L'orienteering è uno sport che si può praticare individualmente o in squadra e consiste in una competizione su un territorio naturale nel quale si corre seguendo un percorso libero.
Gli atleti devono transitare da alcuni punti di controllo fissi, segnalati da lanterne colorate; l'avvenuto passaggio viene segnato su un apposito cartellino con una punzonatrice o, nelle gare ufficiali, con un chip, un dispositivo elettronico che memorizza il tempo di passaggio dell'atleta.
Per orientarsi gli atleti possono utilizzare una carta topografica (caratterizzata da segni convenzionali utilizzati in tutto il mondo) e una bussola. Vince chi arriva al traguardo nel tempo minore dopo essere transitato presso tutti i punti di controllo.
Spesso nelle gare di orienteering non trionfa l'atleta più veloce, ma colui che ha saputo orientarsi più rapidamente e scegliere il percorso migliore.
Esistono diverse discipline di orienteering:
• corsa orientamento, a piedi (CO);
• mountain bike orientamento, in bicicletta (MTBO);
• sci orientamento, con gli sci da fondo (SCIO);
• orientamento di precisione, nel quale il punteggio finale dipende dal numero di lanterne di cui si è riconosciuta correttamente la posizione.
A queste discipline si sono aggiunti nel tempo l'orientamento in canoa e l'orientamento a cavallo, che tuttavia rimangono specialità poco diffuse. L'orienteering è uno sport che permette di trascorrere le giornate all'aria aperta e di immergersi nella natura; esso è pertanto sempre più praticato.
Emiliano Corona, campione di CO; in primo piano, a destra, la lanterna, elemento caratteristico di queste gare.
La storia dell'orienteering.
• L'orienteering è nato in Scandinavia nell'Ottocento come forma di esercitazione militare; come attività sportiva, incominciò a diffondersi negli anni Trenta, ma uscì dai confini della Scandinavia solo all'inizio degli anni Sessanta.
• Quando la Germania nazista, durante la Seconda guerra mondiale, occupò la Norvegia, Adolf Hitler proibì la pratica dell'orienteering, perché gli atleti norvegesi, con la loro dettagliata conoscenza del territorio, erano di grande aiuto per i gruppi della Resistenza.
• Nel 1996, per svincolare I’orienteering dall'idea di "sport dei boschi", nacque il Park World Tour, un circuito di gare da svolgersi sul territorio delle città. I grandi orientisti hanno quindi gareggiato in famose città europee come Stoccolma, Budapest, Oslo; in Italia si sono tenute gare a Venezia e Assisi.
• Il Campionato mondiale di questo sport fino al 2003 si è svolto due volte l'anno, mentre attualmente ha cadenza annuale.
• Dal 2005 viene organizzato il Mediterranean Open Championship, un circuito itinerante a tappe che prevede gare di orienteering nel bosco. La partecipazione è aperta a tutte le nazionali del mondo, con particolare riferimento a quelle dell'area mediterranea.
Che cosa serve per fare orienteering?
La carta è un'immagine rimpicciolita del territorio, in cui si utilizzano segni convenzionali di vari colori per indicare le caratteristiche del terreno (boschi, laghi, zone paludose...) e le costruzioni particolari (case, chiese...). Tutte le carte presentano una scala, che indica quanto la distanza su carta è più piccola di quella reale. Ad esempio, se una carta è in scala 1: 25.000, un centimetro sulla carta corrisponde sul terreno a 25.000 centimetri (250 m).
Per rappresentare le irregolarità della superficie terrestre si usano le curve di livello, che uniscono i punti situati alla stessa altitudine. Più le curve di livello sono vicine tra loro sulla carta, più il terreno è ripido.
La base dell'orienteering consiste nel leggere la carta nella direzione di marcia. La carta va orientata secondo il terreno: questo significa che il Nord geografico deve coincidere con il Nord della carta.
Per determinare il Nord geografico, si usa la bussola, uno strumento che, sfruttando il campo magnetico terrestre, indica sempre il Nord.
Carta e bussola da orienteering.
Un atleta di MTBO impegnato in una gara.
I simboli utilizzati
Sulla mappa che viene consegnata agli atleti nelle gare di orienteering sono segnalati:
• la partenza, indicata con un triangolo
• i punti di controllo predisposti indicati con un cerchietto rosso
• l'arrivo, segnalato da due cerchi concentrici
Sul terreno i punti di controllo sono segnalati da lanterne di colore arancione e bianco con una sigla di riferimento; normalmente le lanterne sono posizionate in prossimità di oggetti caratteristici rappresentati sulla carta.
La bussola deve essere disposta in piano e ruotata finché la punta (rossa) dell'ago magnetico non si trova nella "forchetta" nord. Ora, per orientare la carta, quest'ultima deve essere girata finché la direzione dell'ago magnetico non risulta parallela a quella del nord della carta. A questo punto la carta è orientata e la freccia direzionale della bussola indica la direzione d'avanzamento.