fisico Rino Milone ci mostra proprio alcuni esperimenti molto divertenti che vengono effettuati in studio e presentati in questo filmato durante il programma Geo & Geo (condotto da Marco Castellazzi).

Un buon motivo per dare un’occhiata a questo filmato non è solo il fatto che è una buona occasione per comprendere meglio alcune delle leggi fondamentali della Fisica, ma è anche un’occasione per capire come trasmettere tali conoscenze agli altri. Uno dei più grandi problemi della divulgazione scientifica è che la scienza in generale e la Matematica e la Fisica in particolare, sono percepite come “noiose” dalla maggior parte delle persone. Anche se sono le materie che “reggono” letteralmente l’edificio della scienza moderna, sono “snobbate” dalla maggior parte dei giovani. Molti addirittura si vantano di non capire nulla di Matematica o di Fisica, come se l’ignoranza rendesse snob e interessanti. Ma l’ignoranza non è mai una cosa positiva. Anche se siamo un po’ tutti ignoranti in qualcosa, l’ignoranza come scelta deliberata è, secondo me, un “delitto”.

La divulgazione scientifica quindi si deve confrontare quotidianamente con questo tipo di problemi culturali. Io credo che la televisione dovrebbe proporre sempre più programmi in cui si parla di scienza e di tecnologia e molti meno in cui si parla di esoterismo, alieni, UFO, fantasmi, complotti e altre corbellerie che poi vengono credute acriticamente da una larga fetta dei telespettatori. Una buona divulgazione scientifica è il presupposto migliore per sviluppare un corretto “senso critico” che è utile per ostacolare la disinformazione che viene proposta in svariati programmi televisivi di dubbia qualità e affidabilità e che vengono visti e assimilati soprattutto dai più giovani.

Intanto vi lascio al filmato sulla legge di Coulomb divertente. Nel seguito del video (della durata di circa 16 minuti) si parlerà anche di ottica. Ad esempio, sapete cosa significa esattamente “essere invisibili”? Per la risposta guardate il filmato. Buona visione a tutti.


martedì 15 maggio 2012

Tutta l’acqua del mondo

Sappiamo che il 70% della superficie terrestre è occupata da oceani e questo farebbe pensare che sulla Terra c’è moltissima acqua. In realtà non è proprio così, perché se potessimo concentrare tutta l’acqua presente sulla Terra in un’unica sfera, questa avrebbe un raggio di soli 700 chilometri. Nell’immagine di questo post possiamo vedere proprio questa situazione. Una sfera del genere è grande meno della metà della Luna, ma è anche molto più grande, ad esempio, di Rhea, un satellite di Saturno. Fa un po’ impressione vedere come tutta l’acqua del mondo concentrata in una sfera sembri solo una goccia rispetto alle dimensioni della Terra. Questo è dovuto al fatto che l’acqua è distribuita in uno strato sottile al di sopra della crosta terrestre (la massima profondità è di circa 11000 metri nella fossa delle Marianne) e quindi il volume effettivo dell’acqua non è molto grande. Ciò ci vede fare riflettere: inquinare i mari e i laghi è un vero delitto, perché la vita nel nostro mondo dipende da quella “gocciolona” d’acqua che vediamo nella ricostruzione mostrata sotto.

L’acqua inquinata non mette a repentaglio solo la vita degli esseri viventi che abitano i laghi e i mari, ma è un enorme pericolo anche per numerose attività umane e per la nostra stessa vita. Per fortuna questa immagine può fare riflettere molte persone (me compreso) e ve la mostro volentieri.

tutta l'acqua del mondo

(Immagine tratta da NASA Apod)


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domenica 13 maggio 2012

Macchia solare gigante e (probabile) tempesta solare

In questi giorni sul Sole è apparso un gruppo di macchie solari da record. La sua lunghezza raggiunge i 100000 chilometri. Si tratta di una formazione spettacolare talmente grande che molti sono riusciti a vederla ad “occhio nudo”. ATTENZIONE! Per occhio nudo si intende, ovviamente, con filtri appositi che proteggono l’occhio e senza l’ausilio di binocoli o telescopi. Se volete tentare anche voi la visione di questa grande formazione di macchie solari vi consiglio di NON usare filtri improvvisati, come negativi fotografici e lastre di raggi X, perché queste schermano la luce visibile, ma non fermano i raggi ultravioletti che sono pericolosi per gli occhi. Il metodo migliore, se avete un binocolo o un piccolo cannocchiale, è quello della “proiezione da oculare”, che potete vedere illustrato in questa pagina.

Anche io mi sono cimentato nella fotografia del gruppo di macchie denominato AR 1476. Molti siti hanno copiato e incollato sempre lo stesso messaggio in cui si dice che questo gruppo di macchie è un “mostro” e che si stanno per scatenare delle tempeste magnetiche che possono creare chissà quali problemi apocalittici. In realtà, trascurando le solite troppo diffuse teorie catastrofiste, potrebbero verificarsi nuovamente delle spettacolari aurore boreali; ma intanto godiamoci la visione di questo spettacolare gruppo di macchie solari che ho fotografato con la tecnica della proiezione da oculare. Telescopio Newton 150/1000 mm, oculare OR 9 mm. L’immagine è stata fotografata sullo schermo di proiezione e ritagliata con Photoshop.

Macchia solare gigante

Ovviamente la qualità dell’immagine in questo modo è abbastanza degradata, ma almeno rende l’idea di come appare un gruppo di macchie solari al telescopio o anche in piccolo cannocchiale.

Ecco il telescopio che ho utilizzato per la ripresa, sull’oculare si può notare il piccolo schermo di proiezione autocostruito in cartoncino.

Telescopio solare


Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

Vediamo un frammento della diretta del lancio dello Starship del 18 noembre 2023. Il Booster 9, il primo stadio del razzo, esplode poco dopo...