sabato 24 settembre 2011

Lapislazzuli

Lapislazzuli è una parola che mi ha sempre fatto simpatia a causa del suo suono bizzarro. Ma cos’è il lapislazzuli? E’ una pietra preziosa di colore blu scuro opaco, spesso striato di bianco e con impurità gialle (scaglie di pirite) color oro, costituita principalmente da lazurite.

Lapislazzuli

I lapislazzuli erano già largamente impiegati nell’antico Egitto per la fabbricazione di raffinati gioielli, dove venivano frequentemente accostati a oro e argento. Anche al giorno d’oggi compaiono in gioielli e oggetti decorativi.

I giacimenti più abbondanti di lapislazzuli si trovano in Afghanistan, ma ve ne sono numerosi anche in Russia e in Cile.

Nell’antico Egitto il lapislazzuli era considerata una pietra sacra per via del suo intenso colore blu, associato a quello del cielo notturno e per questo connesso al mondo divino.

 

Dorsali oceaniche e fosse oceaniche

Cosa sono le dorsali oceaniche e le fosse oceaniche? La crosta oceanica è solcata da catene montuose e valli profonde (depressioni). Quando due placche con crosta oceanica si separano, il magma risale dal mantello e va a riempire la depressione.

Poi si raffredda e si solidifica aggiungendo nuove strisce di crosta, cioè di fondali oceanici, ai margini delle placche: si forma una dorsale di espansione. L’Oceano Atlantico si espande di 2 centimetri all’anno. Il Pacifico orientale di 20 cm: è quello che cresce più in fretta e tra 10 milioni di anni avrà 2000 chilometri di estensione in più.

Ecco come avviene l’espansione dei fondali.

Dorsale oceanica

Due placche con crosta oceanica si separano: si crea una depressione.

 

Dorsale oceanica (2)

Il magma risale dal mantello in superficie e riempie la depressione.

 

Dorsale oceanica (3)

Il magma si raffredda e si solidifica e si salda ai bordi delle placche.

Le placche continuano ad allontanarsi dalle dorsali in espansione e ad andare verso altre placche. Quando una dorsale si spacca o si frattura si verifica un terremoto. I vulcani della dorsale oceanica assumono anche la forma di profonde depressioni riempite dal magma sottostante. Nel corso di milioni di anni possono diventare così grandi da emergere dall’acqua e diventare isole, come per esempio l’Islanda, parte della dorsale oceanica dell’Atlantico del nord.

venerdì 23 settembre 2011

Neutrini più veloci della luce? Forse...

Forse lo avrete sentito annunciato in tv, oppure lo avete già letto da qualche parte su internet, ma si è diffusa una grande notizia: i neutrini (particele elementari probabilmente prive di massa) sono (forse) più veloci della luce.



Ma raccontiamo la storia dall'inizio. OPERA è un esperimento che ha misurato la velocità dei neutrini lungo un percorso di 730 chilometri dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso fino al CERN. Secondo gli autori della misura, la velocità dei neutrini in questo esperimento sarebbe stata determinata con una precisione molto più elevata rispetto ad altri esperimenti analoghi.

I dati provengono da misure effettuate da OPERA nel 2009, 2010 e 2011 e hanno portato ad una conclusione che, se confermata, porterebbe ad una vera a propria rivoluzione della Fisica.

Le misure hanno infatti messo in evidenza che i neutrini muonici si muovono ad una velocità leggermente superiore a quella della luce.

Nella teoria della Relatività infatti la velocità della luce è un limite invalicabile per postulato. Ciò può significare molte cose, ad esempio che la Relatività è un caso particolare di una teoria fisica molto più ampia che prevede che in alcuni casi si possa superare la velocità della luce, oppure che alcune particelle, come appunto i neutrini muonici, possono superare la velocità della luce a causa di effetti non ancora spiegati, oppure semplicemente che la misura effettuata è sbagliata! ;-)

Per il momento è troppo presto per dare una risposta definitiva e bisogna aspettare conferme. Infatti si è potuto stabilire che in questa misura ci sono tre potenziali fonti di errori: la misura della distanza percorsa, il tempo di percorrenza e anche il cosiddetto "time structure of the accelerator", ovvero come sono gestiti i protoni usati per produrre i neutrini in questo tipo di esperimenti.

Aspetteremo con ansia gli sviluppi di questa (probabile) scoperta del secolo! :-) Nel seguente filmato possiamo ascoltare un servizio televisivo che spiega in maniera semplice questa misura clamorosa dei neutrini più veloci della luce. Buona visione a tutti.

giovedì 22 settembre 2011

Un satellite cadrà sull'Italia (forse)

Il satellite UARS (che significa Upper Atmosphere Research Satellite) sta per rientrare in atmosfera disintegrandosi. La maggior parte dei frammenti saranno abbastanza piccoli da vaporizzarsi a causa del calore prodotto dall'attrito con l'atmosfera durante la caduta, ma 26 pezzi sono così grandi che arriveranno a toccare il solo. La caduta è prevista per il 23 settembre 2011, l'ora di caduta invece non è ancora ben prevedibile, ma orientativamente è fissata per le 18:00.

Il problema è che i frammenti più grandi potrebbero cadere proprio all'interno del territorio italiano in corrispondenza della Liguria, della Toscana e dell'Emilia Romagna. Ovviamente non c'è nessuna certezza che questo impatto avvenga realmente nel territorio italiano.

La NASA inoltre ha calcolato che la probabilità che questo impatto possa interessare delle persone è dello 0,03%. Sembra quindi che il rischio per le persone sia davvero basso.

Per fortuna il satellite UARS è alimentato ad energia solare e quindi non contiene elementi chimici radioattivi che potrebbero causare contaminazione nucleare.

Una sola cosa è sicura, la caduta sarà un evento spettacolare perché produrrà delle immense scie luminose che saranno visibili anche in pieno giorno. AGGIORNAMENTO: a quanto pare la caduta è prevista per le ore 23:00 (ora italiana) di venerdì 23 e il luogo di caduta è l'Oceano Pacifico al largo del Perù. Quindi nessun pericolo per l'Italia!

Nel seguente filmato potete vedere una simulazione al computer del rientro del satellite UARS. Buona visione a tutti.

mercoledì 21 settembre 2011

La sindrome di Penelope

Cos'è la sindrome di Penelope? Ci sono situazioni di malessere psicologico di cui non si parla o se ne parla pochissimo. Una di queste riguarda soprattutto le donne che hanno perso il compagno della loro vita. La solitudine che provano è stata studiata da un gruppo di psicologi che lanciano un allarme perché quel dolore isola le donne.

Negli occhi e nel cuore dolore e nostalgia. Sono anziane, sono sole, spesso sono vedove e sono in attesa di affetti che non arriveranno, come la mitica e infelice moglie di Ulisse. A soffrire della sindrome di Penelope in Italia sono oltre 700000 donne ultrasettantacinquenni.

Sono tante, quasi una su cinque, come si evince da uno studio dell'Università di Messina. Sono donne malate di nostalgia del tempo passato che non guariscono mai dal loro malessere fisico perché lo alimentano con il malessere psicologico.

Per saperne di più sulla sindrome di Penelope vi consiglio di vedere questo video tratto dalla trasmissione televisiva TGR Leonardo in cui si parla di questo sempre più diffuso tipo di malessere psicologico.

Buona visione.

lunedì 19 settembre 2011

Il miracolo di San Gennaro: la scienza lo confuta

La scienza ha spesso contestato l'inspiegabilità dello scioglimento del sangue di San Gennaro. La confutazione più famosa è avvenuta 20 anni fa. Un gruppo di ricercatori del CICAP ha scritto un intervento sulla prestigiosa rivista scientifica Nature, sostenendo che il prodigio di San Gennaro si poteva riprodurre chimicamente.



I ricercatori del CICAP hanno creato un gel di idrossido di ferro a partire da sostanze molto comuni, disponibili anche nel medioevo, come il cloruro di ferro, che si trovava anche come minerale sul Vesuvio, il carbonato di calcio che non è altro che polvere di marmo (pigmento bianco usato in pittura).

In questo modo si ottiene un idrossido di ferro colloidale di colore marrone scuro che lasciato a riposo gelatinizza, quindi assume un aspetto solido, ma quando viene opportunamente agitato diventa perfettamente liquido.

L'ipotesi del CICAP è che nell'ampolla di San Gennaro ci sia una sostanza con le stesse proprietà (si tratta di sostanze tissotropiche) e che i movimenti che l'ampolla subisce durante le cerimonie innescano la liquefazione.

Per chi volesse saperne di più sul miracolo di San Gennaro e sulla sua storia può guardare questo interessante servizio a cura della trasmissione Cosmo e che ci mostra alcuni tra i pareri scientifici più autorevoli degli ultimi anni.

Buona visione.

domenica 18 settembre 2011

L'efficienza energetica dei computer raddoppia ogni 18 mesi

Secondo la legge di Koomey, l'efficienza energetica dei computer raddoppia ogni 18 mesi. Questa legge sta diventando una legge fondamentale dell'informatica, come la più antica e famosa legge di Moore che dice che è la potenza dei computer a raddoppiare ogni 18 mesi.

Questo si vede soprattutto con i notebook. Ad esempio, qui ho letto che se un MacBook Air avesse la stessa efficienza energetica di un computer del 1991, la batteria durerebbe circa 2,5 secondi: non avrebbe nemmeno il tempo di completare il boot!

Un MacBook Air
Questo ci fa capire che in 20 anni le batterie dei computer portatili (e quindi anche quelle di tutti i dispositivi mobili, come i cellulari) hanno fatto davvero passi da gigante. Non solo le batterie, ma anche l'efficienza energetica dei normali computer ha fatto passi da gigante.

E' ovvio che se la potenza raddoppia ogni 18 mesi e, nello stesso tempo raddoppia anche l'efficienza energetica, possiamo avere dei dispositivi mobili che restano carichi per lo stesso periodo di ore, ma hanno una potenza raddoppiata ogni 18 mesi.

In realtà il vero obiettivo dovrebbe essere di ottenere computer più potenti ma con efficienza sempre maggiore, tale da eclissare la legge di Moore e facendo prevalere la legge di Koomey. Bisogna produrre, ad esempio, notebook sempre più potenti, ma nello stesso tempo riuscire ad aumentare in maniera ancora più rapida la durata delle batterie.

In realtà il mercato negli ultimi mesi ci spinge proprio in questa direzione. Mi ha fatto impressione leggere su tom's Hardware che nel 1985 il fisico (premio Nobel) Richard Feynman, analizzando il fabbisogno elettrico dei computer, calcolò che si poteva migliorarne l'efficienza di un fattore pari a 100 miliardi prima di raggiungere un limite dovuto alle leggi fisiche.

Fino a questo momento si è migliorati di un fattore 40000 e questo ci fa capire che il limite è ancora molto lontano. Quindi i normali computer possono migliorare enormemente ancora per molti decenni prima di dover ricorrere a soluzioni di computazione quantistica per ottenere potenze di calcolo ancora maggiori.

E se si pensa che con l'aumentare dell'efficienza energetica dei computer, si apre anche la concreta possibilità di alimentarli con normali celle solari (come ho già mostrato in questo post dal titolo La CPU solare della Intel), capiamo subito che il futuro dell'informatica ci riserverà certamente grandi e gradite sorprese.

Come si forma la sabbia?

Come si forma la sabbia? Prima di spiegarlo diciamo che la sabbia è una roccia sedimentaria incoerente, derivata dalla frantumazione di altre rocce e minerali, composta da granuli separati, prevalentemente a base di silicio, di dimensioni variabili tra 0,5 e 0,2 millimetri.



Se i granuli sono più voluminosi di hanno le ghiaie, se sono più minuti si ha il limo, mentre le sabbie cementate e compatte sono dette arenarie.

La sabbia si forma in seguito all'erosione e alla degradazione meccanica e meteorica di altre rocce, e ai successivi processi di sedimentazione. Perciò si trova in grandi quantità nei depositi alluvionali, morenici e lungo i litorali marini.

Particolare importanza hanno le sabbie formate dal vento (di origine eolica) che, nei climi aridi e caldi, formano i deserti. Diversa origine hanno le cosiddette sabbie vulcaniche, prodotte dall'accumulo di materiale vulcanico incoerente come frammenti di lave e di lapilli.

E' possibile che la sabbia si formi anche dall'accumulo di scheletri e di gusci di organismi marini. Molti organismi infatti intrappolano il carbonato di calcio o la silice presenti in soluzione nell'acqua per sviluppare organi di sostegno e di protezione, soprattutto gli invertebrati. Alla morte di questi organismi gli scheletri si conservano e finiscono per depositarsi sulla spiaggia, formando immensi accumuli. I molluschi sono gli organismi più noti, ma molta sabbia è prodotta da alcune specie di alghe verdi e dai coralli. Nel passato hanno costituito un'importante fonte di materiale granulare anche i foraminiferi, soprattutto nell'Eocene (tra i 55 e i 33 milioni di anni fa).

La sabbia è utilizzata nella fabbricazione del vetro, in edilizia nella preparazione delle malte, in siderurgia, e come materiale abrasivo.

Una delle cose secondo me più belle che vengono realizzate con la sabbia sono le fantastiche sculture di sabbia. Ammiro incredibilmente chi riesce a realizzare questi capolavori. In questo filmato, ad esempio, possiamo vedere i campionati europei di sculture di sabbia che si sono svolti a Jesolo nel 2011. Buona visione.

La cinematica

La cinematica è un ramo della Fisica che descrive il movimento dei corpi indipendentemente dalle cause che lo producono.



La cinematica si serve dei concetti fondamentali di spazio e tempo per stabilire come varia la posizione di un corpo nel tempo e ricostruire quindi la sua traiettoria, cioè il percorso lungo cui si sposta dal momento in cui inizia il suo movimento fino a quando si arresta.

Per esempio nel moto di un corpo che scivola senza attrito lungo un piano inclinato, possiamo verificare che lo spazio percorso varia sempre con il quadrato del tempo trascorso dall'inizio del moto: cioè, se dopo 1 secondo il corpo si è spostato di un metro, dopo 2 secondi lo spostamento sarà di 4 metri, dopo 3 secondi di 9 metri e così via.

L'insieme di tutte le posizioni del corpo in ogni istante del suo moto lungo il piano inclinato costituisce la sua cinematica.

sabato 17 settembre 2011

La superconduttività

La superconduttività è il fenomeno nel quale a temperature estremamente basse la resistività elettrica di molti materiali (fra i quali circa un quarto dei metalli e più di un migliaio fra leghe e composti) si annulla.

Però al di sopra di una temperatura caratteristica, detta temperatura critica Tc, ogni superconduttore diviene un conduttore normale, la cui resistenza cresce all'aumentare della temperatura. I superconduttori si comportano in modo diverso dai normali conduttori anI che dal punto di vista magnetico.

Se si applica un campo magnetico a un campione superconduttore (raffreddato al di sotto della temperatura critica), il flusso magnetico all'interno del materiale rimane nullo: il superconduttore è un materiale perfettamente diamagnetico, nel senso che le correnti indotte producono, una risposta capace di escludere dall'interno del campione il flusso prodotto da un campo magnetico esterno.



Questa espulsione di B (campo magnetico) da un campione superconduttore avviene anche quando, partendo da una temperatura alta alla quale il campo magnetico penetra al suo interno, lo si raffredda portandolo a una temperatura inferiore alla temperatura critica.

Il fenomeno prende il nome di effetto Meissner. Malgrado il susseguirsi di molti lavori importanti su questo fenomeno, soltanto nel 1957 fu proposta una teoria convincente della superconduttività; tale teoria è fondata sulla fisica quantistica ed è chiamata teoria BCS dai cognomi degli scienziati americani John Bardeen (1908-1991), Leon N. Cooper e John R. Schrieffer, i quali nel 1972 ricevettero il premio Nobel per i loro contributi.

La teoria BCS richiede conoscenze avanzate di meccanica quantistica e in questo post ci accontenteremo di darne soltanto alcuni cenni

L'idea fondamentale è che esiste una debole interazione tra coppie di elettroni di conduzione che, muovendosi nel cristallo con spin opposti, sono anche lontani uno dall'altro. L'interazione non è diretta, ma è mediata dagli ioni del reticolo con un meccanismo che può essere così descritto:

1. un elettrone in moto interagisce elettricamente con alcuni ioni del reticolo e trasferisce loro una certa quantità di moto;

2. per le proprietà elastiche del cristallo, questo impulso dà luogo alla propagazione di un'onda, che corrisponde a un aumento localizzato della densità di carica positiva dovuta agli ioni del cristallo;

3. un secondo elettrone, che ha spin opposto al primo e passa nella zona del reticolo così perturbata, risente di un eccesso di attrazione coulombiana e assorbe la quantità di moto che era stata ceduta al reticolo dal primo elettrone.

Quindi, con la mediazione degli ioni del reticolo, i due elettroni si scambiano quantità di moto e ciò è la più chiara manifestazione del fatto che tra di essi si esercita una forza. Un esame approfondito permette di concludere che si tratta di una debolissima forza attrattiva, i cui effetti, se la temperatura del cristallo è elevata, sono completamente cancellati dal moto di agitazione termica degli ioni e degli elettroni. Se la temperatura è però abbastanza bassa (al di sotto della temperatura critica), la forza è sufficiente per legare i due elettroni a formare quella che si chiama una coppia di Cooper.



Essendo il legame molto debole, le coppie si formano e si rompono in continuazione e fra i due elettroni di una coppia (la cui distanza spaziale è dell'ordine del micron) vi sono milioni di altri elettroni. Ciò non toglie che le coppie di Cooper vadano trattate come particelle che, avendo momento angolare nullo. dato che gli spin dei due elettroni sono opposti, si comportano come bosoni.

Seppure in modo approssimativo, abbiamo potuto descrivere la formazione di coppie di Cooper, usando il modello corpuscolare degli elettroni e degli ioni del reticolo. Per spiegare la superconduttività il modello corpuscolare non e però adeguato ed è necessario applicare la meccanica quantistica, che insegna che bosoni, occupando uno stesso stato quantico, formano un «condensato di bosoni» e, pertanto, tendono a muoversi tutti coerentemente nella stessa direzione e con la stessa velocità.

La teoria quantistica rappresenta questo comportamento con una sola funzione d'onda, che descrive il moto coerente di milioni di coppie di Cooper. Sotto l'effetto di una differenza di potenziale applicata dall'esterno al superconduttore, la funzione d'onda si «mette in moto» e, così, tutte le coppie di Cooper sono obbligate a muoversi con la medesima quantità di moto.

Per perturbare il moto della funzione d'onda sarebbe necessario cambiare di uno stesso ammontare la quantità di moto di tutte le coppie, applicando a tutte la stessa forza; ciò però non può accadere nelle interazioni casuali dei singoli elettroni cor gli ioni del reticolo. In definitiva, il condensato di coppie di Cooper continua a muoversi indefinitamente attraverso il reticolo senza incontrare resistenza e il materiale si comporta, se la temperatura è abbastanza bassa, da superconduttore.

L'esistenza di una sola funzione d'onda che descrive il comportamento collettivo di milioni di coppie di Cooper permette di spiegare (anche se in questo post non è possibile entrare nei dettagli) anche l'espulsione del campo magnetico dai materiali superconduttori, e cioè l'effetto Meissner.

Questi comportamenti collettivi sono esempi di quantizzazione macroscopica, cioè di effetti delle leggi della meccanica quantistica che si estendono dalla scala microscopica a quella degli oggetti che possiamo comunemente maneggiare.

Essi hanno grande importanza pratica, perché permettono la trasmissione di grandissime correnti e la produzione di intensissimi campi magnetici con bassi consumi di energia elettrica.

Come funziona l'orecchio

Come funziona l'orecchio? Come fa l'orecchio a farci percepire quelle infinite, straordinarie, insostituibili sensazioni sonore che ci regala ogni giorno della nostra vita? Si tratta di un sorprendente sistema, che è semplice e complesso allo stesso tempo, e che è basato sul sistema di ossa più piccolo presente nel nostro corpo (martello, incudine e staffa) e su una membrana (il timpano).



Il timpano vibra a causa del suono e trasmette la sua vibrazione ai tre ossicini citati prima. L'ultimo di questi ossicini, la staffa, è a contatto con la coclea. La coclea è una struttura a forma di chiocciola che ha il compito di trasformare le vibrazioni meccaniche indotte dalla staffa in impulsi nervosi che vengono inviati al cervello. Al cervello spetta infine il compito di elaborare questi impulsi nervosi.

E' un sistema davvero incredibile che ci fa vedere quante meraviglie sono contenute all'interno del nostro corpo.

Nel seguente breve filmato (in inglese) possiamo vedere una animazione che mostra con immagini ciò che ho descritto a parole nelle righe precedenti. E' una spiegazione molto semplificata (non adatta a chi sta cercando qualcosa di specialistico), ma permette di capire in maniera semplice e immediata come funziona l'orecchio umano. Se si desidera qualche approfondimento in più, potete vedere questi due interessanti filmati su YouTube: orecchio1 e orecchio2 a cura di Piero Angela.

Buona visione del video.

Space X Starship: il nuovo tentativo di lancio del 18 novembre 2023.

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